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Un nuovo caso "SAGUTO", che nulla centra con "Catania"…

Alcuni giorni fa, la mia cara amica Francesca mi inviava il link del video della puntata del 5 Dicembre trasmessa dalle “Iene”, di cui vi allego il link:
Naturalmente al centro del dibattito vi sono i provvedimenti da parte del Tribunale e soprattutto, quanto accaduto all’ex Presidente della Sezione di misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, accusata di corruzione e abuso di ufficio…
L’inviato Matteo Viviani questa volta però racconta di una storia con al centro la famiglia “Cavallotti”, la quale, non solo è stata sottoposta ad un provvedimento giudiziario ma soprattutto, è rimasta vittima della cattiva amministrazione dello Stato…
I Sig.ri Cavallotti ai tempi, avevano un’impresa di impianti di pulizia di gas metano, precisamente a Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, ma secondo le indagini condotte, erano collusi con l’associazione criminale… conosciuta come “cosanostra”.
La società per i sopracitati motivi, è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria e per quel compito, è stato nominato un nuovo amministratore giudiziario, preposto a quelle misure di prevenzione… 
Nel contempo i Sig.ri Cavallotti, titolari dell’azienda, sono stati arrestati e per loro è iniziato un lungo calvario processuale, completatosi dopo 12 anni con l’assoluzione…  
Sembra che la vicenda sia iniziata,  a seguito di una segnalazione inviata alle autorità giudiziarie, nella quale si sosteneva che i figli, avessero di fatto proceduto a sostituirsi ai propri genitori, quali “prestanome”…
Ma, grazie ai giornalisti delle Iene, si sono potute ottenere delle intercettazioni, dalle quali si può ascoltare l’ex Amministratore Giudiziario che dialoga su “bilanci presentati a convenienza, di plusvalenze e soprattutto di proposte d’affari” concluse con i Sig.ri Cavallotti…“!!!
Da quelle stesse indagini giornalistiche, sembrerebbe che l’amministratore giudiziario nominato, non operi per c/ del tribunale, ma per le aziende sequestrate dal Tribunale… (vedasi d’altronde quale novità…) e difatti il giornalista Viviani nel suo servizio ripropone la frase: “Un inciucio, anzi un vero e proprio reato commesso da chi quei reati invece dovrebbe aiutare lo Stato a contrastare”!!!
Ovviamente, la società concluse la sua avventura giudiziaria con il fallimento: le commesse furono perse, i dipendenti mandati a casa (resteranno senza un’euro delle proprie spettanze, in attesa di poter giungere a quel cosiddetto “fondo di garanzia”…), il patrimonio di funzionamento (fabbricati mobili, impianti, mezzi d’opera, attrezzature, materie prime, prodotti e merci ancora in magazzino, crediti, denaro, ecc…) completamente svenduto, ma tutto ciò viene affrontato da tutte le forze in campo per la legalità, come un beneficio e non come una vera e propria “distruzione”!!!
Strano che l’esperienza abbia finora dimostrato come, sotto Amministrazione giudiziaria, le società finiscono la loro storia, in quanto, la maggior parte delle perdite, è proprio dovuta al sostentamento di tutti quei signori, che attraverso gli incarichi ricevuti… diventano bancomat per amici, parenti, familiari e colleghi professionisti esterni, dai quali ricevono interessanti incarichi di consulenza, pagati a suon di migliaia di euro…
Ma questa è un’altra storia, di cui ho già ampiamente parlato negli anni scorsi… e di cui ad oggi, non si è trovata alcuna soluzione!!!
Ma ditemi… chi dovrebbe modificare questo stato di cose… forse proprio coloro che, con quel sistema clientelare, ci hanno mangiato???
Concludo con il commento che la trasmissione fa nel servizio: “La storia dei Cavallotti mostra come una giusta legge antimafia, quando dietro c’è una cattiva amministrazione da parte dello Stato, rischia di incoraggiare quella cultura mafiosa che dovrebbe combattere“!!!