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La Sicilia sotto assedio…

Non riprendo storicamente quanto accaduto, ad esempio quando Atene nel 413 a.c. decise via mare di giungere nella nostra isola o quando nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, le forze alleate decisero di sbarcare sulle nostre spiagge… 
Del resto… non mi riferisco neppure agli sbarchi compiuti in questi anni, dalle centinaia di migliaia di migranti… 
L’attacco di cui mi appresto a parlare, fa riferimento a quella condizione sociale fortemente imposta, che viene per di più raffigurata come un qualcosa di favorevole e costruttivo…
Quanto sta accadendo difatti in questi giorni, è peggio di un assedio!!! Non ne prendiamo atto… perché siamo intenti a trascorrere le ferie, questi ultimi giorni di mare, siamo per lo più distratti o certamente non interessati a comprendere come si sta per evolvere, la situazioni in questa nostra regione…  
Quanto è stato predisposto, rappresenta un vero e proprio piano d’attacco, un programma strategico che condizionerà per i prossimi anni la nostra terra… 
E tutto preparato ed il programma, ha l’aria di essere piuttosto audace…
Esso include nella sua stesura la presa del potere economico/finanziario su tutta l’isola, attraverso la politica, l’imprenditoria, ma soprattutto il sostegno della mafia…
Occorre però fare il punto della situazione… Necessità comprendere oggi cosa si intenda per mafia… e se quella “associazione” abbia ancora oggi, quali principali suoi referenti, tutti coloro che da tempo appartenevano a quella organizzazione criminale, la stessa conosciuta per le dedite attività illecite compiute, oppure, per come sembra ultimamente,  abbia compreso quanto sia preferibile dirottare quei propri interessi, verso contesti ben più remunerativi e sicuramente meno pericolosi…
Ma soprattutto questo cambio di strategia, ha saputo trasformare in lecito ciò che viene compiuto in maniera illecita… usufruendo inoltre di un’apparato giudiziario che, pur non favorendo tali reati, certamente li contrasta in maniera direi impercettibile o con pene del tutto irrisorie…
La mafia quindi, non è più quell’associazione criminale, quella che presentava caratteristiche peculiari di violenza e coercizione, ma si è evoluta ed i suoi uomini sono seduti all’interno dei palazzi di potere e controllano l’economia di questa nostra terra…
D’altronde ai suoi conterranei va bene così!!!
L’importante per loro è sapere quale porta bussare, a chi chiedere quel “particolare” favore, a quale politico sottomettersi per i propri scopi, a chi consegnare il proprio voto e quello di familiari e amici, con l’illusione che attraverso quella ricercata raccomandazione, si potrà forse avere quel posto di lavoro tanto ricercato per se o per un proprio caro…
Del resto, cosa si può fare se tutto il sistema sociale è basato su quel potere corruttivo e clientelare…???
Quale colpa si ha nel volersi adeguare a questa struttura piramidale, dove tutto è fondato non sulle regole dello Stato, ma su principi di protezione e su atteggiamenti omertosi…???
Un potere non più “oscuro” ma manifesto, compiuto alla luce di tutti, non più inteso quale sostituzione dell’autorità dello Stato, con azioni e atteggiamenti di forza compiuti con arrogante insolenza…
No… ora l’impronta decretata evidenza un tocco di classe, quasi da prode… che toglie ai ricchi per dare ai poveri, un fenomeno che interviene per dare giustizia in quelle piaghe sociali, quali occupazione, povertà e miseria… 
Ed è proprio grazie a quanto ha saputo compiere, che è riuscita negli anni, a tramandare quel pregiudizio generale e quella diffidenza contro il governo nazionale, in quanto ha saputo dimostrare la propria impotenza contro questa “associazione” ed i suoi affiliati, ahimè anche sotto il profilo giudiziario…  
Ecco quindi come si è instaurata nelle coscienze, la convinzione per cui bisogna fare da sé e non sperare nelle istituzioni…
Il nuovo “antistato” siciliano da sfoggio di se, ostenta la propria forza, si mette in mostra e pone quei suoi uomini a difesa di quel potere… proponendosi di volta in volta, quale unica organizzazione parallela (rispetto a quella statale) che può tutelare gli interessi personali ed economici di questa terra…
Ecco quindi mettere in campo tutta la sua energia… data ad essa dall’intrinseco inserimento nel tessuto sociale, nell’evoluzione economica e politica, per giungere a quella coesione e organizzazione collettiva… 
Si è mafiosi non perché si è affiliati, non perché si appartiene a quelle specifiche “famiglie”, non perché si frequenta qualcuno di cui si sa essere mafioso, ma per i comportamenti quotidiani che si compiono… in quanto, sono questi atteggiamenti, che manifestano esclusive espressioni di quel codice mafioso… 
Ed è proprio questo modo di sentirsi appartenere a quel sistema, che crea di fatto con quell’associazione, un vero e proprio “feeling”…
Difatti, gli uomini di quella struttura piramidale ed i suoi cittadini, dimostrano ogni giorno con i propri gesti, discutibili principi di legalità, messi in pratica per l’appunto in modo aleatorio o a seconda delle proprie convenienze personali… 
Ed è su questo aspetto emotivo, che punta quell’organizzazione… 
Ci hanno accerchiato, sanno che ciascuno di noi medierà per qualcosa a cui tiene, di cui abbisogna, sarà ciò a condizionare la nostra mente prima di entrare in quel seggio elettorale…
Infatti, ci si è dimenticati in un istante di tutte le parole pronunciate, di quel cambiamento desiderato, di quella profonda ribellione sociale tanto voluta, perché nei fatti… si sa, non si compierà mai!!!
Ciascuno di essi dimostra come non sia disponibile a contrastare quell’attacco, anzi preferisce lasciarsi sopraffare, affinché tutto resti così com’è… inalterato!!!
Si parla tanto di fierezza siciliana… sì, ma dov’è quello spirito antico, dove sono quelle qualità di fierezza, coraggio e soprattutto onore e dignità…
Non esiste più niente… ci sono solo cittadini compromessi e ricattabili, gente moralmente bloccata, che non si affida più allo Stato, alle leggi, alla giustizia… 
Uomini e donne che fondano la propria concezione di vita, su presupposti diversi dai principi di legalità e di società civile…
Ed è su questi aspetti deboli dell’animo umano, che si fa forte quell’apparato organizzativo e che riesce sempre – in particolare ogni qualvolta vi sono elezioni in avvicinamento – a mettere sotto assedio… tutti questi suoi “fragili” conterranei!!! 

