Archivi categoria: carabinieri

Se le soluzioni ci sono, ma manca la volontà di applicarle, allora il problema non è la sicurezza: ma la politica!

Negli ultimi tre anni, per motivi di lavoro, ho vissuto in Toscana e posso assicurare che, a differenza della mia Sicilia, i controlli – seppur non massicci – erano comunque una presenza costante. 

Già… ho attraversato quotidianamente quel territorio, in lungo e in largo, partendo da Poggibonsi in direzione Siena oppure attraversando Certaldo per raggiungere Empoli e oltre, spingendomi verso l’interno delle colline del Chianti, per passare dinanzi a Volterra e giungere a Cecina, ma non solo, l’Isola d’Elba, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto e altri ancora… 

Quello che più mi colpiva era la presenza costante delle forze dell’ordine: posti di blocco ovunque, pattuglie della Guardia di Finanza, della Polizia Stradale, dei Carabinieri, e nelle città, le auto della Polizia Municipale.

Ammetto che non conosco le modalità con cui vengono organizzati i turni o in quali modi vengono decise le zone da presidiare, ma so bene che l’imprevedibilità è il maggiore ostacolo per chi deve garantire la sicurezza, ma qualcosa mi sfugge… 

Sì… una domanda sorge spontanea: perché in quelle zone, con una conformazione urbana e geografica non dissimile dal resto d’Italia – e con un flusso di persone e veicoli persino minore – i controlli sono così frequenti, mentre in Sicilia, dove la criminalità organizzata è una minaccia concreta e quotidiana, tutto sembra esser lasciato al caso?

Nella mia regione, ad esempio, servirebbe un presidio molto più rigoroso, strategie mirate e un controllo capillare per bilanciare i numerosi fattori di rischio presenti. Eppure, le istituzioni vorrebbero far credere che tutto vada per il meglio…

Ma allora, se il problema è la carenza di organico, perché non impiegare l’esercito? Ditemi, a cosa servono tutti quei militari fermi davanti a quegli uffici istituzionali o impegnati in continue parate sterili, quando potrebbero essere dispiegati in operazioni di controllo del territorio?

Potrebbero ad esempio presidiare gli accessi alle città più critiche – Palermo, Catania, Messina – con un sistema di “cinturazione” e verifiche obbligatorie, formati per affrontare situazioni ad alto rischio e pronti a intervenire rapidamente dove necessario.

Sarebbe uno strumento potente, se usato con serietà. Invece, nella presunzione di avere tutto sotto controllo, alla fine non si controlla nulla! 

Panta rei e ruit hora”: tutto scorre, e il tempo fugge

Intanto, la Sicilia continua a soffrire, e le sue ferite restano aperte…

Ora, a distanza di tempo, il Sindaco di Catania ripropone la stessa idea, chiedendo l’intervento dell’esercito per contrastare la criminalità. Segno che certe esigenze, se ignorate, prima o poi tornano a galla…

Peccato che, nel frattempo, si sia perso altro tempo prezioso.

L’ignavia e/o la noncuranza della magistratura provocano dei danni sociali irreparabili!!!

 

Un libro, quello del maresciallo Filiberti che non piacerà a molti…

«Erano anni che Vernengo pascolava indisturbato per Rozzano. Agli occhi dei rozzanesi gli era concesso perché i carabinieri avevano paura di prendersela con un mafioso del suo calibro. In realtà, i carabinieri lo avevano già denunciato più volte, ma nessuno era stato così sventato da scrivere quello che io scrissi al Magistrato di Sorveglianza».

E questo ci porta, inevitabilmente, a un’altra considerazione ineccepibile: “l’ignavia e/o la noncuranza della magistratura provocano dei danni sociali irreparabili, perché delegittimano e rendono ridicolo chi è chiamato a salvaguardare l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Basterebbe questo passaggio a capire perchè il libro che questa settimana è in vetta alla classifica di «Il mio libro», stia destando grande interesse e solenni arrabbiature: soprattutto all’interno dell’Arma dei carabinieri!!! 

É un libro che trasuda affetto, dedizione, per gli alamari della Benemerita… ma ne racconta anche i lati meno gradevoli, la burocrazia prevalente, l’opportunismo e punta il dito contro un altro potere forte, da sempre legato all’Arma: la magistratura!!!

