- Fino a 20 volte il costo di altre regioni per la stessa procedura.
- 12.000 € solo per dimostrare di aver rispettato le regole (le famigerate verifiche di ottemperanza a 4.000 € a fase).
Con la L.R. 09/01/25, n. 1, la Regione Siciliana ha aggiornato (o dovremmo dire “gonfiato”?) gli oneri per le autorizzazioni ambientali, superando persino le già pesanti tariffe introdotte nel 2022.
Non solo: ha aggiunto nuove voci di costo per sub-procedure che, di fatto, strangolano le piccole e medie imprese. Risultato? Investire in Sicilia diventa un lusso, mentre nel resto d’Italia è una pratica sostenibile.
E qui viene il bello: mentre un’impresa con certificazione ambientale in Lombardia o in Veneto ottiene sconti consistenti, in Sicilia paga fino a 20 volte di più per la stessa procedura. E non è tutto: qui si pagano persino voci assenti altrove. Come se la burocrazia regionale avesse inventato un “supplemento Sicilia” per scoraggiare chi vuole fare impresa.
Ne ho parlato con il Dott. Alfio Grassi, Presidente del Consorzio della Pietra Lavica, e la sua risposta è stata netta: “La CTS ha usato gli oneri di istruttoria non per garantire controlli migliori, ma come bancomat per autofinanziarsi, ignorando l’impatto sulle imprese.” Il risultato? Aziende costrette a rinunciare o a diventare meno competitive”.
E il danno non è solo economico. Nei siti di cava dismessi, i progetti di ripristino – già vincolati da garanzie finanziarie – rischiano di arenarsi per i costi aggiuntivi. Senza contare le verifiche di ottemperanza: 4.000€ a istanza, moltiplicati per tre fasi (ante-operam, corso d’opera, post-operam), diventano 12.000€ solo per dire “sì, abbiamo rispettato le regole“.
Una domanda sorge spontanea: perché la Sicilia deve essere un’eccezione… ma nel peggiore dei modi? Se altrove si punta a semplificare e incentivare, qui si alzano muri di costi. E mentre le imprese nazionali beneficiano di tariffe ragionevoli, quelle siciliane vengono dissuase a investire nel proprio territorio.
È ora di chiedere una revisione immediata di questo tariffario. Prima che l’unico messaggio che passa sia: “Fate impresa altrove“.
Una vicenda assurda che dal 2018 non si è ancora conclusa (quantomeno come dicevo non nel procedimento penale, visto che almeno in quello civile, svoltosi proprio in questi giorni, l’amministratore è stato condannato…) e posso altresì aggiungere come soltanto per quel voler essere a tutti i costi tenace, ma soprattutto, grazie a quell’essere libero da coercizioni legate a concetti quali “ricatto e/o compromesso”, mi è stato possibile giungere a questo risultato, pur avendo pagato – per quell’impegno svolto (gratuitamente) – con la freddezza, sì… nei rapporti personali; mi riferisco ai molti amici e conoscenti, proprietari anch’essi di appartamenti di quello stesso Villaggio, che avrebbero preferito (da parte del sottoscritto) un atteggiamento più “elusivo”, ma non solo questi, anche coloro che in quel Villaggio, da oltre trent’anni, hanno potuto beneficiare sia sotto il profilo professionale che lavorativo…
Mi permetto quindi di riportare nuovamente il mio più profondo sconforto, avendo costatato le difficoltà, ma soprattutto i tempi che la giustizia ha richiesto prima di poter giungere (e ancora oggi non so come finirà questa vicenda giudiziaria, so soltanto che fino ad oggi è stata rinviata ben due volte, con motivazioni estremamente banali, per non dire moralmente “indegne”, visto che – nei confronti del sottoscritto – non si è tenuto conto neppure che per ragioni di lavoro – essendo in trasferta – sono stato costretto a prendere tre giorni di permesso per il viaggio, pagarmi ogni volta l’aereo, recarmi quindi a mie spese presso il Tribunale di Messina, aggiungo… costi che naturalmente lo Stato non rimborsa, per poi alla fine essere rimandato nuovamente ad altra data!!!) ad una sentenza definitiva, anche quando dalla semplice lettura dei documenti contabili, si evidenziava in maniera chiara quanto fosse accaduto, ma stranamente, anche coloro che avrebbero dovuto verificare quanto denunciato ( mi riferisco ad una delle forze di Polizia di Catania, con competenza generale in materia economica e finanziaria, già…per fortuna che conservo il protocollo di ricevuta…) non lo ha fatto, viceversa da quanto professionalmente compiuto dai colleghi del Comando di Taormina e dalla PG di Messina, ufficio diretto dal Tenente Colonnello Siligato!!!