Mafiosi: forse c’è un modo per salvarsi…

Già… fra i tanti obiettivi da offrire ai mafiosi per salvarsi… forse c’è una possibilità!!!
Ovviamente, non vi è in me alcuna pretesa nel garantire un “passepartout” che possa aprire le porte ad una possibile via di uscita…
Come d’altronde, non si tratta di certo di una vera e propria remissione (da cui sono esclusi ovviamente… eventuali peccati), ma ciò che andrebbe esaminato è se c’è, da parte di essi, la volontà di ripudiare quel fenomeno mafioso con cui finora si è convissuto.
Si tratta cioè di ricercare un nuovo “spiraglio di luce”, nulla che centri con il volersi “pentire” facendo nomi e cognomi di coloro che sono affiliati a quel sistema criminale o che hanno indirettamente beneficiato di quei collegamenti, dati loro, da da quella associazione …
Ma bisogna dimostrare con i fatti… di aver deciso di dare un taglio netto con tutte quelle possibili attività corruttive, rimediando a quanto compiuto, non solo per ripulire la propria immagine, ma anche e soprattutto quella dei propri discendenti…
Certo, comprendo, quanto ciò non sia semplice… come intuisco quanto sia difficile interrompere quel filo che da sempre li ha tenuti legati e che li ha visti, sin da ragazzi, “formati” in tutto e per tutto, da quell’ambiente che ha trasmesso loro, quella convinzione personale, di poter essere “apprezzati”, grazie a quella considerazione mafiosa…
Ma qui… tra essi, non è uscito fuori alcun “padrino” e neppure un qualsivoglia “boss”!!!
Vi è stato esclusivamente il desiderio di realizzare un sogno: rappresenta l’ambizione umana di voler elevare se stessi agli occhi degli altri; credere che attraverso l’esternazione di quei propri beni di lusso, realizzati con capitali per lo più di provenienza illecita (di derivazione truffaldina o meglio accumulati con “celati” meccanismi di evasione fiscale…).
Certo… il rischio è sapere di dover perdere tutto, in particolare quel potere conquistato con le unghia… comprendere ora, come agli occhi degli altri, non si conti più nulla. 
Sapere di non appartenere più a questo sistema… non potendo più incidere nelle scelte, lontani da quanto il mercato adesso richiede,
Ma quanto sopra non deve importare… poiché non è più a repentaglio la propria incolumità o il restare privi di quei beni costruiti, l’azzardo infatti non è saper di perdere tutto… perché in gioco ora vi è qualcosa di più importante… la propria libertà, quella certezza di poter andare fieri a testa alta e non doversi nascondere… come gli struzzi!!!
La libertà non è una cosa che si può prendere o dare a piacimento…
Ciascuno è libero per quanto vuole esserlo… perché il vero segreto della libertà è dato dal proprio coraggio!!!

Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle!!!

E proprio cosi… nella vita bisogna decidere da che parte stare….

Se affrontare i problemi che ci circondano oppure restare immobili, evitando così d’esporsi e lasciando far fare agli altri, il cosiddetto “lavoro sporco”…
In molti ormai hanno deciso di rimanere nell’anonimato… non alzano la voce, non chiedono con forza i propri diritti e quando discutono sulle problematiche della loro città o del quartiere nel quale risiedono… non vanno oltre le classiche lamentele!!!
La colpa, la danno a tutti, in particolare a quei loro interlocutori, a quel sistema che si è dimostrato ovunque, collusivo e corruttivo e che da troppo tempo, a loro modo… li soffoca!!!
Per gran parte devo ammettere che hanno molta ragione, perché alla fine si è preso coscienza che pur cambiando i suonatori, la musica resta sempre la stessa…
D’altronde, andando nel pratico… il quartiere dove si vive è da anni sempre lo stesso, anzi… il degrado ne ha aumentato i problemi…
Di contro le istituzioni negli anni, si sono sempre più allontanate, abbandonando di fatto interi quartieri alla disponibilità della criminalità organizzata o a quei pochi coraggiosi residenti “intraprendenti” che tentano con la loro opera, di rendere vivibile quel quartiere…
Sono persone semplici che non hanno secondi fini… in particolare propositi personali, ma esprimono quel loro disagio, attraverso l’amore per il proprio rione… cercando di migliorarne le condizione presenti e tentando di rendere più vivibile quell’ambiente, offrendo in particolare ai giovani nuove opportunità relazionali e investendo nell’ambito morale, culturale e formativo…
Come dice il titolo, c’è sempre una scelta nella vita da fare; si tratta di prendere la decisione giusta, di puntare su nuove idee piene di speranza e che si facciano carico (con i fatti e non come sempre avviene qui da noi soltanto a… parole) della voce dei propri concittadini, speranze d’idee che attendono da sempre… risposte.
Perché ormai… di quei politici che promettono e non mantengono non abbiamo cosa farne, anzi bisogna allontanarli definitivamente, puntando su persone oneste e nuove, che dimostrano di aver capacità e sono lontane da quel modo perverso di ragionare, raccogliendo voti, attraverso noti meccanismi clientelari o ancor peggio, direttamente della mafia…
Ognuno di noi, deve fare di tutto per cambiarla questa terra, affinché si possa insieme beneficiare da quanto in comune si possiede, puntando verso una legalità concreta che passa dalla lotta alla corruzione e proseguendo con il contrasto deciso alla criminalità; bisogna puntare su nuovi progetti alternativi e tecnologici, propositi che tendono a sviluppare nuove energie rinnovabili, diminuendo di conseguenza, quelle soglie d’inquinamento presenti e rendendo così l’ambiente sempre più pulito…

Bisogna cominciare a riqualificare quelle zone degradate e recuperare tutte le aree dismesse…

Occorre ridare slancio alla nostra economia, puntando principalmente sul turismo e rilanciando nel mondo la bellezza del nostro territorio, della nostra fascia costiera e di quei territori adiacenti, sviluppando quelle strutture ricettive, che fanno sì… che la clientela, venga dirottata da noi e non altrove.
Certo, bisogna lavorare, lavorare e ancora lavorare… al fine di poter ricucire quel “gap” realizzato da tutti quegli incompetenti e collusi imprenditori che in questi  40 anni… non hanno pensato al bene di questa terra, ma esclusivamente ai propri…  
E’ giunto il tempo di cambiare… ed allora anche tu (mio caro conterraneo…), hai l’occasione di poter essere artefice di questo cambiamento, iniziando a decidere radicalmente… libero da coercizioni, sin dalla prossima tornata elettorale!!!
Non si può scegliere il modo di morire… e nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora!!!

Essere o non essere…

Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. 
Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte. 
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l’ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già avvolti dal groviglio mortale che ci trattiene: è la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti… 
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell’uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? 
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d’altri che non conosciamo? 
Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l’incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. 
E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso e dell’azione perdono anche il nome…
Già… qual’è la vera nobiltà: l’imperturbabilità dell’animo o il coraggio di lottare per la giustizia? 
Qual è la vera forza: la sopportazione o la capacità di abbattere gli ingiusti? 
Qual è il vero traguardo: la pace o la vittoria?
Oppure… decidere di rimanere in balia del dubbio, tra l’essere e il non essere, tra la vita e la morte, tra l’azione e l’immobilità: ma questa è l’unica scelta che non ho mai condiviso, perché fa di noi uomini per l’appunto… l’esser “vigliacchi”!!!

