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Altro che James Bond: la mafia non ha bisogno di "auto subacquee", quando ha il porto di Catania!

Altro che James Bond, 007, auto trasformabili in sottomarini, la droga entrava nell’isola dal Porto di Catania!

Secondo le indagini e quanto rivelato da alcuni affiliati dei clan mafiosi, e a conferma di quanto avevo riportato quest’anno nel mio post intitolato “Droga a quintali in Sicilia: il controllo del territorio che non c’è!” al link https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/04/droga-quintali-in-sicilia-il-controllo.html a cui faceva seguito un altro post dello scorso anno intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!” al link https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html ecco che arriva – ahimè – l’ennesima dimostrazione, sì… di quanto i controlli siano spesso un’illusione, una fragile cortina dietro cui si muovono interessi ben più concreti e soprattutto più sporchi.

Perché la mafia non ha bisogno di gadget fantasiosi o di operazioni degne di uno spy movie quando può contare sulla complicità di chi quelle strutture le gestisce davvero, sui silenzi di chi sa e non parla, sulle porte lasciate aperte da chi avrebbe il dovere di vigilare, e allora viene in mente quella frase di Falcone, “dove c’è la natura umana c’è rischio di corruzione“!

Perché è proprio questo il punto, non servono minacce o intimidazioni quando basta un vantaggio, una raccomandazione, un tornaconto personale per far sì che tutto scorra liscio, come l’acqua tra le fessure di un molo, come la cocaina che arriva dal Sud America e passa indisturbata tra container e documenti falsificati, con la regia di chi lavora dentro quel porto e sa esattamente come evitare i controlli…

Già… come cambiare telefono prima che qualcuno possa intercettare, come usare auto intestate ad altri per non lasciare tracce, perché il vero potere della mafia non sta nella violenza ma nella capacità di infiltrarsi nel quotidiano, di normalizzare l’illecito, di far sembrare inevitabile quello che invece è solo il frutto marcio di una società che troppo spesso abbassa la testa e accetta!

Non importa che si tratti di un impiegato che chiude un occhio, di un professionista che sistema le carte, di un cittadino che preferisce non vedere, l’importante è che il sistema regga ai controlli, non grazie alla paura ma grazie alla connivenza, alla rassegnazione, a quella mentalità per cui “tanto è sempre stato così“…

E così, mentre le indagini della Guardia di Finanza portano alla luce arresti e sequestri, milioni di euro e chili di droga, la domanda vera che dovremmo porci è: quanti altri porti funzionano così? Quanti altri traffici scorrono indisturbati? Quanta altra cocaina arriverà prima che qualcuno decida davvero di cambiare le cose? 

Perché la mafia non è un mostro lontano, è qui, tra noi, nelle piccole cose che accettiamo, nelle complicità che non denunciamo, nell’indifferenza che ci rende complici, e forse è proprio questo il vero male, più della droga, più dei soldi sporchi, più delle pistole, quel silenzio che uccide ogni speranza di giustizia.

Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!

Ho letto in questi giorni le dichiarazioni di un pentito che ha svelato come quotidianamente dalla Calabria giungano in Sicilia – in maniera banale – una montagna di cocaina, senza che nessuno tra le forze dell’ordine, riesca ad intercettarla… 

Comprenderete quindi come emerga in modo palese quel mancato controllo del territorio che ripeto in maniera assidua (già… ci fosse almeno qualcuno che ascoltasse le mie parole in maniera seria); uno strumento fondamentale non solo per contrastare la criminalità organizzata, ma soprattutto per limitare tutte quelle forme che determinano un enorme business finanziario che danno il via in nuove attività illegali attraverso  nuove “legali” cartiere!!!

Non entro in questa sede sul diritto alla sicurezza che quei mancati controllo determinano; basti osservare i fatti gravi a cui stiamo assistendo in queste ore, con l’uccisione ad esempio di un quattordicenne di origine romena, morto a causa di una sparatoria nel parcheggio della stazione Monte Compatri-Pantano, capolinea della metropolitana di Roma…

Già… viene da chiedersi: ma com’è che nessuno ha finora effettuato quegli opportuni controlli, in particolare su quei soggetti già segnalati che ora secondo le indagini, dovrebbero essere gli esecutori materiali di quell’omicidio???   

