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Come volevasi dimostrare, eccovi confermato l’inganno!!!

Cosa avevo scritto alcuni giorni fa???

Ecco l’ennesima dimostrazione: il Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, meglio conosciuto con l’acronimo G.I.C.O., reparto d’élite della Guardia di Finanza di Catania, ha fatto emergere una serie di sentenze “di favore” compiute da parte di un magistrato compiacente… 

Ecco difatti emergere presunte sentenze a favore di alcuni imprenditori, a cui sono state contestati reati di corruzione, quella classica modalità “dare/avere”, che porta da una parte qualcuno a ricevere e dall’altro qualcuno a dare, come…??? 

Semplice si ritardano o si accelerano i giudizi di quelle sentenze, dimostrando in particolare che quando si trattava di decidere su quegli amici imprenditori, ecco improvvisamente vedere quelle media usuale, posta in atto per analoghe sentenze, prevista all’incirca prevista in uno o due anni, concludersi incredibilmente in pochi mesi…

Già… sentenze che venivano manipolate non solo da quel magistrato, ma sicuramente anche da chi si trova ad operare all’interno di quegli uffici, permettendo che quelle sentenze, passassero sempre nelle mani di quel  magistrato e non finissero indirizzate verso altri colleghi.

Mi sembra di rivedere quanto mi ha fatto leggere in questi anni una mia cara amica di Messina, con tutta una serie  di procedimenti che hanno subito in questi ultimi anni una serie di altalenanti giudizi, a seconda dei magistrati che hanno avuto in mano quei fascicoli e dai quali si è evidenziato in maniera tangibile, un sistema ingegnoso posto a protezione di quei “fratelli“, ora ahimè imputati, ma che sono riusciti – grazie a quei loro amici influenti dentro il palazzo di giustizia – a cavarsela,  grazie soprattutto a quel sistema giudiziario che dimostra essere fallace e soprattutto iniquo. 

Ho detto alla mia amica che appena una testata d’inchiesta a livello nazionale deciderà di verificare quanto finora accaduto, sono certo che molte teste cadranno e faranno la sessa fine di quella più famosa del profeta Giovanni Battista…

Ma chissà potrebbe accadere che prima che le Tv presentino un reportage su quanto finora accaduto, qualcuno – non ancora compromesso con questo corrotto sistema – presente all’interno delle forze dell’ordine – sia  disposto a fare il proprio dovere, senza doversi piegarsi alle volontà di qualche suo superiore (corrotto) o di quanti vorrebbero eclissare quelle verità scomode che si sa… non dovranno mai emergere!!!

Imprenditori siciliani disonesti??? Analizzando in maniera obiettiva si scopre che…

Come ben sapete ritengo che chi pecca nel compiere la propri professione debba sempre pagare, ma ci sono dei casi che m’inducono a pensare che non sempre la colpa sia da imputare a quei pochi imprenditori – mi riferisco naturalmente a tutti coloro che nulla hanno a che fare con affiliazioni a strutture legate alla criminalità organizzata o per meglio dire appartengono di fatto a quel sistema clientelare, corruttivo, ed  anche mafioso – che possiamo definire “onesti“.

Certo quest’ultimo termine è certamente difficile da affibbiare a quanti operano nella mia Sicilia, ma come dicevo esiste ancora una parte sana che si sta in questi ultimi anni, forse a causa delle difficoltà finanziarie provocate dal “covid” e non solo, in questi mesi determinate dall’aumento esponenziale del settore energetico e petrolifero, che stanno mettendo in crisi parecchie imprese e che hanno determinato in molti imprenditori la decisione di chiudere definitivamente i battenti o quantomeno di resistere, sì… ribellandosi anche a quelle regolari richieste a cui da sempre si erano sottomessi!!!

Desidero affrontare stasera questo tema, dopo aver letto in questi giorni ho letto di talune inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolti alcuni imprenditori ora indagati per corruzione…

Naturalmente lungi dal sottoscritto pensare che qualsivoglia forma di pagamento di tangente possa non essere considerata una vera e propria forma di corruzione e che essa costituisca un reato, no… ciò che vorrei dire e che il più delle volte, per compiere in maniera onesta la propria attività, ci si ritrova a doversi sottomettere ad un sistema che preclude viceversa la possibilità ad operare…

Perché diciamoci la verità, in Sicilia ( ma non solo lì…)per lavorare bisogna pagare: da sempre è così e così continuerà fintanto che le leggi sono permissive e soprattutto non difendono chi vuole contrastare quel sistema e vuole non farne parte…

Già perché da noi si sa, per dimostrare di essere onesti bisogna farsi sparare o quantomeno far comprendere a tutti – mettendoci in primis la faccia – che non si ha paura di niente e di nessuno, perché soltanto così lo Stato è costretto a intervenire, altrimenti -quegli imprenditori- dovranno sottostare al sistema oppure chiudere definitivamente, abbandonando le aspirazioni di una vita e i desideri di continuità da consegnare ai propri figli… 

Ho letto nell’articolo di un imprenditore che ha affermato di avere pagato, già… ma non per accaparrarsi i lavori, ma per velocizzare l’affidamento del proprio cantiere, alla luce di un’aggiudicazione che sarebbe avvenuta in maniera del tutto trasparente. 

Quindi, una mazzetta per comprare non l’appalto, ma il tempo di chi avrebbe dovuto seguirla in maniera corretta e soprattutto celere!!! 

Ed allora mi sono permesso di verificare gli appalti aggiudicatisi da quell’impresa e penso di poter confermare che essi avessero alcun bisogno di pagare per inseguirne altri, d’altronde consentitemi una riflessione: se analizziamo i ricavi prodotti da quegli appalti e quanto essi rendano alle nostre imprese – considerati i ribassi intorno al 30% , beh… lasciatemelo dire con molta franchezza, soltanto chi esegue i lavori in maniera difforme dai previsti Capitolati e soprattutto chi possiede i favori delle Dl,  può pensare di ricavarne oggi un utile, altrimenti… si ci rimette sempre!!!

Ed allora m sono chiesto: cosa avrebbe potuto fare quell’imprenditore dopo essersi aggiudicato in maniera corretta e trasparente l’appalto??? Mi direte tutti: semplice denunciare quel funzionario alle autorità competenti??? 

Già… una risposta scontata, si vede che siete in pochi quelli che hanno avuto a che fare con la giustizia e soprattutto coi i suoi tempi interminabili, che vedono, ahimè il più delle volte – grazie a giudizi iniqui – ribaltare quei giudizi a favore di chi per l’appunto era stato denunciato!!!

Comprenderete altresì come dopo quella denuncia, nessuno più vorrà aver a che fare con quell’impresa, in particolare nessun funzionario o dirigente sarà più disposto a verificare quei lavori in corso (o da eseguire a seguito aggiudicazione), in maniera serena, ma staranno tutti lì – già… con il fucile puntato – a verificare la regolarità di quelle opere in tutte le loro fasi di esecuzione, osservando in particolare dettagli che altrimenti sarebbero stati fatti sorvolare, ma ora il rischio è che ci sia dietro qualcuno disposto a contestare!!!

La verità??? Questo paese è come quel cane che si morde la coda!!! E’ un problema senza via di uscita, una situazione che conduce tutti, dopo aver risolto un problema, a doverne affrontarne un altro, un ciclo vizioso e perverso nel quale ci troviamo tutti ad essere coinvolti, anche ahimè quei pochi imprenditori che con grande difficolta provano a restare retti!!!

Sei secoli di condanne…

Il processo “Nebrodi” si è concluso con 90 condanne per oltre 6 secoli di carcere ed 11 assoluzioni!!!

Una truffa milionaria perpetrata all’Unione Europea, che ha visto coinvolti un centinaio d’imputati,  un fenomeno quello dei finanziamenti ai pascoli a cui da diversi anni cui la Dda di Messina ha cercato di porre  sotto controllo… 

Un sistema quello dei pascoli che piano piano era diventato imprenditoriale, riuscendo – grazie alla complicità di funzionari e addetti – a bypassare le normative previste… 

L’inchiesta durata quasi dieci anni, è riuscita a portare ala luce quel sistema criminale che vede 

Gli imputati sono stati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, truffa all’Ue, falso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori. il tutto attraverso una serie d’imprese collegate tra loro a modello scatole cinesi, con tutta una serie di complicità, prestanome e soprattutto insospettabili professionisti…

Come si è compreso dal processo appena conclusosi, qui… di agricoltura, pascoli, pastori e quant’altro, non vi è nulla, il tutto è stato sostituito da un’efficace organizzazione imprenditoriale – certo qualcuno ora si offenderà dal termine utilizzato – ma la verità e che i soggetti coinvolti sono se non direttamente loro preparati, certamente capaci di sfruttare chi di dovere per raggiungere e finalizzare tutte le potenzialità offerte dall’Unione Europea attraverso i fondi dell’agricoltura.

Lo scorso anno – era il 12 Ottobre – terminavo il mio post – “L’ennesima truffa sui fondi agricoli e i soliti nomi di funzionari corrotti!!!” – link http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/10/lennesima-truffa-sui-fondi-agricoli-e-i.htmlcon questa frase: Ciò che maggiormente mi dispiace è sapere sin d’ora che non passera molto tempo prima di dover leggere nuovamente d’inchieste analoghe a quella appena pubblicata: già… al fine non c’è mai peggio!!!

Già… non ho più nulla da aggiungere.

 

Meloni: stretta sulla giustizia!!!

Sì al carcere ostativo e nuove misure contro i rave party, ma non solo, niente rischio “liberi tutti” per i boss mafiosi che si sarebbe potuto concretizzare l’8 novembre quando, con ogni probabilità, la Consulta si sarebbe riunita per dichiarare definitivamente incostituzionale l’ergastolo ostativo, e cioè il principio giuridico secondo cui un condannato per mafia e terrorismo non può avere accesso ai benefici!!!

Dopo mesi in cui la giustizia non è stata minimamente toccata dall’ex premier Draghi, finalmente questo nuovo Consiglio dei ministri ha approvato quei decreti fondamentali contenenti le misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di quei detenuti o di quei soggetti attualmente  internati, che non hanno mostrato interesse o volontà di collaborare con la giustizia. 

Ed allora meglio passare al carcere ostativo, senza più benefici nei nostri penitenziari per i condannati che si sono macchiati di colpe gravi, quali sono i reati di mafia o di terrorismo, anche in assenza di collaborazione con la giustizia o se è avvenuta una “riparazione pecuniaria” del danno alle vittime e se è stata dimostrata la cessazione dei collegamento con la criminalità organizzata attraverso “elementi specifici”…

Pensavo alcuni giorni fa:

se realmente il governo del nuovo Presidente Meloni decidesse di mettesse mano al contrasto dell’illegalità di questo nostro Paese, partendo da tutti quei fenomeni corruttivi dilaganti, proseguendo con quei procedimenti nel pubblico in cui vi è la mano “perversa” della burocrazia, già… se si provasse a tenere sotto controllo quanto avviene in molti tribunali, in particolare in quelli dove vi è una forte presenza massonica e se ancora, si volesse realmente contrastare quei fenomeni mafiosi, sì… se a quanto sopra si provasse definitivamente a colpire l’evasione costantemente perpetrata ponendo sotto la lente d’ingrandimento coloro che ogni giorno evadono a cui si sommano quanti commettono reati sul territorio, ah… se solo si potessero eliminare del tutto quelle imprese affiliate alla criminalità organizzata e – ma solo per concludere – si provasse ad annullare del tutto, quei meccanismi clientelari di cui hanno finora beneficiato molti nostri politici, mi riferisco anche a livello comunale, beh… penso che più del 30% del nostro paese, potrebbe essere deportato in un isola, certamente più ampia di quella di Alcastraz!!!

Sì qualcosa si sta facendo, certo… con molta calma e forse un po’ troppo tempo per rispettare quei tempi della giustizia: si sa… qualcuno pagherà, qualcun altro ahimè la farà franca e qualcun altro ancora appartenente a quell’elité se ne sarà andato precocemente e non sconterà in questa terra mai alcuna pena, non ci resta che sperare in quella divina… 

Vedremo… sono piccoli passi, ma meglio del nulla fatto finora, purtroppo è come riportato a suo tempo dal procuratore Gratteri: Questo sistema???  Fa comodo a molti, mi creda”!!!

Ci voleva Dalla Chiesa per ricordare a taluni "parlamentari" che l’aumento del tetto contanti, favorisce il sistema mafioso…

L’aumento del tetto al contante come negli altri Paesi europei… ma scusate, riporta bene il Presidente Onorario di Libera Nando Dalla Chiesa: “In altri Paesi Ue non esiste? Certo… loro non hanno la mafia in casa, in Italia viceversa servono contromisure”!!!

Come ho scritto nel mio precedente post, l’aumento alimenta il fenomeno del riciclaggio e a guadagnarsi è tutto quel sistema che produce sommerso, evasione e bustarelle!!!

D’altronde quando si tratta di contrasto alla criminalità organizzata certi partiti stanno in silenzio, la maggior parte dei loro voti giungono proprio da quello scambio… e quindi perché meravigliarci se le norme in questo Paese vanno sempre nella direzione sbagliata…

Ed ancora, riporta  il professor Dalla Chiesa: “Chi non ha nulla da temere non ha il problema di lasciare traccia. Chi vuole avere tanti soldi in tasca senza lasciare traccia ha la convenienza all’innalzamento del tetto” e il voler innalzare innalzare il tetto al contante – secondo Dalla Chiesa – è sintomo della “mancanza di chiarezza sugli effetti che una norma del genere produce. 

Certo… è vero che ci sono Paesi, dove non c’è la mafia e quindi hanno il tetto presente in Italia, ma qui, da noi, la mafia c’è e si fa sentire in tutti gli ambiti, ma soprattutto c’è una presenza costante di cittadini disposti a favorirla e forte quindi bisogna ricordarsi sempre che i provvedimenti, come quelli ora in discussione nel governo Meloni,  vadano commisurati alla realtà e non all’immaginazione!!!

