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Infiltrazioni mafiose e imprenditoria, camminano a doppio binario!!!

Sì… L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti pubblici, in particolare nel settore ferroviario che risulta essere in questo periodo, a causa dei miliardi di euro destinati per i lavori di ammodernamento delle sue infrastrutture, tra quelli presi maggiormente di mira… 
Si certo, si prova a contrastare quella penetrazione malavitosa attrraverso tutta una una serie di controlli, a iniziarsi dal protocollo di legalità, che però di fatto, come si dice “trova il tempo che trova“, infatti, basterebbe osservare con quanta superficialità vengono concesse dalle Prefetture a talune imprese, certamente “affiliate”, quell’iscrizione alla “Withe List” per poter operare negli appalti pubblici!!!
E difatti, tutte le attività maggiormente al rischio di infiltrazione mafiose, sono proprio quelle che, in questo preciso momento in cui scrivo, sono fortemente controllate dalla mafia:

Mi riferisco in particolare alle seguenti tipologie: 
 – estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
– confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
– noli a freddo di macchinari;
– fornitura di ferro lavorato;
– noli a caldo;
– autotrasporti per conto di terzi;
– guardiania dei cantieri;
– servizi funerari e cimiteriali;
– ristorazione, gestione delle mense e catering;
– servizi ambientali, comprese le attività di raccolta, di trasporto nazionale e transfrontaliero, anche per conto di terzi, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.

E difatti basterebbe a quegli apparati istituzionali di controllo – invece di restare seduti in quei loro comodi uffici e fermarsi a quell’abituale verifica cartacea dei documenti richiesti –  recarsi in una di queste sede operative per accertare realmente quanto puntualmente accade in quei luoghi.

Già… perché vorrei ricordare che per essere iscritti nell’elenco della “white list”, le imprese devono semplicemente presentare un’apposita istanza alla Prefettura di appartenenza, ossia ove l’impresa ha la propria sede legale ed allegare quindi una dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio ed alcune autocertificazioni rese da ciascun soggetto di cui all’art. 85 del D.lgs. 159/2011, nonché ai familiari conviventi e quindi fatto quanto sopra, si attende la comunicazione delle Prefettura…
Que “Protocollo di Legalità” avrebbe un senso se realmente si vigilasse su quegli appalti pubblici, già… nel pieno rispetto del diritto, ma posso assicurarvi che non è così, perché il livello di efficacia di quell’attività di prevenzione ai fini antimafia, resta per questa terra – secondo il sottoscritto – inconcludente, perché chi doveva infiltrasi (e le modalità per farlo sono talmente banali che anche un bambino resterebbe sorpreso…) è riuscito finora a farlo, grazie alla presentazione di scartoffie amministrative, perché poi a nessuno interessa andar oltre, forse perché debbo credere con quel sistema illegale si trae successivamente un qualche personale beneficio…
D’altronde ditemi, quante sono le denunce presentate dai legali rappresentanti d’imprese che operano in quegli appalti, che hanno di fatto segnalato alle Prefetture eventuali tentativi di condizionamento criminale??? 
Sono certo d’indovinare la risposta e credo anche voi, a dimostrazione quindi che quanto previsto dalla normativa vigente in verifica, monitoraggio, controlli e prevenzione d’interferenze illecite a scopo corruttivo (non solo per l’affidatario ma anche che per tutte le imprese che compongono la filiera) sono di solitamente inutili!!!
Ma d’altronde chi dovrebbe contrastare quel sistema criminale???
Forse state pensando a chi viene foraggiato dallo stesso??? Mi riferisco a quanti per la propria campagna elettorale fanno scambio di voto oppure a chi per ottenere a fine mese una mazzetta si gira dall’altro lato, ed ancora c’è chi per favorire quel sistema, richiede (cortesemente) a quegli imprenditori “affiliati” un posto di lavoro, si… per un proprio familiare, d’altronde: senza quella personale “raccomandazione”, dove dovrebbero andare tutti questi individui inservibili e professionalmente incompetenti???
E difatti, provate a collegarvi in taluni siti web di note società che stanno operando in questi anni nella nostra provincia di Catania, non sto qui a farvi l’elenco, ma potrei tranquillamente farlo… d’altronde le conosco tutte, una per una, consorzi con una bella grafica e con al loro interno un pagina denominata “LAVORA CON NOI”!!! 
Provate a cliccarla, l’ultimo aggiornamento del sito riporta l’anno 2019, sì… vi prendono per il culo e se inviate la vostra candidatura nessuno risponde, perché quei posti sono già assegnati ai familiari di quanti sono legati a “doppio binario” con quel sistema illegale: politici, dirigenti, funzionari, addetti agli uffici pubblici e ahimè, anche soggetti delle forze dell’ordine!!!

Basti d’altronde fare una semplice verifica per accertare in pochi minuti quanto sopra riportato, l’importante è proteggere quel sistema che fa in modo che tutti indistintamente (nel corso di quei lavori) svolgano il proprio compito, affinchè non insorgano mai problemi, ma specialmente quando quest’ultimi dovessero emergere, ecco che ciascuno di loro dovrà immediatamente scattare e fare in modo che tutto venga risolto in mariena celere e soprattutto in modo celato!!!  

Metropolitana di Catania: a breve l’apertura delle nuove fermate.

Ho letto ieri su “La Sicilia”, la dichiarazione del direttore generale Fce, Salvo Fiore, relativamente all’apertura delle fermate Fontana e Monte Po della metropolitana che dovrebbero aprirsi verso fine mese. 

D’altronde non bisogna dimenticare i tunnel pedonali che condurranno dalle stazioni metropolitane all’ospedale di Nesima “Garibaldi” e su Viale Fontanba a Monte Po’, ma non solo, anche l’inerzia tecnica per superare i lavori delle tratte che da Monte Po dovrebbe giungere a Misterbianco ed anche il tratto – secondo il sottoscritto ancor più importante – che da Piazza Stesicoro condurrebbe direttamente all’aeroporto Vincenzo Bellini e viceversa…

Peraltro come riportato: “la vicenda è delicata. Si tratta di circa due anni di stallo per una questione di adeguamenti economici e loro sostenibilità, anche da parte del Consorzio Medil, che si è aggiudicato l’appalto. Se dovesse rifiutare l’offerta ci sono altre sei aziende in lista, ma l’importante è riuscire a trovare le condizioni per riuscire ad avviare il cantiere».

Non capisco i motivi che portano solitamente nella nostra regione tutti quei ritardi a cui solitamente assistiamo; già… un problema di cui poco si parla e soprattutto quasi mai nessuno (mi riferisco ai “RUP” sulla base delle indicazioni ricevute dai direttori dei lavori) interviene, sì… per applicare le previste penali a carico dell’esecutore (potrei anticiparne i motivi, ma non è questa la sede opportuna…), comunque basti semplicemente osservare quei lavori in atto e leggere sui cartelloni esposti all’esterno, quanto riportato in “termine dei lavori” per verificare quanti tra essi sono attualmente in regola!!!

