Difatti, non esiste un’unica direzione giusta, virtuosa, da intraprendere in modo appropriato e chi afferma ciò, possa essere anche un capo spirituale, sa che non dice il vero, perché in nessun libro sacro vi è scritto di odiare e ancor meno di…uccidere!!!
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Tomba di Gesù: le conseguenze per la fede sarebbero disastrose!!!
Con questo voglio dire che non sempre la verità dei fatti – anche quando opportunamente accertata e verificata – viene da tutti accolta, anzi la maggior parte dinnanzi all’evidenza, preferisce il più delle volte girarsi dall’altra parte, non ascoltarla, di più… rifiutarla, sì perché contraddice con quanto finora si era creduto e quindi non si è pronti a quell’improvviso cambiamento!
Difatti, ponete il caso su quanto avevo riportato ieri e cioè che il ritrovamento della tomba di Gesù sia reale e che i fatti (e quindi che le analisi compiute sul Dna di quello scheletro con alcuni suoi presunti familiari, di cui in questi giorni parlerò…) dimostrassero che quell’uomo non fosse diverso da noi e quindi che non vi fu in quel tempo alcuna “resurrezione“, ma non solo, egli morì su una croce come le migliaia e migliaia di uomini e donne che nel corso dei secoli l’avevano preceduto e che per altri trecento anni lo hanno ahimè seguito; d’altronde parliamo di una pratica, quella della crocifissione, che i romani avevano appreso già dai Cartaginesi e che veniva per l’appunto utilizzata per infliggere il massimo del dolore, tortura che venne definitivamente abolita nel IV secolo dall’imperatore (ormai… cristianizzato) Costantino.
Peraltro vorrei ricordare come su quell’accaduto vi siano parecchie discrepanze, ad esempio i “Testimoni di Geova”, considerano Gesù morto non su una croce, ma legato ad un palo: questi difatti fanno riferimento alla circostanza che nel Nuovo Testamento si usò la parola greca σταυρός (stauròs) con il significato di “palo di tortura”; ma anche Luca impiegò un sinonimo, ξύλον (xylon), che significa “legno” e quindi i Testimoni di Geova sostengono che con tali termini gli evangelisti designassero un singolo palo verticale.
Gli stessi musulmani, che considerano Gesù (non il figlio di Dio) ma un grande profeta, nelle loro scritture riportano che egli ascese direttamente al cielo, senza patire in croce.
Se quindi si escludono le fonti cristiane che da sempre parlano della “croce”, possiamo costatare come tutte le altre fonti, quelle cosiddette indipendenti non dicano molto su quell’episodio: Gli scrittori romani Tacito e Svetonio, nel 116 e nel 117 d.C. citarono Gesù dicendo solo che fu giustiziato, senza spiegare come. Giuseppe Flavio, autore intorno al 75 d.C. di Antichità Giudaiche, è l’unico “indipendente” ad attestare la croce con queste parole: “Gesù fu uomo saggio se pure conviene chiamarlo uomo, infatti egli compiva opere straordinarie (…) dopo che Pilato lo condannò alla croce, non vennero meno coloro che fin dall’inizio lo ebbero amato (…)”.
Va detto comunque che la maggioranza degli studiosi accetti parzialmente questo scritto, attribuendo ad esso interpolazioni e manomissioni compiute da alcuni “cristiani”, in particolare ci si riferisce ad alcune affermazioni che hanno di fatto migliorato un resoconto negativo di Gesù, togliendo e quindi modificando le frasi realmente riportate nel testo originale!
Ritorniamo quindi all’inizio…
Poniamo per un momento che si confermasse che quello scheletro ritrovato all’interno di una tomba, potesse appartenere realmente al corpo di Gesù, ditemi: ma veramente pensate che gli ebrei, dopo quanto hanno passato a causa di quell’accusa di “deicìdio” e cioè d’aver fatto crocifiggere Gesù Cristo, tema principale divenuto a partire dal 300 d.c. motivo dell’antisemitismo cristiano, possano far trapelare una notizia del genere???