Il teatro di tutto: Milano e poi Rozzano, le città dove l’autore ha lavorato come sottufficiale per decenni.

Il libro si intitola “Toghe e feluche” ed è firmato da Massimiliano Filiberti, maresciallo in pensione da un anno. Nome in codice: “Chimico”

Un investigatore vecchio stampo che ha battuto le piste della malavita organizzata prima che diventasse di moda: e che racconta con devozione i suoi esordi in via Moscova, alla scuola di sottufficiali mitici come Pippo Mondello e Mario Dolcemaschio. 

Poi ci sono gli ufficiali incrociati in questi anni e di alcuni – Paolo La Forgia, Andrea Chittaro, Carlo De Donno – il “Chimico” parla con grande rispetto, mentre di altri, con nome e cognome, dice ahimè cose pesanti… 

Ma a non andargli giù, a fargli sentire il congedo come un sollievo, è quella che descrive come una mutazione genetica dell’Arma, dove trovi ufficiali ai massimi livelli che, nei fatti, non hanno mai conosciuto l’Arma. 

Tutta gente da stato maggiore che – tradotto in termini spicci – significa: carriere costruite in ufficio».

L’Arma amata e vissuta da Filiberti è quella che sa come fiutare una traccia, arruolare confidenti, tirare le fila. 

Vale quando si dà la caccia a bande di rapinatori come gli autori del grande colpo alla Verga di via Mazzini, che si rivelano professionisti seriali e pericolosi oppure quando si pedina per settimane Mario Savio, «Marittiello o’Bellillo», ras dei quartieri spagnoli di Napoli arrivato a conquistare Milano. 

Quando ancora si lavora per incastrare criminali feroci come Chicco Pagani: «Lo sa perchè Pagani dopo vent’anni di carcere è tornato a fare il boss a Rozzano? Perchè è un pazzo, capace di uccidere una persona senza battere ciglio. Ha il cervello di un criceto ma non ha alcuna paura di uccidere»!!! 

Quando ci si imbatte in personaggi da film come Vittorio Hannan, elegantissimo e poliglotta presenza fissa dei grandi traffici di droga, quando si arriva troppo tardi per sventare un delitto annunciato come la morte del nomade Riccardo Fross, ucciso nel 2006 nel campo di via Stephenson, un delitto rimasto impunito, anche se «Chimico» sa che a sparare furono i vecchi boss della Comasina: ma ammazzarono la persona sbagliata…

Della lotta al crimine il vecchio maresciallo conosce le sottigliezze e i compromessi. 

Racconta senza scandalizzarsi la trattativa sottobanco che portò alla liberazione di Alessandra Sgarella, l’ultimo ostaggio milanese dell’Anonima sequestri. 

Ha parole quasi di devozione verso gli ufficiali dell’Arma come Mario Mori che hanno pagato con processi infiniti la loro battaglia contro la mafia. Ma altri viceversa non gli vanno giù: come l’ufficiale che in piena pandemia lo costrinse in piena notte ad accertare – chissà perchè – se Beppe Marotta era ricoverato in ospedale.

E poi ci sono loro, i magistrati della Procura di Milano: quelli che «Chimico» sopporta di meno, con eccezioni che si contano sulle dita di una mano (Alberto Nobili, Gianni Griguolo, e pochi altri); sono i magistrati che non leggono neanche i rapporti, che rifiutano di arrestare, che rispediscono indietro gli appunti non graditi!!! 

E poi: «a Milano il turno esterno” tocca ai pm una volta ogni tre mesi. 

E siccome i pm lo sanno con notevole anticipo (quando gli toccherà quel cazzo di turno esterno), ci si aspetterebbe che quel giorno si liberassero da ogni impegno ed invece no, non è così ed infatti ti senti persino rispondere “mi sta disturbando perchè ora sono a cena fuori, mi richiami tra un’ora”

E tu lì, a girarti i pollici per un’ora, perchè magari il pm è a Brera a fare un apericena!!!

Finalmente a Catania un controllo del territorio degno d’esser chiamato tale!!!

