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Cambio di guardia al Comando provinciale dei carabinieri di Messina.

Sembra da alcuni mesi che qualcosa di positivo stia sopravenendo in quella città di Messina.

Abbiamo letto ad esempio delle nomine nel Tribunale e/o di quelle nella Procura ed ora da alcuni giorni, ecco alla guida del Comando provinciale dei carabinieri di Messina assegnato il Colonnello Lucio Arcidiacono, lo stesso che ha permesso (lo scorso anno) la cattura del boss Matteo Messina Denaro.

Certamente una persona professionale e preparata, d’altronde proviene dal ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) che lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo.

Ha inoltre rivestito i suoi incarichi in città note per l’alta pericolosità, come Roma, Napoli, ma anche siciliane come Catania e Palermo, per cui ritengo conosca bene la nostra isola ed il suo territorio a cui dovrà ora dedicarsi, già… in particolare questo di Messina che sappiamo bene esser irto di ostacoli.

Se posso permettermi un consiglio, chiederei al Colonnello di stare particolaremente attento, perché l’ambiente peloritano è totalmente diverso da tutti gli altri con cui ha finora convissuto, perché quì il maggiore rischio è rappresentato da certi ambienti privilegiati, gli stessi che vedrà proveranno ad accerchiarlo, mi riferisco a quello politico, imprenditoriale, ma anche istituzionale, dove sono molti i soggetti fortemente connessi alla “Massoneria“!!!

E fondamentale quindi riuscire a non snaturare la propria figura e porre sin da subito un netto rifiuto a possibili richieste di allontanarsi dai propri valori; sarà quindi fondamentale continuare – per come ha sempre fatto – agendo in maniera serena per il bene primario dello Stato e dei suoi cittadini.

Ho potuto difatti scoprire in quest’ultimi anni come quella città – a diiferenza di altre nell’isola – sostenga gli accordi (celati) tra i suoi uomini d’affari, politici, amministratori locali e soprattutto massoni e mafiosi, e difatti in questo luogo ciascuno di essi trova quel luogo perfetto per determinare i migliori accordi d’accomodamento…

Perché vede Colonnello in quell’area peloritana sono molti i “colletti bianchi” che si sono dimostrati legati a taluni ambienti (ex nobiliari/borghesi), fortemente allacciati a organizzazioni criminali…

D’altronde a dirlo sono le numerose inchieste giudiziarie condotte per reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione e quant’altro, una situazione chiaramente drammatica e forse in contrapposizione con quanto Le è stato riferito prima di proporle quest’incarico.

Sono certo comunque che Lei saprà individuare in tempi celeri tutti  gli attori appartenenti a quel mondo di mezzo, punto d’incontro illegale tra interessi della politica, imprenditoria e della criminalità organizzata!!! 

Colonnello Arcidiacono, Le auguro buon lavoro…

"Iddu, l’ultimo padrino"!!!

A meno di un anno dalla sua morte (25 Settembre) ecco che esce un film con interprete Elio Germano nel ruolo di Mattia Messina Denaro.

Il cast è costituito anche da Toni Servillo, nel ruolo di Catello, l’uomo che lo avrebbe cresciuto, un ex politico che uscito di prigione per mafia cerca di recuperare il tempo perduto, collaborando coi i servizi segreti per catturare l’ultimo grande latitante…

Il film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si intitola “Iddu – L’ultimo padrino” e verrà tra qualche giorno presentato in Concorso a Venezia alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema.

Il racconto inizia quando i servizi segreti chiedono a Catello aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo Messina Denaro, ultimo grande latitante di mafia in circolazione e da lì inizia un racconto fantasioso che secondo il sottoscritto poco o nulla abbia con la realtà dei fatti…

Difatti, quel boss – per come stanno evidenziando le investigazioni delle forze dell’ordine – in questi anni ha potuto godere della massima libertà, sia attraverso una serie di soggetti che si sono offerti di prestargli la propria identità, ma non solo, egli ha avuto la protezioni da parte di uomini politici e istituzionali, che hanno garantito trent’anni di latitanza…

Infatti tutti ne parlavano, ma nessuno aveva intenzione di arrestarlo, per ovvie ragioni in quanto ago della bilancia di molte trattative, ma soprattutto garante di una pax territoriale e di quello scambio di voto richiesto da molti suoi amici politici… 

Sappiamo tutti che per Messina Denaro era giunta ormai la fine, i suoi medici gli avevano concesso meno di un anno ed egli – nelle condizioni di latitante – non avrebbe potuto mettere a posto e quindi ordinare quanto doveva in maniera celere compiere, in particolare recuperare quel rapporto con la figlia, certamente sua unica erede… 