Sono anni che il mondo intero, dopo quanto accaduto a partire dalla seconda metà del XX secolo a causa della Shoah (il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista ma anche i loro alleati, ma di cui anche la chiesa cristiana in particolare quella cattolica ha gravi colpe per quei “silenzi assordanti”…), ha provato a ricucire un rapporto con gli israeliani ed ora quest’ultimi, dopo millenni di antisemitismo (lo stesso tra l’altro che si sta in questi giorni ripetendo a causa il conflitto in corso nella Striscia di Gaza contro il gruppo di Hamas, a scapito anche della popolazione palestinese che come stiamo assistendo sta subendo numerose vittime, senza che ahimè nessuno sia in grado di fermare questa guerra assurda…), ora che finalmente hanno iniziato ad avere nuove relazioni con gran parte del mondo intero, in particolare con il mondo cristiano che ha visto profondamente migliorare i rapporti diplomatici con il Vaticano, pensate che voglia tornare al passato???
Già… vorrei aggiungere di quanto gli israeliani siano felici per non dire “appagati”, mi riferisco al il profilo economico/finanziario, per essere i custodi di quel turismo “cristiano” ma non solo, che da sempre si reca in quella terra santa, fonte di business e di guadagni per tutti coloro che attendono e organizzano tour per visionare quei luoghi sacri, sì… centinaia di migliaia di pellegrini che ogni giorno per fede, fanno in modo di recarsi in quelle mete religiose.
Credetemi… poco importa alla maggior parte di loro dell’aspetto spirituale dei fedeli, ciò che interessa maggiormente è il flusso milionario che quel settore turistico/religioso produce, quantificabile in milioni e milioni di euro che vengono suddivisi tra enti, confraternite, accompagnatori spirituali, guide, tour operator, agenzie di viaggio, assicurazioni, servizi di autotrasporti, cui seguono per l’ingresso ticket staccati dinnanzi quei luoghi sacri, a cui si aggiungono attività di compravendite di reliquie e oggetti sacri venduti in ogni angolo di strada da ambulati, commercianti, negozianti, etc… e per finire, come non evidenziare le migliaia strutture di accoglienza create appositamente da privati e da enti religiosi, ubicate tutte in posizione strategiche: ricordo tra l’altro che stiamo parliamo di luoghi sacri per tutti i credenti delle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam!!!
Immaginatevi quindi quanto sia ora penalizzante quel conflitto armato che ha di fatto determinato su tutto il territorio un crollo improvviso di presenze e che purtroppo prevede di dover continuare così ancora per molti mesi, incidendo negativamente su tutta l’economia turistica di quell’area; pensate quindi che gli israeliani desiderano – dopo quanto sta già loro accadendo – di rimanere coinvolti in un qualche ritrovamento che possa accendere nuove controversie religiosi o dibattitti teologici, sulla eventuale possibilità che uno scheletro possa appartenere a Gesù??? Ma per favore, non ci pensano minimamente!!!
Domani comunque riprenderò a parlare di quella tomba di famiglia scavata appena fuori la città vecchia di Gerusalemme, provando così a dare un senso non solo a quel remoto passato, ma soprattutto a quanto in questi anni, mi è stato – come per tanti – intenzionalmente riportato…
Per giungere alla fine del conflitto, bisogna creare uno Stato Palestinese!!!
Alcuni mesi fa avevo scritto questo post https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/a-catania-ho-fondato-lo-stato.html – sicuramente utopistico, ma che dava un senso logico ad una situazione certamente oggi di difficile soluzione…
Ho letto i tanti commenti ricevuti, alcuni tra l’altro favorevoli all’idea, altri viceversa non così disponibili a dover rinunciare ai propri territori, seppur parliamo di terre per la maggior parte incolte o desertiche, ma che potrebbero attraverso sostanziosi fondi internazionali e interventi industriali e agricoli, trasformarsi in un vero e proprio paradiso, con due sbocchi a mare, uno il Mediterraneo e l’altro il Mar rosso, fondamentali per nuovi collegamenti commerciali…
Ora però incredibilmente ecco che anche Gila Gamliel, a capo del ministero dell’intelligence israeliano, ha proposto (debbo forse credere che abbia copiato la mia proposta???) ha realizzato uno studio in cui tra le ipotesi per il dopo Hamas a Gaza, proponeva la possibilità di trasferire la popolazione civile palestinese da Gaza verso l’Egitto, creando una zona cuscinetto per proteggere il confine israeliano.
Minchia… ma è la stesso cosa che io nel disegno sopra riportato ho disegnato, allora non sono così folle… sarà che sull’argomento “Storia” sono ben preparato e soprattutto vorrei evitare quei corsi e ricorsi storici che la natura umana dimostra purtroppo nei secoli voler ripetere!!!