Sapete bene quanto critico sia stato il sottoscritto in questi anni, osservando la poca presenza militare nelle strade della mia regione, a differenza di quanto viceversa ho potuto costatare in questi ultimi anni in altre realtà, come ad esempio quella Toscana, già… fin a giungere all’isola d’Elba…

Difatti, sono giunto a credere che si trattasse di una semplice differenza, sì… numerica, parlo del personale preposto ciascuna regione, ma poi ho pensato che forse si trattasse di un qualcosa legato alle criticità del territorio…

Ovviamente mi riferisco alle truffe e/o ai raggiri che vengono quotidianamente compiuti nel nostro Paese, perché in questo posso assicurarvi che – senza alcun campanilismo –  il nord si è dimostrato da sempre più specializzato nel compiere truffe, viceversa… il sud porta con sé quella brutta nomina, forse chissà perché certi business (illegali) non vengono compiuti (come nel nord) in maniera professionale o si preferisce utilizzare quelle diverse attività illegali legate agli stupefacenti, estorsioni, sfruttamento sessuale e contraffazione, mentre  da Roma in su, si riesce a fare milioni e milioni di euro, sì… senza mai sporcarsi le mani!!!

Comunque ritornando ai controlli, sono sicuro che il numero del personale militare delle forze dell’ordine attualmente presente nella mia isola sia alquanto adeguato, certamente non è inferiore a quello di altre regioni e quindi ritengo si tratti semplicemente di saperlo disporre in campo!!!

Ora come dicevo per anni mi è sembrato che non vi fosse nessuno, già… scorgere una pattuglia per strada era come “trovare un ago in un pagliaio” e difatti i miei post particolarmente critici, mettevo a risalto questo grave problema, perché il mancato controllo del territorio rappresentava – secondo il sottoscritto – una vera e propria manchevolezza, che si trasformava  in inefficienza!!!

D’altronde aver letto in questi mesi come il “numero uno” tra i latitanti italiani ed uno dei maggiori ricercati al mondo – mi riferisco all’ex boss Messina Denaro – circolasse tranquillamente per le nostre strade siciliane, fa comprendere come qualcosa certamente non funzionasse!!!

Per fortuna qualcosa ora sembra esser cambiato, sono giorni che vedo ovunque posti di blocco in direzione Messina, Ragusa, passando per Catania o verso Palermo…

Sarà forse dovuto al fatto che proprio in questi mesi alcune inchieste giudiziarie hanno portato all’arresto di soggetti legati alla criminalità organizzata, ma soprattutto quei controlli hanno portato al sequestro di notevoli quantità di armi d’assalto ben nascoste a dimostrazione quindi di una recrudescenza che forse stava per iniziare…

Resto sempre convinto che la nostra regione abbia necessità di avere una presenza costante ed è per questo che da sempre invoco i militari quale ausilio delle nostre forze dell’ordine; d’altronde… visto che ancora in guerra la maggior parte dei nostri soldati (per fortuna) non è stata inviata dal nostro governo, anche se rappresentiamo primo tra i contributori occidentali alle missioni delle Nazioni Unite, ecco che, non avendo altri impieghi – se non stazionare inutilmente dinnanzi a quei palazzi ufficiali – ecco che potrebbero viceversa esser impegnati nella sicurezza del territorio, come ad esempio nei luoghi sensibili come ospedali, scuole, università, ma anche per le strade, negli ingressi dei traghetti e in quelle zone periferiche ad alto rischio criminale!!!

Comunque per adesso accontentiamoci, d’altronde meglio questo che niente, già… è un buon deterrente per tutti coloro che pensavano di poter circolare liberamente, senza subire mai un controllo.

Quindi, se si riesce a tenere quotidianamente e per parecchie ore questo servizio, penso che in pochi mesi una parte di legalità verrà ripristinata e certamente saranno maggiori le inchieste attualmente in corso (da parte dei nostri procuratori nazionali) che potranno così beneficiare anche dei dati provenienti direttamente da quei posti di blocco.

Cambio di guardia al Comando provinciale dei carabinieri di Messina.

Sembra da alcuni mesi che qualcosa di positivo stia sopravenendo in quella città di Messina.

Abbiamo letto ad esempio delle nomine nel Tribunale e/o di quelle nella Procura ed ora da alcuni giorni, ecco alla guida del Comando provinciale dei carabinieri di Messina assegnato il Colonnello Lucio Arcidiacono, lo stesso che ha permesso (lo scorso anno) la cattura del boss Matteo Messina Denaro.