Peraltro non comprendo come sia possibile che una regione come la nostra, venga invasa ogni giorno dalla droga, armi e quant’altro, sapendo tra l’altro – permettetemi di aggiungere da ignorante – quanto pochi siano i passaggi per giungere sulla nostra isola e tutti – vorrei precisare – a mezzo di imbarcazioni!!!

Ed allora, volendo considerare quegli unici ingressi quasi fossero una demarcata frontiera, in questa personale idea di controllo del territorio vorrei altresì far presente come le nostre forze dell’ordine hanno la possibilità di avvalersi di nuove tecnologie informatiche e di video-sorveglianza, ma non solo, hanno la possibilità di verificare quelle schedature operative messe in atto in tanti anni di servizio di bocco stradale: auspico che quantomeno da quegli accertamenti documentali, il sistema ne abbia realizzato un database per verificare tutti quei possibili collegamenti tra i soggetti fermati e gli affiliati di quella criminalità organizzata, tra parenti e/o familiari e amici…

Ed allora, facendo le funzioni di docente, riprendo nuovamente quella scienza nota come “geografia“, nell’ottica di focalizzare il territorio siciliano e quindi i suoi principali porti d’ingresso, la regola vale anche per gli ingressi minori, ma ritengo che il Porto di Messina prima e quello di Palermo dopo, possono esser considerati quelli che dovrebbero ricevere da parte delle forze dell’ordine la massima attenzione!!!

Ed allora faccio un esempio banale ed auspico che qualche sagace figura istituzionale, posta all’interno di quei nostri bei palazzi storici, solitamente seduti in quelle comode poltrone, comprenda una volta e per tutte – visto che finora i fatti dimostrano di non averlo fatto – quanto sia semplice effettuare quei  controlli, senza bisogno di intervenire o mettere in campo un esercito, ma facendo uso semplicemente di cinque pattuglie (composta da almeno due unità…) dalle partenze della Calabria agli arrivi in Sicilia!!!

Difatti, per chi non abbia mai attraversato lo stretto con una imbarcazione (pubblica o privata), deve sapere che prima di imbarcarsi ed effettuato il dovuto biglietto d’ingresso, ci si mette in fila in attesa del traghetto; durante quella sosta, solitamente, un addetto di quelle compagnie si avvicina agli automezzi, per obliterare la ricevuta di viaggio. Ecco durante questa fase di controllo, basterebbe semplicemente abbinare due pattuglie per eseguire quei controlli; sì… come riportavo sopra,  basta semplicemente un’unità cinofila, formata da un cane (addestrato alla ricerca di droghe e armi da fuoco, attraverso alcuni odori diversi correlati ad essi…) e dal suo conduttore, insieme ad un altra pattuglia armata a protezione di questa unità per verificare ciascuna auto e soprattutto contribuire a far arrestare rapidamente eventuali sospettati e quindi a porre sotto verifica l’auto in questione…

Il sottoscritto preferirebbe altresì che non si attendesse l’uscita delle auto dalle navi sul suolo siciliano, sarebbe difatti più proficuo effettuare ulteriori controlli minuziosi direttamente a bordo delle navi; d’altronde tutti noi sappiamo del divieto a bordo di restare sugli automezzi e quindi di recarsi nei ponti passeggeri; per cui quale maggior serenità per le forze dell’ordine impegnate a ispezionare quegli automezzi, senza che vi sia nessuno che possa interrompere quegli accertamenti: infine… le altre pattuglie in attesa sulla terraferma, possono ora indirizzare (durante l’uscita dalla nave) l’eventuale mezzo segnalato, bloccarlo e farlo verificare da un’ulteriore pattuglia…

Quanto sopra ovviamente, può esser ripetuto in maniera identica per chi si dirige verso la Calabria e quindi la penisola; d’altronde si tratta di mettere in campo altre tre unità che ritengo possono venir  serenamente recuperate dalle migliaia di forze dell’ordine presenti in questo momento nelle due regione siciliana e calabrese!!! 