La paura di denunciare il "pizzo"… non è donna!!!

Attualmente vive sotto un programma di protezione testimoni lontano dalla sua città, distante dalla
famiglia, lontano da quei sapori, dai colori e dagli odori che da sempre hanno caratterizzato la sua vita, la
sua essenza, le sue radici. In esclusiva per Sicilia Journal, una importante testimonianza, quella di una donna che dal 2010 subisce minacce di morte.
In seguito a richieste di pizzo respinte per l’attività commerciale del marito, racconta la sua esperienza di coraggio e dignità con la quale si è sottratta al racket dell’estorsione scegliendo così un percorso lontano dall’omertà, riponendo fiducia alle istituzioni,
realizzando l’unica cosa giusta da fare: parlare, denunciare e testimoniare!!!
Una testimonianza resa possibile grazie al lavoro dell’Associazione “Libera Impresa” di Belpasso, rappresentata e condotta da Rosario Cunsolo.
Ti insultano, ti minacciano, ti tolgono la dignità. 

Vai avanti morendo giorno dopo giorno…

Sentivo che se ne sarebbero andati solo come fanno i parassiti con la morte dell’ospitante. 
Ti seguono, persino quando vai a prendere i bambini a scuola, solo per farti capire che sei braccata, non hai scampo. 
Devi subire, e basta”, racconta la donna con tono umiliato, ma deciso, forte, coraggioso, il tono di una donna alla quale la mafia ha reso nemica persino casa propria. 
Li ritrovava lì, dinanzi alla porta, sentono l’odore della paura e credono che una donna non sia in grado di comprenderla e superarla, ma loro sottovalutano che “dentro una donna c’è un universo. 
La natura ci ha dato un corpo per sopportare dolori che gli uomini neanche immaginano. 
I mafiosi non si aspettavano le mie testimonianze, mi hanno sottovalutato ma mai sottovalutare una donna a cui vengono minacciati di morte i propri figli”, coraggiosa e dignitosamente madre nell’affermare quanta crudeltà si cela dietro certe minacce che non guardano in faccia niente e nessuno, vanno avanti senza timore, senza pudore, spogliati di vergogna – loro – convinti che il mondo sia ai loro piedi, sicuri che nessuna donna possa urlare il proprio no! 
E invece c’è chi non ha paura, o meglio, chi della propria paura ne trae il coraggio per garantire un futuro migliore ai propri figli, in una Sicilia libera dall’omertà, dal terrore e dal buio nel quale la mafia cerca di far vivere le proprie vittime. 
Manca solo la consapevolezza della forza che ognuno di noi ha dentro di sé. 
Bisognerebbe prendere coscienza dei nostri punti di forza, nel mio caso i miei figli e la speranza, lo dichiara con tenacia e convinzione, quasi un’eco da far sentire al mondo, a quella realtà che non crede a un possibile cambiamento, “ho lottato, lotto e lotterò contro coloro che pensano di poter sopraffare un altro essere umano, facendo leva sulla paura, perché sono loro piccoli e deboli”!!!
“Noi donne non siamo deboli. Reagite, parlate e denunciate”, è l’urlo di Marilena (nome di fantasia)
contro il silenzio omertoso ben costruito dalla mafia, è la storia di una donna che nonostante tutto
continua una vita normale e presto raggiungerà dei traguardi importanti e invita a indossare la propria
paura come strumento di difesa contro chi uccide la dignità, la libertà, l’animo umano. 
Trovando il coraggio di abitare la propria vita senza alcun compresso, guardando in faccia la paura consapevoli di aver intrapreso il cammino più importante, quello della legalità.

Imprenditori o affiliati???