Certamente una persona professionale e preparata, d’altronde proviene dal ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) che lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo.

Ha inoltre rivestito i suoi incarichi in città note per l’alta pericolosità, come Roma, Napoli, ma anche siciliane come Catania e Palermo, per cui ritengo conosca bene la nostra isola ed il suo territorio a cui dovrà ora dedicarsi, già… in particolare questo di Messina che sappiamo bene esser irto di ostacoli.

Se posso permettermi un consiglio, chiederei al Colonnello di stare particolaremente attento, perché l’ambiente peloritano è totalmente diverso da tutti gli altri con cui ha finora convissuto, perché quì il maggiore rischio è rappresentato da certi ambienti privilegiati, gli stessi che vedrà proveranno ad accerchiarlo, mi riferisco a quello politico, imprenditoriale, ma anche istituzionale, dove sono molti i soggetti fortemente connessi alla “Massoneria“!!!

E fondamentale quindi riuscire a non snaturare la propria figura e porre sin da subito un netto rifiuto a possibili richieste di allontanarsi dai propri valori; sarà quindi fondamentale continuare – per come ha sempre fatto – agendo in maniera serena per il bene primario dello Stato e dei suoi cittadini.

Ho potuto difatti scoprire in quest’ultimi anni come quella città – a diiferenza di altre nell’isola – sostenga gli accordi (celati) tra i suoi uomini d’affari, politici, amministratori locali e soprattutto massoni e mafiosi, e difatti in questo luogo ciascuno di essi trova quel luogo perfetto per determinare i migliori accordi d’accomodamento…

Perché vede Colonnello in quell’area peloritana sono molti i “colletti bianchi” che si sono dimostrati legati a taluni ambienti (ex nobiliari/borghesi), fortemente allacciati a organizzazioni criminali…

D’altronde a dirlo sono le numerose inchieste giudiziarie condotte per reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione e quant’altro, una situazione chiaramente drammatica e forse in contrapposizione con quanto Le è stato riferito prima di proporle quest’incarico.

Sono certo comunque che Lei saprà individuare in tempi celeri tutti  gli attori appartenenti a quel mondo di mezzo, punto d’incontro illegale tra interessi della politica, imprenditoria e della criminalità organizzata!!! 

Colonnello Arcidiacono, Le auguro buon lavoro…

Sventato dai carabinieri un furto a una Società che opera da anni con professionalità (e aggiungerei audacia…) nella vendita di macchinari industriali.

Cosa dire… per fortuna il colpo non è riuscito, grazie anche all’intervento dei militari dell’Arma…

Certo, dopo aver ascoltato ieri sera il notiziario della Rai sulla nostra Isola e su quanto recuperato nei giorno scorsi dalle forze dell’ordine, dover ascoltare nuovemente di un furto tentato ad una Società che commercia su macchinari industriali, lascia noi cittadini, certamente attoniti…

Qualcosa non sta funzionando e la dimostrazione è proprio quel mancato controllo del territorio che secondo il sottoscritto manca di un serio coordinamento – https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html e difatti quanto accaduto, rappresenta (solo in parte) la punta dell’iceberg, mentre tutto il resto del malaffare resta inabissato e celato alle nostre Istituzioni!!!

D’altronde basti osservare le politiche di governo messe in campo per comprendere quanto sterili siano quelle lotte di contrasto alla criminalità che sopravvivono esclusivamente grazie a momenti sporadici di gloria, frutto del grande sacrificio individuale e di reparto; uomini e donne di forze di polizia che cercano costantemente e in maniera coraggiosa di contrastare questa generale illegalità!!!

E difatti sono stati proprio quest’ultimi a intervenire immediatamente alla pattuglia di vigilanza privata presso la Società ove si stava compiendo il furto… e seppur i malviventi avevano parcheggiato un mezzo di traverso per occupare l’intera carreggiata e impedirne l’accesso, i militari e le guardie giurate, senza alcuna esitazione, si sono diretti all’interno di quell’area, dove all’incirca una decina di soggetti stavano effettuando il furto, gli stessi che  resosi conto d’esser stati scoperti, sono fuggiti tra la fitta vegetazione, 

Difatti, inseguiti dai militari i ladri hanno abbandonato la refurtiva, recuperata dalle forze dell’ordine e poi restituita al legittimo proprietario. 