 Minch… ma accussi semplici ié??? Ma comu po’ ghiessiri ca nuddu cia pinsatu prima???  

Già come può essere o forse dovrei sospettare che forse qualcuno sicuramente ci ha pensato, ma come sempre accade in questa terra “infetta”, si è preferito girarsi dall’altro lato, sì… non prendere alcuna iniziativa che potrebbe condurre a possibili ripercussioni non solo personali e/o familiari, ma anche nella carriera, e quindi, si preferisce chiudere gli occhi e fottersene completamente d’ascoltare le istanze di sicurezza sempre crescenti richieste dalla collettività!!!

E difatti… ma quali piani coordinati di controllo del territorio parliamo??? Ma di quale lotta alla criminalità organizzata, ingresso di droga, armi e riciclaggio di denaro sporco discutono??? 

Ma sì… consentiamo a tutte quelle attività illegali di prosperare nella nostra “bedda Sicilia”; d’altronde, di una cosa negli anni mi son convinto: sono troppi… numerosi, coloro che mensilmente beneficiano di quel business (e non mi riferisco ai soli delinquenti…), già… gli stessi che evidenziano con le loro “sterili” azioni, di non voler rinunciare a quei benefici!!! 

‘Ndrangheta e massonerie, consolidate in Costa Azzurra!!!

C’è un concreto legame tra la ‘ndrangheta e la massoneria, in particolare nel realizzare investimenti in località turistiche quali ad esempio quelle delle Costa Azzurra.

Dalle indagine compiute in questi lunghi anni è emerso come il traffico di cocaina tra la Calabria e la Costa Azzurra, abbia determinato un giro d’affari milionario, il cui ricavato è stato nuovamente reinvestito in quella riviera francese che va da Mentone a Cassis…

La Costa Azzurra rappresenta infatti uno dei posti più belli al mondo, ed è grazie alle presenti attività turistiche, di ristorazione, di moda e alla vita notturna presente in quelle leggendarie promenades di Nizza e di Cannes – su cui passeggiano solitamente le stelle del cinema e numerosi vip – che è stato reso famoso quel tratto di costa…

Come dicevo sopra, parliamo di posti meravigliosi e passare da Nizza Cannes Saint-Tropez Antibes Monaco Mentone Saint-Paul-de-Vence, Èze Grasse, per giungere alle famose isole di fronte Hyères su cui sembra essere alle Bahamas (Le Levant, Port-Cros e Porquerolles) è qualcosa di unico…

Comprendete come su quel litorale il denaro circola come fiumi (non dimentichiamo tra l’altro come in quel territorio sia presente il famoso Principato di Monaco, con la sua Montecarlo ed il suo attraente complesso del Casinò, dedicato non solo al gioco d’azzardo ma anche all’intrattenimento, con di fronte una terrazza e una sala interna accogliente ed elegante: siamo al Café de Paris, uno dei simboli della vita del Principato, che perpetua il suo spirito brasserie associato a prodotti di gran qualità ) e la criminalità organizzata non poteva certo mancare!!!

Ed allora, ecco come riciclare i profitti illeciti derivanti quelle attività criminali (in particolare quelli provenienti dal narcotraffico) in beni immobiliari, nella costruzione di strutture residenziali, nell’acquisizione di attività commerciali ed è grazie all’opera di banchieri – legati alle massonerie francesi – che si è potuto rendere nuovamente trasparenti e regolari le somme di denaro depositate da quell’associazione a delinquere, in quelle loro banche. 

Tra l’altro è proprio grazie a queste banche che si sono potute aprire una serie di nuove attività, imprese di franchising, per la produzione e la distribuzione di servizi o beni, brand creati appositamente per costituire nuove succursali nel mondo, tra cui il nostro Paese.

Un modo evidente per far transitare le somme all’estero, in particolare in quei noti paradisi fiscali, per poi farli rientrare attraverso investimenti legali in famose mete turistiche in tutto il mondo, tra cui molte nel nostro territorio nazionale, nello specifico luoghi di villeggiatura che offrono grandi varietà e opportunità nel settore turistico e di ristorazione che, a causa delle pandemia “Covid-19”, stanno rappresentando per quel sistema illegale, le nuove “lavatrici” di denaro sporco, perché si sa: dove c’è denaro, vi è sempre qualcuno disposto a fare business!!!