Certo anche il ministro mette le mani avanti e parla di proposta “concettuale” ribadendo che una tale ipotesi non è mai stata discussa dal governo nazionale, il ministro però ha voluto comunque ribadire l’idea come una possibile soluzione pacifica che potrebbe mettere tutte le parti n causa d’accordo…
Certo, esiste un’altra soluzione e si chiama guerra “totale” e coinvolgerebbe non solo i due attuali contendenti, ma estenderebbe in Libano, Siria, Yemen e Iran l’eventuale conflitto, con ripercussioni certamente imprevedibili che coinvolgerebbero molte di quelle potenze militari…
Ovviamente una soluzione rapida va trovata, parliamo di milioni di profughi senza alcuna terra, difficili da sistemare anche in altri paesi, molti dei quali se pur legati dalla stessa cultura araba, dimostrano esser poco disponibili ad accoglierli….
Bisogna indirizzare le risorse di bilancio dell’L’United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRA) per assistere economicamente e civilmente i Palestinesi per creare nuove condizioni che incoraggino il popolo palestinese a ricostruire la propria vita altrove, in una terra libera e indipendente dove progettare il proprio futuro senza dover sottostare a nessuno, mi riferisco ad Israele ma anche a quelle organizzazioni fondamentaliste militari che dettano non solo la politica ma ahimè anche la vita sociale!!!
Vedremo quindi quale scenario si adatterà meglio a quel popolo “profugo” dal momento che – vista l’attuale politica militare del governo israeliano – difficilmente riuscirà a rimanere in quella terra, la stessa su cui fino a pochi mesi fa risiedeva, se pur tra condizioni durissime, ma che rischia ora di venir definitivamente sfollata da quella Striscia di Gaza…
A rischio un nuovo conflitto, mentre la pressione della Comunità internazionale non si sta minimamente concretizzando!!!
Qualcuno sperava in un intervento armato da parte dell’alleanza araba, altri dopo l’attacco compiuto dalle forze militari di Hamas auspicano in un ritiro israeliano; ma quanto andrà ad accadere su quei territori non lascia dubbi…
Credo infatti – a differenza di quanto in molti raccontano – che Israele non lascerà più quella striscia di Gaza, anzi vedrete, proverà a raderla al suolo…
Viceversa, le energie strategiche di Hamas, andranno con il passar del tempo scemando, poiché inizieranno a venir meno quei fondi che finora l’hanno sostenuta, sia internazionali che arabi…
Difatti, l’unico Stato che evidenzia avere ancora interessi affinché il conflitto prosegui è quello iraniano, ben sapendo quest’ultimo quale rischio potrebbe innescare è cioè quello di dare il via ad un conflitto mondiale, una condizione che già da anni proprio gli Usa, dopo Afghanistan e Iraq dimostrano voler iniziare, in particolare per abbattere quel suo governo in carica…
Ed infine non dimentichiamo la comunità internazionale, che evidenzia quanto poco impatto abbia nel mettere in difficoltà le parti in causa, in particolare il governo israeliano che al contrario, dimostra di voler andare per la propria strada senza alcun tentennamento!!!
Ho letto un passaggio riportato sul web di un professore (Goodman) israeliano durante una sua lezione: “Stiamo derubando un’altra nazione della sua libertà, e questo non è etico, non è ebraico e non è eppure sionista, perché il sionismo nasce dal principio dell’autodeterminazione dei popoli. L’Occupazione non è solo sbagliata e antidemocratica, prosegue, ma alla lunga finirà per diventare una minaccia strategica. Cosa succede se andiamo avanti con lo status quo nella Cisgiordania? Che con ogni probabilità l’Anp collasserà, e tre milioni di palestinesi saranno assorbiti in Israele e diventeremo uno Stato binazionale, già… uno Stato con due popolazioni ostili è di per sé pericoloso e c ricorda Libano e Bosnia come esempi di un esperimento finito male”.
Certo, quanto sopra è realmente difficile da compiersi eppure lo stesso Goodman aveva proposto un più equo “status quo”, da realizzarsi in otto punti:
- garantire ai palestinesi libertà di movimento all’interno dell’Anp, costruendo strade che permettano di bypassare le aree a maggioranza ebraica, e dunque i checkpoint.
- ampliare l’area A, quella dove i palestinesi hanno maggiore autonomia.