Nel confermare quindi quanto sia d’accordo sulla proposta di legge presentata, mi permetto di condividere sull’argomento un video pubblicato su TGR e riproposto nella pagina di Facebook: https://www.facebook.com/patrizia.alessi/videos/1497125621136894
“È inaccettabile che i condòmini si ritrovino a pagare grossi debiti non fatti ma accumulati da quella minoranza di amministratori che tuttavia non adempie al proprio dovere” a dichiararlo è la vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Augusta Montaruli che oggi a Torino, insieme alla capogruppo in circoscrizione 7 Patrizia Alessi, ha presentato la Proposta di Legge “Tutela condomini”.
“La proposta – spiega Montaruli – prevede l’introduzione dell’obbligo da parte dei fornitori di comunicare ai condòmini, e non soltanto all’amministratore, qualora si sia raggiunti debiti per oltre 10 mila euro.
In questo modo si attiva un “campanello d’allarme” per i condòmini che possono prontamente chiedere spiegazioni, senza vedersi un giorno staccare le utenze per morosità”.
Nel caso del Condominio “Albesiano” – racconta la capogruppo Alessi – noi condomini ci siamo ritrovati all’improvviso con circa 550 mila euro da ripagare!!!
Il nostro immobile è stato il primo con Decreto di revoca giudiziale di un noto amministratore di condominio torinese rivelatosi infedele. Speriamo che questa proposta di legge tuteli tanti altri condomini.
Ne riproporvi quindi i due post sulla vicenda sopra raccontata:
https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/08/tribunale-di-messina-quanta-amarezza.html
https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/08/tribunale-di-messina-quanta-amarezza.html
Vi consiglio anche il seguente link, che ha come obiettivo il testo di legge scritto da Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia, partendo da un caso specifico, come quello del condominio “Albesiano”:
Le parole espresse dal Presidente della Repubblica sono di una persona virtuosa: “Ciascuno di noi è chiamato a diventare più responsabile nei confronti del pianeta, dei nostri figli e dei nostri nipoti con gesti contro lo spreco”.
Perché, se da un lato ci viene chiesto di spegnere una lampadina – ricordo tra l’altro che quell’energia, eventualmente superflua, la paghiamo noi – ci si dimentica di costi ben più esosi, già… come quelli della politica, da quelli nazionali, per continuare a quelli regionali e per finire con i costi comunali suddivisi tra sindaci e consiglieri, a cui vanno sommati tutte quelle voci legate a “energia”!!!
Presidente Mattarella, ciascuno di noi verrà un giorno ricordato non tanto per quello che è stato, ma bensì per ciò che ha fatto durante il proprio incarico, ma ancor più, per ciò che poteva fare e ahimè non ha fatto!!!
Ho ricevuto su “Whatsapp” un interessante post del mio amico Giorgio Petrolo che mi permetto di riproporre perché evidenzia un evidente rischio con il quale a breve tutti noi potremmo essere costretti a dover convivere, in particolare il comparto del trasporto su gomma che vede la miscela iniziare a scarseggiare e soprattutto a costare sempre di più!!!
Trasporti su gomma, e quindi grande distribuzione, a rischio stop nel nostro Paese: tir e camion potrebbero presto restare fermi a causa dell’esaurimento delle scorte di AdBlue, una specifica miscela utilizzata per alimentare i motori diesel riducendone le emissioni inquinanti.
Se ciò dovesse verificarsi, non si potrebbero evitare delle preoccupanti ripercussioni per quanto concerne lo spostamento di merci e beni di primo consumo.
Come anticipato, si registra infatti nelle ultime ore un’allarmante carenza di AdBlue, soluzione sintetica composta per il 32,5% da urea a elevata purezza e per il 67,5% da acqua demineralizzata, utilizzabile esclusivamente nei motori diesel: grazie al suo utilizzo è possibile ridurre del 90% le emissioni degli ossidi di azoto dai gas di scarico.
All’origine del problema c’è anche il blocco della produzione da parte della società chimica tedesca di Wittenber Skw Piesteritz, che si occupa di produrre, per l’appunto, AdBlue e anidride carbonica. Un blocco della produzione, peraltro, motivato proprio dal pesante caro energia registrato negli ultimi mesi.
Visto il recente stop della Yara Italia di Ferrara, società anch’essa specializzata nella produzione della miscela e di anidride carbonica, il timore è che pesanti ripercussioni possano ripetersi ancora una volta nel nostro Paese, come già accaduto per il blocco delle “bollicine” e dell’acqua frizzante. Stavolta le conseguenze si abbatterebbero sul comparto del trasporto merci su gomma.