I ladri sono ora ricercati e sul caso indagano i carabinieri per risalire ai componenti della banda.

Occorre intervenire, già… basta a questa recrudescenza di furti ai danni di attività commerciali che come vediamo creano gravi difficoltà a quei “coraggiosi” operatori economici, che tra mille difficoltà, provano (con le proprie forze…) a rimanere in questa terra, pur sapendo d’esser circondati da diffusi fenomeni di criminalità… 

Basta chiacchiere e tempo d’intervenire in maniera concreta e severa, sì… per come ho scritto ad inizio anno, anche con la presenza dell’esercito https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/in-sicilia-ma-non-solo-ce-bisogno.html se ciò si rendesse necessario, perché continuare – con tutto quello a cui quotidianamente assistiamo – non è più possibile!!! 

"Buon ferragosto sicuro"!!!

Sommano ad oltre 11mila euro le sanzioni elevate nell’ambito dell’operazione «Buon ferragosto sicuro» dai carabinieri della compagnia di Giarre (Catania), che hanno controllato circa 200 persone ed un centinaio di autovetture…

E quindida Calatabiano a Riposto, fino ai comuni di Giarre e Zafferana Etnea, i militari dell’Arma hanno compiuto controlli del territorio lungo tutta la fascia costiera di competenza, in vista soprattutto dal maggior afflusso di villeggianti, sia siciliani che provenienti da altre regioni o di nazionalità straniera.

Durante quei controlli sono state denunciate tre persone; una per esser in possesso di un coltello, l’altra per falsa attestazione di identità, ed un altra ancora per aver provocato un incidente stradale sotto l’effetto di sostanze alcoliche, a cui si sono sommate le infrazioni per mancanza di assicurazione e revisione, guida contromano, guida senza casco, mancanza di cinture di sicurezza e/o patente ed utilizzo del cellulare durante la guida…

Visto quanto emerso da questo controllo festivo, sarebbe opportuno rilanciare questa iniziativa a tutti i giorni della settimana perchè sono certo che sarebbero non solo centinaia ma migliaia, il numero di sanzioni che verrebbero quotidianamente elevate per violazioni al codice della strada!!!

Il traffico degli stupefacenti giunge nell’isola… via mare!!!

Quando a metà gennaio di quest’anno ho scritto un post intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!! – link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html avevo preso ad esempio il trasporto degli stupefacenti attraverso lo stretto e precisamente grazie ai traghetti marittimi che ogni giorno conducono migliaia di persone dalla penisola alla nostra isola…

Ecco quindi che proprio ieri ho letto sul web un articolo che riportava di un controllo dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Centro; nel post si faceva riferimento al fermo di un’auto appena sbarcata presso uno degli imbarchi dei traghetti, proveniente da Villa San Giovanni…

L’ispezione ha fatto emergere un carico di circa 2 kg di marijuana ed una cospicua somma di denaro, il tutto nascosto all’interno di una scatola al di sotto di uno strato di agrumi e frutta…

Naturalmente quanto sopra costituisce uno dei tanti spostamenti che quotidianamente sviluppano quel cosiddetto traffico illegale e che vede transitare attraverso quei traghetti privati e statali, centinaia di chilogrammi di stupefacenti, tutti diretti verso la nostra regione…

Come avevo scritto allora, basterebbero poche decine di agenti per limitare in maniera considerevole quel traffico ma forse dal governo nazionale si preferisce che quanto in modo abituale accada, continui senza alcuna logica, forse perché non lo si vuole fermare!!! 

Non so… forse debbo pensare che da quella vendita illegale sono in molti a goderne e quindi debbo credere che qualcuno di quei soggetti (istituzionali) posti a intervenire per constrastare questa “libera” diffusione (d’altronde… se di fatto non si limita in maniera decisiva questa riprovevole espansione, come la si vorrebbe chiamare se non con il suo nome: “libera”…) forse ne fa un uso personale e quindi non ha alcuna utilità a doverne limitarne lo spaccio…

Peraltro, sappiamo bene quanto l’aumento esponenziale del traffico di stupefacenti stia portando in questi ultimi anni a nuovi clienti; in particolare sono proprio le giovani generazioni ad esser maggiormente a rischio; difatti i numeri riportati dai presidi ospedalieri confermano come vi sia una vera e propria “moda” da parte di quest’ultimi adolescenti nell’assumere droghe, provocando quale rischio, quello di ritrovarci nei prossimi anni, migliaia e migliaia di giovani vittime!!!