Come definire gli imprenditori che pagano??? 
Cosa sono??? Degli affiliati, dei subalterni o soltanto degli uomini spaventati che non trovano la forza o il coraggio di ribellarsi???
Oppure sono soggetti che si rendono sin da subito disponibili a pagare, pensando che in tal maniera, potranno migliorare la loro posizione sociale…
Dobbiamo credere quindi che, così facendo, danno quei segnali di propria  disponibilità, per i quali sperano d’esser presi in considerazione???
Sembrerà assurdo, ma è stato dimostrato come sono in molti, coloro che, si sono precipitati a pagare, ancor prima che gli stessi estorsori, avessero fatto le proprie richieste… 
La verità è che quanto compiuto, risponde ad una precisa logica e cioè di chi pensa di poter capitalizzare quel comportamento servile, nella speranza che un domani possa ritornare loro utile… 
Molti imprenditori infatti, pensano in casi del genere, di ricavarne comunque un utile e per far ciò, emettono fatture false: in questa maniera l’estorsione viene camuffata e giustificata dietro pagamento di una fornitura o di un contratto di lavoro, in realtà mai effettuato…
Rappresenta uno dei tanti modi truffaldini di questi imprenditori, per celare quei rapporti di sudditanza, ovviamente inconfessabili, ma di cui molti dipendenti loro “fedeli”, sono ben a conoscenza…
Con il tempo, questi stessi imprenditori, approfittando del ruolo di “vittime”, iniziano a collaborare direttamente con i soggetti criminali, diventando così essi stessi “associati” alle cosche, dalle quali ovviamente ricevono in cambio contratti di lavoro, finanziamenti ed anche nuove opportunità di riciclaggio, reinvestimento di quei noti proventi illeciti… 
È evidente che lo scenario che viene fuori è di per se inquietante perché, al di là dei soliti nomi o della quantità di persone coinvolte, viene a delinearsi un figura imprenditoriale che è poco propensa a sviluppare il benessere della propria azienda, dei propri dipendenti e di conseguenza anche in campo sociale, ma ciò che emerge è il procedere con una cultura d’impresa, che pensa di poter manipolare a suo piacimento regole e leggi, oltre a quella stessa etica professionale, poiché convinti che per crescere, bisogna rapportarsi con quel sistema politico e imprenditoriale colluso (legato a quei soggetti mafiosi), nella piena consapevolezza che soltanto attraverso essi, si potrà beneficiare di una crescita economica… dimenticando nel contempo, la natura criminale di quei nuovi partner…
Già, fanno finta di niente… l’idea è quella di produrre un vantaggio non solo economico nel immediato, ma che si possa proiettare al futuro, battendo la concorrenza con ovvie modalità sleali e superando così facendo, quei dislivelli sociali che fino ad allora si ritenevano insuperabili. 
D’altronde, con quei loro modi nefandi, questi “prenditori” non hanno calcolato i danni che nel corso di questi anni hanno provocato alla loro terra, in quanto non hanno tenuto conto dei vantaggi che hanno concesso a quei soggetti legati al mondo criminale, che nel frattempo – grazie proprio a quegli appoggi ricevuti – si sono rafforzati, consolidando ancor di più quel denaro per poterlo reinvestire su nuovi soggetti ad essi affiliati, che adesso potranno sfruttare per aumentare il proprio prestigio sociale…
Questo modo di pensare altresì, ha creato in loro la convinzione che quanto realizzato, fosse eticamente possibile, socialmente accettabile ed economicamente vantaggioso…
Ecco il perché oggi troviamo, anche presso le PA, soggetti certamente legati a quel mondo “mafioso” in quanto questi, sono riusciti a confondersi tra i professionisti e gli imprenditori locali, sicché oggi è diventato difficile comprenderne le differenze, tra gli uni e gli altri… 
Non dobbiamo certamente fare di tutta un’erba un fascio, come d’altronde, non possiamo dimenticare quanto sta emergendo dalle inchieste delle procure, dove, sempre con maggiore frequenza, le indagini giudiziarie conducono ad incrociarsi con i comportamenti disonesti di molti imprenditori. 
Il mondo imprenditoriale si sa… è in continua evoluzione, ma le zone ancora grigie sono purtroppo fortemente presenti… 
Fortunatamente, in questo periodo, c’è chi sta dimostrando (grazie anche al sostegno dato da alcune associazioni di legalità, quali per esempio AddioPizzo) di non essere disposti a subire o a farsi ricattare, ovvero, a realizzare affari con quei mafiosi!!!
Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento… 

In ricordo di Mario Francese

Nel giorno della memoria… voglio dedicare un mio pensiero al giornalista Mario Francese, 