Operazione "Beautiful Hybrid"…

Che le forze dell’ordine siano meno impegnate rispetto agli anni 80′ & 90′ è cosa indubbia…. 
“Cosa nostra” d’altronde ha modificato quelle sue metodologie violente, dedicandosi principalmente al business degli affari, attraverso il riciclaggio del denaro sporco in attività imprenditoriali, quali ad esempio il mondo delle costruzioni, le attività commerciali, industriali, turistiche e di ristorazione, che garantiscono senza sparate un colpo, un elevato giro di denaro che permette loro di acquistarsi tutti i favori politici e personali… 
Ecco perché viceversa, alcuni componenti dell’arma, avendo a disposizione del tempo libero, hanno pensato di dedicarsi all’agricoltura, in particolare alla coltivazione di una particolare pianta, la marijuana…
Purtroppo le cose non sono andate proprio per come volevano… e a causa di ciò, due poliziotti e un carabiniere  Traffico di marijuana e “protezione” per le coltivazioni: in manette 
Sono stati quindi arrestati dalla squadra mobile di Catania, che ha eseguito inoltre un’ordinanza di custodia cautelare (oltre che per loro), anche per 21 persone ritenute responsabili a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, a cui si sono aggiunti i reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale…
Non c’è che dire… se non fosse che nel gruppo criminale (della zona del Calatino), vi appartenessero per l’appunto questi “uomini dello stato”, che in quel contesto non dovevano esserci, non ci sarebbe nulla di che meravigliarsi…
Ma come ripeto molte volte, nessuno è immune dal dio denaro ed è il motivo per cui da tempo, non mi meraviglio più di niente…
Certo, bisogna dare merito anche ai collaboratori di giustizia, che hanno saputo condurre (la parte limpida) delle forze dell’ordine, a quella struttura adibita alla produzione di sostanze stupefacente (cocaina e marijuana), presidi che erano tenuti non solo protetti, ma informati costantemente da quel sodalizio che garantiva loro eventuali rischi di controlli da parte delle forze dell’ordine… 
Cosa aggiungere… se non quanto avevo scritto a suo tempo,”Servitori dello Stato…certamente NO”: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2017/06/servitori-dello-stato-certamente-no.html
Ecco il perché pubblico queste foto…  sì qualcuno di voi potrà dirmi che nulla centrano con quei soggetti… ma quantomeno posso apprezzare quella divisa dell’arma, portata da un legittimo “corpo” meritevole!!! 