Comunque, è veramente assurdo che una città come Catania, in tanti anni non sia riuscita ad avere una metropolitana importante come quelle attualmente presenti a Milano, Roma, etc… 

Ma si sa… da noi gli appalti subiscono abitualmente una serie di criticità operative che portano costantemente a varianti, revisione dei prezzi delle materie prime, tutte circostanze che determinano sospensioni e di conseguenza ritardi…  

E difatti, anche per quanto concerne i lavori della metrolopitana ho letto nel medesimo articolo quanto precisato dal dg: «Anche per questo secondo lotto siamo in attesa da due anni e mezzo. Il Cct, collegio consultivo tecnico, si è espresso e ha riconosciuto alcune lavorazioni aggiuntive. Stiamo ora procedendo a quantificare alcuni maggiori oneri sia nostri che dell’appaltatore, oltre a dover individuare le risorse aggiuntive necessarie; su questo devo registrare una grande collaborazione con il Comune di Catania. Dovremmo definire tutto da qui alla fine dell’estate, per riuscire ad aprire il cantiere entro fine anno».

Comunque… consentimi di concludere con quanto riportato dal Consiglio di Stato: nell’ambito delle procedura ad evidenza pubblica, occorre contemperare da un lato l’interesse pubblico a che le prestazioni di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni non siano esposte ad una interruzione o diminuzione qualitativa, a causa dell’eccessiva onerosità sopravvenuta delle prestazioni stesse, e della conseguente incapacità dell’esecutore di farvi compiutamente fronte e dall’altro di evitare che il corrispettivo del contratto di durata subisca aumenti incontrollati nel corso del tempo tali da sconvolgere il quadro finanziario sulla cui base è avvenuta la stipulazione del contratto” (sez. II, 12 maggio 2021, n. 3768).

E dire che dal Tribunale di Messina hanno avuto il coraggio di archiviare la mia denuncia per gli sversamenti sul fiume Alcantara. Complimenti… ecco l’esito ottenuto!!

Già… una denuncia presentata dal sottoscritto che è stata archiviata!!!

Mi piacerebbe conoscere ora da quel Tribunale cosa hanno da dire a riguardo… 

Ma d’altronde si sa… quanto sta finalmente accadendo era stato riportato dal sottoscritto nel 2019!!! 

Il post s’intitolava: Foce dell’Alcantara: un tempo oasi naturale, oggi… fogna a cielo aperto!!! Vi basterà leggerlo e vedrete che quanto sta accadendo nell’attuale inchiesta giudiziaria era stata ben evidenziata: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/11/foce-dellalcantara-un-tempo-oasi.html

Ed allora riporto quanto ho letto ieri nella pagina web di Messina Today: https://www.messinatoday.it/cronaca/fogna-taormina-operazione-guardia-di-finanza-sversamenti-alcantara-sospensione-dirigente.html

Dai liquami sversati nel fiume Alcantara a un sistema di cattiva gestione dell’impianto fognario della fascia jonica messinese. Guardia di finanza e polizia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale che dispone la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Consorzio Rete Fognante di Taormina ed il divieto temporaneo per due imprenditori della provincia di Messina ed un professionista, già dirigente dell’Ente, di contrarre con la pubblica amministrazione.

Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del tribunale peloritano, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva stabilito dall’art. 27 della Costituzione. Agli indagati sono contestati, in concorso tra loro, i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, falso materiale e ideologico, truffa e inquinamento ambientale.

Le indagini, condotte dal commissariato di Taormina e dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, che sono consistite in complesse ricostruzioni documentali, intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno messo in luce l’esistenza di un collaudato sistema di cattiva gestione delle funzioni pubbliche, in totale spregio dei principi di correttezza, trasparenza ed imparzialità che dovrebbero presiedere all’azione amministrativa.

In dettaglio, il sistema illecito ruotava attorno alle figure di due dirigenti, rispettivamente responsabili dell’area tecnica e dell’area finanziaria, che gestivano, in maniera clientelare, i lavori di manutenzione dell’Ente pubblico, inosservanti della vigente normativa sui contratti pubblici, affidandoli arbitrariamente a taluni imprenditori per la realizzazione di scopi personalistici, quali incarichi privati retribuiti ed altre varie utilità economiche. Inoltre, gli investigatori hanno dimostrato che il Responsabile tecnico aveva consentito l’utilizzo dell’impianto di depurazione anche in assenza dell’autorizzazione allo scarico, risultata ormai scaduta, e della manutenzione della struttura, obbligatorie per il trattamento a norma di legge delle acque reflue, arrivando persino ad autorizzare uno degli imprenditori colpiti dalla misura restrittiva, allo scarico reiterato di reflui fognari non depurati nelle acque del fiume Alcantara, in totale inosservanza delle prescrizioni e cagionando un significativo danno all’ecosistema fluviale.

In merito, il Giudice per le Indagini Preliminari, considerati i gravi indizi di colpevolezza ed il concreto pericolo di reiterazione del reato, ha disposto il sequestro dell’automezzo utilizzato per il trasporto illecito di rifiuti e scarico abusivo dei reflui fognari, riconducibile ad una società gestita da uno degli imprenditori indagati. L’impianto gestito dal Consorzio, già sottoposto a sequestro nel corso delle investigazioni, è attualmente affidato ad un amministratore giudiziario e risulta regolarmente operativo, in regola con gli interventi di manutenzione previsti per legge.

L’odierna attività testimonia il perdurante impegno delle forze dell’Ordine e della Procura della Repubblica di Messina nel contrasto ai reati contro la Pubblica Amministrazione, a tutela dell’ambiente ed a presidio della legalità circa la corretta spesa delle risorse pubbliche in favore della collettività. Il provvedimento cautelare è stato adottato nella fase delle indagini preliminari e che, dunque, gli indagati sono da presumersi innocenti sino alla sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità all’esito del giudizio che si svolgerà nel contraddittorio con la difesa davanti al giudice terzo imparziale, giudizio che si potrà concludere anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità.

E poi debbo ascoltare i soliti “pappagalli istituzionali” che ripetono quando intervistati: dovete denunciare!!! 

Vorrei chiedere loro: ma quando uno denuncia e nessuno prende provvedimenti, il cittadino virtuoso cosa può fare??? 

Ma d’altronde ditemi: chi compie quotidianamente quei sani principi di legalità??? Già… sono soltanto esigui cittadini che si contano sulle punta delle dite e vi assicuro come ciascuno di essi, poco o  nulla centrino con quanti abitualmente vediamo commemorare – con la consueta posa di ghirlande – le vittime di questo nostro Paese!!! 

Corruzione nel Consorzio Rete Fognante dei Comuni di Taormina, Castelmola, Giardini Naxos e Letojanni!!!