La verità è che – come riporto da sempre – la mafia fa comodo a molti, in particolare a tanti politici, in quanto vengono fortemente – attraverso le preferenze – condizionati da essa…

E quindi se durante le campagne elettorali si è ricevuto, ora è tempo di contraccambiare, difatti mi sento di anticipare che a breve molte riforme della giustizia saranno indirizzate ad un contrasto più soft e certamente meno aggressivo, in linea d’altronde con quanto già realizzato dai governi precedenti!!!

A detto bene il mese scorso il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri “Il governo dei migliori ha fatto disastri con le sue riforme”, ma come dicevo, sono certo che quello attuale non si discosterà da quanto compiuto inutilmente compiuto in questi anni!!! 

Il presidente Schifani inizia il suo mandato revocando qualche incarico!!!

Il presidente della Regione, Renato Schifani, in qualità non solo di Presidente della Regione ma di commissario delegato per l’attuazione degli interventi ha iniziato a rimuovere alcune figure note, da tempo dirigenti di importanti Dipartimenti regionali…

Mi sentirei quasi di anticipare i nomi che a breve verranno rimossi da altre strutture ma seppur ho già anticipato a qualche amico/a i nomi, lascio al tempo e soprattutto al Presidente il piacere di comunicarli…
 

Certo, l’inizio non è male, d’altro canto se realmente quanto dichiarato “Il mio governo sarà inflessibile sull’applicazione del principio della massima trasparenza e della massima responsabilità. Se vi sono soggetti che tendono a delinquere, spacciandosi per tutori della legalità, prima o poi pagheranno. Noi saremo molto rigorosi nella selezione preventiva dei futuri direttori generali, non solo sotto il profilo della moralità, dell’affidabilità, ma anche della qualità professionale, di come hanno operato in passato. La corruzione è un male che dobbiamo combattere”, verrà messo in campo, forse qualcosa finalmente nella nostra regione – dopo tanti proclami inutili, potrebbe cambiare…

 
Il sottoscritto – per come ho già scritto, in particolare sui fondi del PNRR che stanno per giungere – non crede molto a quanto è stato detto, anche se mi fa piacere sapere che il Presidente appena insediatosi ha detto: “verrà costituito un organismo di tre soggetti che, probabilmente a titolo gratuito, vigileranno sui flussi di denaro del Pnrr. Questo gruppo di lavoro sarà composto da altissimi esponenti delle istituzioni in pensione, i quali avranno funzioni di controllo ma serviranno anche da deterrente per la mafia attratta dai flussi di parecchi miliardi di euro che arriveranno in Sicilia. La mafia non ha colore politico, guarda l’interesse, noi dobbiamo stare molto attenti e lo saremo”!!! 

Minc… che frase altisonante, la mafia stara certamente tremando dinnanzi a queste forti dichiarazioni!!!

Vorrei permettermi di non menzionare quelle analoghe frasi dette dai suoi predecessori in questi lungi anni, ma preferisco soprassedere, d’altronde basti costatare come molti di essi siano stati negli anni non solo indagati, ma bensì condannati per associazione mafiosa!!!  
Quindi, caro Presidente Schifani, mi permetta di aggiungere che con le parole non si fa niente… perché con i fatti che si è fatta la storia della nostra bella terra e che ahimè a portato a contare i morti, già… di chi realmente la mafia la combattuta (e purtroppo non c’è più…) e di chi viceversa con quella associazione criminale ci è andata a braccetto e ancora – grazie ad essa – siede in quelle poltrone vellutate!!!
I fatti daranno ragione, vedremo a chi dei due…

L’Infiltrazione mafiosa??? Semplice, basti controllare gli appalti ed i subappalti!!!

Il settore degli appalti e dei sub appalti rappresenta uno di quei settori difficili da monitorare, in quanto appartiene ad un sistema ben collaudato e che protegge non solo quelle imprese “affiliate“, ma anche quei corrotti funzionari posti in quelle amministrazioni pubbliche…

D’altronde i meccanismi per aggirare quelle imposte procedure di controllo, sono facilmente individuabili se solo quegli addetti posti a quegli accertamenti svolgessero il loro compito con diligenza, ma osservando le continue inchieste giudiziarie, possiamo comprendere come questi siano del tutto inesistenti…

Peraltro, le imprese indagate hanno da tempo raggiunto numeri impressionanti a cui si sommano tutte quelle altre imprese a cui sono stati concessi in subappalto una fetta ampia di quegli appalti, che vengono di fatto utilizzati per favorire in maniera illecita i “cartelli” di quelle imprese, i cui titolari risultano essere semplici “prestanome“, gli stessi che in talune circostanze, s’impegnano a non partecipare in concorrenza, lasciando ad agli altri affiliati di quel loro cartello, i lavori… in cambio di una quota sulla commessa.

Sembra una cosa semplice a dirsi, ma posso assicurarvi che dietro quel meccanismo mafioso/corruttivo e soprattutto clientelare, vi è una struttura di professionisti esterni ben preparati, atti a svolgere con capacità tecnica e organizzativa quanto necessario, sia per indire in maniera chirurgica quelle predisposte migliorie tecniche che per far aggiudicare alle loro imprese amiche quegli appalti pubblici. 

Comunque osservando quanto appena accaduto con le votazioni nazionali e soprattutto regionali, sono certo che ora tutti punteranno, per come avevo già a suo tempo preannunciato, a quei 200 miliardi dei fondi del PNRR  di cui 122 di prestiti e 69 di sovvenzionamenti a fondo perduto. 

Ed ora ditemi: pensate realmente che quel denaro non finirà sprecato (per come da sempre avviene in questa nostra terra) in mazzette, corruzione, ma soprattutto per sostenere tutte quelle attività soggiogate da infiltrazioni mafiose???

Siamo ahimè tutti nelle mani di un potere massonico sconfinato!!!

Sono migliaia gli iscritti alla massoneria e tra quei nomi “celati” vi sono importanti soggetti legati alle nostre istituzioni, servizi segreti, politica, militari, magistratura, università, imprenditoria, ordini vari, etc… 

Ma non solo, tra le funzioni ed il potere economico che quelle fondazioni massoniche sono impegnate a gestire, vi è un patrimonio immobiliare immenso, che si occupa non solo della gestione, ma soprattutto la compravendita per poter riciclare denaro sporco di sicura provenienza illegale… 

Le associazioni massoniche – diventate in questi anni “Onlus”, possiedono case e palazzi in tutto il territorio nazionale ma non solo, le proprietà sono sono tra le più prestigiose e producono un giro d’affari che muove denaro in maniera impressionante e che serve in particolare per foraggiare la politica ed i suoi referenti, corrompere dirigenti e funzionari di apparati istituzionali, indirizzare i processi, garantire gli appalti e via discorrendo…,  

E quando il denaro non riesce a realizzare lo scopo, ecco che si punta sulle debolezze umane o su quelle familiari, si corrompe con il sesso, le belle auto, le regalie, si fa in modo che qualcuno di quei congiunti resti attanagliato in quella elaborata rete, affinché si possa successivamente ricattare e quindi vincolare quel soggetto ancora restio a farsi piegare alle  loro determinate condizioni o all’adempimento di quei precisi obblighi imposti!!!

A quanto sopra vanno sommati trust depositati in società nei paradisi fiscali, consulenti finanziari disposti a muovere da Montecarlo, Lussemburgo, Zurigo, Singapore, etc, denaro da banche a banche, a tutto ciò cui si sommano migliaia di marchi registrati per sfruttare tutti i diritti d’immagine sul web che fanno diventare ancor più milionari, capaci di moltiplicare quei già miliardi di euro nelle loro casse!!!

Il sistema funziona alla perfezione e chi vi è dentro cresce e sale di posizione mentre chi viceversa lo contrasta, anche solo se ne parla, finisce per venire attaccato in tutti i modi e quando non ci si riesce, si prova a farlo zittire o ancor peggio sparire!!!

Ah… dimenticavo, che non si pensi minimamente che qualche coraggioso possa prendere in mano questa situazione per provare a metterci un freno: vedrete si sommerà a tutti quei soggetti che ahimè hanno avuto improvvisamente un infarto oppure un incidente stradale!!!

WE Build: assolto Pietro Salini, ma restano le condanne per altri 7 imputati…

Naturalmente quanto viene proclamato nelle aule dei Tribunali (quando i giudici non vengono “comprati”, perché ahimè anche questo accade in questo nostro fragile Paese…), non può essere dibattuto, se non nuovamente nelle opportune sedi d’appello e cassazione…

Certo, leggere quotidianamente di come molti appalti vengano costantemente truccati, lascia molti di noi interdetti e amareggiati, in particolare quanti come il sottoscritto credono ancora in quei principi di legalità e correttezza morale, cui la maggior parte ormai dei cittadini da tempo non crede più…

Ed ecco quindi dover scoprire nuovamente come due pubblici ministeri, Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, abbiano chiesto la condanna per 27 imputati con l’accusa grave che molte delle gare aggiudicatesi erano state truccate…

Alla fine il processo per le presunte tangenti per la realizzazione del Terzo Valico, il raddoppio ferroviario tra la Liguria e Milano si è concluso con sette condanne e circa venti assoluzioni!!!

Tra le assoluzioni vi è anche quella dell’amministratore delegato di “WeBuild” Pietro Salini, per il quale erano stati chiesti 3 anni e cinque mesi per turbativa d’asta, mentre i giudici hanno condannato ad un anno e tre mesi l’imprenditore figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato – che è stato assolto – per  turbativa d’asta e corruzione.

Dicono i legali degli accusati: “Dopo sette anni dalle prime misure cautelari, più di un anno di intercettazioni e tutte le gare d’appalto da rifare, la giustizia in cui non abbiamo smesso di confidare è riuscita a ristabilire la verità dei fatti, confermando l’insussistenza delle accuse e l’innocenza del mio assistito; la sentenza assolve tutti i dirigenti di Cociv e l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini da tutte le imputazioni per l’esecuzione delle gare ad evidenza pubblica. Condanna viceversa un ex dirigente e tre dipendenti per aver favorito alcune imprese, un fatto isolato, riconducibile ad interesse personale, contrario a quello del Consorzio, quanto alla condanna per corruzione dell’ingegnere imprenditore di cui sopra, rappresentano condotte estranee all’attività del Consorzio Cociv”.

Certo,  se si pensa che ci sono voluti ben sei anni, da quando nel 2016 partirono i primi arresti che facevano riferimento a fatti accaduti nel lontano 2013 e che analizzavano il sistema con cui venivano smistati gli appalti da parte del general contractor – individuato dallo Stato per la realizzazione dell’opera di un valore superiore ai 6 miliardi e nei quali va ricordato come in quattro abbiano patteggiato le pene, non si può certo nascondere che nulla di grave sia in ogni caso accaduto…

Ovviamente, non dobbiamo meravigliarci, perché questa è la realtà dei fatti nel nostro Paese, con appalti che vengono abitualmente indirizzati ad imprese amiche, attraverso l’uso di meccanismi fuorvianti talmente semplici che ancora oggi mi sorprendo nel costatare come tutto ciò possa avvenire, tra l’altro sotto gli occhi di chi dovrebbe vigilare, ma che di fatto appartiene a quella “dannata” filiera che da tempo ahimè foraggia quel sistema illegale che vede la maggior parte di quei funzionari ormai corrotti e soprattutto compromessi da non poterne più uscire!!!

Ma come dobbiamo andare avanti quando nulla cambia e tutto resta così abietto e riprovevole…

E’ solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti la stessa fine fanno!!!

Che vi sia di fatto una forma di infiltrazione massonica nelle organizzazioni criminali è certo, ma soprattutto è quanto si ottenuto da una pluralità di risultanze che vanno dalle audizioni alle acquisizioni documentali… 

Sì è visto più volte come il tema del rapporto tra mafia e massoneria, soprattutto in Sicilia e Calabria, affiori in modo ricorrente in molte inchieste giudiziarie, con una intensificazione nei tempi più recenti, sia in connessione con vicende criminali tipicamente mafiose, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione.
In tale prospettiva, si è accertato come vi sia stato un vero e proprio cambiamento nelle attività mafiose, in particolare sul loro nuovo modo di agire totalmente diverso dal periodo corleonese, difatti l’ordine demandato da parte della “Commissione mafiosa” è quello di utilizzare modalità più collusive/corruttive e quindi meno violente, ma che si dimostrano certamente più inclusive di una pluralità di soggetti all’interno della gestione degli affari, attraverso accordi di cui si fa garante il consenso e le relazioni di cui gode e a cui conferisce forza per il tramite della propria “riserva di capitale”.
Di tali accordi corruttivi in cui sono presenti esponenti mafiosi si rinviene traccia ormai in tutte le indagini dei nuovi affiliati, in cui si è visto sono confluiti soggetti dell’impresa, della politica, dell’amministrazione e ovviamente di quelle famiglie legate alle organizzazioni mafiose.

E’ evidente come le infiltrazioni mafiose all’interno di quelle logge massoniche servano a essa per interloquire con molti soggetti istituzionali coinvolti nella politiche e nella gestione degli interessi territoriali in Sicilia e Calabria. 

In tal senso si può affermare che l’associazione mafiosa controlla gestisce e soprattutto verifica quanto accade nel territorio, in particolare regola i rapporti solidaristici volti all’acquisizione del consenso degli associati e della società civile. 
L’imprenditoria, ad esempio, non è più vessata dall’imposizione del pizzo ma viceversa riceve ora un sostegno economico in cambio della titolarità di un parte delle quote di quelle imprese ed è grazie a questo solidale accordo che oggi vediamo molte imprese crescere il proprio volume d’affari a dismisura, merito di quei vantaggi ottenuti nella contrattazione con la pubblica amministrazione, mi riferisco ai numerosi appalti aggiudicati, meccanismi che di fatto finiscono per avvantaggiare e rafforzare non solo l’impresa “affiliata” ma soprattutto quell’associazione mafiosa. 