Ai professionisti piace la "coca"…

Ovviamente ci sono tutti!!!
Magistrati, Avvocati, Medici, Imprenditori, Giornalisti, ed anche Poliziotti…
Dalla lista sono esclusi ovviamente, pusher, delinquenti e mafiosi vari… quelli si sa, oltre che a spacciarla, un po’ cercano sempre di conservarsela per poterla utilizzare in quegli incontri intimi… sì, permette loro di dargli quella carica, che di loro non possiedono…
Comunque riprendendo con quei professionisti, la lista è lunghissima, come il fiume di coca che scorre nel nostro capoluogo, ma non soltanto lì…
E dire che la chiamano la “Palermo bene”… ma bene di cosa non si comprende… perché i soggetti di cui parliamo sono degli esseri meschini ed insignificanti, personaggi che hanno bisogno di andare ad escort perché non sono capaci di conquistare una donna… anzi, molti di loro, preferiscono andare a “Trans”… chissà forse perché gli piace… BIIIIIPPP!!!
Comunque, come si dice “De gustibus non disputandum est” e quindi ognuno si tenga i propri… ma ciò che risulta assurdo è scoprire come, dietro a quei soggetti così “limpidi” si celino insospettabili professionisti, di cui tra essi alcuni propriamente dedicati al rispetto della legge!!!
Alla faccia del rispetto… se i primi a violarla sono proprio loro, siamo messi proprio male!!!
Nel contempo le mafie siciliane e calabresi s’arricchiscono sempre più… grazie a tutta questa serie di “drogati” che non solo alimentano con quel loro vizio la criminalità, ma sicuramente ne ampliano il giro, attraverso tutte quelle loro ampie e corrotte amicizie…
D’altronde c’è da dire che questo è un vizio che a loro, costa poco… 
Sì perché lo spreco di denaro per quella polvere bianca, deriva principalmente dal riciclo di denaro sporco proveniente da evasione o da pagamenti ricevuti a nero, ed il motivo per cui da quella giostra non si scende mai… anzi tutt’altro, ci si dedica a tempo pieno…  
Difatti, gli agenti della squadra mobile dalle intercettazioni hanno potuto appurare come i pusher di quei clienti fossero dedicati a loro… 24 su 24 ore – e di cui molti erano noti avvocati penalisti, assistenti di polizia (adesso destituiti), imprenditori, venditori di auto lussuose e soprattutto una schiera di ragazze (studentesse e modelle) dai soldi facili, che per pagarsi gli studi o gli abiti griffati, non avevano problemi a concedersi…
Una di loro a raccontato… “a fine mese, raccolgo 2-3000 euro, dopotutto la verità è che gli uomini, tra i 40 e i 50 anni, vengono con me per trasgredire, cercano e realizzano ciò che la moglie non dà più loro; io li accompagno, andiamo a cena, ed infine concludiamo la serata tirando cosa e facendo sesso sfrenato ed io li accontento completamente… anche e soprattutto perché… mi pagano profumatamente bene”!!!
Alcune di esse si sono messe nel business… provvedono loro stesse ad acquistare la coca, ad organizzare i festini, ad invitare le amiche ed ovviamente a giro parola tutti quei professionisti…  
Una lunga lista, personaggi che negli anni si è saputa ben camuffare e non dovete meravigliarvi se un giorno di questi, potreste scoprirete ahimè, che vi sono tra essi… alcuni vostri conoscenti… 

Il Giudice era fan di "Vasco": "Coca cola si, coca cola, coca, casa e chiesa ( e tribunale)"…


Si tratta di un giudice, di 35 anni, in servizio al tribunale penale di Agrigento…