Ah proposito del Consorzio Rete Fognante lo scorso anno completavo un mio post con questa frase: cercate i soldi e risoverete il problema!!! – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/il-comune-di-giardini-naxos-se-alle.html

Dopo quanto emerso in queste ore… ho come l’impressione che qualcuno abbia deciso di ascoltarmi; d’altronde ho potuto verificare in questi lunghi anni da appassionato “blogger”, come il più delle volte, quanto viene dal sottoscritto riportato, impresso, denunciato presso le sedi opportune e quant’altro, conduca le autorità a far emergere notizie come quella sotto riportata…   

Ho letto difatti quanto pubblicato stamani dalla redazione di Messina del quotidiano on line “LiveSicilia” e cioè che a seguito delle indagini della Guardia di finanza e della Polizia di Taormina sarebbe emerso che il responsabile tecnico di quel Consorzio fignante, averebbe consentito l’utilizzo dell’impianto di depurazione anche in assenza dell’autorizzazione allo scarico, risultata ormai scaduta ed inoltre, avrebbe autorizzato uno degli imprenditori indagati allo scarico reiterato di reflui fognari non depurati nelle acque del fiume Alcantara. 

Le forze dell’ordine impegnate hanno eseguito a Taormina un’ordinanza di custodia cautelare personale che dispone la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Consorzio Rete Fognante di Taormina e il divieto temporaneo per due imprenditori e un professionista, già dirigente dell’Ente, di contrarre con la Pubblica amministrazione.

Per quest’ultima contestazione il gip ha disposto il sequestro dell’automezzo utilizzato per il trasporto illecito di rifiuti e scarico abusivo dei reflui fognari. L’impianto gestito dal Consorzio, già sottoposto a sequestro nel corso delle investigazioni, è attualmente affidato a un amministratore giudiziario e attualmente risulta regolarmente operativo, in regola con gli interventi di manutenzione previsti per legge.

Agli indagati sono stati contestati in concorso tra loro, i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, falso materiale e ideologico, truffa e inquinamento ambientale.

I due dirigenti, rispettivamente responsabili delle aree tecnica e finanziaria, secondo l’accusa, avrebbero gestito in maniera clientelare i lavori di manutenzione dell’Ente non rispettando la normativa sui contratti pubblici e affidandoli arbitrariamente ad alcuni imprenditori in cambio di incarichi privati retribuiti e altre varie utilità economiche.

E sì… perché tra l’indifferenza generale o quantomeno tra i suoi silenzi assordanti, c’è stato chi come il sottoscritto (ma sono a conoscenza anche di altre denunce da parte di coraggiosi cittadini…) abbia cercato di far emergere quanto stesse accadendo all’interno di quel “Consorzio Rete Fognante” e dei Comuni consorziati a cui di fatto esso fa riferimento: Taormina, Giardini Naxos, Castelmola e Letoianni.

Scriveva Maya Angelou: Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire…

Gli appalti in Sicilia? Se li aggiudica (quasi tutti) il "CONSORZIO STABILE A.I.F.A.M."!!!

Già… ritengo adeguata l’idea che taluni imprendori decidano di unire le proprie forze nel costituire un consorzio, non soltanto per mettere in evidenza quel valido scopo organizzatico e collaborativo, ma per evitare una concorrenza che come ben sappiamo non fa per nulla bene agli affari.

Difatti, è attraverso la realizzazione di un consorzio che molte imprese coordinano quella lor partecipazione alle procedure di appalto. 

Ma nel far ciò, non bisogna dimenticare uno dei reali problemi che vede per l’appunto emergere in molti di quei consorzi…

Già… rappresenta solitamente una grave assenza giurudica e riguarda un requisito fondamentale definito “comune struttura d’impresa“!!!

Ci si riferisce ad esso, quando manca solitamente un’indipendente dotazione di un proprio organico, all’esiguità del fondo consortile, ma non solo, quando in quel consorzio non è presente una sede comune operativa (la stessa che nella maggior parte delle volte viene celata in luoghi inaccessibili, poco visibili, per non dire… occultata).

Difatti, il più delle volte quest’ultima è posta all’interno di area di proprietà terze, sì…  di soggetti che nulla hanno a che fare con quel Consorzio; d’altronde se ciascuno di bvoi prova a ricercare quella sede, scoprirà (banalmente) come di essa non esiste, ma ancor peggio, non vi è formalizzato neppure un contratto di affitto (già… a proposito di quel noto “Protocollo di legalita” che prevede la trasparenza dei flussi finanziari…),  come d’altronde non esiste per quel consorzio uno stabilimento, deposito, officina, ma ahimè manca una dotazione distaccata dei mezzi d’opera o delle necessarie attrezzature per lo svolgimento in via autonoma dell’attività del consorzio stesso!!!

Per cui, se da un lato (sulla carta) esiste effettivamente quel cosiddetto “Consorzio stabile” (ai sensi dell’art. 45, comma 2, d.lgs. n. 50 del 2016 – Codice dei Contratti Pubblici), dall’altro, quest’ultimo, manca delle disposizioni statutarie che dimostrano l’esistenza comune di una “struttura d’impresa”!!!

Quindi nello scoprire come molti di quegli appalti attualmente aggiudicati in Sicilia, siano stati affidati ad un gruppo che si sa risultare in difetto per tutta una serie di problematiche, tra cui ripeto, la reale disponibilità giuridica dei mezzi e delle attrezzature nello svolgimento dell’attività produttiva e quindi l’esistenza di una vera e prorpia struttura, intesa come – “complesso di rapporti giuridici che consentono all’imprenditore di attingere ai mezzi necessari e strumentali all’esercizio dell’impresa, nonché la capacità dell’imprenditore medesimo di organizzarli in modo da asservirli ad una nuova funzione produttiva” – mi lascia certamente basito!!!

Già… perché parliamo di un Consorzio inteso non come una “azienda consortile”, capace quindi di eseguire in proprio, ossia senza l’ausilio necessario delle strutture imprenditoriali delle consorziate, tutte quelle prestazioni affidate a mezzo del contratto e quindi diverse da quella di proprietà delle singole imprese consorziate, benché le stesse si sa… possano offrire di prestarle effettivamente!!!

Ma non solo, è in quest’ottica che quel consorzio opera in base ad rapporto “ambiguo” con le imprese associate, violando tra l’altro le regole che vedono l’esclusa l’applicazione degli istituti del subappalto e/o dell’avvalimento attraverso rapporti interni tra consorziati e consorzio!!!

Comunque… nei miei prossimi post, spiegherò ancor meglio (per alcuni miei affezionati lettori…) quanto sta attualmente accadendo nella mia regione…

"CTS" – a domanda risponde: Dott. Alfio Grassi, Presidente del Consorzio Petra Lavica dell’Etna.

Dott. Grassi buonasera, 

a quasi due anni dalla missiva in cui lei gentilmente rispondeva alle mie domande – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/12/dott-alfio-grassi-deliberazione-della.html – ho potuto leggere successivamente su alcune testate web, degli attacchi sferrati dal Presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, contro la CTS (Commissione Tecnica Specialistica VIA-VAS), a cui si sono aggiunte alcune associazioni di categoria, tra cui proprio il “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna”, da Lei presieduto.