D’altronde basti osservare a riguardo i numerosi procedimenti penali sui condizionamenti degli appalti dove si evince, ancora una volta, l’assoggettamento dei pubblici interessi a quelli di cosa nostra ed ovviamente del suo capo (da anni latitante e soprattutto vivo, a differenza di quanti tentano di smentire costantemente con notizie fuorvianti…) Matteo Messina Denaro, che dimostra essere ancora al centro di tutte le dinamiche mafiose non solo della  Provincia di Trapani, ma di tutta la Sicilia!!!

Bisogna ripartire quindi dai numeri… dalla crescita esponenziale che certe società hanno avuto in questi anni, riesaminare i loro referenti, la maggior parte di essi vere e proprie “teste di legno” di quel sistema criminale e corrotto, osservare il potere economico raggiunto in pochi anni attraverso attività di sperequazione che hanno portato di fatto a raggiungere livelli non possibili – in così breve tempo – attraverso il semplice lavoro onesto… 
Si sa come hanno fatto, non ci vuole mica un genio per capirlo e debbo dire che mi consola sapere che da cittadino anche altri sanno di quella notevole crescita e sono gli stessi che provano ogni giorno a contrastarne le attività di quel sistema criminale ed illegale…
Ma d’altronde è solo questione di tempo: la mannaia della giustizia arriva per tutti, chi prima e chi dopo, ma tutti alla fine, fanno la stessa fine!!!

Io so e ho le prove!!!

Io so. So come si lavora nei cantieri. Come le impalcature vengono messe a castello, come la parte maggiore dei cantieri presenti in Italia non sia messo a norma, come i materiali siano saccheggiati, i terreni sottratti, gli operai tenuti a nero. 

I meccanismi sono scientifici, foggiati dalle più brillanti menti dei commercialisti del bel paese. Gli operai vengono costretti a sottoscrivere buste paga perfettamente regolari, così, soprattutto al nord, per eventuali controlli e monitoraggi di sindacati tutto è in regola. In realtà i lavoratori percepiscono il 50% in meno di quanto indicato. 

Un modo per dimostrare agli ispettori del lavoro il rispetto dei contratti. Una vera e propria evasione fiscale a tavolino che sottrae allo Stato solo per le ditte operanti al nord 500 milioni di euro, secondo quanti affermano i sindacati confederati degli edili. Cifre che rientrano nelle logiche del massimo ribasso. 

Oltre il 40 % delle ditte edili che agiscono in Italia sono del sud. Senza contare le miriadi di ditte di subappalto che non hanno traccia e quindi non rientrano nelle statistiche. Le imprese arrivano cariche di ragazzi meridionali e romeni. Pochissimi gli africani. 

La forza assoluta dei cartelli criminali è l’edilizia. Il certificato antimafia. Ormai ridicolo. Ogni ditta di Totò Riina e di Francesco Schiavone (Sandokan) avevano i certificati antimafia. Per poterlo ricevere basta dimostrare che nella propria azienda non lavorano personaggi condannati per associazione mafiosa. Che ingenuità! E anche qualora qualche affiliato condannato per mafia fosse loro dipendente questi lavorerebbe a nero, d’altronde come riportato sopra i controlli sono inesistenti. Eppure è vero. Nell’edilizia finiscono gli affiliati al giro di boa. Dopo che si fa una carriera da killer, da estorsore o da palo. Insomma dopo che si è passati nell’esercito dei clan si finisce nell’edilizia o a raccogliere spazzatura. 

Piuttosto che filmati e conferenze a scuola, potrebbe essere interessante prendere i nuovi affiliati, i ragazzini, e portarli a fare un giro per cantieri mostrando il destino di quando invecchieranno (se galera e morte dovessero risparmiarli) staranno su un cantiere invecchiando e scatarrando sangue e calce. Mentre imprenditori e affaristi che i boss credevano di gestire avranno committenze e spose modelle. Di lavoro si muore. Continuamente. La velocità di costruzioni la necessità di risparmiare su ogni tipo di sicurezza e su ogni rispetto d’orario. Turni disumani 9/12 ore al giorno compreso sabato e domenica. 100 euro a settimana la paga con lo straordinario notturno e domenicale di 50 euro ogni 10 ore. I più giovani se ne fanno anche quindici. Magari tirando coca, che qui vendono a 15 euro a pista. Le mascherine per evitare che le polveri siano inalate sembrano una provocazione e il cordino che dovrebbe assicurare alle impalcature i corpi degli operai è usato come portachiavi dei mazzi molteplici dei capimasto. 

Quando si muore nei cantieri, si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo se morto viene portato via dal cantiere e a secondo della zona viene simulato un incidente stradale. Lo mettono in auto che poi si fanno cascare in scarpate o dirupi, non dimenticando di far prendere fuoco all’auto. La somma che l’assicurazione pagherà al morto verrà girata alla famiglia come liquidazione. Non è raro che per simulare l’incidente si feriscano anche i simulatori in modo grave, soprattutto quando c’è da ammaccare un’auto contro il muro, prima di darle fuoco con il cadavere dentro. 

Quando il masto è presente il meccanismo è funzionante. Quando è assente il panico spesso attanaglia gli operai. Ed allora si prende il ferito grave, il quasi-cadavere e lo si lascia quasi sempre vicino ad una strada che porta all’ospedale. Si passa con la macchina si adagia il corpo e si fugge. Quando proprio lo scrupolo è all’eccesso si avverte un autoambulanza. Chiunque prende parte alla scomparsa o all’abbandono del corpo quasi cadavere sa che lo stesso faranno i colleghi qualora dovesse accedere al suo corpo di sfracellarsi o infilzarsi. Sai per certo che chi ti è a fianco in caso di pericolo ti soccorrerà nell’immediato per sbarazzarsi di te, come dire ti darà il colpo di grazia. E così si ha una specie di diffidenza nei cantieri. Chi ti è a fianco potrebbe essere il tuo boia o tu sarai il suo. Non ti farà soffrire ma sarà anche quello che ti lascerà crepare da solo su un marciapiede o ti darà fuoco in un auto. 

Tutti i costruttori sanno che funziona in questo modo. E le ditte del sud hanno garanzie migliori. Lavorano e scompaiono ed ogni guaio se lo risolvono senza clamore. Io so ed ho le prove. E le prove hanno un nome. Sono Ciro Leonardo morto a 17 anni mentre stava riparando un solaio cascando dal settimo piano. Le prove si chiamano Francesco Iacomino, aveva 33 anni quando l’hanno trovato con la tuta da lavoro sul selciato all’incrocio tra via Quattro Orologi e via Gabriele D’Annunzio a Ercolano. Nicola Tricarico 26 anni, fulminato mentre lavorava alla ristrutturazione di un negozio. A nero. Dopo l’incidente sono scappati tutti, geometra compreso. Nessuno ha chiamato l’autoambulanza temendo potesse arrivare prima della loro fuga. Lasciando lì il cadavere raffreddarsi. E quando si muore al nord se non c’è tempo di abbandonare a sud il corpo la macchina incidentata è già pronta assieme alla benzina per occultare il corpo in un incidente sulle affollate e insanguinate strade padane. In sette mesi nei cantieri a nord di Napoli sono morti 15 operai edili. Cascati, finiti sotto pale meccaniche o spiaccicati da gru gestite da operai stremati dalle ore di lavoro. Bisogna far presto. 

Anche se i cantieri durano anni, le ditte in subappalto devono lasciar posto subito ad altre. Guadagnare, battere cassa e andare altrove. Prima si alzano palazzi, prima si vendono, prima si diviene imprenditori, prima i danari vanno altrove. Prima si possono comprare pompe di benzina, prima si possono avere garanzie con le banche, prima si possono sposare modelle e comprare giornali. A sud si può estrarre, si può ancora estrarre. Si possono depredare terre, mordere montagne, nascondere i veleni sotto la moquette della terra. A sud possono ancora nascere gli imperi le maglie dell’economia si possono forzare e l’equilibrio dell’accumulazione originaria non è stato ancora completato. A sud bisognerebbe appendere dei cartelloni con il BENVENUTO per gli imprenditori che vogliono lanciarsi nell’agone del cemento e in pochi anni entrare nei salotti romani e milanesi. 

Un BENVENUTO che sa di buona fortuna siccome la ressa è molta e pochissimi galleggiano sulle sabbie mobili. Io so. Ed ho le prove. E i nuovi costruttori proprietari di banche e di panfili, principi del gossip e maestà di nuove baldracche celano il loro guadagno. Forse hanno ancora un anima. Hanno vergogna di dichiarare da dove vengono i propri guadagni. Nel loro paese modello, negli USA quando un imprenditore riesce a divenire riferimento finanziario, quando raggiunge fama e successo accade che convoca analisti e giovani economisti per mostrare la propria qualità economica, e svelare le sue strade battute per la vittoria sul mercato. 

Qui silenzio. Vergogna. E il danaro è solo danaro “… una formula che difficilmente potrà essere sbandierata come modello di meritocrazia e perseveranza per ostacolare le cinetiche criminali”. Ma chi segnalava questi affari, chi aveva un così capillare controllo del territorio? Quali validi agenti hanno usato capaci di comprare a così poco terreni? Nessuna risposta. Dalla terra prendi poi costruisci dalla costruzione hai garanzia e puoi avere così il debito e dal debito ancora palazzi e poi barche, e poi banche…Il meccanismo è banale. Terra è spazio per costruzioni. E come se si estraesse al contrario. Non si scava dalla terra carbone e bauxite. Ma dalla terra si cava l’aria e poi la luce e si occupano vani di ossigeno, il percorso è inverso, spalle al terreno e estrazione al contrario. 

Qualcuno ha detto che a sud si può vivere come in un paradiso. Basta fissare l’alto e mai, mai osare far cascare gli occhi al basso. Ma non è possibile. L’esproprio d’ogni prospettiva ha sottratto anche gli spazi della vista. Ogni prospettiva è imbattuta in balconi, soffitte, mansarde, condomini, palazzi abbracciati, quartieri annodati. Qui non pensi che qualcosa possa cascare dal cielo. Qui scendi giù. Ti inabissi. Perché c’è sempre un abisso nell’abisso. Qui dovrai urlare le parole del padre di Ciro: “Quando sbatti per terra e muori, ti immagini non che l’anima evapori, come ti raccontano al catechismo o vedi nel film Ghost, ma che delle mani ti prendano e ti portino più giù. Ancora più giù se è possibile della terra d’inferno dove viviamo”.  

E così quando mi trovo tra i migliori e vincenti imprenditori non mi sento bene. Anche se questi signori sono eleganti, parlano con toni pacati, e votano a sinistra. Io sento l’odore della calce e del cemento, che esce dai calzini, dai gemelli di Bulgari, dai loro meridiani di Italo Calvino e dai loro thriller di Grisham. 

Io so. Io so chi ha costruito il mio paese e chi lo costruisce. So che non si vive la propria vita di scorribande e tormenti nelle belle ville in Toscana o in Puglia dei film di Giordana e della Comencini, so che stanotte parte un treno da Reggio Calabria che si fermerà a Napoli a mezzanotte e un quarto prima di giungere a Milano. Sarà colmo. E alla stazione i furgoncini e le Punto polverose preleveranno i ragazzi per nuovi cantieri. Un emigrazione senza residenza che nessuno studierà e valuterà poiché rimarrà nelle orme della polvere di calce e solo lì. Io so qual è la vera costituzione del mio tempo, qual è la ricchezza delle imprese. Io so in che misura ogni pilastro è il sangue degli altri. Io so e ho le prove. Non faccio prigionieri!!!

Mi piace ogni tanto riproporre qualche passo dei nostri migliori autori, in questo caso specifico il testo è stato ripreso dal libro “Io so è ho le prove” di Roberto Saviano, spero che vi sia piaciuto.

"Imprenditori" rapaci!!!

Cerco sempre di calmare quest’ansia che mi si innesca ogni volta che cammino e mi guardo intorno, ogni volta che salgo le scale, prendo gli ascensori, osservo dai balconi e quando strusciando le suole su zerbini, supero le soglie di quegli ingressi. 

Non posso fermare un rimuginio d’anima perenne su come sono stati e ancora oggi vengono realizzate le nostre costruzioni e se poi ho qualcuno a portata di parola, riesco con grande difficoltà a trattenermi dal raccontare sul come si tirano su quegli appalti, quelle enormi strutture fatte di piani, balconi e coperture. 

Non è un senso di colpa universale che mi pervade, né un riscatto morale verso chi è stato cassato dalla memoria del sentiero della storia, non riesco a non pensarci, ho sempre questo vizio, una vera perversione, già, non riesco a dimenticare come funziona il ciclo del cemento quando vedo una rampa di scale, come non mi distraggo nell’osservare quelle impalcature verticali mal realizzate, no… non riesco a far finta di nulla. 

Penso a tutto, anche a quella semplice malta e alla cazzuola che la genera con quel suo movimento, penso persino ai calli che genera il manico di legno del frattazzo usato sino allo stiramento del polso per spianare l’intonaco. 

Sarà forse che chi nasce in questa terra ha un rapporto con alcune sostanze in modo singolare, forse unico, un legame che altrove non potrebbe che essere diverso. 

Non tutta la materia difatti viene recepita allo stesso modo, già da noi in meridione il cemento è l’elemento portante e non esiste impero economico del sud che non abbia visto il passaggio nelle costruzioni. 

Appalti, gare d’appalto, cave, cemento, inerti, malta, mattoni, impianti, mezzi d’opera, operai rappresentano l’armamentario dell’imprenditore italiano è quest’ultimo vive quel proprio impero costruito quasi sempre dal nulla (grazie non certo alle proprie capacità imprenditoriali, ma soprattutto beneficiando di quel sostegno personale e finanziario offerto loro in cambio d’interessi più generali) quasi fosse il proprio “principato” o dovrei dire un feudo offerto ad egli come semplice “valvassore“!!!

Potremmo immaginare questo imprenditore con la sua valigetta, simile a quella che qualche anni fa produceva quelle famose macchinine, dalla quale aprendola escono  micro betoniere, nano escavatori, terne, autocarri, gru e ovviamente operai lillipuzziani…

Se dovessimo pensare a molti di quei nostri imprenditori siciliani, dovremmo immaginarli così… con quella valigetta,  pronti a volare per diventare “prenditori”, potenti e vincenti!!!