Durante lo svolgimento del proprio incarico, avrebbe chiamato al telefono il proprio spacciatore per chiedere della cocaina…
Ovviamente le forze dell’ordine, in particolare la squadra narcotici, stavano intercettando il “pusher” ma non sapevano a chi avrebbe dovuto consegnare la “roba”…
Mai avrebbero pensato che quella polvere bianca era destinata proprio ad un magistrato!!!
Gli agenti allora iniziano a seguire i movimenti dello spacciatore e senza farsi accorgere gli stanno dietro, anche perché il delinquente si muove con circospezione ed è molto prudente, si gira e si rigira, cambia stradine continuamente, si inoltra nella confusione e tra i ragazzi della cittadina… sa quello che deve fare A.D.B….
Ecco quindi che intorno alla mezzanotte, il giudice telefona tre volte allo spacciatore per avere un appuntamento…
Riporto quanto ho letto sulla intercettazione “Compare dove sei?” ripete… “Sono in via Mazzini”, gli dice il pusher; è davanti ad un pub, uno dei locali più gettonati delle notti palermitane; lo spacciatore e il giudice si salutano, si scambiano qualche parola. È un attimo…. arriva la narcotici!!! 
Certo quanto accade dopo mi insospettisce non poco… anche perché sarebbe bastato a quegli agenti ripetere quanto si vede nei film americani polizieschi o in qualche nostro casereccio sceneggiato “orribile”, per vedere come, solitamente, si attende il passaggio della refurtiva o della droga, prima di procedere all’arresto…
Ma da noi… “STRANAMENTE” avviene il contrario… e cioè “i ragazzi della Narcotici piombano sull’insolita coppia. DB ha 25 dosi di cocaina in tasca, evidentemente sperava di fare grandi affari ed invece, si ritrova in manette; l’uomo che è accanto a lui (IL GIUDICE) non ha alcuna droga, ne in mano e neanche in tasca!!!
Ma guarda un po’… non è che forse qualcuno (di quelli che danno gli ordini all’interno di quelle reparto), avendo compreso che l’acquirente era proprio un giudice, ha pensato bene… (si fa per dire… ) di fare sì. .. il proprio dovere, ma con quella operazione attuata casualmente in anticipo, si è permesso al magistrato di poter godere di una possibilità, che sicuramente, con la droga in suo possesso non avrebbe potuto avere giustificare…????
Certo, immaginatevi la vergogna della notizia… che già così – visto che esistono le intercettazioni – evidenzia qualcosa d’incredibile, ma che per lo meno, può sempre permettere al giudice di giustificarsi, dicendo che voleva incontrare l’amico… ma che non sapeva di quanto egli svolgesse… dopotutto le nostre forze dell’ordine sono state così brave nel loro compito…
Certo basterebbe fare due analisi di laboratorio… ma ve lo immaginate, un Giudice che si sottopone di sua spontanea volontà… e poi in Italia… ma per favore, ma chi vorrà mai crederci…
Un qualunque cittadino che non ha problemi di droga lo farebbe immediatamente… ma non credo che sarà questo il caso… 
Già, mi sembra di rivedere quell’azione di polizia compiuta dopo l’arresto di Toto Reina, nella sua abitazione, una villa che per tre giorni è stata lasciata abbandonata dalle forze dell’ordine, affinché venisse ripulita di tutti quei documenti compromettenti conservati all’interno della cassaforte…  
Comunque… riprendendo, il giudice appare nervoso e con molta “nonchalance“, espone (certamente per quell’atteggiamento di superiorità…) il proprio tesserino: “Sono un giudice“…  quasi a voler dire in maniera ostentata “cosa volete… come vi permettete“… 
Serve a poco, i poliziotti della Mobile di Palermo. seguono la procedura (non certo quella corretta…), comunque qualcuno ha scritto nel web… “si segue la legge“, ma, io resto legato ai miei dubbi!!!
Comunque, ora c’è il nome di un giudice nella lista dei clienti eccellenti degli spacciatori della cosiddetta “Palermo bene”…
Sì perché in quella lista di cosiddette persone perbene troviamo tutta una serie di professioni, in particolare vi sono 15 avvocati (se facessero i controlli che periodicamente verifichiamo noi agli autisti, il sottoscritto insieme al medico competente, ha svolto a Catania non so quanti controlli… ecco, se facessero a campione questi controlli su molti nostri professionisti… ah… sono certo, ci sarebbe da rimanere sconvolti…) assistenti di volo, noti ristoratori del centro della città, dentisti, assicuratori… ecc… come dicevo prima, tutte persone perbene e amanti delle “bollicine”!!!
Bevi la coca cola che ti fa bene
Bevi la coca cola che ti fa digerire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Coca cola si, coca cola me mi fa morire
Coca cola si, coca cola a me mi fa impazzire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Piccolo spazio pubblicità…

Fabrizio Corona: non tutti gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge.