Difatti, i giovani tra i 15 e i 24 anni che hanno fatto uso di droga sono stati oltre 18 milioni, nel particolare i maschi sono stati il 22% e le femmine il 12,%!!!

Il tutto a causa di uno Stato debole e ahimè inefficace, già… nel contrasto alla criminalità organizzata!!!

Appalti truccati con l’aiuto degli uomini delle forze dell’ordine??? Ma guarda un po’ che novità…

Sugli appalti e le metodologie utilizzate per la loro aggiudicazioni ho scritto fiumi di post e scopro di tanto in tanto, come la maggior parte delle notizie ora riportate, sono state a suo tempo dal sottoscritto anticipate…

Certo, da sempre un clamore mediatico leggere come dietro molti di quegli appalti vi fossero uomini dei carabinieri,  del ministero ed anche ahimè del Vaticano…

L’inchiesta della procura di Milano ha difatti portato all’arresto di un comandante dei carabinieri, ma riguarda anche un (presunto) traffico di influenze illecite per appalti all’interno del Vaticano…

Tra gli indagati – secondo l’Ansa – vi è il capo del dipartimento per gli affari generali e soprattutto la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un sistema quello delle gare online, che non mi ha mai convinto…

Ed ecco quindi l’ordinanza di arresti domiciliari a carico di più soggetti tra cui i comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma) per corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma, ed ancora un imprenditore legato al comandante, ed agli imprenditori tutti ora indagati. 

Secondo il procuratore Marcello Viola, gli indagati sono coinvolti in reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti. 

Ma non solo le figure di cui sopra rimaste coinvolte nel procedimento penale, perché risultani altresì indagati in stato di libertà altri soggetti tra cui imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici.

I fatti sono quelli abituali, favori in cambio di denaro e altre utilità… e non importa se si ha una divisa, un incarico dirigenziale, se si rappresenta lo Stato o la Chiesa, per tutti vale la regola di essere disonesti e corrotti nell’anima!!!

Non importa quanto denaro gli viene versato mensilmente ( grazie ai sacrifici dei cittadini onesti…), no… questi individui più ne hanno e più ne voglio, ma non solo, i loro familiari proprie come sanguisughe, partecipano attivamente nel reciclare tutto quel denaro sporco!!!

Altro che criminalità organizzata, mafia e delinquenza… questi in confronto ad essi, sono dei veri “Signori”!!!    

Apologo sull’onestà nel paese dei truffaldini: indagati in 17 tra poliziotti e militari: accusati di truffa e sostituzione di persona!!!

Un paese disonesto, già… da chi ci gioverna a chi dovrebbe di fatto assicurare il rispetto della legge!!!

Non è la prima volta che scrivo argomenti del genere, mi riferisco a uomini e donne “infedeli” che dovrebbero – attraverso quel loro incarico – far adempiere il rispetto dei principi di legalità!!!

Ed invece ecco che degli aspiranti poliziotti, agenti della penitenziaria, carabinieri, vigili del fuoco,  per superare alcuni concorsi pubblici, hanno preferito trovare alcuni espedienti “illegali” pur di intrappresendere queste professioni di controllo e sicurezza. 

Ora, immaginate quindi con quali presupposti questi soggetti avrebbero potuto operare, già… perchè se queste erano le premesse, c’era da stare tranquilli, sì… l’illegalità in quei loro reparti sarebbe stata certamente garantita o forse no… 

Ora la Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per 17 soggetti, tutti accusati a vario titolo di truffa o sostituzione di persona. 

La coircostanza assurda è che l’inchiesta coinvolgeva oltre cinquanta candidati ma caso fortuito ha voluto che per alcuni di essi, mancassero le prove di colpevolezza e quindi quei casi sono stati archiviati… 

Parliamo di concorsi che si sono svolti dal 2017 al 2021 e ciascuno serviva per entrare a far parte delle forze dell’ordine; è emerso come alcuni di essi non si siano neppure presentati, ma abbiano fatto sedere al loro posto – durante le prove scritte – altri soggetti chissà forse più preparati (sì perchè – vien da ridere – in quanto è emerso che alcuni di essi non abbiano neppure superato l’esame…) ma certamente come i primi, dobbiamo considerarli non meno “impostori”!!!