D’altronde questo è il mestiere più semplice per far soldi nel più breve tempo possibile, acquistando fiducia in quegli ambienti mafiosi, assumere persone consigliate per diventare voto di scambio durante le elezioni, accaparrarsi finanziamenti, moltiplicare il proprio volto e soprattutto la propria presenza in quel proprio territorio. 

Ha un talento di quel cosiddetto “prenditore” e cioè quello di essere nello stesso tempo mediatore e rapace, egli possiede la pazienza del certosino compilatore di documentazioni burocratiche, di attese interminabili, di autorizzazioni sedimentate come lente gocce di stalattiti pere poi uscire gli artigli, quel talento rapace capace di planare su terreni insospettabili, sottraendoli per pochi quattrini e poi serbarli sino a quando ogni loro centimetro ed ogni bruco divengono rivendibili a prezzi esponenziali. 

L’imprenditore rapace sa come usare becco e artigli, d’altronde chi c’è dietro di loro accorda il massimo credito, e non mi riferisco ad istituti finanziari o banche, no queste ultime necessitano di garanzie valide ed essi, questi prenditori, di fatto non possiedono nulla, quantomeno nulla è di loro, ecco perché si ha la necessita che vi sia qualcuno “celato” chi garantisca per quella sua società!!! 

Io so bene come viene costruito il nostro Paese, in particolare la nostra regione che presenta ribassi folli oltre il 30%, ne ho le mani in pasta, conosco la maggior parte delle imprese ed i progetti da realizzarsi con quegli pseudo “miglioramenti“, ma non solo, so bene la provenienza degli inerti e da dove essi vengono prelevati per essere utilizzati in quelle costruzioni…

Si sa… i vantaggi che hanno queste ditte e attraverso di essi quei loro committenti sono infiniti; gli inerti vengono saccheggiati portati via abusivamente, mentre le ditte d’estrazione autorizzati per sottrarre quantità minime, in realtà mordono e divorano intere montagne. 

Quintali e quintali di massi e pietrisco a basso costo, finiscono per partire da quei luoghi. 

Sono inerti a costo zero, montagne e colline sbriciolate che vengono impastate nel cemento per finire ovunque.ma non solo, oltre ad aver guadagnato dall’estrazione abusiva, queste imprese creano luoghi per nascondere i propri rifiuti, altro denaro quindi che si somma per rendere le proprie ditte ancor più competenti e al servizio in subappalto delle migliori holding di costruzioni in circolazione. 

Ecco perché quasi tutto intorno a noi ha al suo interno quel veleno, ma si sa… non accadrà nulla sin quando quelle strutture non inizieranno a deteriorarsi ed allora sarà così che forse qualche operaio, intervenuto per le necessarie riparazioni, e nel respirare quelle polveri, chissà dopo qualche anno, qualcuno incolperà per il suo cancro la malasorte. 

Si comprendono i motivi per cui oggi alcune ditte rispetto ad altre sono capaci di stravincere per prezzi e qualità, perché ogni vantaggio viene scaricato sulla gestione della manodopera e sulla scadente qualità delle forniture e dei materiali. 

Ecco in quali modi questi individui si trasformano in manager da auto e barche lussuose (tutte da pagare…), in assalitori di gruppi commerciali, in acquirenti di imprese e società di produzione, ma prima di tutto questo e dietro tutto questo c’è come sempre il cemento, le ditte in subappalto, gli inerti, i noleggi, i trasporti ed i furgoni stracolmi di operai che lavorano senza sosta ed a volte scompaiono al mattino, abbandonati in qualche strada secondaria, dopo esser violentemente caduti da qualche ponteggio di cantiere, realizzato non a norma. 

Non bisogna quindi meravigliarsi di nulla, in fin dei conti è’ questo lo spessore dei nostri imprenditori, peraltro è lo stesso su cui poggia ahimè l’economia, la politica e soprattutto la corruzione nel nostro Paese!!!

REEFERENDUM: Giustizia è stata fatta!!!

Volevano farlo passare come un cambiamento necessario per realizzare una giustizia “giusta” ed invece gli Italiani hanno deciso di opporsi a tutti i punti referendari scegliendo di non andare al voto o di votare NO a quei quesiti!!!

Hanno sprecato (nonostante la pandemia ancora in corso) per questi inutili cinque referendum ben 400 milioni di euro, di cui oltre 300 milioni a carico del del ministero dell’Interno mentre il resto è stato diviso tra il dicastero della Giustizia e quello dell’Economia.

D’altronde che caz… ci mettono loro, paghiamo tutto noi, somme che potevano essere stanziate per contrastare gli aumenti esorbitanti di energia dovuti alla guerra in corso…

Certo va ricordato come nella giornata di ieri, a prescindere dal referendum, vi fossero anche le elezioni amministrative per 978 Comuni e quindi i seggi sarebbero restati comunque aperti per ben 9 milioni di elettori, ma per il resto, per quanto necessario, si è sprecato – come solitamente avviene in questo nostro Paese – denaro pubblico!!!

Un flop… già sotto tutti i punti di vista, forse così finalmente qualcuno inizierà a comprendere che gli italiani non sono così sciocchi per come si credeva e la risposta si è avuta sul campo, in particolare sull’abolizione della legge Severino: il “NO” ha raggiunto quota 45% (nella città di Torino ha toccato quasi il 52%.), mentre il voto sui nuovi limiti alla carcerazione preventiva si è giunti al 43%.

Viceversa sugli argomenti che poco interessavano i cittadini, ma erano legati alla professionalità dei magistrati ecco che si è avuta una larga maggioranza dei sì: 75% di sì alla separazione delle funzioni dei magistrati; 73% sul diritto di voto agli avvocati nella valutazione dei magistrati e 73% per l’abolizione delle firme per le candidature al Csm.

Comunque in definitiva gli Italiani hanno scelto una giustizia “giusta“, lasciando tutto così com’è, in particolare quella “Legge Severino” che alcuni partiti hanno provato con questo referendum – senza minimamente riuscirci – a modificare:  una dimostrazione di come il Paese voglia lottare contro questa  diffusa corruzione e nell’imporre un’ampia garanzia di trasparenza a tutti i suoi organi politici rappresentativi (dalle Camere fino ai  Comuni più piccoli) ha deciso di boicottare il referendum o come il sottoscritto, recarsi al voto, ponendo un bel segno “NO” a quel quesito referendario “riprovevole”!!!

Forza mafia…

I siciliani sono troppo forti o meglio dovrei precisare che qualche siciliano coraggioso tra migliaia di omertosi c’è e dimostra di essere coriaceo, di non aver paura di dire con i fatti ciò che pensa di una parte della nostra politica e soprattutto di alcuni suoi referenti: “Forza Mafia, Make mafia great again, Democrazia collusa”!!!

Ecco, con questi poster qualcuno ha tappezzato la citta di Palermo, dove solitamente erano stato esposti dei manifesti elettorali…
Certo, uno schiaffo morale per tutti quei concittadini che in questi giorni s sono recati ad ascoltare in piazza chi è stato è stato condannato per concorso esterno e favoreggiamento alla mafia!!!

Ma d’altronde la maggior parte dei miei conterranei sono fatti così…

Da un lato dicono di contrastare la mafia e tutti quegli atteggiamenti che fanno riferimento ad essa, dall’altro con le loro azioni, ne promuovono ogni forma pratica, in particolare quando si stratta di mettere in atto comportamenti corruttivi e clientelari…
Se soltanto avessero un po’ di dignità (chiii??? Ma chi è si mangia….???), impegnerebbero ogni loro secondo per promuovere quei principi fondamentali di legalità, in particolare allontanando qualsivoglia legame con tutti quei soggetti che n passato si sono macchiati in passato di grave colpe!!!
 

Altrimenti non serve a nulla commemorare le vittime della mafia,  quando poi che le proprie azioni, con lo svendersi quotidianamente a quei meccanismi immorali, illegali, dissoluti, e soprattutto quando con la promessa di una preferenza data al momento richiesto, ci si vende a quel sistema tentacolare che tanto si dichiara di contrastare ma di cui di fatto si appartiene da sempre!!!

Per fortuna che tra mille pecore “mafiose” e omertose, c’è chi alza la testa e grida “NO… io non ci sto” e sono questi ultimi a dare ancora un po’ di speranza ad una terra che si dimostra essere ahimè ancora collusa e infetta!!!
 

La criminalità organizzata sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria: per ora sono solo 35 le misure cautelari ma sono certo che a breve – da altre regioni – si aggiungeranno nuovi nominativi!!!

Certo scoprire che negli appalti per i servizi della rete ferroviaria vi sia – secondo l’ultima indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli – la criminalità organizata potrebbe sembrare una sorpresa ma se si analizzano le procedure di molte di quelle aggiudicazioni si scopre come dietro vi sia l’attuazione di procedure illegali e coercitive…

Difatti, le società che puntano a quegli appalti, ma anche le imprese che vengono solitamente inserite in qualità di subappaltatori, riescono ad ottenere ciò attraverso metodologie molto pratiche e soprattutto dirette ad ottenere quello scopo, vedasi l’utilizzo di metodi estortivi, la turbativa d’asta, l’intestazione fittizia di beni, la corruzione e soprattutto il riciclaggio, il tutto con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa che da un lato permette di controllare quegli appalti e d’altro determina chi deve lavorare e chi no…

Come sempre avviene in questi casi, quando cioè si giunge alla fine dell’inchiesta, ecco che si procede con l’esecuzione dei provvedimenti di misure cautelari, nel caso specifico per 35 soggetti, con i relativi decreti di sequestro preventivo sia di beni mobili che di immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

A questi soggetti sono state imposte, per circa la metà, le misure di custodie in carcere, mentre per tutti gli altri, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria…

Va altresì detto come i provvedimenti cautelari, siano stati eseguiti no solo nelle province di Napoli, ma anche in quelle di Caserta, Roma, Bari e Lecco, e sono stati emessi diversi procedimenti dal gip di Napoli nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, tra cui un avvocato e un responsabile di un’agenzia bancaria…

Ritengo che se quanto svolto in questi giorni dalla Dda partenopea, fosse anche esteso ad altre regioni del nostro Paese, si scoprirebbe come il sistema attualmente perpetrato ed ora per fortuna emerso, grazie all’inchiesta di cui sopra, non rappresenti altro che un esempio perfetto di quanto sta accadendo anche in altre realtà, di cui però finora si è preferito non indagare…

D’altronde non dobbiamo dimenticare come quei grossi appalti siano una manna dal cielo per la nostra politica e per molti referenti istituzionali che trovano attraverso essi un vero e proprio indotto, garanzia occupazionale per i propri familiari e/o amici, nuovi posti di lavoro in un grave momento di crisi, ma soprattutto, questi soggetti “raccomandati” diventano con il tempo, garanzia di quelle preferenze elettorali da sfruttarsi al momento opportuno… 

Quindi cosa dire, fa comodo a molti restare come siamo, poi che gli appalti vengono compiuti in maniera non regolare, che la sicurezza (tanto decantata dai nostri Presidenti e governanti) non venga applicata in maniera corretta, che le forniture siano sotto dimensionate e i raggiri sono sotto gli occhi di tutti, beh… poco importa, perché come si dice da noi “mangia e fai mangiare…”, perché ciò e quanto la maggior parte dei miei connazionali vogliono di fatto ottenere!!!

Penso che a tutti noi non resta che attendere di leggere – su qualche testata nota – la prossima inchiesta giudiziaria sui lavori “ferroviari”; d’altronde, considerate le facoltà magiche personali che molti amici mi attribuiscono, ho la sensazione che a breve, anche nella mia regione Sicilia, potrà accadere qualcosa di analogo con quanto emerso in queste ore… 

Come dicevo, non resta che attendere…

Ciò che si vede e soprattutto ciò che si preferisce non vedere…

E’ bellissimo poter osservare quanto accade intorno a noi, ma ciò che maggiormente mi incuriosisce è scoprire come siano relativamente pochi i soggetti, che dopo aver compreso quanto sta accadendo, preferiscono girarsi dall’altra parte, affinché essi non debbano mai venir coinvolti in prima persona, ma  soprattutto cercano di non perdere quella cosiddetta “priorità acquisita” a quel meccanismo collusivo/corruttivo che di fatto foraggia qualsivoglia loro passione e/o interesse…    

D’altronde questa è una pratica costante che troviamo ovunque e sono molti i soggetti iscritti a questo particolare “Club dei Disonesti” che offre e procura van­taggi personali per indurre altri a commettere un atto antietico e certamente contrastante con i suoi doveri, per il solo fine di poter chiedere o accettare un possibile vantag­gio.

D’altronde sappiamo bene che se non si compie il proprio dovere lo si fa principalmente per avere quanto con le proprie capacità non si riuscirebbe ottenere, ma c’è anche chi lo fa per pochi spiccioli, vende la propria dignità per avere un regalo, una crociera e via discorrendo… 

Viceversa chi offre è lì per avere successivamente un ritorno, ed ecco quindi svariati soggetti che dopo aver tentato quel funzionario con la mela, ora sono lì a richiedere il premio, ad esempio un contratto d’appalto o anche di una mera fornitura, un’autorizzazione o anche il benestare per l’apertura di una attività…

Come si dice… mangia e fai mangiare, una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso!!!

Il sistema d’altronde è strutturato affinché tutti pensino ad oliarlo, e ciascuno infatti è lì pronto a fare la propria parte…

Viene quindi spontaneo chiedersi perché contrastare quel sistema così benevolo, che male c’è a prendersi ciascuno una fetta di quella torta???

Ecco è questo il male che non si riesce ad estirpare… si è talmente generalizzato, l’infezione è talmente diffusa che la maggior parte dei mei connazionali preferiscono farne parte anzi che combatterla!!!

Nel frattempo ciascuno di noi persone perbene paga i costi di quella corruzione, che comportano un aumento economico e sociale non indifferente e che determina giorno per giorno quelle forti disparità che stanno indebolendo quanto resta ancora di quel po’ di coesione e mutua collaborazione… 

Ma d’altronde anche chi dovrebbe vedere… fa finta di non vedere e allora cosa possiamo aspettarci se non vederci scendere ancor più giù in quella classifica che ci vede già tra i peggiori nel mondo!!!