Era nato a Siracusa il 6 febbraio del 1925, terzo di quattro figli, ultimato il ginnasio in accordo con la famiglia decise di trasferirsi a Palermo, da una sua zia, sorella della madre, per completare gli studi liceali ed iscriversi all’università…
Entrò prima come telescriventista all’Ansa, ma successivamente avendo compreso le qualità del giovane, gli venne promesso di diventare giornalista nell’organico redazionale… 
Impegno quest’ultimo non mantenuto ed allora diventò corrispondente del quotidiano “La Sicilia” di Catania, per il quale iniziò a scrivere su cronaca nera e giudiziaria. 
Collaborerò in quel periodo con la Regione dove venne nominato capo ufficio stampa all’assessorato ai Lavori pubblici… alla fine degli anni 50′, venne chiamato dal “Giornale di Sicilia”.
In breve diventò giornalista professionista e una delle firme più apprezzate e più esperti conoscitori delle vicende mafiose, iniziando a scrivere dalla strage di Ciaculli, sull’omicidio del colonnello Russo… possiamo dire che non ci fu vicenda giudiziaria di cui egli non si sia occupato…
Tentava in un periodo “buio”, nel quale parlare di mafia significava morire, di dare lettura diversa e più approfondita a quel fenomeno cosiddetto “mafioso”…
Un giornalismo infrequente in Sicilia, fatto d’investigazioni, scambi d’informazioni, intrighi internazionali e interessi politici e imprenditoriali… 
Fu l’unico giornalista a intervistare la moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella ed il primo a capire, l’evoluzione strategica e i nuovi interessi della mafia “corleonese”!!!
Non a caso dichiarò della frattura nella “commissione mafiosa” tra gli elementi di Luciano Liggio e quelli dell’ala moderata cosiddetta “guanti di velluto”…
Un periodo nel quale cosa nostra apriva a ripetizione la strage degli omicidi “eccellenti”, che inizieranno con il segretario provinciale della Dc Michele Reina, per seguire con il capo della Squadra Mobile di Palermo, Boris Giuliano, quindi con il giudice Cesare Terranova…. e successivamente con il presidente della Regione Piersanti Mattarella e tutti quei nomi che di li per vent’anni seguiranno e che ben conosciamo, facendo parte integrale della nostra coscienza siciliana…
Gli stessi giudici, nella sentenza di primo grado contro gli esponenti di quella associazione criminale, riporteranno come, gli articoli e i dossier redatti da Mario Francese, hanno permesso di ricostruire con eccezionale chiarezza, le linee evolutive di Cosa nostra, nel aver saputo penetrare e diffondere quelle proprie ramificazioni all’interno del mondo della politica, degli appalti e dell’economia, e dove iniziava a delinearsi la strategia di attacco alle istituzioni… 
Cosa nostra infatti aveva adottato –in collaborazione con i servizi deviati– una strategia eversiva che poneva come obbiettivo quello di ribaltare la democrazia di questo paese e per far ciò, non si limito di eliminare tutti coloro che a quel disegno criminale ci si ponevano di traverso ed è in questo contesto che si spiega difatti l’eliminazione di Mario Francese…

Quell’omicidio doveva, una volta e per sempre, cancellare quelle frasi scritte, bisognava eliminare quella mente lucida del nostro giornalismo, un professionista capace di anticipare gli inquirenti nell’individuare nuove piste investigative, ed erano questi i motivi che rappresentava… un continuo pericolo per la mafia emergente, poiché era capace di anticiparne quel suo programma criminale, proprio in un tempo nel quale mancava il sostegno (dato successivamente) dei collaboratori di giustizia, tra cui Tommaso Buscetta che consentirono di svelare per la prima volta i meccanismi dell’organizzazione mafiosa, la struttura e le sue regole…

Francese era un uomo slegato da quei condizionamenti e compiacenze realizzate anche da alcuni suoi colleghi, soprattutto non mostrava alcun asservimento verso quei gruppi di potere collusi con la mafia…
Ed è per queste motivazioni che la mafia lo ha ucciso la sera del 26 gennaio 1979 davanti la propria casa, mentre stava rientrando dopo una lunga e dura giornata di lavoro.

Nel 2001 verranno condannati per quel omicidio quasi tutti i componenti di quella “cupola” e le motivazioni della condanna (nella sentenza d’appello) furono: il movente dell’omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ’70.

Desidero oggi ricordare anche Giuseppe, figlio di Mario, che nel 2002 si suicidò a soli trentasei anni… anche lui giornalista del Giornale di Sicilia di Palermo e che per anni, si era dedicato alle inchieste sulla mafia ed in particolare contribuendo a ricostruire l’omicidio del proprio padre…
La Sicilia ha perso due figli che per questa terra hanno gettato semi di speranza…
Non per nulla si dice che la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio… lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle!!!

