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Quando la mafia siede in Consiglio comunale!
Ieri, ancora una volta, lo Stato ha dovuto alzare la mano e dichiarare: qui non si governa più!
Quattro realtà locali, disseminate tra Nord e Sud, sono state sciolte per infiltrazioni mafiose. Non è un fulmine a ciel sereno, ma l’epilogo annunciato di storie di connivenze, appalti pilotati, scambi oscuri tra politica e criminalità.
La domanda sorge spontanea: come si arriva a questo punto? Come fa un’intera amministrazione a diventare terreno di conquista per quelle associazioni criminali?
Le risposte, purtroppo, sono sempre le stesse: silenzi complici, omissioni, quella sottile linea grigia in cui l’interesse pubblico si confonde con affari privati. E quando la situazione sfugge di mano, non resta che l’intervento drastico: commissariamento, diciotto mesi di gestione straordinaria, la speranza di un ripartenza pulita.
C’è chi grida allo scandalo, chi parla di decisioni politiche, chi promette ricorsi. Ma al di là delle polemiche, resta un dato innegabile: quando la criminalità organizzata mette radici nelle stanze del potere locale, è la democrazia stessa a essere ferita.
Non si tratta solo di sostituire amministratori, ma di restituire fiducia a comunità lasciate in balia di logiche perverse.
Eppure, ogni volta che accade, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui reagiamo.
Perché dietro ogni scioglimento c’è una domanda che non vogliamo farci: come abbiamo fatto ad arrivare fin qui? E, soprattutto, cosa possiamo fare perché non accada di nuovo?
Già… la colpa è anche vostra. Perché fintanto che la vostra preferenza sarà legata a un tornaconto personale – una raccomandazione, un favore, un posto di lavoro – non potete stupirvi se poi, a Palazzo, siedono gli stessi che hanno fatto dei vostri bisogni un affare.
Quindi, vi prego: non fate finta di non sapere quanto vale il vostro voto. Lo sapete bene.
E c’è chi, purtroppo, quel prezzo lo ha già pagato al posto vostro.
Scandalo corruzione marittima: lo Stato ancora nella rete.
L’ultimo filone d’inchiesta sulle frodi nelle pubbliche forniture ha portato al sequestro di ben 64 milioni di euro a una compagnia marittima. Mentre gli interrogatori davanti al GIP sono in corso, il pubblico ministero ha già richiesto gli arresti domiciliari per alcuni degli indagati.
Cosa nostra??? Non c’è più!!! Il 41 Bis??? Va eliminato!!!
“È in corso una smobilitazione della legislazione antimafia, si dice che Cosa Nostra non c’è più e che va abolito il 41 bis”, ovviamente non sono io a dirlo o meglio, il sottoscritto lo va ripetendo da un bel po’ di anni, ma comprenderete come il mio giudizio non rappresenti nulla di eclatante, dal momento che non ricopro alcuna posizione istituzionale, ma certamente l’operato compiuto costantemente come semplice cittadino – prima ancora che come delegato di un’associazione antimafia – mi ha portato a comprendere come in questi anni la giustizia, abbia deciso di percorrere una strada volta ad ostacolare o quantomeno a ritardare le attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e soprattutto verso la corruzione!!!
Quanto sta di fatto accadendo grazie a magistrati compiacenti presso taluni Tribunali, ha permesso di creare quei meccanismi deviati di complicità, compromessi, boicottaggi, ostruzionismi, rallentamenti, occultamenti, coperture, tutte procedure irregolari per creare disordine e caos, affinché la verità non giunga mai ad esser riconosciuta!!!
Il sottoscritto in questi lunghi anni ha potuto vivere sulla propria pelle il fastidio dato per aver fatto il proprio dovere!!!
Ciò che viceversa mi da maggiormente fastidio è vedere gli occhi di quelle persone “comuni”, di coloro che vorrebbero farti credere d’essere onesti, già di avere anch’essi qualcosa in comune con il sottoscritto, ben sapendo nel loro intimo, quanto lontani siano dal solo potersi paragonare al sottoscritto!!!
Certo mi si dice a volte di essere “pesante“, di non comprendere i limiti, quando è giunto il tempo di doversi fermare, già… come se alla legalità si possa dare un termine, una linea di demarcazione, oltre la quale tutto è possibile, sì… tutto permesso!!!
Dice bene il mio omonimo Nicola: “Il potere non vuole “gente pensante”, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”.