La nuova mafia abita in mezzo a noi, ma è diventata invisibile!!!

Caro Don Ciotti, ho letto stamani l’articolo pubblicato su “La Repubblica” e se da un lato ne condivido il pensiero, ritengo quanto dichiarato superato da un bel pezzo; già è come se Lei si fosse fermato ad alcuni anni fa e non fosse andato avanti. 

Lo dico tra l’altro come associato a “Libera” perché vede, parlare di mafia, di boss, di criminalità organizzata, d’imprenditoria collusa è molto semplice, esiste e sappiamo tutti come essa faccia di tutto per appropriarsi di quei settori econiìomici dove girano parecchi milioni di euro… 

Ma il problema fondamentale oggi è costituito dalle coperture a livello politico o dalle complicità finanziarie ed economiche cui lei fa correttamente riferimento, no… sono i cittadini, il livello medio/basso e soprattutto tutti quegli ambienti istituionali che sembrano rappresentare di fatto la legalità e la giustizia, ma che celano al proprio interno, soggetti che mostrano essere fortemente collusi e corrotti…

Quì non si tratta più di contare le vittime, come anche lei ha potuto costatare sono anni che non accade nulla, in particolare si può anche dire che non esiste più neppure il concetto di “antimafia” di cui ormai nessuno crede più… 

D’altronde mi dica che cosa significa essere antimafia? Quanti sono i soggetti che si dichiarano apertamente, che denunciano con il proprio nome e cognome o anche con la propria faccia??? Beh… pochissimi, il sottoscritto le ha contate sulla proprie dita… 

Ma si sa… i cittadini preferiscono restare omertosi, nessuno che denuncia pur di salvaguardare la propria posizione o per garantirsi quel proprio orticello familiare necessaria per una eventuale raccomandazione, la stessa d’altronde che ha permesso loro di essere ora lì, in quei ruoli strategici se pur inadeguati.

Lacchè di mer… che approfittano di questo attuale sistema per compiere qualsivoglia malaffare e mettersi in tasca le tante mazzette che girano e non in maniera celata ma ben visibile!!!

Sì è vero… resta il sentimento puro di migliaia di giovani, gli stessi che scendono in piazza, ma sappiamo entrambi come quella grande intensità dovrà confrontarsi presto con la realtà, già… tutta quella passione verrà infettata dalla società civile, dalle circostanze esterne, ma anche dagli stessi familiari, gli stessi che negli anni hanno beneficiato di quegli appoggi e che sanno bene a cui doversi rivolgere per agevolare il percorso dei propri figlioli, perché senza quelle agevolazoni, essi dimostrano essere altrettanto inadeguati!!!

Altro che seme di legalità, l’unica cosa che è germogliata in questi anni si chiama “raccomandazioni e favori”, è rappresenta difatti per quei nostri giovani, la totale mancanza di responsabilità!!!

Ma lei è come Martin Luther King ed a quel suo “I have a dream”; sogna che ci possa essere un paese diverso e un futuro equo per tutti i giovani, ma sa bene che non è così!!!

Difatti, è proprio quello che alla fine della sua intervista rivolgendosi ai suoi giovani dichiara: “per costruire una realtà diversa bisogna prima sognarla”!!!

Mi dispiace concluedere non questa frase, ma il sottoscritto preferisce le parole riportate da Cicerone in una delle sue “Epistulae”: “Sunt facta verbis difficiliora”; letteralmente: “I fatti sono più difficili delle parole”!!!

Che schifo!!! Per corruzione, lʼItalia è penultima in Europa!!! Ma tanto non cambia nulla…

Sì un vero schifo… ma tanto parlarne serve a poco o nulla, perché ormai tutti sanno come il sistema predilige quella forma di metodologia applicata in tutti i settori e/o ambienti…

Già… potremmo dire che si fa di tutto per attuarla, anche dove forse non sarebbe necessaria o utile, ma ormai va così e si procede con quell’andazzo…     

Ho letto che siamo in lieve miglioramento rispetto al mondo, già siamo saliti di posizione, sì… sessantunesimi, ma ancora penultimi in Europa, peggio di noi ha fatto solo la Bulgaria!!!

D’altornde non vi è bisogno di leggere i numeri riportati da Transparency International per comprendere quell’indice di percezione alla corruzione, lo avvertiamo da noi quanto sia fortemente presente e direi soffocante, in particolare nella maggior parte di quei settore pubblico e soprattutto politico/amministrativo… 

Un fallimento anche e soprattutto per tutte quelle strutture definite di “anticorruzione“, incapaci su tutto di mettere un freno a questo illegale comportamento, compiuto tra l’altro costantemente, proprio da quegli uomini e donne, posti all’interno di quegli uffici istituzionali, tra cui anche il loro…

La verita è che servono a poco le norme poste in campo, vedasi quella ad esempio quell’ultima cazz… sul “whistleblowing”!!!

Già, l’hanno chiamata in inglese affinchè ciascuno pensi che sia qualcosa di straniero, che non ci appartiene, ma d’altronde avete mai visto un dipendente pubblico che segnala illeciti di interesse generale (sì… perchè quelli di interesse personale non sono tenuti in considerazione, chissà forse perché chi più chi meno, di quel sistema illegale nel corso del tempo ne ha fatto uso???), di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro…

Ma avete mai visto qualcuno che denunci un collega all’interno del proprio posto di lavoro??? Vorrei proprio conoscere il numero di denunce che sono state presentate in questi anni: sicuramente nessuna!!! 

Un vero e proprio fallimento di quel sistema di controllo che non va da nessuna parte, perché d’altronde a nessuno interessa fare legalità, ciascuno punta ai propri interessi e peraltro, essendosi già macchiato personalmente di fatti illeciti, risulta di suo coproromesso e quindi ricattabile, ed allora gli conviene starsi zitto!!!

Non esiste alcuna amministrazione trasparente nel nostro Paese e tutte quelle azioni che vengno di volta e volta riproposte a soluzione del problema, servono esclusivamente per fare confusione e mai per raggiungere le finalità, per cui vengono promosse!!!

Il nostro si sa… è un Paese Corrotto, d’altronde basti vedere chi ci governa e credetemi, non vi è in atto alcuna battaglia per il ragiungimento di un livello quantomeno positivo di legalità e trasparenza, perché chi dovrebbe realizzare ciò, è proprio il primo che partecipa direttamente nell’eseguire costantemente quelle forme abiette ed allora ditemi – perchè il sottoscritto non ci riesce – come si può sperare di cambiare un sistema che di fatto solidalizza con quel malcostume???

Già, come si può…???  

Appalti:Astutezza=Inganno:Raggiro

Irregolarità nel’esecuzione dei lavori, opere realizzate in modo difforme da quanto previsto dal capitolato, materiali di qualità scadente o inferiore e senza l’utilizzo di strumenti, attrezzature o mezzi d’opera previsti per l’esecuzione a regola d’arte…

Chi opera in questa tipologia di appalti sa bene a cosa mi riferisco, d’altronde sono quelle abituali irregolarità a cui in qualità di tecnici o di responsabili si assiste quotidianamente, chi più chi meno non ha bisogno di leggere quanto avviene in quegli appalti pubblici (o privati…) attraverso le inchieste compiute delle forze dell’ordine e portate allìopinione pubblica attraverso le note testate web… 

No… tutti sanno cosa avviene durante quei processi di produzione, certo si sa…  non sempre è possibile eseguire quei lavori con la massima perfezione, qualcosa sfugge, come dice quel detto ” chi mangia fa molliche…” e qualche situazione conduce a realizzare quell’opera non proprio in maniera corretta… 

Ma il problema reale che deve essere affrontato non è rappresentato dall’errore dettato da una errata procedura o da quell’insieme di tecniche che a causa di talune circostanze, quali ad esempio la celerità nell’esecuzione oppure l’avvicinarsi di una condizione ambientale sfavorevole o anche la rottura meccanica di un mezzo d’opera oppure l’infortunio o il malessere di un addetto ai lavori…

No, il problema diventa grave quando dietro a quei lavori vi è una frode, già… un raggiro elaborato sin dall’inizio dell’opera, già, sin da quando quei suoi progettisti hanno previsto l’utilizzo di forniture o di procedure che potremmo definire al limite della normativa, in quanto essi – pur difar rientrare in quei paramentri richiesti dalla Committente – ne modificano i parametri reali, alterano cioè i valori anche solo di poche percentuali, compiono tutta una serie di manipolazioni affinchè quei criteri richiesti rientrino nelle valutazioni previste, necessarie per la realizzazione di quelle opere…

Parliamo quindi di materie prime, fondamentali e necessarie in quanto elementi di base o costituenti principali di quelle lavorazioni e di quei trattamenti, previsti e riportati nel capitolato d’appalto…

Il resto lo sapete bene… perché il problema ora è se compiere il proprio dovere o far finta di nulla, diventando partecipe di quei meccamismi illegali!!!

L’ennesima cava abusiva!!! Sì… ma la circostanza assurda è che nessuno (come sempre) si sia accorto di cosa in quell’area stesse accadendo…

Ciò che avviene dietro quel business delle “forniture e servizi sensibili”, previste nei contratti d’appalto, pubblici o privati, in  cui sono impegnate parecchie imprese, sembra essere per molti imprenditori qualcosa d’insolito, quasi fosse una novità per essi, il sapere che dietro quelle tipologie di lavorazioni o forniture, vi sia un protocollo da rispettare…

Mi riferisco ai trasporti di materiale a discarica, ed anche al trasporto per lo smaltimento di rifiuti; a seguire la fornitura e/o trasporto terra e materiali inerti; ma anche all’acquisizione, diretta o indiretta, di materiale da cava per inerti e materiale da cave di prestito per movimento terra e via discorrendo… 

E’ veramente assurdo assistere per l’ennesima volta nella nostra regione alla individuazione di un’area estrattiva “abusiva”, ma dovrei aggiungere che quanto avviene sotto gli occhi di tutti, anche di noi cittadini è qualcosa di paradossale, già… ciò a cui a volte assisto, mi da come la sensazione che nessuno voglia vedere o quantomeno che faccia finta di non vedere!!!

Ovviamente mi riferisco a quanto operano come il sottoscritto in questo particolare ambiente lavorativo, non rivolgo le mie critiche alla sig.ra anziana che sta andando al mercato a fare la spesa o a quel giovane che si sta recando a scuola…

No… la mia critica è per tutti quelli che come il sottoscritto si occupano di controllo, di gestione cantieri, trasporti, cave, sicurezza nei luoghi di lavoro, qualità, ambiente, etc… 

Sì tutti quei professionist che – come riportavo sopra – vedono e fanno finta di no vedere, eppure l’abuso è lì, proprio sotto i loro occhi, come riportavo in un precedente post: “L’elefante nella stanza“, ma forse il vero problema è che dietro quei silenzi omertosi, si cela un meccanismo corruttivo, clientelare e illegale che foraggia un sistema economico parallelo che fa comodo a molti!!!

Ed allora vediamo cos’è accaduto in queste ore…

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nel corso di un controllo dei territori volto alla tutela dell’ambiente, hanno individuato lungo la strada provinciale nel Comune di Randazzo, un’estesa area estrattiva, in provincia di Catania, un’area estrattiva abusiva di roccia lavica pari a complessivi 17 mila metri quadrati!!!

L’attività ispettiva ha consentito di rilevare che nell’area era presente una voragine profonda circa 15 metri, all’interno della quale, al momento del sopralluogo, erano presenti massi in basalto già oggetto di lavorazione, pronti per essere utilizzati…

Ancora oggi mi meraviglio che con i sistemi informatici a disposizione, senza bisogno di muoversi da una scrivania, non si riesca ad individuare tutte queste aree abusive, così ben visibili dall’alto, ma per cercare si sa… bisogna volerlo e forse a nessuno interessa farlo!!!

Si va be… poi leggo le solite notizie i ìn cui si ringraziano tutti quegli enti preposti, ma sappiamo bene come queste coccarde, celano quanto negli anni non si sia fatto correttamente, altrimenti ditemi, perché in quest’anno sono state chiue un così alto numero di cave e discariche abusive??? 

Dov’erano quei signori mentre si distruggeva un patrimonio naturale e si consentiva di prelevare illecitamente, migliaia e migliaia di metri cubi di materiale lavico e non solo, ma riempendo successivamente quanto estratto con materiale di rifiuto o da discarica, ben sapendo a quale scempio ambientale si andava incontro… 

Perfortuna comunque che esistono le forze dell’ordine che non solo controllano il territorio, ma  consentono di limitare la distruzione del nostro patrimonio naturale, ma contrastano tutte quelle attività illegali che foraggiano la criminalità organizzata e le imrpese ad essa affiliate…

Infine, la Procura Distrettuale della Repubblica, ha provveduto al sequestro dell’intera area è il provvedimento è stato convalidato dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catania!!!

Se qualcuno pensa comunque che siamo giunti alla fine di quei comportamenti illegali, mi dispiace deludervi, sì… forse sarà così per quest’anno, d’altrinde  manca solo giorno alla fine del 2021, ma mi sento di potervi anticipare che non passerà qualche giorno del 2022 per ricevere nuove notizie su di aree abusive e sequestri effettuati!!! 

Ecco… forse quest’ultimo messaggio dovrebbe più di qualunque altra cosa far riflettere, già… se conviene proseguire con quel percorso “illegale” oppre decidersi di fermarsi e continuare a vivere in modo onesto!!!

Il sottoscritto ovviamente esorta per la seconda scelta…

Direttore dei lavori arrestato…

Una tentata concussione per dei lavori in corso al Policlinico di Messina…

I Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno arrestato per tentata concussione un direttore dei lavori per aver chiesto 35mila euro alla ditta incaricata della realizzazione dei lavori…

Ovviamente trovate i nomi coinvolti nel web, cme dico sempre a me interessa ricevere conferme su  quanto vado di volta in volta anticipando nel mio nlog e cioè su quelle metodologie che a prima vista sembrano a chi mi legge “strambalate” o quantomeno “incredibili”, ma che poi, le varie inchieste giudiziarie dimostrano quanto quelle mie dichiarazioni fossero di fatto veritiere!!!