Certo a pagarne le spese sono stati tutti coloro che si sono prestati in questi anni ad assecondarlo e da quanto stiamo leggendo la lista è molto lunga, ma ormai il suo tempo era giunto e qualcuno – già… proprio da quell’associazione criminale – in procinto delle nuove elezioni nazionali, ha deciso di venderlo per compiacere qualcuno appartenente a quella coalizione, affinché si evidenziasse a tutti noi cittadini che questo nuovo governo fosse diverso dai precedenti e la cattura del boss latitante da trent’anni ne era l’esempio…

Ci si dimentica che in quei lunghi trent’anni non è stata la “Sinistra” o il “M5Stelle” al governo, ma bensì proprio un partito il cui fondatore è stato condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (difatti… ne ha scontati 4 in carcere e uno ai domiciliari) essendo stato riconosciuto mediatore tra “Cosa Nostra e Silvio Berlusconi”!!!

Ma si sa… nei film si preferisce raccontare storie fantastiche invece che rappresentare in maniera coerente quanto realmente accaduto e allora accogliamo questa ulteriore pellicola cinematografica su quei padrino di “cosa nostra” come l’ennesima opera di fantasia…

Ma d’altronde si sa… tutto ciò che viene quotidianamente rappresentato in questo Paese non è altro che qualcosa d’immaginario e aggiungerei anche di utopistico, ma ai miei connazionali – ahimè – va bene così!!! 

Baiardo: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Prima parte.

Una nuova puntata quella andata in onda l’altra sera su La7 nel programma condotto da Massimo Giletti,  “Non è l’Arena”,  con ospite Salvatore Baiardo, l’ex gelataio di Omegna (dopo averlo visto in Tv, mi sono ricordato di quando un giorno entrai in una gelateria – si trovava ad una ventina di metri da casa mia e a poco meno di cinque dal mio primo ufficio – sentii dialogare un uomo in siciliano con una signora – ma non mi fu facile riconoscerne la cadenza locale – tanto che chiesi se Egli fosse delle mie parti e ricevetti come risposta: no… lei è dall’altra parte… chiesi “cioè”, mi rispose…“Lei è dalla parte orientale e io di quella occidentale!!! Vabbè – continuai – “sempre siciliani semu”!!!

Ora scopro che quella persona che ha “profetizzato” la cattura di Matteo Messina Denaro con mesi d’anticipo era proprio lui… (il sottoscritto aveva riportato pochi giorni prima quanto poi è avvenuto, pensando però erroneamente che quel boss si trovasse in un altra isola (che non sto appositamente ad indicare): questa mia riflessione nasceva dal fatto di aver osservato, passeggiando quel luogo spopolato, un considerevole controllo del territorio, tenuto conto del periodo invernale e chissà se forse quella mia intuizione, non preannunci un nuovo arresto…) ed è seduto in quella trasmissione televisiva con di fronte l’ex Procuratore Antonio Ingroia…

In molti si aspettavano – egli stesso l’aveva tra l’altro annunciato sul social Tik-Tok” – nuove rivelazioni, a imitazioni delle parole espresse nel mese di Novembre: “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”???

Beh… a differenza dei giornalisti presenti che, in fasi alterne, facevano commenti su come il Baiardo non stesse dicendo nulla d’importante, viceversa la sensazione ricevuto è che quel gelataio qualcosa la stesse dicendo, ma come dice il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Già… l’altra sera, ascoltando il programma, l’impressione che ricevevo è quella che, in questo Paese, vi siano dei soggetti con cui è inutile sprecare fiato, perché essi non vogliono ascoltare, in particolare quando l’argomento è fortemente delicato o forse dovrei dire, non di loro gradimento, perché portare alla luce certe argomentazioni che toccano poteri forti, che sono stati artefici di circostanze appositamente “velate”, sì… quando qualcuno può arrecare danni a loro, ai loro amici o ancor più… a eventuali datori di lavoro, è meglio zittirlo!!!

Ed allora esaminiamole quelle mancate rivelazioni del Sig. Baiardo, che non è – per come qualcuno vorrebbe dipingere – uno stupido, anzi tutt’altro; egli difatti conosce perfettamente quel gioco, sa come muovere le pedine di quella scacchiera, far girare le lancette, sospenderne i tempi, ma soprattutto ha  consapevolezza dello spazio in cui si sta muovendo, chi sono gli amici e chi gli avversari… 

Entriamo quindi nello specifico per capire cosa egli abbia detto in quella puntata del 05 c.m.:

1) L’incontro con Paolo Berlusconi. 

FINE PRIMA PARTE