Quantunque da allora, a parte i provvedimenti determinati dal Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ho avvertito la sensazione che su quella vicenda fosse calato il sipario e che quanto a suo tempo emerso, fosse volutamente finito nell’oblio.

Ecco quindi perché a distanza di anni Le scrivo nuovamente, affinché possa chiarirmi alcuni dubbi che, secondo il sottoscritto, in questi mesi sono risultati lacunosi.

Innanzitutto vorrei chiederLe, se al cambio dei funzionari del “CTS” (che ho letto dal web), siano stati attuati degli aggiornamenti e in caso affermativo, se può spiegarli in maniera dettagliata.

Ho letto inoltre un articolo pubblicato su “Livesicilia.it” che ha fatto molta risonanza: https://livesicilia.it/cts-guerra-di-cifre-ecco-le-bugie-di-angelini/

Alla luce quindi di quelle sue dichiarazioni, nelle quali si era scagliato contro l’ex presidente Angelini, vi sono state delle modifiche dal punto di vista procedurale?

Tra l’altro, nel leggere, ho avuto come la sensazione che Lei avesse colto qualcosa di ambiguo in quel operato,  l’impressione ricevuta e che fossero state compiute delle procedure quantomeno anomale. Se non le reca disturbo, può confermarmi se questa personale percezione fosse corretta e in tal caso, potrebbe – senza entrare nei dettagli – rappresentare un caso? Ad esempio, ha riscontrato delle anomalie nell’ordine cronologico delle istruttorie o sono emerse delle eccezioni?

Ed ancora, cosa pensa dell’operato in termini tecnici del CTS? Ritiene che si possano migliorare – a garanzia di efficacia e soprattutto di trasparenza – le metodologie utilizzate per le istruttorie presentate?

Come consiglierebbe di operare affinché si possa accelerare l’iter di quelle pratiche e soprattutto ai fini di legalità, cosa si potrebbe attuare per rafforzare le procedure di controllo, proteggendo così facendo non solo il sistema, ma soprattutto l’operato dei funzionari del CTS da possibili accertamenti giudiziari, solo per aver compiuto il proprio dovere?

Dott. Grassi, ringraziando anticipatamente per la sempre cortese collaborazione, porgo cordiali

RISPOSTA:

Sig. Costanzo buongiorno, 

rispondo innanzitutto alla sua domanda sul cambio dei funzionari del “CTS” e se siano stati attuati degli aggiornamenti: In realtà, solo da alcune settimane si è assistito agli effetti della riforma della CTS, con la nomina a nuovo presidente dell’Avv. Gaetano Armao, anch’Egli ai tempi critico nei confronti del sociologo, Prof. Aurelio Angelini. 

Anzi, devo ammettere che Armao fu una delle poche voci critiche del governo Musumeci contro la CTS di Angelini – https://www.ilmoderatore.it/gaetano-armao-nuova-leadership-per-i-grandi-progetti-in-sicilia/ – nonostante molte associazioni di categoria si lamentassero per l’incomprensibile condotta iper-burocratica e discutibile dell’allora CTS. 

Il mio intervento era finalizzato a smentire, numeri alla mano, il prosperoso bilancio che Angelini, al termine del suo incarico, ha cercato di far passare per buono sulle attività di istruttoria della sua CTS.

A seguito di uno approfondito studio analitico condotto dal Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna sulle pratiche ambientali istruite dalla CTS di Angelini, è emerso un quadro raccapricciante: Un altissimo numero di istanze venivano rimandate ad una successiva istruttoria (assoggettabilità a VIA), con la conseguenza che un’autorizzazione finale si otteneva dopo 3-4 anni. E c’è di più: spesso le motivazioni di questi rimandi erano illogiche e discutibili e si rasentava perfino l’assurdo.

Consideri, inoltre, che sulle pratiche che hanno raggiunto la conclusione dell’istruttoria, sono state impartite più di 15.000 prescrizioni ambientale! Sa cosa significa? che queste istanze devono essere sottoposte nuovamente al vaglio della CTS per la cosiddetta verifica di ottemperanza, ovvero devono ricevere un ulteriore nulla osta finale per poter procedere finalmente alla realizzazione del progetto.

E’ come il gioco dell’oca: quando ti sembra di essere arrivato al traguardo, ritorni al punto di partenza. Un investitore che entra in questo girono infernale, prima o dopo butta la spugna.

Alla Sua domanda “se avessi colto qualcosa di ambiguo in quel operato”, sono i pareri emessi dalla CTS di Angelini che confermano che qualcosa non andava. Abbiamo studiato tutti i pareri emessi relativi ai progetti di cava e sono venuti fuori asimmetrie e contraddizioni fin troppo palesi. 

Mi chiede inoltre se “abbiamo riscontrato delle anomalie nell’ordine cronologico delle istruttorie o siano emerse delle eccezioni”: Vi sono scavalchi dell’ordine cronologico veramente imbarazzanti. Pratiche presentate in tempi successivi ad altre che sono state esitate in anticipo. Abbiamo casi in cui nello stesso periodo sono stati presentati da diversi proponenti dei progetti di cava; qualcuno è stato fortunato, ottenendo in tempi stretti il parere favorevole, altri aspettano ancora la conclusione dell’istruttoria. Ci sarebbe da chiedersi: come è potuto accadere tutto questo in maniera indisturbata?

Ed ancora – “cosa penso dell’operato in termini tecnici del CTS e se ritengo che si possano migliorare a garanzia di efficacia e soprattutto di trasparenza le metodologie utilizzate per le istruttorie presentate?”: La CTS di Angelini ha rifiutato qualsiasi confronto con il mondo imprenditoriale e dei professionisti. Quando manca il confronto e la dialettica tra le parti i risultati sono sempre nefasti.

L’assessore Pagana ha invece apportato delle importanti modifiche gestionali: le associazioni di categoria potranno porsi come osservatori della CTS e durante le istruttorie dei progetti i soggetti proponenti saranno direttamente coinvolti, col reciproco rispetto dei ruoli.

Sono punti fondamentali per riavvicinare l’utente con la pubblica amministrazione, pur sempre nel rispetto della legalità e dei propri ruoli. Il confronto significa crescita e aiuterà certamente a risolvere criticità procedurali che a volte portano allo stallo infinito delle istruttorie.

