L’intervista è stata realizzata al Presidente del Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna – Dott. Alfio Grassi – e da quanto espresso si comprende in maniera chiara, quali siano le problematiche che attanagliano quel settore e di conseguenza tutta la sua filiera…
Vorrei peraltro ricordare come quel settore, non coinvolge esclusivamente l’estrazione del materiale lavico e di conseguenza tutti i suoi derivati, conosciuti nel settore con le voci “scogli e/o inerti“, utilizzati solitamente in tutti quei lavori marittimi o a difesa del territorio, dalle scogliere ai promontori, colpiti dagli effetti di erosione da acque dolci o salate, no… la sua commercializzazione va oltre la stessa fornitura di gran lunga utilizzata nei settori dei conglomerati cementizi o bituminosi…
Difatti, quel materiale naturale prevede un suo più ampio interesse – basti osservare come le immagini di eruzione di questi giorni da parte del nostro cratere, stiano facendo il giro del mondo – esse infatti comprendono, lo studio, l’ informazione, le ricerche di mercato, l’elaborazione dei dati anche in ambito informatico, con riferimento alla realizzazione e alla gestione di comunicazione su siti web, la pubblicazione di opuscoli, libri, aggiornamenti tecnici periodici, l’organizzazione di conferenze in presenza e online, ma anche la progettazione e il marketing di nuovi prodotti in settori diversi e innovativi, quali quelli estetici, medicali o anche utili al compostaggio come fertilizzanti, venduti sfusi o previo insacchettamento…
Ed ancora, come non tenere conto del numero delle maestranze che occupa quel settore, ed è proprio su questo punto che si concretizza l’impegno del Consorzio della Pietra Lavica che svolge nei confronti dei propri consorziati attraverso consulenze, tutta una serie di formazioni e addestramento dei lavoratori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, con l’attuazione di misure di prevenzione e protezione per limitare i rischi connessi con quella tipologia di lavorazioni, con particolare riferimento ai manovratori dei mezzi d’opera per l’estrazione, ai suoi addetti nei frantoi, impianti fissi e mobili, operatori di macchinari e attrezzature quali mono/multifilo a disco diamantato, taglia blocchi, segatrici a disco giganti, telai, fresatrici, linee di lucidatura a ponte, calibatrici, ceratrici, dispositivi antigraffio, impianti di resinatura, etc., ma non solo, perché il comparto comprende anche i trasportatori c/terzi e tutti quegli artigiani che con le loro mani realizzano vere e proprie opere d’arti, tra cui sculture e gioielli che vengono esposti in tutto il mondo…
In questo post non entro nel merito dell’articolo sopra pubblicato, preferisco viceversa chiedere un incontro al Presidente del Consorzio, per comprendere meglio alcuni suoi richiami, in particolare quando fa riferimento agli interlocutori istituzionali, dal ruolo rivestito dal Distretto della Pietra lavica, lo stallo determinato dalla burocrazia, ma soprattutto ciò che vorrei chiedergli è in quali modi si attua quell’abusivismo – vera piaga per l’intero comparto – e come esso riesca ancora oggi a mettere in pratica quei suoi illegali meccanismi…
Auspico quindi a breve di poter incontrare il Dott. Grassi, affinché al sottoscritto possa (ma mi auguro anche alle forse dell’ordine da sempre predisposte a quel contrasto, tra cui ad esempio il Nucleo Operativo dei Carabinieri – N.O.E.) far comprendere, quali modalità debbano essere al più celere adottate, per riuscire a debellare in modo definitivo, quell’ahimè diffusa presenza di… “celata” illegalità!!!