- facilitare il movimento dei palestinesi verso l’estero.
- facilitare l’ingresso in Israele per ragioni di lavoro.
- allocare terreni dell’area C, quella a maggiore controllo israeliano, ad attività commerciali palestinesi.
- nessuna espansione degli insediamenti, al di fuori dei grandi blocchi già a maggioranza ebraica.
- Sette: favorire il commercio internazionale.
- fine della gestione israeliana delle imposte palestinesi.
D’altro canto, ridurre l’occupazione è necessario non solo per renderla più tollerabile ma, soprattutto, per mantenerla reversibile…
Ovviamente il pensiero di Goodman non teneva conto di quanto ora accaduto con l’attacco di Hamas e delle dirette conseguenze che quell’azione ha di fatto provocato, difatti, quanto poteva a suo tempo rappresentare un’apertura a una nuova forma di pluralismo e tolleranza, oggi quell’opportunità, è stata allontanata definitivamente…
Quindi in attesa del 2024 – pur auspicando in cuor mio la fine del conflitto – non mi aspetto in tempi celeri che quanto sopra potrà accadere; l’unica speranza ora è che quanto si sta verificando non porti ad estendersi, altrimenti le ripercussioni sulle popolazioni e sui territori saranno gravissime, non solo per quei soli paesi ostili, ma ritengo, anche per molti paesi nel mondo…
Un pensiero: cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza e di sopraffazione, la peggiore delle quali è proprio la guerra!!!
Politiche di Governo ottime??? Già… come diceva Goebbels: per diffondere falsità ci vuole astuzia!!!
La propaganda in qualsiasi campo la si faccia è sempre utile, in particolare quando fa credere di essere di sostegno alla causa degli oppressi!!!
Ecco perché nel sentire quotidianamente in tv quei portavoce lacchè dell’attuale governo Meloni, rivedo le stesse tattiche utilizzate a suo tempo da Joseph Goebbels, ministro della “propaganda” nazista del Terzo Reich, che riuscì a sfruttare l’attività di diffusione di notizie false con lo scopo di persuadere i propri connazionali sul magnifico “stato di salute” della loro nazione, antitetica esposizione della realtà che abbiamo visto dove li condusse!!!
D’altronde, sappiamo bene come la manipolazione di massa sia un tema ciclicamente riproposto nel corso della storia, vedasi difatti quanto sta accadendo ora nel conflitto arabo/israeliano con il riacutizzarsi di temi nazionalistici, religiosi e razziali, che sembravano essere stati accantonati, ma che sono riemersi in tutta la loro gravità.
Osservandi quindi quanto costantemente riportano dai media (sottomessi quelli “pubblici” alle strategie di partito, mentre i “privati” alle determinazioni dei loro imprenditori, d’altronde è molto semplice da dimostrarsi: basti leggersi i nomi a cui questi mezzi d’informazione appartengono!!!) si può intuire come quei loro messaggi corrispondono in maniera analoga alle strategie messe in atto dai politici di governo dei giorni nostri.
Eccoli lì… in prima linea, fieri di aver trovato finalmente la libertà di dire la verità, stanchi dalla fatica in cui per anni sono stati costretti, già… a quel silenzio che non permetteva loro di parlare, gridare a squarciagola il loro disappunto, impazienti di entrare in possesso dei veri interessi nazionali, difesi a – loro dire – ad oltranza da chi non meritava quel ruolo pubblico!!!
Ed ora tocca a loro, finti paladini della verità, che provano a riprendersi quel ruolo assegnato, quasi fosse un segno del destino che doveva prima o poi arrivare, tanto da non ritenere più necessario difenderlo o usare particolare astuzie per rivelare quel loro messaggio di salvezza.
D’altronde sono giunti al potere e chi mai dovrebbe riuscire a scalzarli???
La verità… non conta, peraltro in questo Paese non ha mai contato!!! Abbiamo visto negli anni come grazie a ottimi studi legali la verità sia stata travisata, anzi di più… soffocata, e il lavoro della giustizia finito nel wc.
Già… uno scontro, quello con la magistratura – che ancora oggi si va ripentendo – facendo ricorso alle solite astuzie per continuare a diffondere falsità!!!
Sì… anche Tommaso Moro in un’utopia descriveva un paese le cui condizioni di vita erano giuste – era un paese ben diverso da quello in cui egli viveva, ma gli somigliava in molte cose – tranne che nelle condizioni di vita!