E così, i nuovi interpreti “Adriano Meis” fingevano d’essere uno di quei candidati, ma il travestimento non è sfuggito alle forze dell’ordine che hanno smascherato alcuni di quei vincitori di concorso, tra cui un allievo carabiniere, un vigile del fuoco, tre agenti della penitenziaria e sei poliziotti…

Per gli altri candidati “truffaldini” la situazione non è stata favorevole anche perché, nonostante l’espediente utilizzato, non hanno superato la selezione, quindi come si dice: oltre al danno… la beffa!!! 

Alla fine il sostituto procuratore romano, Dott. Carlo Villani ha contestato a ciascuno di essi il reato di truffa, in quanto è stata “indotta in errore l’amministrazione pubblica, procurandosi l’ingiusto profitto dato dal superamento della prova concorsuale con successivo arruolamento nel Corpo, al quale – si legge nel capo di imputazione – cagionavano un danno anche patrimoniale: spese concorsuali, di assunzione, indebito stipendio pagato“. 

Viceversa a chinon ha superato le prove scritte è stato contestato il reato di sostituzione di persona. 

Naturalmente tutti coloro che si sono prestati a quello scambio d’identità, sono rimasti per gli inquirente (ad oggi) “ignoti” e cavandosela, anche se ritengo che i loro volti dovrebbero esser stati sicuramente ripresi da qualche telecamera interna, almeno se il concorso fosse stato fatto in maniera seria e soprattutto trasparente…

Ma si sa – ed il motivo per cui non ho mai partecipato viste le metodologie di controllo applicate a quei concorsi pubblici – che queste potessero esser eseguite anche in posti diversi, ad esempio in una località turistica e ancor meglio se adiacenti al mare: già… come nella mia foto!!!

D’altronde se come accade abitualmente – oltre al caso sopra descritto – ci si dedicasse a ricercare anche i soggetti che non hanno alcuna necessità di metter in pratica metodologie ingannevoli per vincere i concorsi, sarebbe già un passo avanti, perché lo sanno tutti che esiste una casta dei “raccomandati” che gode di costanti privilegi, come ad esempio il sapere anticipatamente le risposte corrette!!!

Perche questo si sa… è un Paese marcio e sono molti a fara a gara pur di diventarne interpreti!!!

Un sistema illegale che ha visto il sostegno anche di professionisti…

Dalle indagini dei carabinieri di Paternò, coordinate dal procuratore aggiunto di Catania Ignazio Fonzo e dai sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti si è scoperto che esisteva un sistema fraudolento nell’ambito delle aste giudiziarie.
Già perchè alcuni soggetti hanno potuto contare sull’esistenza di rapporti di conoscenza con alcuni delegati alla vendita e su altri professionisti, gli stessi che si sarebbe prestati a favorire quelle aggiudicazioni…
Inoltre durante le indagini si è scoperto come oltre l’attività illecita delle aste pilotate, vi sia stato anche un presunto traffico di sostanze stupefacenti, difatti nel corso delle operazioni investigative sono state sequestrate circa 70 kg di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta ha infine trattato presunte infiltrazioni di voto delle passate amministrative nel Comune di Paternò.
L’indagine, denominata “Athena”, è partita dalla denuncia di un imprenditore locale che era stato minacciato al fine di non partecipare alla vendita all’asta di un lotto di terreni e difatti, questa particolare modalità coercitiva, rappresentava il modus operandi di quel clan durante le procedure di vendita, allontanando così gli eventuali partecipanti e garantendo ai loro clienti l’acquisto o il rientro in possesso del bene. 
Naturalmente le aste andate a buon fine, hanno garantito a quel gruppo un consistente guadagno, quest’ultimo per riuscire nell’intento, sembra utilizzasse per le procedure un avvocato di Siracusa che in qualità di delegato alla vendita, favoriva nel corso delle procedure esecutive, le eventuali aggiudicazioni a cui il gruppo era di fatto interessato. 
E’ dire che poprio il sottoscritto già nel lontano 2020 ne aveva parlato, vedasi i link: 

Lunedì 18 Marzo: consegna a Catania del Premio Antimafia "Alfredo Agosta".