Esprimere il concetto di “due pesi due misure” è proprio l’esempio calzante di come la ns. giustizia valuta con metri di condanna fuori da ogni considerazione…, giudica cioè, in modo diverso persone e/o situazioni nei confronti delle quali occorrerebbe invece attribuire lo stesso peso e lo stesso metro di misura, ovvero di giudizio.
Ciò purtroppo è quanto è avvenuto per Fabrizio Corona, dove i reati contestati ( legittimi se concretizzati ) sono stati giudicati in maniera certamente severa, rispetto ad altri ben più gravi, dove sono stati contestati omicidi, sequestri, associazioni a delinquere, ecc… già, neanche su questo l’ingiustizia è uguale per tutti!!!
Assistiamo ogni giorno, a come criminali, assassini, godano di benefici sulle pene ( domiciliari o libertà vigilata con l’uso di braccialetti elettronici ) e poi si scopre che, appena liberi, questi abbiano continuato a commettere altri delitti, con similari modalità per i quali erano stati precedentemente condannati!!!
Ho letto che l’aumento della condanna a Corona è giustificata dalla “pericolosità sociale” del soggetto, ma di quale grave pericolosità sociale si parla…, neanche fosse capo della mafia, della camorra o della ndrangheta… ma chi sarà mai questo narcotrafficante pericolosissimo che gode degli appoggi dei cartelli del narcotraffico, tali da permettergli di controllare le spedizioni che viaggiano dalla Colombia o dalla Thailandia verso il ns. paese…
Nel dettaglio, si parla di frequentazioni criminali e atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola civile di convivenza, a cui si sommano numerosi e cospicui precedenti penali…
Ma abbiamo scoperto come tanti ns. giocatori di calcio, abbiano avuto frequentazioni pericolose e vogliamo aggiungere allora i ns. onorevoli politici, banchieri, ministri ecc.. che proprio in questi giorni sono stati incriminati e condannati per le loro frequentazioni che, oltre ad essere ambigue si concretizzavano con personaggi sicuramente poco raccomandabili e quelli certamente sì…pericolosi!!!
Ed ancora, cosa dire di quelle frequentazioni a base di cocaina e dei relativi pagamenti ( soldi a nero quasi sempre di provenienza illecita ) per la compagnia di escort e/o transessuali, che appena scoperti e con le notizie che iniziavano a circolare sui quotidiani… ecco che all’improvviso sono state – visti i personaggi coinvolti – immediatamente rimosse ed insabbiate…
Mi sorge il dubbio che questa condanna a Fabrizio Corona, sia dovuta principalmente, per aver voluto colpire, personaggi ritenuti dal sistema “intoccabili” e chissà, forse perché nello svolgere il suo lavoro, certe documentazioni legittimamente acquistate ( video e fotografie), non dovevano essere portate a conoscenza dei più… e neppure si doveva pensare che potevano essere successivamente barattate con dei favori personali…
Ancor di più per non dire ancor peggio, se queste sono state utilizzate, per voler estorcere agli stessi protagonisti, coinvolti in ” particolari e imbarazzanti ” vicende… delle somme di denaro ( che si sarebbero egualmente ricevute – certamente in misura inferiore – se fossero state vendute a quei tanti giornali scandalistici/gossip, tanto in voga nel ns. paese – ( ovviamente se poi quest’ultimi le avrebbero pubblicate è tutto da dimostrare… non dobbiamo mai dimenticare, che in Italia le testate giornalistiche, sono quasi tutte nelle mani di quei “pochi  editori, e che in queste circostanze dimostrano sempre di essere molto legati).
Forse, ora che che è passato nel dimenticatoio ( mi sembra siano passati quasi una’anno e mezzo dal suo arresto ), gli verrà ridotta la pena, e chissà se potrà ricevere una condanna più mite, sicuramente più consona, con i reati lui contestati…
E’ un momento particolare per l’ex agente fotografico e lui questo lo sa bene… deve riuscire a vivere questi giorni che ancora mancano alla scarcerazione, quale momento di riflessione, con la convinzione che fuori c’è ancora una vita da vivere, emozioni importanti da cogliere, persone da selezionare ed altre, quelle false, da buttare nei rifiuti del cestino emozionale…
Si potrà sempre confortare… perché sono lì… le persone che gli hanno voluto bene, ad iniziare dai propri familiari e giungendo a quanti, amici e conoscenti, proprio in questo periodo, gli sono stati vicino… 
C’è un tempo per ogni cosa… ora forse è il tempo di riporre le armi…
Si dice che, amore e odio, costituiscano da sempre gli estremi della esistenza di un uomo e che proprio attraverso le avversità e le contraddizioni della vita, si può giungere ad avere un momento positivo, che incoraggia verso quella definitiva pace interiore… 
Concludo con una frase di William Shakespeare che molto si attiene con quanto a lui accaduto e che proprio le vicende – sulla giustizia – di questi giorni dimostrano: La legge non può rendere giustizia… quando colui che detiene il potere (esecutivo) tiene in mano anche la legge!!!
A presto Fabrizio…