Già… non so quante pagine avrò scritto sull’argomento, su quelle metodologie applicate in molti cantieri in corso, in particolare quando si tratta di fare valere le ragioni dell’impresa esecutrice, che trovano la maggior parte delle volte, da parte di quei direttori dei lavori,  l’implicita minaccia a non approvare il computo metrico, in particolare quando si tratta di variante sui lavori appaltati…

D’altronde la storia si ripete anche per tutto il resto quali lavori in economia, richieste a causa dell’aumento di prezzi di mercato, l’imposizione sul rivolgersi a taluni fornitori rispetto a quelli di propria fiducia o anche il voler intorloquire direttamente con consulenti ( amici ) consigliati, rispetto ai tecnici utilizzati dipendenti dell’impresa…

Se si vuole ottenere… bisogna dare in cambio qualcosa: una tangente, una consulenza, un posto di lavoro e via discorrendo… perché così funziona, altrimenti iniziano i problemi, le contestazioni, la sospensione dei SAL, etc. etc.!!!

Comunque,  non vi è nulla di nuovo… e solo un’altra storia che si aggiunge a quelle già riportate ed a quelle prossime che emergeranno!!!

Gli appalti nascono per creare fondi neri, per tutti, sì… ad ogni livello, rappresentano un sistema talmente perfetto e collaudato, che è difficilissimo sradicare…

Partecipano tutti, ognuno posto all’interno di quegli uffici viene oleato da bustarelle, che fanno diventare un po’ meno sgradevole quella loro funzione pubblica e che permette certamente più agiata la propria vita e ciascuno di essi, ormai corrotti da quella prima volta, non possono, ma soprattutto non desiderano più rinunciarvi!

Per i soldi, sono in molti quelli che venderebbero le loro madri, sì perché nel frattempo le mogli o le figliele hanno barattate per la carriera…  un vero schifo e sono in molti quelli che fan finta d’indignarsi, ma che poi di fatto si sono resi disponibili!!!

Certo va detto… esistono anche se in maniera esigua le persone per bene, i cosiddetti “inflessibili”, purtroppo quest’ultimi creano grossi problemi anche ai colleghi,  a causa di loro certi equilibri saltano ed iniziano ahimè i problemi, solo perchè si desidera far valere e rispettare i propri princìpi morali….

Ed allora in quest casi cosa accade… si apprezza il collega propenso alla legaità, i dirigenti di quell’ufficio premierà quell’intransigente??? Noniziano le prime ritorsioni, troppo irremovibile quel suo modo di fare… potremmo definirlo per certi versi “insensibile”, non comprende che attraverso con quei suoi modi di fare, mette tutti in difficoltà, incrina quel sistema clientelare che ora – proprio a causa sua – inizia a sgretolarsi…

Sì… le denunce sono ora sul tavolo della Procura e i tentativi di corruzione e concussione sono stati appositamente segnalati agli organi giudiziari: il proprio beè sh… alla fine il proprio dovere è stato compiuto!!!

La ricompensa??? Quella di venire definitivamente allontanato da tutti e trasferito il più lontano possibile!!!

Corruzione e tangenti a Messina: vedasi che novità!!!

Avevo ascoltato in tv la notizia ed ero rimasto profondamente basito, considerati i nomi delle persone coivolte nell’nchiesta…

Già… perché tra le persone arrestate stamani dai carabinieri, con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio, vi è il comandante della polizia metropolitana di Messina, Antonio Triolo.

Ai domiciliari sono finiti anche i suoi colleghi di Letojanni, il comandante dei vigili Alessandro Molteni e l’ispettore Santo Triglia, la figlia di Molteni, Elisa, la moglie di Triglia, Gaetana Cardile, l’imprenditore Antonino Navarria, amministratore della “Sos strade srl” e Andrea Lo Conti, titolare della “La car”, ditta satellite della “Sos strade”. 

La gip Maria Militello, ha disposto anche il sequestro del complesso aziendale della “Sos strade”.

L’inchiesta è nata dopo le rivelazioni di una fonte confidenziale ai carabinieri sul monopolio nelle attività di ripristino strade dopo gli incidenti, grazie alla complicità della polizia metropolitana. 

Il comandante Triolo per favorire la ditta di Navarria, dice l’accusa, avrebbe ricevuto una macchinetta del caffè, un telefonino e mobili per l’ufficio e la promessa dell’assunzione della figlia. 

La figlia del comandante e la moglie dell’ispettore di Letojanni sono finite ai domiciliari perché socie della “Elta service.”, che si occupava del recupero dei crediti assicurativi per conto della “Sos strade”. Andrea Lo Conti, titolare della “La car”, ditta satellite della “Sos strade”, perchè gli sarebbe stato assegnato illegittimamente il servizio di rimozione auto.

Per meglio comprendere nello specifico quanto accaduto vi rimando all’articolo : https://www.ilsicilia.it/corruzione-e-tangenti-a-vigili-e-polizia-metropolitana-sette-arresti-nel-messinese/

Comunque vedrete nel 2021 per Messina questa non sarà l’ultima inchiesta!!!

Sì… sono sicuro che prima dell’anno altri nomi “eclatanti ed impensabili” emergeranno da quel mondo sommerso, clientelare e corrotto ben protetto, grazie ad un sistema parallelo, metodico e massonico che permette ai suoi affiliati di proseguire in quelle proprie carriere istituzionali e nel contempo di favorire i cosiddetti “amici degli amici”…

Ma tranquilli è solo questione di ore!!!   

Genius??? Sì veramemente geniali nel favorire le imprese amiche!!!

Iniziamo dalla fine…

In conseguenze alle attività investigative, il giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questo Ufficio, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un ingegnere capo,di un dirigente e di un funzionario del Genio Civile di Catania, di taluni imprenditori e il divieto nei confronti di un aministratore delegato di un consorzio di esercitare l’ufficio…

Per i nomi vi basterà cercare sul web… sappiate che l’attività di controllo s’inserisce in quel quadro di azioni svolte dalla Procura della repubblica e dalla Guardia di Finanza di Catania a tutela della spesa pubblica e del patrimonio, con lo svolgimento di complesse indagini a contrasto di condotte fraudolente sempre più sofisticate che ledono in maniera significativa gli interessi dello Stato, degli enti locali e soprattutto noi “sempre più poveri” cittadini…

Hanno chiamato l’operazione “Genius” e il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha disposto misure cautelari nei confronti di 6 persone, sottoposte ora a indagine per corruzione, turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico, in relazione a lavori pubblici compiuti in provincia di Catania.

Certo, osservare come le misure restrittive abbiano riguardato tre soggetti, dirigenti e funzionari pubblici del Genio Civile di Catania lascia alquanto basiti… anche perchè questi nomi seguono quelli di questi mesi in altrettanti uffici pubblici, tra cui ingegneri Anas, direttore dei lavori, funzionari di Enti, ispettori di polizia municipale, etc… 

Come riportavo nel mio post di ieri, la preoccupazione personale sta nel fatto che questi soggetti determinano con le loro azioni, gravi pericoli nei confronti dei cittadini per i lavori compiuti non a regola d’arte, nelle commesse pubbliche a cui erano incaricati…

Mi riferisco al consolidamento di dissesti stradali, alle sistemazione e all’ammodernamento di strade provinciali, ai lavori di recupero dei sedimi portuali, ma anche anche ai fini della messa in sicurezza per un valore complessivo di opere pubbliche messe a bando pari a parecchi milioni di euro…

Non entro nel merito dell’inchiesta, per quello c’è la magistratura… ciò che mi sconcerta è l’assistere quotidianamente a vicende come quella di cui sopra…

E’ come se nessuno di quei preposti o incaricati ai lavori pubblici, comprenda come il tempo delle furbate, delle corruzioni, delle mazzette sia ormai terminato e non si tratta di essere arrestati o di sfuggire ancora per qualche giorno alla giustizia,  ciò che si perde non è la libertà, già… perché nel mutar le condizioni di vita, vi è sempre qualcosa che rimane costantemente inalterato ed è il complesso di valori che danno senso alla nostra vita: la dignità della persona, il bene comune, il rispetto degli altri, la responsabilità verso coloro con cui viviamo sotto lo stesso tetto, perché sono questo complesso di valori che la cultura aiuta a individuare e a farlo proprio!!!

Denunciate, denunciate e se vi resta ancora un briciolo di dignità: DENUNCIATE!!!

Come riportavo ieri, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti, nei confronti di un direttore dei lavori di un cantiere, indagato ora per concussione (art. 317 cp).

Il provvedimento cautelare era stato adottato sulla scorta delle risultanze delle investigazioni condotte dai Finanzieri della Tenenza di Sant’Agata di Militello, unitamente agli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Patti.

Il G.I.P. ha successivamente riqualificato il reato, inizialmente ipotizzato come concussione (art. 317 cp), in quello di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità (artt. 56, 319 quater cp).

Secondo le ipotesi dell’accusa, che dovranno naturalmente trovare conferma nei successivi gradi di giudizio, sono stati accertati alcuni episodi commessi da un ingegnere, con la qualifica di direttore dei lavori il quale, nell’ambito dei “lavori di consolidamento di un costone roccioso oggetto di precedenti frane” e abusando dei propri poteri (derivanti dal ruolo ricoperto), a più riprese, tentava di convincere un imprenditore incaricato dell’esecuzione dei lavori a commettere frodi contrattuali nei confronti dell’ente appaltante, pretendendo da quest’ultimo somme di denaro, beni ed altre utilità, per fini strettamente personali…

Ciò che più mi ha interessato della vicenda di cui sopra, è la tipologia dei lavori da effettuarsi, quali ad esempio le paratie in calcestruzzo sostenuti da barre d’acciaio infisse nella roccia e tutte le opere connesse, quali scavi, tubazioni, opere di drenaggi, etc, dirette a consolidare quel costone roccioso…

Ho letto sul web che le investigazioni hanno interessato anche intercettazioni telefoniche, ambientali ed operazioni di video-sorveglianza, che ora costituiscono le prove che hanno fatto emergere la propensione dell’indagato a servirsi della funzione pubblica a lui attribuita, per scopi di personale arricchimento…

Ora so bene come in molti stanno puntando l’indice verso questo direttore dei lavori – che naturalmente avrà tempo per dimostrare le propria non colevolezza, e sono già pronti con la pietra in mano per scagliarla contro di esso se solo ne avessero l’occasione…

Già… ma vrrei dire a questi cosiddetti “giustizialisti” e a tutti gli altri… di tutti coloro che costantemente compiono azioni riprorevoli come quelle di cui sopra, cosa ne facciamo??? 

Sì… fintanto che gli imprenditori sono parte collusa di quel sistema come si pensa di andare avanti???

Cos’è… forse speriamo che altri compiano il nostro dovere, nel caso specifico gli uomini della Gdf di Messina o i loro colleghi???

Ma di quante GDF abbiamo allora bisogno, perché tutti ormai sanno come questo sistema dei lavori pubblici è totalmente marcio e sono pochi – già si contano sulle punta di una mano, sì… due sono fin troppe…- che si salvano, che non fanno parte di quell’organico chiamato “cosa nostra“, che non si prestano quotidianamente a collusioni e concussioni, che non concendono mazzette e non si fanno corrompere, pur di volersi aggiudicare un lavoro…

Ed ancora, cosa dire di quegli Enti pubblici, di quei loro referenti, di quanto sono incaricati a controllare la regolare esecuzione delle opere, tra l’altro vorrei ricordare come queste sono destinate a finalità collettive e quindi a tutti noi…

Ma come ripeto spesso, fintanto che i controlli iniziano solo dopo che qualcuno ha denunciato, dover apsettare qualcuno che si distacchi da questo paese omertoso…difficilmente potremmo vedere un bagliore di legalità…

Perché bisogna partire dalla “sperequazione finanziaria”, solo controllando i movimenti di entrate e d’uscita di tutti i familiari si può perfettamente comprendere quanto sta accadendo all’interno di quella famiglia…

Perché non sono gli incassi evidenziati o giacebti nei c/c bancari o postali, no… per verificare quell’ambito familiare si dovranno verificare i costi sostenuti…

Basterà vedere gli immobili posseduti, le auto e/o le minicar possedute o a disposizione, i viaggi compiuti negli anni, gli alberghi o i resort frequentati, i giorielli acquistati, i master universitari ed anche i vari corsi professionali sostenuti, le barche e via discorrendo, il tutto per comprendere quella reale attività fraudolenta compiuta in maniera celata attraverso gli incarichi a cui essi sono stati assegnati… 

Non dimentichiamo infine che questi soggetti sono gli stessi che mettono a richio ciascuno di noi, perché le nostre vite sono in ogni luogo a repentaglio, poiché invece di porre in sicurezza le autostrade, strade provinciali e/o comunali, i viadotti, le infrastrutture o come nel caso specifico i costoni rocciosi ad alto rischio idrogeologico, questi soggetti pensano esclusivamente ai propri interessi, mettendo a repentaglio noi, i nostri familiari e amici ed ahimè anche quanti risultano a noi estranei, ma pur sempre persone sono!!!

E’ tempo per ciascuno quindi di fare il proprio dovere e invece di perdere tempo in quelle pagine social inutili, ciascuno ha il dovere di denunciare e dichiarare quanto a sua conoscenza direttamente alle forze dell’ordine, perché solo così si può curare quest’infetto paese, dando speranza così alle persone perbene…

Un plauso quindi all’impegno costante delle Fiamme Gialle, in particolare nell’ambito a tutela della spesa pubblica ma anche al contrasto dei reati compiuti non solo dalla criminalità organizzata nei confronti della Pubblica Amministrazione, ma anche di tutti quei soggetti corrotti e predisposti a non voler garantire il regolare svolgimento degli appalti e di tutto ciò che rappresenta il settore pubblico, solo ed esclusivamente per ottenere vantaggi personali a scapito della collettività e della sicurezza pubblica!!!

