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Ma quale Inno d’Italia…

Oh, say can you see, by the dawn’s early light…,

Di’, puoi vedere alle prime luci dell’alba 
ciò che abbiamo salutato fieri all’ultimo raggio del crepuscolo…
Di’ dunque, sventola ancora la nostra bandiera adorna di stelle 
sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi? 
Dobbiamo perciò prevalere quando la nostra causa è giusta 
e questo è il nostro motto: “Abbiamo fede in Dio”. 
E la bandiera adorna di stelle per sempre garrirà 
sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi! 
Con queste parole, gli americani gridano a squarciagola il proprio inno!!!
Già avete mai visto cantare l’inno a degli americani…??? Sono tutti presi… è come se entrassero in uno stato di “trance” e dove il solo appartenere a quel paese è sinonimo di fierezza!!! Essere un U.S.A., basta questo per farli sentire orgogliosi e chissà forse al di sopra di tutti!!!
Un popolo che da sempre ha espresso valori di moralità e di fermezza, pur a volte passando attraverso scelte difficili, scelte non condivise, da prendere da soli e che in talune situazioni pagate con un alto numero di vittime…
Coraggio ed alto senso d’umanità, hanno permesso ad altri paesi a giungere ad una democrazia, che ha saputo garantire principi di libertà ed uguaglianza…
Da noi invece assistiamo ad una situazione che è tutto l’opposto!!!
E’ bastata una partita, la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, che si è scatenata una disistima per un paese che in questi anni ha saputo, grazie ai suoi interlocutori, creare soltanto diversità sociale!!!
Uno spregio quello di fischiare l’Inno d’Italia, che vuole, attraverso una manifestazione in visione mondiale, manifestare tutta il proprio disamore per un paese che li ha ormai abbandonati, in particolare per coloro che in questi anni l’hanno mal gestito…
Un gruppo sociale, quello della cosiddetta casta, che ha potuto usufruire di privilegi ed interessi economici a scapito di quella collettività, che ha rappresentato finora la vera produttività del paese e che ha di contro subito in maniera pregiudizievole, le ingiustizie e le differenze che hanno condotto alle attuali gerarchie sociali…
Non si tratta quindi ( come in molti vorrebbero farci credere… ) di una protesta vissuta dall’episodio calcistico, ma di una vera e propria presa di posizione, manifestata ad alta voce, per fare sentire il proprio disagio…
Ho letto che comunque, bisogna fare in modo che questi episodi in futuro non si ripetano…
Ma scusate, ma come si pensa che ciò possa avvenire, quando fino a ieri assistiamo ammutoliti a come un ns. ex ministro ed i suoi “compari” hanno utilizzano un’avvenimento importante come l’EXPO per realizzare fondi neri, spartizione d’appalti e tangenti ai vari amici politici e non…, una vera immorale indecenza, realizzata da personaggi meschini che, fino a qualche giorno fa, venivano invitati in televisione a dare consigli ed opinioni!!!
Ora si discute di malessere sociale e di come questo trovi, in queste particolari occasioni, il modo per esplodere, paragonando i fischi a nuove recrudescenza…
Non vi è alcuna violenza nel voler gridare e pretendere legalità, nel richiedere il rispetto per le istituzioni e per i suoi uomini, nell’esigere la garanzia che nel corso del proprio dovere non ci siano poteri forti tali da creare coercizioni nel proprio operato, liberi cioè da decisioni esterne per poter condurre in maniera fattiva quelle lotte necessarie ad individuare tutti questi continui e patetici colpevoli…
Non possiamo più accettare di vedere sempre le stesse storie, le stesse connivenze, gli stessi soggetti, che anni dopo anni, si riciclano per poi ritornare e fare ovunque danno!!!
Basta con questi continui fatti di cronaca che uccidono i giusti valori e danno la possibilità a chiunque di credere che il marcio è ovunque e che nessuno può esserne escluso!!!
Basta con questa politica, questo modo di gestire la cosa pubblica, tutto ciò è vergognoso ed intollerabile!!!
Basta con questi “politichesi” da quattro soldi, con questi soggetti che proprio in questi giorni ci chiedono il ns. voto, basta con quei sorrisi e quelle frasi fatte con cui cercano di ammaliarci, personaggi quasi sempre impreparati, incompetenti ed inconcludenti che, non certo per meriti propri, tentano di cavalcare l’onda lunga del mestiere del politico, permettendo così a se stessi di usufruire di lauti compensi, senza mai muovere un dito… ne per se, ma soprattutto per questo nostro paese!!!

La cricca protegge Cosentino…

Ieri durante le votazioni per l’utilizzo o meno delle intercettazioni, i nostri deputati nell’aula di Montecitorio hanno detto di NO…!!

L’inchiesta ha riguardato l’ex sottosegretario Nicola Cosentino il quale è accusato di avere avuto rapporti con ambienti mafiosi…
Ovviamente Nicola Cosentino, si è detto soddisfatto del risultato e dichiarando per quanto riguarda la sua vicenda giudiziaria, che si faccia finalmente il processo dove egli possa dimostrare la propria estraneità..
Su questo comunque mi trova concorde; bisogna sempre aspettare il giudizio finale prima di mettere in croce un qualsivolglia inputato…cosa che regolarmente invece accade nel nostro Paese!!!
Infatti da noi la notizia giornalistica diventa anticipazione del giudizio di merito cui deve esprimersi la magistratura… anche se a volte quest’ultima utilizza per meglio pubblicizzare l’udienza e quindi mettere in evidenza il proprio lavoro, che comunque, molte volte non trova riscontri con la realtà dei fatti e i processi si chiudano con l’assoluzione piena dell’imputato…!!!
E poi, chi paga questi costi…??? Processi inutili fatti da giudici altrettanto inutili, messi in evidenza e sotto i riflettori  per ottenere qualche vantaggio personale, qualche trasferimento verso altri sedi piu rinomate…e via discorrendo!!! 
Non sto certamente a farvi l’elenco, ma non ci vuole molto a capire chi in questi anni con processi mediaticamente bene in vista, hanno ottenuto benefici impensabili… chi attraverso promozioni, chi entrando in politica e chi infine vendendosi al miglior giornale di gossip con articoli e fotografie!!!
In Italia la giustizia dice che ” La legge è uguale per tutti ” e quindi dinnanzi ad essa tutti siamo uguali…ma purtroppo non è così!!!
In questi ultimi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta il dibattito sul processo breve…