Ed infine, alla domanda: “Come consiglierebbe di operare affinché si possa accelerare l’iter di quelle pratiche e soprattutto, ai fini di legalità, cosa si potrebbe attuare per rafforzare le procedure di controllo, proteggendo così facendo non solo il sistema, ma soprattutto l’operato dei funzionari del CTS da possibili accertamenti giudiziari, solo per aver compiuto esclusivamente il proprio dovere”, rispondo:

Caro Costanzo, ritengo che la trasparenza, la professionalità e la dialettica siano i tre elementi indispensabili per poter garantire il buon andamento della pubblica amministrazione. Innanzitutto, voglio spezzare una lancia per quei dipendenti regionali che operano in uffici pesantemente sotto-organico, riuscendo eroicamente a svolgere  il proprio dovere con abnegazione e sacrificio. Detto questo, sarebbe, però, ridicolo non ammettere che vi sono delle gravi criticità in molti settori della pubblica amministrazione che, di fatto, stanno portando ad una paralisi degli investimenti e dello sviluppo economico della Sicilia. Entrando nel merito della CTS, credo che sarebbe  opportuno, innanzitutto, rendere pubblico l’elenco delle istanze, evidenziando l’ordine cronologico delle istruttorie. La performance dei nuclei istruttori dovrebbe essere di dominio pubblico, così come i nominativi degli istruttori di ogni singola istanza. Un proponente che paga migliaia di euro di oneri di istruttoria, credo che abbia il diritto di avere informazioni in tempo reale sullo stato dell’istruttoria della propria istanza, di conoscere i nominativi degli istruttori, di ricevere risposte entro i termini di Legge. 

I dati statistici dell’operato CTS, sia in termini di numero di pratiche esitate che di durata dei vari procedimenti istruttori dovrebbero essere pubblicati online. Stiamo parlando di un servizio pubblico che viene finanziato dai soldi dei contribuenti e degli stessi proponenti delle istanze, quindi non credo che si tratti di una pretesa capziosa quando si chiede all’Amministrazione di essere trasparente. 

Lo sa che durante la presidenza di Angelini, decine e decine di legittime richieste sullo stato dell’istruttoria delle pratiche non hanno mai ricevuto riscontro? Lo trovo vergognoso questo atteggiamento reticente di un organo pubblico.

Sa inoltre che nel sito SIVVI-ARTA dell’Assessorato, qualche anno fa, sempre sotto la presidenza di Angelini, è stato rimosso il link ove era possibile consultare i dati statistici sulle istanze presentante ed esitate? Un bello esempio di trasparenza stile-cinese. 

Mi auguro che l’Avv. Armao riesca ad accogliere le legittime richieste del mondo imprenditoriale che invocano semplicemente il rispetto delle regole e delle Leggi. Un’istanza deve essere istruita entro i termini di Legge, in maniera professionale e trasparente, con un atteggiamento collaborativo e non ambiguo. Dalla CTS passa lo sviluppo della Sicilia, quindi chi ha l’onore di far parte di questo organo tecnico deve assumere un atteggiamento di grande professionalità e responsabilità.

In poche parole, potrei sintetizzare così: quella Commissione ha bisogno di tecnici che considerino il loro compito un umile servizio e non un potere. Tecnici che valutino il trascorrere del tempo come una calamità e non un’opportunità. Voglio una Commissione che lavori per accelerare le procedure invece di provare il sadico piacere di infliggere a ogni istanza decine di prescrizioni, spesso discutibili. Così si frena la spesa per gli investimenti e si condanna l’economia siciliana alla stagnazione.

Nel ricevere la sopraddetta risposta ho rivolto al Dott. Grassi (in data 07 c.m.) un’ulteriore domanda: mi sembra di aver già sentito qualcosa del genere, sbaglio? 

La risposta ricevuta è stata: 

Non sbaglia: sono dichiarazioni rilasciate dall’allora Presidente Musumeci quando nominò nel 2019 la nuova CTS presieduta dal Prof. Angelini.

Consorio Rete fognante: finalmente qualcuno inizia a parlare…

“Così non si può andare avanti, serve una gestione professionale e seria e non è più ammissibile che ogni socio non faccia il proprio dovere”. 

Il sindaco di Letojanni, Alessandro Costa, non ammette più alibi sulla conduzione del Consorzio Rete Fognante, di cui fanno parte anche i Comuni di Taormina, Giardini Naxos e Castelmola, e giovedì sera in Consiglio comunale ha auspicato un rapido cambio di registro. 

L’aula ha dato il via libera all’unanimità al pagamento delle passività pregresse, pari a 327mila 388 euro, con l’applicazione dell’avanzo di amministrazione accertato sulla base del rendiconto 2022. 

“Con l’approvazione degli atti contabili del Consorzio, i revisori dei conti hanno accertato passività pregresse per quasi 8 milioni di euro, di cui circa 6 milioni per bollette elettriche – ha detto Costa – la soluzione è complicata, Taormina ha un debito di quasi 5 milioni di cui 3milioni 915mila 159 euro per il periodo 2008-2020 e 1 milione 028mila euro per gli anni 2021 e 2022, Giardini Naxos deve 2 milioni 586mila euro e Castelmola 306mila euro. 

Noi ritenevamo di essere in regola, in quanto abbiamo sempre pagato le quote annuali per i costi di gestione, che nel tempo sono però cresciuti, e adesso pagheremo questa ultima parte (ieri mattina è stato effettuato il versamento, ndc) che a nostro avviso era un debito presunto in quanto da dimostrare. 

Adesso abbiamo pienamente regolarizzato la nostra posizione, eventualmente tratterremo le somme dalle quote future. 

Il Consorzio Rete Fognante ha fatto i decreti ingiuntivi ai quattro Comuni – ha aggiunto Costa – siamo alla follia totale, visto che sono gli stessi enti che ne fanno parte”. 

Il sindaco ha auspicato che dopo le elezioni a Taormina vengano assunte decisioni forti, anche perché Letojanni, come Giardini Naxos, è un comune ricevente in cui ricadono i depuratori, entrambe località turistiche di pregio così come Taormina e dove il funzionamento degli impianti di depurazione è determinante per il sistema dell’accoglienza. 

A Letojanni i timori di malfunzionamenti del sistema fognante sono alti: “L’estate scorsa abbiamo subìto un danno ambientale, economico e di immagine notevole – ha detto in Consiglio il capogruppo Cateno Ruggeri – con un divieto di balneazione istituito a metà agosto nel nostro mare a causa degli scarichi fognari a Mazzeo. Non possiamo subire ancora, ci deve essere un cambio di marcia, Taormina rivendica sempre la presidenza del Consorzio Rete Fognante ma poi non paga, c’è stata una gestione poco professionale e molto allegra, il guasto dello scorso anno è dietro l’angolo e la fogna finirebbe nuovamente nel nostro mare. Non lo consentiremo più”.

Ma la circostanza più assurda è che vi sono stati cittadini, come il sottoscritto, che le ha denunciate queste condizioni gravi, ora nuovamente emerse – sia finanziarie, ma soprattutto ambientali – ma purtroppo non è stato ascoltato!!!