Chissà, non è forse giunto il tempo d’iniziare a pensare per questi ladri e farabbutti, alla “legge del taglione”!!!

L’impresa si è rifiutata di pagare la mazzetta e ha denunciato tutto e tutti!!!

E’ finito ai domiciliari l’Ing. direttore dei lavori per un’opera gestita dal Commissario per il contrasto del dissesto idrogeologico…

Il professionista è ora accusato dalla Procura di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità…

L’appalto ora nel mirino della magistratura è stato posto sotto controllo dopo che è stata presentata una denuncia da parte di un imprenditore che era stato – a suo dire – avvicinato dal professionista incaricato dalla Committente per seguire il corretto andamento dei lavori…

Cosa aggiungere, se gli imprenditori fossero più coraggiosi e non si prestassero a situazioni come quella ora emersa, sono certo che le forze dell’ordine nn avrebbero unità sufficienti per far emergere tutte le circostanze abiette che vi sono dietro questi appalti pubblici e che costantemente vengono portate dalle nostre forze dell’ordine alla luce…

Ma si sa, non si tratta semplicemente di una mera condizione omertosa, no… gli imprenditori che si prestano a questi meccanismi collusivi esclusivamente perchè mirano all’ottenimento di un maggiore profitto che è quello che più di tutto interessa, non comprendendo che così facendo, non si libereranno mai di quella morsa costituita da quei cosiddetti “colletti grigi”, come se non bastasse già sottostare a quella opprimente e determinata organizzazione criminale!!!

Comunque, accogliamo questo attuale rifiuto a quelle regole imposte, come un qualcosa di positivo e seppur ciò rappresenta un piccolo segnale, è già un grande inizio a quel cambiamento così fortemente auspicato da molti di noi…

Imprenditori siciliani, prendete esempio e ribellatevi – una volta e per tutte – ai maltorti cui siete da sempre quotidianamente assoggettati!!!

E’ tempo quindi di rinascere: certo non si puo tornare indietro e cambiare quanto si è fatto, ma si puo certamente iniziare da dove si è… cambiando però definitivamente il finale!!!

L’astensione batte la politica!!!

Ho come la sensazione che mai come questo periodo ci si è stancati di sentir parlare quei nostri inutili politici…

D’altronde, quelle aspettative, quei cambiamenti desiderati, quelle trasformazioni sociali e istituzionali, quel mutamento del rapporto tra i cittadini e la politica tanto auspicato non c’è stato!!!

In questi lunghi anni hanno modificato le leggi elettorali, aperto le candidature a volti nuovi, ma la partecipazione politica è rimasta inalterata, anzi è andata sempre più a peggiorare… 

Si è vero, da un lato ci si informa di più attraverso i social, ed anche se a prima vista sembra che vi sia una partecipazione a quei processi politici in corso, dall’altro, la partecipazione e ancor meno l’uso del voto quale arma di cambiamento non viene neppure utilizzata…

Quindi se da una parte si prende parte alla vita politica esprimendo il proprio disappunto e manifestando la proprie ragioni nei social, dall’altro, si evitano riunioni, comizi, organizzazioni, cortei e quant’altro serva a sostenere quel proprio partito o movimento politico…

Viceversa quanto sopra, viene immediatamente compiuto quando in gioco vi è il proprio posto di lavoro e quindi la propria sopravvivenza, ed allora ecco rivolgere il proprio interesse per quel partito o quel politico che in prima linea partecipa alle loro richieste… 

Perché da noi funziona così: a nessuno interessa nulla di quei personaggi e di quel mondo della politico, in generale potremmo dire che vi sia un disprezzo generale verso la cosa pubblica e tutto ciò che ne fa parte, però stranamente, quanto sopra non si traduce quale conseguenza in un rifiuto totale o ad una chiusura ermetica, no… stranamente si lascia a quei politici una porta aperta e già… quando si tratta di coltivare il proprio orticello o dei propri familiari, ecco che improvvisamente quel distacco, quell’indifferenza, si trasforma in vero e proprio sostegno finanziario, partecipazione, mobilità e attività, per quella sopraggiunta richiesta politica in senso stretto e cioè nella volontà di garantire il proprio consenso e quello dei propri familiari/amici…

Ecco quindi che quella partecipazione passa dall’essere invisibile ad una corposità ben delineata, che si esprime attraverso la comunicazione, il convincimento, lo scambio di opinioni con quanti sono ad essi vicini, in famiglia, al lavoro e con gli amici, il tutto per favorire l’amico politico di turno…

Non importa l’ideologia, il colore, il sentimento, lo schieramento, no… ciò che conta segue esclusivamente un solo interesse, quello personale esteso all’ambito familiare!!!

Poi nei fatti, non ci si informa mai di quanto avviene nella politica, non si ha alcun interesse di parlare di politica, non si frequenta durante il corso degli anni alcuna segreteria se non soltanto sotto il periodo di elezioni o per richiedere una qualche raccomandazione…

Non si partecipa come dicevo sopra ad un qualche dibattito politici, si ha di fatto un totale disinteresse nel governo, i suoi interpreti, dimostrando una sfiducia nella politica e in quanti la esercitano, stessa considerazione si ha nei confronti della televisione, dei quotidiani e anche delle testate web da cui sarebbe possibile assumere quell’informazione politica!!!

Il disinteresse è generale e non perché il linguaggio della politica è troppo complicato, ma perché si crede che quanti si dedichino a quella formazione lo facciano solo per ottenere privilegi e benefici economici che in altri settori lavorativi non potrebbero essere raggiunti…

Ed allora ecco che quando si viene chiamati alle urne, la maggior parte dei cittadini dimostra tutta la propria insofferenza, evidenziata principalmente dall’astensione o ancor peggio sfociando in quella grave recrudescenza che abbiamo potuto osservare ahimè in questi giorni!!! 

Resto comunque dell’idea che solo attraverso il voto è possibile far sentire la propria voce e difatti il sottoscritto non si è mai astenuto dal compiere il proprio dovere, lasciando la mente sempre libera da qualsivoglia coercizione partitica o di amicizia e potendo esprimere (a volte riguardando quella scelta ammetto d’aver sbagliato, ma purtroppo solo con il tempo ho potuto comprendere l’errore fatto..) in quel momento l’unico voto che ritenevo giusto per il mio paese…

Vorrei altresì aggiungere che questa situazione è insostenibile ed è tempo che quei signori dediti alla politica si soffermino a valutare fino a quando questa difficile condizione possa ancora perdurare, altrimenti prepariamoci tutti a pagarne l’eventuali negative conseguenze!!! 

Cambiano gli attori ma il "Sistema" resta immutato!!!

Ogni tanto ho come l’impressione che qualcosa finalmente vada cambiando…

Sembra difatti che a parte le solite critiche di quelle cosiddette malelingue, vi sia ovunque un rinnovamento, positivo…  sì nelle coscienze della maggior parte dei cittadini, in particolare di quanti operano in quegli enti pubblici, settori cardini dai quale passa tutta l’economia del paese, ma non solo della regioni, dei comuni, delle città… 

Già… mi sento di aggiungere che l’emergenza sanitaria determinata  dal Covid-19 abbia in molti individui realizzato una mutazione, un cambio di pelle, come se quell’imposta limitazione, quel non poter uscire di casa, il dover operare in smart-working, abbia dato ora ad essi un nuovo stimolo del fare, dopo anni nei quali si erano fortemente cullati… 

Certo, il sospetto che quelle dicerie sulla loro inadeguatezza, su quella mancata professionalità, su quell’essere a volte ambigui o ancor peggio corrotti, potesse generare sospetti, giusti o infondati, era assodato, certamente quanto si è assistito in questi anni, ha permessi che quei malevoli preconcetti trovassero radici profonde su cui crescere… 

Se poi a quanto sopra si somma quella mancata meritocrazia, i privilegi di cui questi soggetti hanno goduto grazie a quelle raccomandazioni ricevute, genuflessi atteggiamenti compiuti nei confronti di politici o di quanti hanno all’interno dei palazzi le necessarie influenze da determinare l’ingresso di soggetti come essi, si comprende come vedere finalmente questi individui energicamente più in forma e meno apatici, non può che far piacere… 

Si certo, qualcosa sta cambiando… ma quanto è ancora presto per dirlo… d’altronde l’esercito di questi “inutili” è ancora troppo ampio e le vecchie abitudini sono difficili da abbandonare…

Certo… sperare non costa nulla e seppur vedo in quegli attori un cambiamento positivo, sento ancora un forte peso che mi dice come quel sistema imponga a tutti… che nulla vada cambiato!!! 

CATANIA: già… se non ci si contagia a causa del covid-19, si può restare infetti per la troppa spazzatura!!!

Non sappiamo più a cosa affidarci… 

Da un lato quest’emergenza sanitaria che non da tregua, dall’altra un’inadatta burocrazia capace di lasciare una città meravigliosa come la nostra, sommersa dai rifiuti…

Ho letto da qualche parte che quanto sopra sia dipeso principalmente dalla limitazione della nota discarica di Lentini, ormai satura e in attesa di un ampliamento che sembra non arrivare… 

Per cui i camion carichi di spazzatura ( diciamo… “indifferenziata” ) debbono tornare indietro… ma d’altronde se la Regione non trova una soluzione, come quella realizzare nuove discariche ( in tal senso si potrebbero utilizzare molte di quelle cave dismesse… ) oppure iniziare a pensare di costruire i termovalorizzatori che stanno facendo arricchire molte regioni del nostro paese e non solo…

Se solo si andasse a copiare quanto hanno realizzato in Svezia dove sono stati realizzati ben 34 impianti a combustione che bruciando i rifiuti producono calore…

E difatti, mentre la nostra nazione e in particolare regioni come la nostra vanno in crisi sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la Svezia ha praticamente esaurito lo stoccaggio della produzione interna e la importa dall’estero.

Con questo sistema si riesce a dotare i cittadini di una rete di distribuzione di acqua calda gratuita che dai Termovalorizzatori arriva direttamente nelle abitazioni e nelle industrie, ma non solo è riuscita a coinvolgere i cittadini nella raccolta differenziata con un sistema di stoccaggio più moderno e funzionali, riuscendo altresì a produrre energia abbattendo così i costi esosi di produzione e trasporto che – visto quanto si sta discutendo in questo giorni a livello nazionale sugli aumenti delle bollette – ritengo siano una vergogna insostenibile!!!

E quindi mentre altri paesi procedono veloci come il vento in quel processo di conversione energetica, da noi viceversa si discute, ma come sempre accade non si conclude nulla…

Tra l’altro, non vorrei sbagliare, ma proprio la discarica in questione, dovrebbe trovarsi sotto “amministrazione controllata” ( quando sento questa parola mi vengono i brividi, già… in particolare quando si fa riferimento alla grande professionalità messa in campo da tutti quegli addetti ai lavori incaricati dai nostri Tribunali…)  e quindi scoprire oggi come non si riesca a trovare tra le parti quelle necessarie soluzioni, non mi lascia minimamente sorpreso…

D’altronde vorrei ricordare quanto riportava nel lontano 2010 la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul sistema dei rifiuti in Sicilia: “il settore dei rifiuti si caratterizza perché esso stesso organizzato per delinquere”!!!

Continuando: “Appare talmente organizzato il disordine organizzativo da far nascere la fondata opinione che esso stesso sia intenzionalmente architettato al fine di funzionare come generale giustificazione per l’inefficienza di ciascuna articolazione della macchina burocratica, in modo che ciascun ufficio possa giustificare la propria inefficienza con la presunta inefficienza di un altro ufficio, e così via all’infinito, in una perversa spirale e comunque in modo da far perdere a chi eventualmente volesse capirci qualcosa il bandolo della matassa!!! Il ciclo dei rifiuti in Sicilia è un esempio di «disfunzione organizzata» e laddove fosse minimamente efficace un’attività programmatica di controlli preventivi, l’intero sistema crollerebbe.”!!!

Già sante parole… e comunque, pur essendoci in campo tantissime soluzioni alternative valide affinché si possa risolvere questo problema dei rifiuti, a nessuno interessa prenderle quantomeno in esame, perché queste soluzioni tecniche, essendo di fatto gratuite o quantomeno non hanno costi per l’amministrazione, hanno il difetto di non realizzare quel fondamentale giro di mazzette, a cui – come ben sappiamo – in molti aspirano e quindi sono in molti a preferire questa condizione, sapendo che grazie alla loro inerzia, non si dare alcun futuro a questa nostra regione…

CATANIA: Un finanziere e tre vigili urbani, tra i soggetti in custodia cautelare accusati a vario titolo…

Stavo ascoltando stamattina la radio in auto, quando ho sentito di una operazione in corso nella nostra Provincia da parte della della Dda della Procura etnea che attraverso i militari della guardia di finanza di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare  nei confronti di 22 persone accusate a vario titolo, di associazione mafiosa,  corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, estorsioni ed intralcio alla giustizia.

Sembra, secondo le indagini, che tra quei soggetti vi siano tra essi un finanziere e tre uomini della polizia municipale, a cui è stata contestata l’aggravante di avere favorito alcuni clan di quelle abituali associazioni mafiose…

In totale sono 34 le persone indagato e sono state sequestrate quote sociali e patrimoni di ben tre società operanti nel settore dei bar e della ristorazione, per un valore complessivo stimato di circa 5 milioni di euro. Si tratta delle società “Royals”, “Special Boys” e “9 Cereali” fittiziamente intestate ai numerosi prestanome di Buda.

Inoltre nel corso delle indagini, è emersa la condotta corruttiva ed elettorale di un vice brigadiere della guardia di finanza e ad altri esponenti politici locali, ed ancora sono emerse le condotte di altri pubblici ufficiali, tre dei quali appartenenti alla Polizia Municipale di Catania, i quali redigevano false relazioni di servizio per garantire la sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore per garantire l’assegnazione di alloggi popolari da parte dell’IACP. 

Va segnalato come il Comune di Catania abbia in una nota ha dichiarato di aver avviato le procedure per sospendere dal servizio con effetto immediato i vigili urbani. 