Infatti, come denunciato da Assotir, l’approvvigionamento di AdBlue è sempre più difficile, anche a causa dell’aumento notevole dei costi: rispetto ai 30/36 centesimi al litro di due anni fa, oggi si è arrivati fino a 1,20 euro. “Se è vero che, trattandosi di un additivo, non lo si consuma nelle stesse quantità del gasolio”, spiega l’associazione, “va comunque di pari passo con il diesel, i cui prezzi pure si sono impennati”.
In effetti proprio nei giorni scorsi era stata l’Associazione italiana delle imprese di trasporto a denunciare che “dal 7 al 12 ottobre, il prezzo del gasolio è aumentato di ben 20 centesimi al litro”, in misura nettamente superiore rispetto a quello della benzina. Una situazione insostenibile, che ha spinto anche Assotir a chiedere un urgente intervento al governo, con l’aggiornamento delle” tariffe minime, ferme a febbraio nonostante la violenta impennata del costo del carburante”.
Già… come detto, oramai, il prezzo della miscela, che può oscillare a seconda della maggiore o minore qualità, è salito fino a 1,20 euro per litro. Per percorrere circa 100 chilometri, un tir necessita di almeno 2 litri di AdBlue.
E quindi, con lo scopo di incentivare il suo utilizzo, al momento, è stato riconosciuto un credito di imposta del 15% sulle spese al netto dell’Iva sostenute nel 2022 per l’acquisto del composto, dedicato solo ai veicoli di categoria ecologica euro 5 o superiore.
La richiesta di Assotir, per evitare un aggravio della situazione, è quella di prorogare con urgenza gli incentivi, d’altronde – i motori diesel Euro 5 ed Euro 6 che utilizzano AdBlue sono anche quelli meno inquinanti .- lamenta l’Associazione”: in questo modo si tendono a penalizzare di più quelle aziende che hanno effettuato pesanti investimenti per ridurre l’inquinamento e che ora viceversa si trovano a dovere sopportare costi esorbitanti!!!
Immaginate: niente trasporti… nessuna merce, in particolare nessun bene di prima necessità, ciò comporterà nei cittadini quelle manifestazioni di panico e violenza con l’assalto ai supermercati e a tutte quelle piccole attività commerciali!!!
Oltre agli aumenti esponenziali di energia, ci mancava il rischio di rimanere a secco, se sono queste le premesse, non posso che preoccuparmi per questo 2023 certamente nefasto!!!
Volevano farlo passare come un cambiamento necessario per realizzare una giustizia “giusta” ed invece gli Italiani hanno deciso di opporsi a tutti i punti referendari scegliendo di non andare al voto o di votare NO a quei quesiti!!!
Hanno sprecato (nonostante la pandemia ancora in corso) per questi inutili cinque referendum ben 400 milioni di euro, di cui oltre 300 milioni a carico del del ministero dell’Interno mentre il resto è stato diviso tra il dicastero della Giustizia e quello dell’Economia.
D’altronde che caz… ci mettono loro, paghiamo tutto noi, somme che potevano essere stanziate per contrastare gli aumenti esorbitanti di energia dovuti alla guerra in corso…
Certo va ricordato come nella giornata di ieri, a prescindere dal referendum, vi fossero anche le elezioni amministrative per 978 Comuni e quindi i seggi sarebbero restati comunque aperti per ben 9 milioni di elettori, ma per il resto, per quanto necessario, si è sprecato – come solitamente avviene in questo nostro Paese – denaro pubblico!!!
Un flop… già sotto tutti i punti di vista, forse così finalmente qualcuno inizierà a comprendere che gli italiani non sono così sciocchi per come si credeva e la risposta si è avuta sul campo, in particolare sull’abolizione della legge Severino: il “NO” ha raggiunto quota 45% (nella città di Torino ha toccato quasi il 52%.), mentre il voto sui nuovi limiti alla carcerazione preventiva si è giunti al 43%.
Viceversa sugli argomenti che poco interessavano i cittadini, ma erano legati alla professionalità dei magistrati ecco che si è avuta una larga maggioranza dei sì: 75% di sì alla separazione delle funzioni dei magistrati; 73% sul diritto di voto agli avvocati nella valutazione dei magistrati e 73% per l’abolizione delle firme per le candidature al Csm.
Comunque in definitiva gli Italiani hanno scelto una giustizia “giusta“, lasciando tutto così com’è, in particolare quella “Legge Severino” che alcuni partiti hanno provato con questo referendum – senza minimamente riuscirci – a modificare: una dimostrazione di come il Paese voglia lottare contro questa diffusa corruzione e nell’imporre un’ampia garanzia di trasparenza a tutti i suoi organi politici rappresentativi (dalle Camere fino ai Comuni più piccoli) ha deciso di boicottare il referendum o come il sottoscritto, recarsi al voto, ponendo un bel segno “NO” a quel quesito referendario “riprovevole”!!!