La pace non è solo l’assenza di guerra, ma il rispetto della diversità e la condivisione della solidarietà!!! A differenza dell’uomo, l’IA ha compreso cosa fare…
La pace non è semplicemente l’assenza di conflitto armato, ma anche un concetto più ampio che coinvolge il rispetto della diversità, la giustizia sociale e la condivisione della solidarietà tra le persone e le nazioni.
Si sa… la pace può essere raggiunta quando le persone lavorano insieme per risolvere i loro conflitti in modo pacifico, rispettando le differenze culturali, religiose e sociali e impegnandosi a costruire un mondo più equo e armonioso.
Questo è un messaggio importante per promuovere la comprensione e la cooperazione tra le persone di tutto il mondo.
La convivenza pacifica tra due popoli con grandi differenze culturali, religiose, linguistiche, storiche e finanziarie può essere certamente una sfida complessa, ma è possibile raggiungerla attraverso sforzi concertati e strategie a lungo termine.
Certo, vi sono alcuni approcci che possono aiutare a raggiungere l’obbiettivo, ad esempio il dialogo e la comprensione…
Il primo passo ad esempio per affrontare le differenze è promuovere il dialogo aperto, questo può includere incontri tra leader comunitari, gruppi di discussione interculturali e programmi educativi per sensibilizzare alla diversità.
L’uso inoltre di mediatori neutri può essere utile per affrontare i conflitti tra i due gruppi; la mediazione difatti, aiuta a trovare soluzioni pacifiche e negoziate ai problemi.
Un sistema giuridico inoltre protegge i diritti umani e garantisce l’uguaglianza ed è fondamentale per garantire la convivenza pacifica. Difatti, condannare leggi anti-discriminazione e porre meccanismi per affrontare le violazioni dei diritti, può certamente contribuire a costruire un ambiente più giusto…
E’ fondamentale creare programmi educativi e scambi culturali, questi potranno aiutare a ridurre i pregiudizi e a promuovere la comprensione reciproca. Scuole e istituzioni accademiche possono svolgere un ruolo chiave in questo processo.
Ed ancora… la collaborazione economica; essa può essere un incentivo per due popoli a lavorare insieme: progetti economici condivisi, investimenti reciproci e partnership commerciali possono favorire la stabilità e la prosperità.
In questo le organizzazioni internazionali ed i mediatori esterni potranno svolgere un ruolo importante nella facilitazione del dialogo e nella promozione della pace. L’intervento di terze parti può essere necessario in situazioni di conflitto prolungato.
Promuovere una cultura della pace è essenziale, questo implica educare alla non violenza, alla tolleranza e al rispetto delle differenze, sia nelle scuole che nelle comunità.
È importante notare come la convivenza pacifica richieda tempo e impegno da entrambe le parti, non vi sono soluzioni rapide o facili, ma attraverso la comprensione e lo sforzo continuo, è possibile costruire relazioni armoniose tra i popoli anche con differenze significative.
Certo qualcuno potrebbe obiettare: ma se l’odio di uno schieramento prevale, cosa si può fare per ristabilire l’ordine e la convivenza?
Ecco, in questi casi è importante comprendere come la situazione debba richiedere più tempo e maggiore perseveranza; purtroppo, non esiste una soluzione universale per tutti i problemi, ogni situazione è unica e necessita un approccio adattato alla circostanza.
Giungere ad una convivenza pacifica richiederà un impegno costante, assiduo, da parte non solo di quelle parti coinvolte, ma anche da chi si trova al di fuori del conflitto, poiché solo attraverso il sostegno di tutti e con uno sforzo collettivo, si potrà ristabilire l’ordine eliminando definitivamente quell’odio che da sempre ha saputo alimentare ostilità e intolleranza tra quei due popoli attigui…
Finché l’uomo resta un animale, vive per il combattimento a spese degli altri, teme e odia il prossimo: La vita, quindi, è guerra!!!
Lo scorso anno avevo completato un post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/03/a-causa-della-guerra-si-perde-tutto.html con queste parole: “In guerra mi facevano più impressione i vivi, che i morti. I morti mi sembravano dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li guardavo come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, avevano questo terribile vuoto negli occhi: erano esseri umani che avevano guardato oltre la pazzia, e ora vivevano abbracciati alla morte”!!!