Già… quei miei appelli presentati, sono stati dalla giustizia disattesi, attraverso i suoi magistrati che hanno di fatto stralciato – per motivi ancora incomprensibili – gli esposti presentati, ma per fortuna, sì… a differenza loro, altri soggetti istituzionali ben più efficienti, mi riferisco agli organi di controllo della Gdf e del gruppo NOE dei Carabinieri, hanno messo sotto sequestro sia il depuratore che l’area adiacente protetta, denominata parco fluviale dell’alcantara, gestito da un Ente pubblico, tra l’altro questo sottoposto a controllo e vigilanza della Regione siciliana, proprio per la conservazione e la salvaguardia dell’habitat e delle specie, vedasi il post: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/scusate-ma-ho-difficolta-comprendere.html 

In questi anni si è pure provato a dare una soluzione pratica (parlo dal punto di vista finanziario) ai rappresentanti di quei Comuni, ma da quanto ho potuto costatare, a nulla quei consigli sono serviti dal momento che quest’ultimi non sono stati minimamente presi in considerazione, eppure dove trovare i soldi necessari, per risolvere il problema gli era stato pure suggerito, già… con il cucchiaino, ma qualcuno fors, debbo pensare, aveva più interessi a insabbiare la vicenda che a portarla alla luce!!!

Ed ora in prossimità della stagione estiva, ci ritroviamo ancora una volta a parlarne, perché in questo sono bravi, a parlare, a parlare, a parlare, ma mai una volta, a mettere la parola “fatti” a quelle loro sterili parole!!!

Ci promettono (soprattutto in queste giorni di votazioni…) che qualcosa cambierà, ma la verità è che non cambia nulla perché è così che vogliono che continui e noi tutti ahimè, siamo qui a pagarne le conseguenze!!! 

Povera Sicilia…

      

Sequestrato il depuratore di Giardini Naxos!!!

 

Dopo anni di segnalazioni e denunce, ecco che finalmente siamo giunti dove credo si sarebbe potuti pervenire già parecchi anni fa…
Ma si sa, il nostro Paese non è mica la Svezia o il Giappone, da noi i tempi della giustizia si dilatano in maniera talmente indefinita che il più delle volte siamo portati a credere che non si possa giungere mai ad una conclusione!!!
Eppure non è così, perché la giustizia arriva sempre, certo come dicevo sopra dopo un po’ di tempo, anche perché vi è sempre qualcuno che senza volerlo, forse per negligenza (o per incapacità) prolunga a dismisura quei tempi…

Poi ovviamente c’è chi mette i bastoni tra le ruote, mentre per qualcun altro si tratta di non compiere il proprio dovere, senza aggiungere tutti coloro che essendo corrotti provano attraverso quel sistema colluso a non far emergere la verità!!!
Ecco quindi che come sempre avviene uno paghi per tutti ed anche in questo caso specifico a pagare è il solo responsabile tecnico del consorzio, l’unico a venir chiamato in causa.
Già… è stato denunciato per il reato di inquinamento ambientale, come se una sola persona possa aver commesso da solo quanto ora emerso, mentre gli altri, già tutti gli altri, anche coloro che non sono passati necessariamente da quel consorzio, sono e restano ahimè a piede libero…
Infatti… se dovessimo fare tutti i nomi che hanno contribuito a quello sfacelo, dai politici alle istituzioni, dai funzionari agli addetti di quel consorzio, beh… sono sicuro che se fossero trasferiti tutti in un qualche penitenziario, non ci sarebbe più posto!!!

"Legambiente Sicilia": Sveglia!!!

Come molti sanno, “Legambiente” è un’associazione senza fini di lucro, le cui attività – riporto quanto scritto nella loro pagina web:
https://www.legambiente.it/legambiente/cosa-facciamo – si occupano di “Prevenzione, abbattimento degli sprechi, riutilizzo, riciclo e condivisione, con la consapevolezza che le risorse del Pianeta non sono inesauribili!!!
Se pur riconosco grandi meriti per l’impegno profuso da parte di quei volontari, che con tenacia, fantasia e creatività tengono alta l’attenzione sulle emergenze ambientali del Paese… tutto ciò ovviamente risulta ahimè ridimensionato, se nel ricevere le segnalazioni da parte dei cittadini, non gli si da la giusta importanza… o le si considera vane e inconcludenti!!!

Ed è per questi motivi che mi permetto di criticare l’operato di questa associazione (quantomeno la sede locale siciliana), per aver dimostrato di non prendere in esame quanto loro trasmesso, senza minimamente adoperarsi (chissà forse lo faranno dopo questo mio post…) per comunicare al sottoscritto che quanto ricevuto, non era di loro pertinenza…
Perché vedete, quando uno riporta nella propria pagina la parola “PREVENZIONE” significa che ha tutto l’interesse affinché ci si adoperi per impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o certamente dannosi alla salute, vengano immediatamente interrotti…

Difatti, se uno cerca la parola “prevenzione” sul web, questa viene descritta come: “l’insieme di azioni finalizzate a impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati. Il concetto ha validità ed è presente in diversi ambiti (medico, ambientale, civile e del lavoro…) e gli interventi di prevenzione sono in genere rivolti all’eliminazione o, nel caso in cui la stessa non sia concretamente attuabile, alla riduzione dei rischi che possono generare dei danni all’incolumità di persone, animali o infrastrutture…

Colgo quindi l’occasione per descrivere meglio quel concetto chiamato “prevenzione“… che non va inteso come una semplice regola riportata, ma con quanto può semplicemente accadere a chiunque di noi, durante la propria giornata…
Il sottoscritto ad esempio,  ha svolto per oltre vent’anni l’incarico di R.S.P.P. (Responsabile del servizio prevenzione e protezione); ora questa particolare compito, mi ha portato fuori dal contesto lavorativo, ad essere sempre in allerta; difatti, in ogni circostanza  mi accorgo di valutare tutte quelle situazioni che ritengo possano essere a rischio e a quel punto, avendo intuito le possibili ripercussioni che a breve possano causarsi… intervengo immediatamente, limitando quel particolare intervento o nei casi in cui, qualcuno (perché accade anche questo…) decida di non assecondarmi continuando in maniera irremovibile con quanto stava compiendo (egli o chi per egli…), ecco a differenza di quanto farebbero in molti, il sottoscritto non desiste, anzi viceversa, provvede immediatamente a chiamare le autorità competenti, affinché quel pericolo imminente, venga di fatto soppresso!!!

Ora, mi auguro che da quanto sopra, si possa aver compreso quale deve essere il concetto di prevenzione, che non deve soffermarsi alla semplice raccolta d’informazioni, ma deve immediatamente adoperarsi, affinché si mettano in moto tutte quelle necessarie iniziative per limitare sin da subito gli eventuali problemi, informando ove necessario o nei casi in cui la competenza è di altri enti preposti, le segnalazioni ricevute, coinvolgendo nei casi più gravi anche le autorità giudiziarie!!!