La libertà che "dovrebbe" guidare il popolo…

Nel 1830, Eugène Delacroix, dipinse “La Liberté guidant le peuple” un dipinto ad olio su tela per ricordare la lotta dei parigini contro la politica reazionaria di Carlo X di Francia.
Il dipinto non rappresenta altro che la lotta per la libertà tra le varie classi sociali…
Sono incitati alla lotta da una figura femminile, che rappresenta la libertà e che stringe in una mano, la bandiera repubblicana francese, mentre nell’altra, tiene un fucile…
Nella scena è visibile il vigore che questa trasmette allo spettatore, l’energia dello sguardo che imprime coraggio e forza, ed in quella esortazione, tenta di trascinare con se, anche quanti ancora titubanti, sono fermi per la paura e stanno come sempre dietro… insicuri…
E’ un movimento vitale il suo, evidenzia tutta la potenza per raggiungere la vittoria della libertà…
È certamente qualcosa di prodigioso, d’irresistibile, di magico, ma nel contempo rappresenta anche la grazia e la femminilità, che, indifferente ai pericoli e alla morte, trasmette quella fierezza se pur circondata da sofferenze e dolore…
In quella confusione, tra cadaveri di personaggi insignificanti, lei si libra con ardore e come un’impavida paladina, riflette quella luce di giustizia che la circonda, quasi fosse un’alone di barlume di speranza, in un contesto fatto di ombre e di tenebre…
Ci si trova immersi in uno spazio incorporato tra il reale e l’immaginario, coinvolti all’interno di una rappresentazione che tenta d’esaltare lo scintillio di quella speranza, auspicio per un mondo diverso e migliore…
Una rivoluzione che ispira tutte le classi, in particolare quelle meno ambienti, a ribellarsi a quello stato di fatto… che ha con il tempo, portato ad una mancanza di equità sociale ed uguaglianza…
La libertà posta al centro, è principale nella rappresentazione dell’immagine rappresentazione della Libertà, ma è il bambino posto a destra il bambino a diventare fondamentale, in quanto ispirazione di coraggio, manifestazione di audacia che con il tempo va trasformandosi, quindi barattata…, ed il più delle volte perdute…
Indispensabile condizione, che dovrebbe guidare tutti a lottare sempre ed in ogni circostanza per la propria libertà, ma ormai, si ha l’impressione che quest’ultima… non interessi più a nessuno, anzi, si preferisce non lottare affatto…, rimanendo inermi, proprio nella medesima posizione, nella quale trovano collocazione nel quadro… i cadaveri…
Già, distesi lì per terra, continuando a farsi calpestare da quanti, proprio in virtù del potere loro concesso, ne hanno deciso propriamente le sorti!!!  

Buoni a nulla…

Già come vogliamo chiamarli se non… buoni a nulla!!!

Non servono a niente, inutili, per se e per la collettività, rappresentano perfettamente quel modello – del tutto italiano – che cerca con la propria inutilità di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo!!!
Mi sembra di vedere quel programma pre-serale presentato su Rai 1, l’Eredità, dove non va avanti chi è più preparato… ma chi non sa un cazzo…, ed invece di uscire subito dal gioco… non avendo risposto correttamente alle proprie domande, per uno “ambiguo” meccanismo fuorviante, demanda ad altri la propria incapacità… ed il più delle volte, aiutato dalla fortuna, si ritrova a salire fino al gradino più alto del gioco ed a vincere pure…
Questi rappresentano perfettamente i cosiddetti buoni a nulla, gente che non si assume la benché minima responsabilità, persone che non mettono mai un dito nell’acqua calda per non bruciarsi… anzi evitano che ciò possa accadere… guai a rimanere inguaiati in situazioni dove viene messo a repentaglio il cosiddetto “quieto vivere”, queste sono pecore anonime che pascolano in città, messe sempre lì in fila che attendono il loro turno…
Sono rassegnati al loro destino… e non fanno nulla per cambiarlo, rimangono lì attendendo che il “cane pastore” di turno possa spingerli di qua o di là…. e loro come semplici automi senza nome, si fanno indirizzare senza batter ciglio!!! 
Non pensate che il loro atteggiamento derivi dal sentirsi rassegnati o abbiano rinunciato ai loro sogni… quest’ultimi non li hanno mai avuti… perché non hanno mai combattuto per trasformarli in realtà!!!
Certo a volte la vita è proprio stronza… si fa tanto per realizzare i propri desideri, si cerca…, spinti da quella propria capacità e chissà forse anche ispirazione, di ambire a qualcosa d’importante e purtroppo, per cause esterne alla propria volontà, quanto anelato non viene a concretizzarsi… e il più delle volte si perde tutto e si deve ricominciare d’accapo…
Non bisogna imputarsi colpe… alla fine almeno ci si è provato… resteranno sempre quei momenti nei quali si realizzato quanto si voleva… il resto viene da se,,,
Ma qui adesso parlavo di incompetenti, d’inadatti portaborse e inservienti di fiducia, che si, propongono e concedono, il più delle volte, al migliore offerente… vendendosi ai soliti “predatori” analfabeti, prepotenti e della peggiore specie, che attraverso proprio grazie a questi uomini ruffiani, possono, con modi scortesi e maleducati, continuare ad esistere…
Giochi di compromessi che trovano motivo d’esistere, per poter scambiarsi posizioni e ruoli immeritati, nei quali sono stati posizionati per poter proseguire ad alimentare quel sistema, fatto di collusioni e di combine…
Un continuo comportamento in quella propria specialità, rappresentata nel saper manifestare l’arte di arruffianarsi il prossimo, e di mettere in mostra quella propria autorevolezza – aggiungerei vigliaccamente – solo e soltanto con quelli più deboli…
Sono ovunque… intorno a noi… e sono in molti, tanti, che, senza saperlo o ancor peggio, senza volerlo ammettere, continuano quotidianamente ad appartenere, a quello stesso gruppo!!!