Già… il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Gratteri, risponde così alla domanda sul perché negli anni siano sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine a prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
“La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto (Procuratore, mi permetta di aggiungere che forse un giorno scopriremo quanto realmente accaduto in questo nostro paese) è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha dichiarato Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo.
“Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.
Ma purtroppo tra un po’ Lei non ci sarà a svolgere quel suo incarico, di me forse… resteranno le condanne, le denunce in corso, quelle presentate e quelle rimaste celate dentro i cassetti di un qualche magistrato e chissà se forse queste mie parole, espresse da un semplice Blog e seguite da tutti quegli incontri dove ho provato a trasmettere quel messaggio di legalità a molti ragazzi, ecco… chissà se forse un giorno, quanto si è insieme seminato, Lei col suo incarico ed io con la mia passione, porterà finalmente a quel rinnovato cambiamento a cui da sempre fortemente credo, perché rappresenta uno dei motivo fondamentali della mia vita, dandomi la forza a per continuare, ma soprattutto per non fermarmi!!!
Nicola, cosa aggiungere: andiamo avanti…
Incredibile!!! Può essere mai che nessuno lo abbia riconosciuto???
Il sottoscritto tra l’altro, nella foto principale pubblicata allora in formato “gif”, creata appositamente quasi a voler paragonare questa immagine bruciata nel fuoco con la cosiddetta “punciuta” compiuta dagli affiliati di cosa nostra, aveva eliminato da quella foto gli occhiali, proprio per far si che il viso fosse più chiaro e leggibile, in quanto l’effetto movimento provocato dal fuoco, rendeva a mio parere poco riconoscibile la fisionomia del latitante…
Ma incredibilmente così non è stato, eppure era facile riconoscerlo, non era cambiato di molto, era semplicemente invecchiato, ma chiunque – bastava restare un po’ più attenti e avere quel coraggio che evidentemente è mancato – l’avrebbe potuto riconoscerlo e quindi denunciarlo, anche in forma anonima!!!
Basti rivedere ad esempio un altro link http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/04/gli-investigatori-stanno-cercando.html da cui si evidenziava una certa somiglianza con le foto appena pubblicate in queste ore dall’Arma dei Carabinieri…
Ma poi mi viene spontaneo chiedere: arriva un nuovo soggetto in un paesino siciliano, prende un’abitazione in affitto, evidenzia di essere autonomo, recita in quel circondario l’immagine di un pensionato qualsiasi, ma se lo si osserva con attenzione si comprende come non dimostra di avere un età così avanzata, ed allora se non un pensionato significa che è una persona certamente benestante e perché si è trasferito lì???
Peraltro osservandolo ancor più con attenzione, chiunque avrebbe notato che vestiva elegante e che sicuramente durante le uscite settimanali si cambiava spesso, forse anche troppo visto il quartiere in cui viveva, inoltre un occhio attento, avrebbe riconosciuto l’orologio al polso e soprattutto un qualsiasi vicino (di quelli cosiddetti “cuttighiari“) avrebbe compreso che egli non svolgeva alcuna vita mondana, nessuna frequentazioni, mai alcuno che lo cercava e ancor meno visite, neppure di notte…
Lo dico perché il sottoscritto, in qualità di collega (del boss) – almeno per quanto riportato in quel documento d’identità – ogni qualvolta che si è trasferito per lavoro e quindi preso domicilio in una località italiana, in particolare nel nord del paese, ultima questa in Toscana, è stato sottoposto ad accertamenti, in primiss dalla Polizia Municipale e successivamente dai Carabinieri…
E allora mi chiedo, perché questi controlli non sono stati mai effettuati in quella sua residenza???
Oggi difatti il rischio più grande, lo sta affrontando chi in questi questi anni lo ha protetto; già… se egli decidesse di parlare con i magistrati e raccontare quanto sa o ancor più, se barattasse quei documenti in suo possesso, per ottenere quella desiderata (e protetta) libertà, ecco che sarebbero molte le teste che vedremmo cadere!!!
Non credo comunque a quest’ultima ipotesi (anche se in cuor mio spero profondamente che ciò avvenga…), come d’altronde mi sento di aggiungere che, se egli decidesse di ravvedersi e collaborare, difficilmente vedrete (dall’alto di quei poteri collusi) glielo permetteranno!!!
Occupazione e produttività!