Sarà cura naturalmente di quest’ultimi valutare se quelle informazioni erano corrette oppure ridimensionate o anche declassate… 
Ma certamente non si può pensare di fare “prevenzione”, restando come si dice “con le mani in mano” o lasciare che tutta passi nell’indifferenza, visto d’altronde quanto da Voi dichiarato: Una grande rivoluzione culturale e sociale, oltre che economica…  passa attraverso il lavoro dei nostri Circoli locali e dei tanti volontari. Una rivoluzione possibile, realizzabile e desiderabile, che grazie anche al nostro impegno è già intorno a noi”. 

Ed allora… per favore, passate dai fatti alle parole, anche perché, come potete vedete dal link di seguito riportato, gli altri nel frattempo quelle notizie le hanno fatte già emergere: http://meridionews.it/articolo/68451/giardini-naxos-escrementi-a-mare-e-vermi-in-spiaggia-villeggianti-presentano-esposto-meglio-andare-via/ 

Beni confiscati, la proposta: ‘Utilizzarli come alloggi’.

La crisi sociale ed economica sta comportando la perdita di migliaia di posti di lavoro e l’aumento del numero di famiglie che vivono in condizioni di disagio. 
Ovviamente tra i più colpiti ci sono gli anziani, le giovani coppie, famiglie con figli e donne sole, persone che ormai vivono in alloggi di fortuna e nella completa più indifferenza delle Istituzioni…
Di contro invece, ci sono centinaia… anzi migliaia di immobili, sequestrati e confiscati, che restano di fatto inutilizzati o ancor peggio nella disponibilità di coloro a cui erano stati –a seguito del provvedimento giudiziario– sottratti!!!
Ed allora il SUNIA (la principale organizzazione degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica) ha pensato di stilare un protocollo d’intesa insieme ad altri componenti, quali: i comuni che aderiranno alla proposta… (si perché va detto… che ci saranno tra questi quanti… a questa proposta rifiuteranno d’aderire, chissà… forse perché ancora sottomessi a “logiche mafiose”), il Consorzio Etneo per la legalità e lo sviluppo, l’IACP di Catania e la Cgil; tentare quindi di riutilizzare quel parco beni confiscati alla mafia, per fini abitativi…
Lo scopo finale è quello di favorire le famiglie o i soggetti più bisognosi, riconoscendo ad essi, il diritto ad una casa, compatibile con le esigenze di cui sopra, favorendo così non solo la mobilità, ma dando soluzione a tutti quei soggetti che oggi hanno bisogno di un alloggio…
“Si tratta cioè, di riuscire a riutilizzare una massa potenziale di risorse che dopo essere state restituite alla collettività, possono essere impiegate in questa direzione, contribuendo a tamponare una vera e propria emergenza sociale e personale”.
Certo non si hanno ancora chiari i numeri dei beni a disposizione, i dati purtroppo in loro possesso sono obsoleti, in quanto fanno riferimento al 2013… e considerato che in questi anni, alcuni sequestri sono stati dai tribunali annullati, restituendo i beni restituiti ai loro precedenti proprietari, si capisce come quegli stessi dati, non aggiornati, risultano del tutto inutili…
Comunque, ci viene detto che entro un paio di mesi, si giungerà ai primi esiti positivi.
Perdonatemi, ma io conoscendo bene i tempi della burocrazia ci credo poco, anzi, penso che alla fine questa iniziativa –se pur lodevole nei contenuti e nei principi– verrà totalmente frenata… dalle solite futili motivazioni che hanno quale scopo… quello di lasciare invariato lo stato di cose… 
Non bisogna dimenticare che, attualmente molti di questi beni sono occupati da altrettante famiglie bisognose o dove – su questi alloggi – vi è (stranamente) il possesso diretto da parte di familiari o affini, di quanti cioè erano stati oggetto dei provvedimenti interdittivi –vedasi per esempio quanto trasmesso alcune settimane fa da “LE IENE” sulla Città di Palermo – ed ancora, bisogna tenere conto dell’aspetto psicologico, di quella insicurezza emotiva provata di coloro che dovranno andare ad insediarsi in quelle abitazioni, sapendo di fatto a chi appartenevano…
Tutte problematiche non facilmente risolvibili… o meglio non certo con semplici incontri propagandistici o sperando in questa attuale normativa, che fa si, che la confusione, resti dilagante ed ognuno si senta autorizzato a fare ciò che meglio ritiene… fregandosene di quel rispetto di regole o di norme giuridiche…
In Sicilia dimostrare di avere delle idee positive è incoraggiante… ma metterle in pratica… ecco… questo è tutto un’altro discorso…
Per ora mi auguro solo di essere smentito, comunque mi riprometto… di riparlarne tra qualche mese!!!

Un ponte verso l’Oriente…

Dopo che siamo venuti a sapere dalla società Anas, i costi, che ad oggi sono stati pagati, per consulenze, assunzioni, amministratori, progettisti e quanti, che con questo ponte, ci stanno facendo affari d’oro…, ecco che scopriamo che questi, superano i trecento milioni di euro e del ponte neanche l’ombra…
Il governo del Prof. Monti, pochi giorni fa, ha annunciato lo stop alla costruzione, prorogando di due anni i termini di approvazione del progetto…, ma che purtroppo, per i prossimi due anni, peserà sulle nostre tasche… già ormai vuote…
Ed inoltre non bisogna trascurare, che oggi, il nostro Stato, non è nelle condizione di spendere gli 8,5 miliardi di euro previsti per la sua costruzione, considerato i tagli che in questo momento, tutti noi cittadini, stiamo subendo…, ed allora ecco che il Prof., furbescamente, ha lasciato la ” patata bollente ” al prossimo governo…
Ed allora, arrivato a questo punto forse è meglio guardare agli investitori stranieri, in particolare cinesi, i quali considerando l’investimento remunerativo, desiderano sfruttare questa opportunità…
Certo, bisogna stare molto attenti a non farsi influenzare da quell’interessante e colmo fondo sovrano cinese, ma bensì guardare con attenzione a quelle società, che operando nel settore delle costruzioni, potrebbero diventare concorrenti, alle nostre imprese locali…   
La possibilità di eventuali investimenti esteri, debbono essere sempre ricercati e accolti; la possibilità di riuscire in un opera, unica al mondo, deve superare quelle barriere nazionali, che oggi impongono strategie conservative, in particolare attraverso la partecipazione di capitali privati,  
Ritengo che oggi, bisogna essere capaci di realizzare join-venture tra le nostre imprese italiane, quali per esempio l’Astaldi ( che sta per realizzare il terzo ponte sul Bosforo ), e società straniere come la China Communication and Costruction Company o Cccc ( capace di costruire il ponte più lungo del mondo lo Huagzhou e quello di Su Tong Yangtze, rispettivamente lunghi 36 e 32 chilometri). 