Questa guerra difatti è stata architettata, programmata, ma soprattutto voluta da chi da sempre cerca in tutti i modi di espandere il proprio potere o quantomeno prova in ogni circostanza di imporre le sue regole e chi non si sottomette, ne subisce le conseguenze…
Ecco perché mi permetto di condividere un post realizzato da “ControTv”: https://odysee.com/@luogocomune:5/ucraina-2023-un-anno-di-bugie:8 che riporta perfettamente quanto è accaduto in questi anni e come ahimè si sia giunti ad una guerra preannunciata!!!
E’ evidente che gli Stati Uniti stanno presentando il conflitto militare come fosse una battaglia più ampia, tra valori democratici e forze autoritarie, una sfida diretta all’ordine internazionale basato sulle regole stabilite dalla fine della seconda guerra mondiale e che sta rischiando di portarci a quelle guerre decennali che hanno devastato l’Europa…
D’altronde fin dai primi giorni dell’indipendenza dell’Ucraina, nel 1991, i funzionari americani avevano riconosciuto il valore strategico del paese, mentre la Russia stava ancora lottando per trovare la sua nuova identità dopo la disgregazione dell’ex Unione Sovietica.
Abbiamo visto poi come prima la Polonia e poi gli Stati baltici abbiano aderito alla NATO e come nel 2008 il presidente Bush abbia sostenuto pubblicamente il desiderio che anche l’Ucraina ne facesse parte, se pur alcuni paesi dell’Europa occidentale fossero di fatto riluttanti.
Oggi infatti l’Ucraina non è né un membro della NATO e neppure parte dell’Unione Europea, come d’altronde è difficile ipotizzare che questo possa un giorno aderire ad entrambi, peraltro, proprio a causa del conflitto in corso, sarà ora difficile che possa ritornare nuovamente sotto l’ala protettiva della attuale Russia..
Promuovere la pace deve essere il primo obiettivo del nostro Paese!!!
Osservo d’altronde come – da parte di molti – vi sia una estrema superficialità nel trascorrere la propria quotidianità, la vita è vissuta in maniera inconsistente, poco impegnativa, basti osservare come ci si assilla nel discutere sugli abiti provocatori di una presentatrice o su un bacio manifestato al di fuori di quel contesto canoro, ma l’importante per gli addetti ai lavori è che se ne parli…
Viceversa, ci si è totalmente dimenticati di mandare un semplice messaggio di speranza, ricordare a tutti come la guerra rappresenti a tutt’oggi la più grave forma di violenta, in quanto causa distruzione, morte, sofferenza e soprattutto privazione a livello individuale e collettivo….
Inoltre, la guerra per come abbiamo studiato, può avere conseguenze negative a lungo termine, come la destabilizzazione politica, l’emigrazione forzata, la perdita di risorse e le difficoltà economiche, ecco perché diventa importante giungere alla risoluzione pacifica dei conflitti, unici obiettivi per la stabilità e la sicurezza a livello globale.
A volte basta una parola, una comunicazione sincera affinché si inizi quel processo di promozione che conduca alla comprensione di entrambi le parti, perché provare a comprendere le opinioni e i punti di vista degli altri può aiutare a costruire relazioni positive e a risolvere possibili conflitti in modo pacifico.
Il nostro Paese, in particolare il nostro governo deve lavorare affinché gli obiettivi di entrambi le parti di quel conflitto trovino una giusta soluzione che conduca alla tolleranza, al rispetto e ad una nuova cultura di pace, per prevenire nel futuro, eventuali conflitti.
Solo così si potrà giungere alla fine di questo conflitto, perché la pace non è qualcosa che può essere ottenuto facilmente, ma richiede enormi sforzi sostenuti d tutti a livello globale.
Tuttavia, può sembrare un utopia, ma ognuno di noi può fare la differenza, basta semplicemente dimostrare di volere con i fatti questa pace, contribuire quindi in tutti i modi possibili per ottenerla, affinché si ritorni a un mondo pacifico e stabile.
Le sanzioni non fermano il trasferimento di miliardi di franchi svizzeri nelle banche elvetiche!!!