In questo nostro paese, dove, si discute molto e si lavora poco, ciò che non si riesce a comprendere che questi meravigliosi “teorici del fare”… sono proprio quelli che nella loro vita, non hanno mai saputo fare nulla…, se non godere di quelle opportune raccomandazioni!!!Non voler capire che, per dare nuovamente ripresa e sviluppo, bisogna intervenire su alcuni fattori fondamentali e primari, ecco che, quanto finora fatto, diventa così del tutto inutile.
Bisogna iniziare con l’abbassare il costo del lavoro, quindi incrementare la produttività delle imprese, specializzando le attività in quei settori ad alta professionalità e capacità tecnologica, ed infine e non meno importante ridurre il cosiddetto “cuneo fiscale”.
Ora ciò che i nostri politici non capiscono e che non basta legiferare e poi presentarsi in televisione, per far capire che si sta intervenendo, perché quasi sempre gli interventi fatti, vanno monitorati ed il più delle volte modificati in corsa…
Ogni provvedimento infatti, nel momento in cui viene emesso, può o deve subire delle modifiche a seconda delle condizioni politiche ed economiche, che nel contempo, vanno nel mondo modificandosi…
Da noi invece, fatta la legge… si lascia lì, in balia di se stessa, senza valutarne la reale utilità o ancor più sicura la propria inefficacia…
Si potrebbe ridefinire l’indennità di disoccupazione, rimodulando la completa assenza con una presenza costante e produttiva dello stesso personale e cioè lasciandolo in maniera part-time nel posto occupato, riconoscendo per differenza il giusto incentivo statale.Ecco che in questo modo, oltre che a garantire e ridare dignità personale all’individuo ( che non si ritrova più di fatto ad essere un disoccupato…), si da la possibilità di continuare a beneficiare di un elemento produttivo, in quanto conosce già le metodologie delle lavorazioni ed inoltre, in questo modo, s’interviene in quel settore del cosiddetto “lavoro nero”, escludendo di fatto, sia la possibilità di foraggiare un settore sommerso ma soprattutto, da la possibilità ad altri disoccupati di poter godere di quell’eventuale opportunità lavorativa!!!
Quindi provare ad incentivare la produttività, premiando quelle imprese che dimostrano di aver realizzato investimenti, assunzioni e/o trasformazione dei contratti a termine a tempo indeterminato, crescita finanziaria, partnership, formazione, ma soprattutto contrasto alle politiche di evasione e del malaffare, ecc…
Premiare da un lato, quelle imprese che si ispirano a principi di legalità e dall’altro, contrastare in maniera decisa e definitiva, quelle che continuano a realizzare i loro profitti attraverso “particolari connivenze” e non mi riferisco a quelle di carattere mafioso ( di cui ben si conoscono nominativi e appartenenze… ), ma di coloro che, inseriti appositamente nell’organigramma politico/amministrativo, svolgono in maniera celata, quanto necessario per privilegiare le imprese amiche ” precedentemente ” segnalate!!!
Non possono non sapere…
Se si volesse raccontare il “fango” con cui si è obbligati a convivere…, credo che non basterebbero abbastanza pagine per descrivere, quanto in questi anni, se pur ” indirettamente ” ci viene imposto.
Assistiamo quotidianamente a situazioni, che vengono realizzate esclusivamente per compiere azioni disoneste: truffe, raggiri, frodi, evasioni, connivenze, brogli, contraffazioni, ecc…, infatti queste, ormai si svolgono come fossero una consuetudine…
In particolare proprio questa nostra terra, viene continuamente “violentata” da faccendieri che considerano quale unico valore di vita, lo scambio, quello del denaro.
A dimostrazione che la nostra Sicilia, presenta il minor incremento annuale, soltanto l’1,0%, dimostra che e veramente difficile scoprire l’evasioni anche per le stesse forze dell’ordine, in quanto il sistema è talmente ben collaudato e oleato, che diventa difficile scoprirlo!!!
Dopotutto, i rischi di denunce sono sempre dietro l’angolo, ed anche coloro che oggi sembrano apparire ( ai Vs. occhi… ) come soggetti deboli, possono, inevitabilmente rovinarvi le carriere, esponendo a chi di dovere, gli abusi effettuati e colpendo con azioni legali e mirate, quelle responsabilità che non sono da ricondursi all’Amministrazione, ma esclusivamente personali, in quanto, risultanti da scelte autonome, soggettive e interpretative, di cui l’Amministrazione ignara, anche se colpita ( come sempre fa ) si tirerà fuori…, lasciandovi in queste circostanze da soli ed in completo abbandono…