Ed ancora, si fissa a cinque il numero massimo di senatori a vita di nomina presidenziale che possono essere in carica, anche perché finora non era stato chiarito se quel limite riguardasse il numero di senatori a vita che ciascun presidente della Repubblica poteva nominare oppure il numero massimo complessivo…
Naturalmente dovrà preparerà la sua difesa dalla accusa di peculato che gli ha mosso la Procura di Roma!!!Ovviamente quanto sopra, non sarà possibile leggerlo sui nostri “censurati” mass media, per fortuna che esiste ancora il libero web, con il quale è possibile far conoscere a tutti le informazioni di cui sopra e che potranno non solo essere lette da tutti, ma potranno diventare quel motivo principale di cambiamento delle coscienze, che porterà certamente, più prima che poi, a quel profondo rinnovamento di questa nostra attuale classe politica…
E’ stato scoperto un patto tra la camorra, ‘ndrangheta e mafia, per controllare il trasporto su ruota della frutta e della verdura… dalla capitale fino alla nostra isola e viceversa…
Infine vi sono i prezzi… già, quell’anomalo sistema che fa in modo che questi lievitino in maniera esponenziale per effetto di strane intermediazioni svolte dai commissionari sin dalla produzione, per proseguire con lo stoccaggio e la commercializzazione!!!Gli inquirenti hanno scoperto all’interno dei mercati ortofrutticoli, l’esistenza di una spartizione degli affari con la monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma…
Le indagini, hanno difatti svelato, vere e proprie infiltrazioni e condizionamenti da parte di quei clan, nelle attività di quei mercati ortofrutticoli, evidenziato inoltre delle vera e propria alleanza, con tutti quei gruppi, legati alla malavita, regione per regione…
Poi ci si meraviglia che in quelle aziende agricole, operano centinaia per non dire migliaia di gente sottopagata; sono lavoratori in nero, extracomunitari irregolari che guadagnano da cinque a 10 euro al giorno….
Svolgono compiti disumani e raccolgono come degli schiavi, quei prodotti della terra, scaricando e caricando cassette di legno su quei camion per conto dei venditori al dettaglio…
Visti i prezzi di produzione della stessa ortofrutta (i quali non coprono neppure gli stessi costi sostenuti) e considerato successivamente a quali prezzi questi giungono sulla nostra tavola (avendo questi ricevuto un aumento del 300%…), viene da chiedersi se non ci sia qualcosa immediatamente da cambiare…
La causa dopotutto si conosce… è rappresentata da quel monopolio imposto dalle associazioni criminali su tutti i nostri mercati ed è strano che ancora oggi, nessuno faccia nulla…
Manca di fatto la volontà da parte delle istituzioni di intraprendere questa battaglia, perché si sa che quando si vuole, si può decidere d’invertire la rotta…
Ma se la strada scelta dallo Stato è questa… o meglio chi dovrebbe cambiare questo stato di cose, preferisce mostrare tutta la propria fragilità (o chissà forse con quel sistema… partecipa in maniera collusiva…), mi chiedo quindi, come si può pensare di voler cambiare pagina???
Si potrà pagare in tutti gli sportelli di Equitalia, negli uffici postali tramite il bollettino F35 ( preferibilmente completo di codice fiscale ) e riportando obbligatoriamente nel campo –Eseguito da- la frase “Definizione Ruoli – L.S. 2014“. Se in Italia si provvedesse ad attuare le leggi, a farle definitivamente rispettare in maniera severa e dove, quando accertate le responsabilità personali dell’evasione, si possa procede a sequestrargli tutto…
Costringendo loro ed i loro famigliari a vivere come poveri, che poi è come vive oggi la gran parte dei milioni di italiani, vedrete che alla fine, colpito il primo… tutti inizieranno ad essere ligi nel rispetto delle regole…
Ed inoltre non bisogna trascurare, che oggi, il nostro Stato, non è nelle condizione di spendere gli 8,5 miliardi di euro previsti per la sua costruzione, considerato i tagli che in questo momento, tutti noi cittadini, stiamo subendo…, ed allora ecco che il Prof., furbescamente, ha lasciato la ” patata bollente ” al prossimo governo…
La possibilità di eventuali investimenti esteri, debbono essere sempre ricercati e accolti; la possibilità di riuscire in un opera, unica al mondo, deve superare quelle barriere nazionali, che oggi impongono strategie conservative, in particolare attraverso la partecipazione di capitali privati, Da non dimenticare inoltre, che la realizzazione di quest’opera è stata già aggiudicata, ad un consorzio guidato dalla società Impregilo ed a cui ancora, bisogna dare risposte…