C’era una volta la scuola…

”Addolorati e sconcertati per l’arresto del collega ……, manifestiamo il nostro apprezzamento per la sua professionalità, correttezza e disponibilita’ in ambito lavorativo. Fiduciosi nel corso della giustizia per un sollecito chiarimento della posizione del collega, che ha diritto, comunque, alla presunzione di innocenza fino a prova contraria, sottolineano, sconfessando le affermazioni di molte testate giornalistiche, – e’ detto in un testo dei docenti – la comprovata serietà e correttezza di tutto il corpo docente e personale della scuola, da sempre attento alla crescita culturale, professionale e civica dei propri studenti”.
I colleghi docenti, si sono mobilitati per difendere l’arresto del professor G.F. loro collega, accusato di possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e certamente ognuno di noi, spera, che quanto accaduto sia frutto di un errore e che quindi il prof. incriminato risulti non colpevolezza della circostanza…
Ciò che non capisco è come ciò possa essere successo…, quello che voglio dire e che oggi tutti i dipendenti sono soggetti a sorveglianza sanitaria, tra cui è possibile richiedere, al medico competente un controllo per eventuale uso di stupefacenti…
Allora mi chiedo… perché non eseguire questi controlli a tutti coloro che operano nell’ambito della scuola,  iniziando dagli alunni, continuando con i prof. ed inserendo pure i collaboratori scolastici…
Trovare delle sostanze stupefacenti in una macchina, non dimostra niente… è stato eseguito un test sul prof.??? come è risultato??? se l’esito era positivo è stata controllata l’abitazione??? ed ancora erano presenti le impronte su quanto trovato nella macchina… corrispondevano oppure appartengono a qualcun’altro e a chi precisamente…
Se alla fine di questi semplici controlli, tutto risultasse negativo, potrei iniziare a pensare che qualcuno abbia di proposito messo della droga nella macchina del prof… non vi sembra??? Infatti la polizia non ha ricevuto una chiamata anonima… e chi poteva farla se non uno che conoscesse bene le sue abitudini e/o che voleva incriminarlo…
Non c’e bisogno di leggere Jeffery Deaver, Agatha Christie, Micheal Connelly, per diventare un piccolo esperto di thriller e non volendo sostituirsi a Sherlock Holmes, credo che comunque sarebbe sempre meglio vagliare da parte delle autorità le notizie, prima di darle in pasto ai giornali… e mettere in croce il primo che capiti a tiro…
Ora tutti a discutere sui principi che la scuola dovrebbe trasmettere, quell’educazione ai principi e ai doveri di buon cittadino, e certamente non all’uso di droga, ci troviamo invece con una macchina con cocaina e marijuana (per essere precisi, 5 grammi di cocaina, già divisi in confezioni da un grammo, e 45 grammi di marijuana) che secondo gli investigatori, intendeva spacciare a scuola…
Certamente siamo al paradosso, tutto il contrario che avrebbe dovuto svolgere nella sua funzione d’insegnante, ma la vera verità che nessuno vuole dire e che sono in tanti ( gli insegnanti ) che ne fanno uso e abuso e di cui nessuno si preoccupa, con ovvie ripercussioni nell’insegnamento ed in quei valori che vengono così messi in discussione…  
Chissà forse bastava soltanto iniziare a controllare con quale reddito il prof. si era potuto permettere l’acquisto di una  Bmw, ma ormai in Italia tutti possiedono auto di lusso da 35.000 in su con buste paghe da morti di fame…,  già come fa uno stipendiato pubblico con un reddito di 1.500,00 euro al mese a comprarsi una simile macchina??? Se fosse così bravo da mettere da parte 500,00 euro al mese ci vorrebbero almeno 6 anni de suo stipendio… e poi i costi di gestione ( assicurazione, bollo, tagliandi, manutenzione riparazioni, ecc…) con quali altri soldi li pagherebbe sempre con quei 1000,00 rimasti…???
Se in Italia i controlli, venissero svolti in maniera rapida, corretta, incrociando i reali redditi dichiarati con quanto posseduto, non avremmo certamente bisogno di dover attendere, eventuali telefonate anonime…
Certo quanto accaduto dimostra che bisogna sin da subito iniziare un monitoraggio selettivo, perché non possa mai ripetersi, quanto in questi giorni sentito e soprattutto per salvaguardare tutte quelle generazioni di ragazzi/e che dovranno ancora attraversare le nostre purtroppo già mediocri scuole…