Questa ennesima riforma, se entrerà in vigore, avrà sul processo penale sicuramente delle grosse ripercussioni, come già illustrate da autorevoli esperti su molti quotidiani. Meno noti sono gli effetti negativi che essa potrà avere nel processo civile e credo di farvi cosa gradita, nel farvi conoscere quanto riportato da un magistrato…
Innanzitutto è opportuno chiarire che il disegno di legge in esame non modificherà il codice di procedura civile ma la legge 89/2001, meglio nota come legge Pinto, che riconosce un indennizzo a chi abbia subito un processo di durata non ragionevole.
In estrema sintesi la legge sul processo breve intende fissare in due anni, aumentabili a tre, il periodo massimo entro il quale dovrà svolgersi ciascuno dei vari gradi del giudizio civile (primo grado, appello e cassazione), prendendo come momento iniziale quello della prima udienza e come momento finale quello del provvedimento che definisce il giudizio.

Una volta scaduto tale termine, senza che vi sia stata una decisione da parte del giudice, il processo proseguirà normalmente, ma la sua durata non sarà più ragionevole e la parte interessata potrà chiedere l’indennizzo previsto dalla Legge Pinto, a condizione che in precedenza abbia presentato al giudice competente un’istanza di sollecita definizione del giudizio, di cui lamenta la lentezza.
E’ questa istanza che, in concreto, secondo le intenzioni del legislatore, dovrebbe determinare l’accelerazione del giudizio perché, nel caso in cui venga presentata, il giudice sarà tenuto a fissare le udienze che fossero necessarie ad intervalli non superiori a quindici giorni l’una dall’altra.

Ora tale meccanismo non tiene conto che la durata dei processi civili dipende non solo dall’atteggiamento delle parti e del giudice, ma anche da una serie di variabili imprevedibili e oggettivamente ineliminabili, come la complessità dei fatti da accertare, il numero delle parti, i vizi procedurali che si possono verificare nel corso di essi. E’ proprio per questo motivo che, attualmente, per stabilire se un processo abbia avuto una ragionevole durata o meno non si può prescindere dall’esame del caso specifico.

La nuova disciplina invece non considera le peculiarità di ciascun processo e la sua applicazione sarà vieppiù problematica in quei processi che richiedono una ampia attività probatoria, che è impossibile contenere in tempi predefiniti, se non a rischio di lacune ed errori.

In questi casi le norme approvate dal Senato, se non modificate, comprimeranno non solo i tempi del giudizio ma anche il diritto di difesa delle parti che avessero interesse, o necessità, di una attività istruttoria approfondita e in tempi congrui, ma che non potranno opporsi alla istanza di accelerazione del processo, non essendo previsto il loro consenso sul punto.
In questa prospettiva anzi l’istanza di accelerazione potrà essere strumentalizzata dalla parte che, sapendo di aver torto, non volesse far accertare compiutamente i fatti.
Ancora il progetto di legge rischia di provocare disparità di trattamento difficilmente giustificabili.
Il giudice, infatti, potrà trovarsi nella situazione di dare la precedenza a cause di valore modesto, a scapito di altre più rilevanti, sotto il profilo economico o sociale, qualora solo nelle prime venisse presentata l’istanza di accelerazione.

E’ facile prevedere, poi, che, qualora le istanze dovessero essere numerose, sarà pressoché impossibile rispettare i termini fissati dal disegno di legge, perché dovranno essere tutte trattate con pari celerità, con l’ulteriore conseguenza che per tutte maturerà il diritto ad ottenere l’indennizzo previsto dalla legge Pinto.
A fronte di tali molteplici inconvenienti davvero non si vede quali possano essere i benefici della disciplina attualmente in gestazione, tanto più se si considera che, solo a luglio del 2009, è entrata in vigore una riforma del codice di procedura civile che ha, tra le principali finalità, quella di abbreviare i tempi del giudizio civile (basti pensare alla possibilità per il giudice di comminare sanzioni pecuniarie alla parte che abbia agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, alla riduzione dei termini per lo svolgimento di determinate attività processuali, alla introduzione del processo sommario).
Infatti, a determinare le attuali condizioni della giustizia civile, come è stato evidenziato più volte a più livelli, concorrono, da un lato, l’elevato tasso di litigiosità degli italiani e, dall’altro, la cronica carenza del personale di cancelleria, un criterio di distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio superato e, per alcuni distretti di corte di Appello, l’inadeguatezza degli organici dei magistrati rispetto al numero degli abitanti.
Per incidere su tali fattori occorrono interventi strutturali ed organizzativi profondi di cui non vi è traccia nel disegno di legge sul processo breve.
Speriamo di non dover ritornare con questi nostri giudici al periodo della Santa Inquisizione…