Da non dimenticare inoltre, che la realizzazione di quest’opera è stata già aggiudicata, ad un consorzio guidato dalla società Impregilo ed a cui ancora, bisogna dare risposte…

Speriamo che tutto non finisca come sempre ( per come la maggior parte di quelle opere non compiute… ) e cioè dove, i ritardi causati e le decisioni non prese,  siano appositamente create, perché abilmente ci si è accorti, che tra conti, penali, indennizzi e rimborsi, potrebbe essere molto più vantaggioso, non realizzarla quest’opera!!!

Protocollo d’intesa con l’ateneo Iracheno

L’Università di Catania, nella persona del rettore Prof. Antonino Recca, ha incontrato il presidente dell’Università di Al-Qadisya, Ihsan K. S. Al-Qurashiquella dell’Università Irachena di Al-Qadisya ( nella città di Al- Diwaniya ).
La Collaborazione attraverso il protocollo d’Intesa, darà inizio ad una collaborazione in ambito scientifico-culturale, che porterà all’attuazione di progetti scientifici e di ricerca comuni, ciò permetterà uno scambio reciproco di docenti, studenti, laureati e dottorandi, l’organizzazione di corsi di formazione, di seminari, convegni e simposi scientifici e lo scambio di borse di studio scientifiche.

La realizzazione di questo protocollo, ha comportato un impegno costante e dettagliato, svolto dall’Associazione Camera di Commercio Italo-Irachena ( Via S. Euplio 13 – Catania ), attraverso il proprio Presidente Giuseppe Cavalli in collaborazione con il consigliere d’amministrazione Dott. Alfio Grassi – Rappresentante del  “ Consorzio della pietra lavica dell’Etna.
Hanno partecipato inoltre, il Direttore del dipartimento di Scienze biologiche geologiche ed ambientali dell’Università di Catania, Prof. Pietro Pavone e il presidente del “ Distretto produttivo Pietra lavica dell’Etna”, Ing. Alfio Papale.

Alla firma d’intesa, sono intervenuti inoltre il ministro plenipotenziario dell’ambasciata dell’Iraq in Italia, Shamil Alkhatebb, il consigliere culturale della stessa ambasciata Abdusalam Mohammed, ed il responsabile della Associazione Camera di Commercio Italia-Iraq, presso Baghdad, Sig. Khafaji Hussein e dell’Amministratore Delegato Sig. Joly Pascal.
Certamente questa collaborazione rappresenta una grande possibilità di dialogo tra i due paesi ed in particolare per la nostra Università di Catania, che oggi è presente attraverso 14 college e da oggi rappresenterà un punto di riferimento culturale in tutto l’Iraq, soprattutto per un paese che sta ricostruendo la propria economia puntando su una nuova giovane classe dirigente.
Dopo i recenti accordi con l’Università Algerina Badji Mokhtar di Annaba e con l’ateneo Egiziano di Alessandria, l’Università’ di Catania continua questa sua attività di apertura verso i paesi arabi ed in particolare verso il Medio Oriente.

Inoltre, l’Associazione Italo Irachena, permette ai suoi iscritti, di intraprendere agli imprenditori e professionisti siciliani, quelle relazioni internazionali, che conducono ad opportunità d’investimento e di business, con la definizione di appalti che vanno dalla edilizia pubblica a quella privata, fino alle grandi opere d’infrastrutture, agricoltura e nel soddisfare la domanda irachena di prodotti e servizi..

Nel perseguire tale obbiettivo, l’Associazione ha permesso in questi anni di giungere alla firma di contratti importanti, quali per esempio quello appaltato alla Società Gruppo Imprese Catanese per $ 36 Milioni per la realizzazione del lavoro Autostradale Umm Qasr – Al Zubair e quello della Medi Invest S.r.l. per un importo di $. 7, 2 Milioni per la costruzione di un residence universitario nel Governatorato di Al Mutthana, famoso per la città Sumera di Uruk.

L’Associazione, attraverso l’individuazione di strumenti economici, comunitari ed extra-comunitari, per interventi pubblici e/o privati da impiegarsi ed applicarsi nei settori del turismo, dell’ambiente, dell’industria, del commercio, dell’agricoltura, della cultura, delle innovazioni tecnologiche e dei servizi alle imprese, provvederà ad indicare i campi d’applicazione, per favorire la messa in opera di progetti e le strategie, al fine di individuare quel punto d’incontro tra offerta e domanda.

L’intesa appena raggiunta, avrà quale presupposto, la cooperazione mediante scambio di sinergie, tra Università, Camere di Commercio, Centri di ricerca, Associazioni, Consorzi, ecc…, che porterà alla promozione di strumenti commerciali, l’agevolazione di società in Joint-Venture, il trasferimento del Know-How, apportando in maniera concreta un valido contributo al miglioramento delle relazioni tra le parti.

L’aver promosso la formazione di scambi culturali, porterà al raggiungimento di una piattaforma tecnologica, con l’integrazione della ricerca scientifica nei vari campi, contribuendo a quella ricerca post-universitaria, volta alla creazione di nuove figure professionali, incentivando il mercato con nuove opportunità di occupazione e con la riconversione occupazionale di coloro che oggi purtroppo il lavoro l’hanno perso.

Scopo dell’Associazione non sarà solo quello di offrire quei servizi essenziali all’ottenimento di uno sviluppo imprenditoriale, ma sarà anche e soprattutto quello, di migliorare la formazione culturale, nelle sue molteplici accezioni, atto a recepire immediatamente i servizi messi a disposizione per lo sviluppo e il conseguimento del risultato prefissato.
A tal fine quindi, l’Associazione promuoverà la costituzione di un’accademia culturale, al cui interno verranno organizzati corsi di formazione e di preparazione, ove si procederà alla redazione di progetti di ricerca.

Inoltre, di fondamentale importanza saranno i collegamenti telematici, che migliorati, favoriranno l’individuazione di attività a quelle imprese che desiderano integrarsi con il territorio e l’ambiente Iracheno, offrendo così ad entrambi, possibilità di crescita e di sviluppo.

E’ cura dell’Associazione, di agevolare la creazione di servizi personalizzati, quali check aziendale e consulenza allo start-up, assistenza e redazione del business-plan, certificazione di qualità, consulenze commerciali e di marketing, assistenza in materia di HACCP, consulenza di budget e controllo di gestione, technology assessment HTA, servizi di connessione con accesso gratuito alla rete, attività di formazione di base e specialistica.

L’Associazione a breve inizierà ad organizzare conferenze e manifestazioni per promuovere studi e ricerche di mercato, stimolando la partecipazione degli operatori economici a fiere ed esposizioni, organizzate direttamente in Iraq, contribuendo così a favorire il trasferimento di tecnologie per lo scambio di beni e servizi e promuovendo la costituzione di Società miste in loco, estendendo il proprio contributo, con ogni tipo di assistenza.
Infine dopo la firma, gli ospiti stranieri hanno effettuato una visita istituzionale presso l’Orto Botanico di Catania, dove è stata presentata una relazione sulle attività svolte da parte della nostra Università e la cerimonia si è completata con un pranzo presso un noto ristorante Catanese.