Ci stanno raccontando che i magnati russi stanno per morire di fame, che i loro rubli non valgono più niente, che tutti quei cosiddetti ologarchi a causa della guerra stanno perdendo tutto…
Ma veramente pensavate che quei miliardari non si sfossero preparati ad ogni evenienza… che negli anni non abbiano investito in oro, diamanti, tesori artistici o moneta sonante, come dollari, euro, yen o ancor meglio franchi svizzeri…
E di soldi ne stanno giurando tantissimi, in particolare in Svizzera, dove stanno arrivando miliardi e miliardi di quella moneta…
Secondo un rapporto di una Tv Svizzera, i banchieri elvetici hanno introitato presso i loro forzieri, valori appartenenti a quei clienti russi tra i 100 e i 200 miliardi di franchi svizzeri!!!
Sembrerebbe che il patrimonio totale dato in gestione alle principali banche svizzere da quei magnati russi a circa 8.000 miliardi di franchi svizzeri e questo significa che la guerra con le sue sanziioni a quei russi gli fanno un baffo, dal momento che essi da soli rappresentano in Svizzera il 4% del patrimonio totale dei clienti…
Certo, il numero esatto non verranno mai a dircelo, e state certi che le cifre sopra riportate sono sotto stimate, ed anche se òe banche svizzere debbono entro la fine di giugno segnalare le esatte attività di quei russi al ministero dell’Economia svizzero, vedrete che alla fine quei banchieri si rifiuteranno di fornire i dati reali, se non applicare a quei fondi un eventuale e provvisorio “congelamento” che poi è d’altronde quanto più fa comodo a quei banchieri…
D’altronde abbiamo visto tutti come il governo svizzero si sia immediatamente mosso – a fine febbraio -a favore delle sanzioni dell’UE contro la Russia, stabilendo arbitrariamente come quei suoi clienti russi – ora inseriti nella lista nera – non possono più prelevare denaro dai propri conti svizzeri.
Certo ora sono in molti a contestare questo stato di cose e soprattutto quella pseuda posizione neutrale della Svizzera che di fatto dimostra non garantire più i propri clienti pur di accapararsi quella montagna di denaro dei russi, lo stesso d’altronde che un tempo fu con lo stesso inganno requisito nel dopoguerra a quei gerarchi nazisti!!!
Stesse banche, stesso denaro, entrambi allora come oggi, macchiati di sangue!!!
La storia di ripete: il corridoio del Donbass come quello di Danzica!!!
70′ anni fa la scintilla che provocò la 2° guerra mondiale fu costituito dal corridoio di Danzica, quella striscia di territorio istituita dopo la prima guerra mondiale, col trattato di Versailles del 28 giugno 1919, per dare alla ricostituita Polonia uno sbocco sul Mar Baltico ed oggi, l’obiettivo di Putin, dopo il riconoscimento delle autoproclamate repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk, e collegare il Donbass con la penisola della Crimea, corridoio obbligato per le truppe e le merci di Mosca.
Ovviamente in una regione che parla esclusivamente russo, in molti avrebbero dovuto pensare che di lì a poco, sarebbero iniziate a crescere quelle naturali ragioni secessioniste che la maggioranza della popolazione desiderava e cioè rientrare nuovamente sotto la protezione del patto di Varsavia e difatti, nel 2014, ciò ha condotto alla rivolta filo-europea di Maidan, a Kiev.
Sono seguite le due regioni del Lugansk e Donetsk, che sono state dichiarate indipendenti e riconosciute proprio alcuni giorni fa da Putin come nuove Repubbliche, in contrasto agli accordi stipulati a Minsk, in cui si era deciso di lasciarle sotto giurisdizione dell’Uraina…
Ora, la conseguenza di tali atti è geopoliticamente chiara: la Russia con le azioni militari ha in buona sostanza annesso unilateralmente oltre 50.000 km2 di territorio ucraino ai propri confini e facendolo, ha mandato anche un ultimatum all’Ucraina che se non si piegherà a mediare dalle proprie intenzioni e cioè di scindersi dall’ex blocco sovietico per passare – quando gli sarà permesso di farlo, circostanza alquanto difficile in tempi brevi – con la NATO, vedrete che la risposta militare russa non si arresterà, ma viceversa sarà estesa in tutto il suo territorio e forse anche oltre!!!
E’ tempo comunque di negoziare la pace, nessuno oggi, nemmeno la NATO, può permettersi l’estensione di una guerra, perché sarebbe una catastrofe per l’intera umanità e nessuno dei contendenti ne uscirebbe vincitore, anzi saremmo – se l’escalation dovesse aumentare – tutti morti!!