Chi possiede coraggio e carattere, è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino…

E’ da sempre così…
Essere in prima linea o restare dietro le quinte… questo è il vero dilemma… 
Voler rappresentare quel termine di paragone che, indipendentemente dal modo di fare, suscita inquietudine in chi, queste doti non le possiede e pur cercando d’imitarle, si rende consapevole di non poterle avere…
Perché la vita, per questi soggetti, non sarà mai piatta o impersonale, ma sarà sempre e ovunque “combattuta”, tra la propria libertà individuale segno di profonda dignità e quell’ambiente circostante, che chiede a tutti d’adeguarsi  al sistema ed alle sue regole…
E’ vero, sin dall’inizio si è a conoscenza che la lotta non porterà alcun successo, ma un uomo, già un uomo vero, si differenzia dal resto della natura umana, ed in particolare da quanti continuano a muoversi “strisciando” in modo viscido…
Ognuno di noi è qualcosa di unico, indistinguibile… e non può certamente barattare la propria coscienza per ragioni collettive…

Potersi addormentare con la coscienza a posto, senza dover sentire il peso dei compromessi con cui in molti hanno deciso di convivere, è qualcosa di certamente meraviglioso… 
Ogni persona deve decidere attraverso le proprie azioni dove voler stare, se reputa che una cosa sia giusta, questa allora va fatta…, perché se si è capaci di morire per i propri ideali allora è sicuro che si è disposti a vivere per essi…, infatti, a cosa serve essere vivi… se non si ha il coraggio di lottare???

Perché soltanto chi ha un forte senso individualistico sa riconoscere che la vita è una continua lotta, tra il sacrificio e la fierezza, tra quel mancato riconoscimento sociale e la salvezza della propria persona…
Come si dice… se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee… o le sue idee non valgono nulla, o non vale niente lui!!!
A me difatti non inquieta una persona coraggiosa e caratterialmente forte…, mi preoccupa invece molto di più… quelle persone insignificanti, poste dietro qualcun’altro, ipocrite e false, che non hanno alcuna capacità da mostrare… e che nell’ombra non fanno altro che criticare e giudicare gli altri…
Come poter continuare a vivere quando ovunque ti giri… trovi professionisti con i quali sei costretto a dialogare che sono disoneste???
Rubano tutti spudoratamente, si ritrovano scientificamente insieme sul carro dei lestofanti, su quegli appalti, pubblici e/o privati, nella gestione di consulenze ed incarichi…
Altro che illegalità… qui si tratta di trovarne almeno uno onesto… che non si faccia corrompere da quel sistema marcio, che permetta così alle proprie idee, di astenersi da quelle azioni riprovevoli…
Ricercare quindi quei giusti valori, distanti questi, da ogni favoritismo personale o da promesse varie…  
Deve esistere soltanto la lotta ad ogni ideologica eventuale appartenenza ad associazione che debba alla fine ricondursi a fenomeni corruttivi…
Quel sistema tanto collaudo delle tasche piene deve essere definitivamente reciso, attraverso giuste sentenze – già al primo grado – che non permettano più a certi individui di continuare a rubare… e non parlo dei soliti cosiddetti mafiosi… ma di tutti quei professionisti dai colletti bianchi, che sotto il nome di politici, funzionari, imprenditori, giudici, consulenti, uomini dello stato e semplici dipendenti pubblici, operano per far si che alla fine nessuno paghi…
Un paese marcio il nostro – dove sono in tanti ad aver accettato in questi anni compromessi – che con il tempo è divenuto “condizionato” sia nei giudizi che nelle uomini scelti, quegli stessi che avrebbero in maniera autonoma dovuto decidere…
Occorre per poter andare avanti, resettare tutto il sistema, perché come si dice… a mali estremi, ci vogliono estremi rimedi, il resto come vado da sempre ripetendo è del tutto inutile !!!
Il coraggio infatti non è la mancanza di paura, ma proprio la capacità di vincerla!!!