Cosa dire, dovrei restare sorpreso da notizie come queste, ma ormai da tempo mi sono convinto che il marcio non vada ricercato esclusivamente in quei cosiddetti ambienti “malavitosi“, ma anche all’interno di quegli apparati pubblici che, per loro stessa natura, dovrebbero rappresentare il primo vero baluardo contro la criminalità organizzata e ai suoi affari illeciti, ma che vede viceversa, come possiamo costatare ahimè da questa ennesima inchiesta giudiziaria, il coinvolgimento proprio di quei suoi uomini “infedeli”, chissà forse definiti con molta leggerezza o dovrei dire erroneamente: “servitori dello Stato”!!!

Com’erano i torroncini??? Buonissimi!!! D’altronde sono offerti da noi…

 

Rimango basito nel leggere sul quotidiano “La Sicilia” l’articolo pubblicato stamani, non tanto per la vicenda in se… giudiziaria, ma per i personaggi coinvolti che dovrebbero rappresentare modelli a cui ciascuno di noi dovrebbe aspirare per quei principi di alta etica e moralità messi in campo, per trasparenza, lealtà e correttezza deontologica…                                                      “Ciao, ti sono arrivati i torroncini? chiede in un sms Vincenzo Barbaro a Luca Palamara, che, sempre via WhatsApp, lo rassicura: “Sì buonissimi!!!”. Sono le 11,26 del 15 gennaio 2018. E, al di là della dolcezza dell’approccio, lo scambio di messaggi fra il magistrato messinese e l’allora consigliere del Csm, l’oggetto del contatto è al di sopra di ogni sospetto. «Chi viene a Messina per l’anno giudiziario?», domanda Barbaro. «Ti faccio sapere perché stiamo decidendo», risponde Palamara.                  Ora però i due – il primo procuratore generale a Messina, il secondo ormai ex pm travolto dall’inchiesta che ha terremotato l’intera magistratura – sono al centro di un’informativa del Gico della guardia di finanza di Roma. 

Centosessantacinque pagine in cui la Procura di Perugia ha sfoderato le prove per le accuse a Palamara: nell’udienza preliminare di lunedì sono stati contestati i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari.

La nuova tesi dei pm perugini, guidati da Raffaele Cantone, è che Palamara sia stato il protagonista di una fuga di notizie riservate, che avrebbe acquisito anche da Barbaro (non indagato a Perugia), all’epoca pro-curatore facente funzione a Messina, e rivelato all’imprenditore Fabrizio Centofanti, fra gli imputati a Perugia, legato a sua volta all’avvocato Piero Amara, dominus del “sistema Siracusa”. Barbaro, dal canto suo, è tranchant: «La rivelazione di notizie è palesemente insussistente, come potrà essere comprovato nelle competenti sedi con inoppugnabile produzione documentale, oltre che con la deposizione di tutti i soggetti che a vario titolo si sono occupati del processo». E il pg di Messina preannuncia «sin da ora adeguate iniziative giudiziarie nei confronti dei responsabili».

Nell’informativa della guardia di finanza ci sono tre capitoli sul tema. A partire dai contatti fra Palamara e Barbaro, molti entro il limite della fisiologia fra un (potente) consigliere del Csm e un collega in carriera. Fra i due numeri ufficiali appena otto contatti in due anni, dal maggio 2017. E anche le chat Whatsapp (un’imbarazzante cloaca per altre toghe) non sono poi così scabrose. «Nominato!!!», comunica il grande capo di Unicost il 6 luglio 2017, quando cioè il plenum del Csm decide sul posto di procuratore generale di Messina. «Ok grazie», si limita a rispondere il diretto interessato. Che, qualche giorno dopo, ascoltate le critiche di Luca Forteleoni (re delle preferenze al Csm, pupillo di Cosimo Ferri e da oggi consigliere Anac) a Radio Radicale sulla sua nomina a pg, si sfoga proprio con Palamara, il quale gli sconsiglia di scrivere al consigliere critico. «Però bisognerebbe cantargliele, ha la faccia di bronzo», insiste Barbaro. «Su quello non preoccuparti», risponde Palamara all’interlocutore che sembra rassicurato: «Lo sappiamo fare bene». Alla vigilia di Natale del 2017, il magistrato messinese chiede all’interlocutore romano il numero di Paola Balducci, laica di sinistra del Csm. «Le ho promesso i torroncini», chiarisce. E Palamara ne approfitta («2 mandali pure a me») per chiedere e ottenere il dolce cadeaux. «Te li faccio mandare da Cavallo», gli garantisce il pg di Messina, riferendosi forse ad Angelo Cavallo, oggi procuratore capo di Patti. Fin qui soltanto carinerie fra colleghi. A tirare in ballo Barbaro, però, è un recente interrogatorio di Amara. 

Il “facilitatore” siracusano, lo scorso 4 febbraio, sostiene che «il dottore Barbaro, all’epoca procuratore facente funzione di Messina, non gradiva la nomina» di Maurizio de Lucia al vertice della Procura. Amara mette a verbale che «Barbaro si era rivolto a Palamara prima del nostro arresto. Di tale incontro mi era stato riferito da Centofanti. Questi mi disse che Palamara gli aveva riferito che Barbaro si era rivolto a lui perché l’appoggiasse ai fini del raggiungimento di un incarico direttivo». E poi il cuore dell’accusa: «Bar-baro avrebbe riferito a Palamara che a carico mio, di Calafiore (Giuseppe Calafiore, socio di Amara e coimputato in più processi fra Roma Messina) e di Centofanti non c’era nulla: “Tutta fuffa”. Poco dopo, in un incontro a Messina «per questioni riguardanti Eni», Amara avrebbe raccontato quanto appreso da Centofanti all’avvocato Bonaventura Candido, che «era molto amico di Barbaro» e infatti «gli andò a riferire» tutto. Il manovratore del “Sistema Siracusa” viene aggiornato da Centofanti anche delle successive evoluzioni. L’imprenditore gli racconta di «un nuovo incontro» fra Palamara e Barbaro, con quest’ultimo che «si era lamentato del fatto che io fossi al corrente ditale interlocuzione», ma anche del fatto che ne avesse parlato con Buonaventura. Ma Amara si spinge fino a ipotizzare un ulteriore faccia a faccia fra il procura-tore generale e il manovratore del Csm «dopo i nostri arresti del 6 febbraio 2018», quando emerse il verminaio di Siracusa. E la fonte è sempre Centofanti: «Barbaro nel corso di tale incontro – dice Amara – avrebbe riferito a Palamara questa frase: “Hai visto, fino a che ci sono stato io non è successo nulla, poi è arrivato de Lucia ed è successo quello che è successo!». Secondo i riscontri del Gico, Barbaro (in veste di procuratore facente funzione) partecipa ad almeno due vertici con i colleghi di Roma sulle indagini a carico di Amara & C.: il 14 febbraio e il 15 marzo 2017.

Nel verbale, quasi tutto omissato, l’avvocato siracusano lascia anche qualche traccia di veleno: «Temo che possa esserci un intreccio sistemico che possa danneggiarmi», dice ai pm riferendosi alla Procura di Messina. E sbotta: «Barbaro ha impugnato il patteggiamento di Calafiore, una circostanza mai vista in precedenza». L’ipotesi di un conto da regolare emerge anche nella prima difesa mediatica di Barbaro. Che, non a caso, sottolinea «due strane coincidenze temporali» rispetto alle accuse di Amara. La prima, per il pg, è aver «proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento riguardante il coimputato dell’avvocato Amara, e cioè l’avvocato Calafiore, per inadeguatezza della pena»; la seconda è che proprio ieri a Reggio Calabria «un delicato processo» in cui il magistrato messinese «è parte offesa di plurimi reati di diffamazione».

Finora è soltanto la parola di Amara contro Barbaro, che nega con forza qualsiasi coinvolgimento. E a questo punto è importante la testimonianza di Candido. Anch’esso sentito, lo scorso 9 febbraio. L’avvocato messinese ammette di aver parlato con Amara delle indagini che lo coinvolgevano assieme all’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo, «per la prima volta nel corso di un pranzo» al ristorante “Da Nino” a Letojanni. In quell’occasione il terzo commensale è Angelo Mangione, socio e difensore del legale aretu-seo. Ma fu «un confronto tra colleghi che iniziavano a conoscersi», riferisce Candido, al quale però gli interlocutori chiedono già nel pranzo di «predisporre subito una memoria difensiva» per Longo, di cui poi assume la difesa. L’avvocato messinese incontrerà più volte Amara a Roma.

Ma ricevendo confessioni su fughe di notizie? «Mi fece comprendere di sapere tante cose sullo sviluppo delle indagini. Eravamo al corrente che tirasse una brutta aria». Candido, in questo contesto, non parla di Barbaro, con cui ostenta ai pm «un rapporto di viva cordialità», una conoscenza «non solo nella sua veste professionale». Eppure i dettagli sul magistrato sostiene di apprenderli sempre da Amara, che gli raccontò come Barbaro «avesse interesse a “tenere a bagnomaria” questa vicenda, in quanto toccava il dott. Giordano (Francesco Paolo Giordano, allora procuratore di Siracusa, oggi sostituto pg a Catania), che era un concorrente per la corsa alla Procura generale di Messina, e ciò poteva pregiudicare la sua corsa a tale incarico». Una teoria sostenuta anche dal suo assistito Longo («sembrava convinto che Barbaro aveva un interesse che le indagini andassero per le lunghe per colpire Giordano»), ma contestata da Candido, con-vinto che il magistrato messinese «era una persona perbene» e, dopo avergli parlato, che «non conoscesse i dettagli di tale vicenda». Ma l’avvocato poi arrestato gli fece anche «qualche riferimento al rapporto tra Barbaro e Palamara», con riferimento a «un contatto in relazione alla vicenda Procura generale». Nel lungo colloquio, i pm di Perugia leggono l’interrogatorio di Amara a Candido. Che, in un primo momento, con-ferma il racconto sulle «indagini fuffa», ma poi, facendo riaprire, smentisce. E, sui rapporti Palamara-Barbaro, fa aggiungere che la nomina a procuratore capo di Messina c’era già stata, così come «gli apprezzamenti di Longo sulla vicenda Giordano erano precedenti». L’avvocato invierà al Gico un’ulteriore integrazione per iscritto, definendo le ipotesi di Amara «forti suggestioni comunque mai riprese e, per quanto mi riguarda, francamente per nulla verosimili». Ma Palamara e Barbaro si sono mai incontrati davvero? Le indagini della guardia di finanza non riescono a certificarlo. Nella chat di Whatsapp, il 10 ottobre 2017, c’è la traccia di un mancato appuntamento al Montemartini (probabilmente l’hotel Palazzo Montemartini di Roma), «dove ci siamo visti l’altra volta», precisa l’ex pm. 

«Rispetto a tale presunto incontro non si hanno evidenze», scrive il Gico nell’informativa. Eppure è lo stesso pg di Messina a rivelare un incontro con il l’ex leader di Unicost. E lo fa in una “comunicazione riservata” alla Procura di Messina del 14 ottobre 2017. Avrebbe visto Palamara due giorni prima, «trovan-domi per ragioni di servizio a Roma», nel suo ufficio al Csm.

Barbaro premette di essere stato informato «da un mio conoscente» che «in non meglio precisati ambienti giudiziari, verosimilmente di Catania o Siracusa» s’era diffusa la notizia che le sue indagini, da procuratore facente funzione, sul sistema Siracusa «sarebbe stato strumentalmente utilizzato per danneggiare» il rivale Giordano, in quel momento sotto scacco, per ottenere il posto di pg a Messina, «grazie anche all’interessamento» del «collega e amico» Antonino Di Maio, «del quale sono stato il magistrato affidata-rio durante l’uditorato», e dell’onnipresente Palamara. Di Maio è l’ex procuratore di Trani poi indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo. Ma i rumors sul piano anti Giordano a cui fa riferimento il magistrato nella “riservata” trovano un riscontro (di cui l’allora procuratore facente funzione è al corrente) anche in un’intercettazione ambientale nella stanza di Longo, nel febbraio 2017.

Barbaro va da Palamara «al fine di accertare se anche costui fosse a conoscenza» delle «infamanti esterna-zioni». E il guru del Csm lo rassicura: sono «dicerie palesemente infondate», perché «evidentemente sape-va» che Giordano «era estraneo ai fatti». Ma, «per ragioni che non venivano esplicitate», Palamara pronuncia davanti all’interlocutore una fatwa sull’allora procuratore di Siracusa: «Non sarebbe mai stato proposto quale dirigente di un ufficio giudiziario messinese». 

Eppure il dominus delle toghe, rivela Barbaro, «mi faceva chiaramente comprendere di essere a conoscenza di circostanze relative al procedimento penale in questione, nel quale era coinvolto un suo amico, e mi riferiva i nominativi dei magistrati titolari e del Gip». Ma il discorso «non veniva ulteriormente approfondito», perché Barbaro non è «in condizione di interloquire sul punto» in quanto non essendo più procuratore facente funzione di Messina, non ha più «notizie sullo stato del procedimento e sui magistrati titolari».

Il confronto, nel racconto di uno dei protagonisti, finisce «su altri argomenti con altri colleghi nel frattempo intervenuti nell’ufficio». Nell’informativa il Gico scrive che sull’incontro del 12 ottobre 2017 rivelato da Barbaro «non emergono evidenze investigative». Ma i finanzieri, nel notebook sequestrato a Palamara, trovano una convocazione della commissione del Csm. Al tredicesimo punto all’ordine del giorno (nelle sedute previste il 9, 10 e 12 ottobre) c’è «l’esposto del Sig. Cateno Roberto De Luca (alias: “Scateno”, oggi sindaco di Messina, più volte indagato e finora sempre uscito pulito, ndr) il quale si duole di presunti favoritismi politici e connivenze “dalle movenze anche mafiose”» da parte dello stesso Barbaro e di altri due magistrati, Valeria Curatolo e Mario Samperi. L’esposto 311/2017, relatore il consigliere Antonio Leone, verrà archiviato.