Quindi, è tempo di stare con i piedi per terra e sparare meno cazzate e non credere alle fake news che ci voglio indottrinare!!!
E’ tempo quindi di comprendere le ragioni di ciascuna parte, in particolare di chi può sembrare a prima vista folle per essere sceso in campo con i propri armamenti, ma bisogna esaminare anche le ragioni che hanno spinto quest’ultimi ha compiere quelle azioni di forza, certamente da avversare in quanto ingiuste, ma che devono in ogni caso essere valutate in maniera ragionevole e non per come vedo in questi giorni, con altrettanta sconsideratezza!!!
Lettera aperta di un lettore: vi è forse un conflitto d’interesse???
Ecco il motivo per cui trasmetto Lei quanto a suo tempo avevo anticipato a quelle testate “on line“, dove tra l’altro, rappresentavo il conflitto d’interessi ricoperto dal “Vice Presidente” di quell’Ordine dei Medici, con la carica politica ricoperta e precisamente, quella di Coordinatore Provinciale di Catania del movimento #diventerà bellissima, del Presidente Nello Musumeci (“partito politico italiano di orientamento autonomista e meridionalista, attivo in Sicilia, ispirato ai valori cristiani e sociali della civiltà europea e mediterranea” – nota Wikipedia ).
Inoltre, posso dichiarare che altri soggetti presenti a quella riunione si erano proposti per quell’incarico, ma sono stati immediatamente “bloccati” dall’Assessore Razza, che per “acclamazione” (pochissimi applausi, in particolare compiuti da quei soggetti che risultavano estranei in quanto non iscritti), ha deciso per tutti i tesserati, nominando quale “Coordinatore Provinciale di Catania”, la Dott.ssa Catalano. Libia: Tripoli sotto assedio!!!
Le forze libiche sotto la guida di Khalifa Haftar sono giunte a sud di Tripoli, spingendo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il G7 a chiedere una sospensione all’avanzata militare sulla capitale.
Ecco quindi che dopo l’incontro di Bengasi con Haftar, Guterres ha dichiarato che ha lasciato la Libia con “una profonda preoccupazione e un cuore pesante” esprimendo la speranza che si possa evitare un “confronto sanguinoso“.
L’appello di Haftar per fermare la sua offensiva è stato sostenuto all’unanimità dal Consiglio, inclusa la Russia, che aveva in precedenza sostenuto lo stesso generale… Estrazione: lettera aperta sull’incompatibilità tra controllori e controllati.
Per questo motivo è necessario procedere con la rotazione di quei “controllori”, in particolare quest’ultimi devono essere scelti al di fuori di quei territori di pertinenza, affinché non siano presenti rapporti familiari, d’amicizia o anche solo confidenziali.Conflitto d’interessi per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni e soprattutto obbligo di astensione in taluni casi!!!

Innanzitutto cos’è il conflitto di interessi…
Entrando nel merito della nostra regione Sicilia, il conflitto di interessi ed il correlato obbligo di astensione, sono disciplinati dal “Codice di comportamento”.
a) un dirigente di struttura di massima dimensione, la sostituzione avverrà con decreto del Presidente della Regione su proposta dell’Assessore competente al ramo dell’Amministrazione;
Sono poche per non dire nulle, le segnalazioni pervenute su situazioni di conflitto di interessi, ed ancor meno saranno state le violazioni accertate, a cui difficilmente sono state irrogate sanzioni.Ma la nostra isola… è forse indirettamente sotto la minaccia nucleare???
Nessuno ne parla ovviamente… eppure la nostra isola rappresenta per le forze armate “USA”, uno dei capisaldi più importanti dal punto di vista militare…
Ad esempio, nel Friuli Venezia Giulia troviamo vicino la cittadina di Aviano, la più grande base aerea avanzata, con un deposito d’armi ed un centro di telecomunicazioni dell’Usaf, con almeno tremila presenza tra militari e civili americani…
Quest’ultima, oltre ad essere un’importante stazione di telecomunicazioni, presenta all’incirca 2000 militari e civili americani…
Quindi, seguono le stazioni di telecomunicazione di Motta S. Anastasia, Caltagirone, Marina di Marza, Monte Lauro, Centuripe, Pantelleria e Lampedusa ed ovviamente la più importante, quella di Niscemi… 











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