Saranno tre i vincitori a cui verrà consegnato il “Premio Agosta” durante l’incontro “Unirsi contro le mafie, tecniche preventive e monitoraggio del fenomeno” previsto il l8 marzo c.a. alle ore 10.00, nella sala conferenze de “Le Ciminiere” di Catania.

E precisamente, l’ufficiale dei Carabinieri del Ros, Lucio Arcidiacono (lo stesso che ha catturato il latitante Matteo Messina Denaro), il Procuratore Generale, Dott. Carmelo Zuccaro, ed infine, uno dei giornalisti maggiormente impegnati nella nostra isola, capace attraverso le sue inchieste di cronaca, d’evidenziare tutte quelle collusioni mafiose, politico, imprenditoriali, che come ben sappiamo, sono ben presenti nella nostra regione, mi riferisco al Dott. Antonio Condorelli.

Saranno presenti inoltre alcuni studenti delle quinte superiori, universitari e rappresentanti dell’Ordine degli avvocati che hanno partecipato alle iniziative di sensibilizzazione dell’associazione antimafia Agosta. 

Ad aprire i lavori sarà Emanuele Coco, docente di storia e filosofia dell’università. 

Sono previsti interventi del ministro Nello Musumeci, di Carmelo La Rosa, Presidente dell’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta, di Emilio Grasso, dirigente dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia, di Antonino Guido Distefano, Presidente dell’Ordine degli avvocati, di Filippo Pennisi, Presidente della Corte d’appello e del Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi.

Una sessione degli studi sarà inoltre dedicata al ricordo del maresciallo Alfredo Agosta, con la relazione del figlio Giuseppe. 

Previste altresì tre relazioni, quella dell’avvocato Ivan Albo, del generale di corpo d’armata e comandante interregionale dei Carabinieri Giovanni Truglio e del Pg Carmelo Zuccaro. Le conclusioni saranno di Chiara Colosimo, Presidente della commissione nazionale antimafia.

Basta vittime sul lavoro!!!

Continuano (per fortuna) i controlli nei cantieri in tutta Italia da parte dei militari, supportati dai colleghi locali del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

D’altronde, se si considera che da inizio anno, il numero dei lavoratori morti (a cui andrebbero sommati quelli di oggi…) ha già raggiunto quota 145, si può comprendere come ancora molto ci sia da fare sotto il profilo della sicurezza.

Ho letto proprio ieri di un cantiere nell’isola dove i carabinieri hanno accertato delle irregolarità, in particolare nella mancata predisposizione dei rischi di cadute, nel cantiere infatti mancavano i parapetti in adiacenza agli scavi, ma non solo, erano presenti rischi elettrici e il mancato rispetto della segnaletica e della viabilità di cantiere… 

Ecco i motivi che hanno condotto i carabinieri a sospendere temporaneamente l’attività, denunciando all’autorità giudiziaria il titolare a carico del quale sono state contestate sanzioni per oltre 20.000 euro. 

D’altronde il tempo delle negligenze e delle collusioni è messo ormai alle strette, ma non si può certo affermare che siamo giunti alla fine di quel sistema corruttivo/illegale, perché quest’ultimo, seppur certamente in questi giorni più limitato, continuerà nuovamente a fare danni, sono troppi purtroppo i funzionari infedeli coinvolti, gli stessi che non possono far a meno di quelle scadenzate bustarelle, ed è a causa di quanto tragicamente accaduto in questi mesi e soprattutto per merito della cassa di risonanza compiuta dai media in genere, che si è riusciti a sospendere (quantomeno temporaneamente…) quelle diffuse collusioni!!!

Perchè la verità è che i controlli devono essere realizzati quotidianamente, in particolare proprio in quel settore edile che per l’appunto evidenzia non soltanto quella mancata prevenzione, formazione, informazione e addestramento, ma soprattutto la presenza di gravi violazioni in fatto di diritti dei lavoratori e soprattutto della loro incolumità.

Peraltro, vorrei ricordare come nel solo 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati quasi 1500 e di questi la maggior parte sui luoghi di lavoro, mentre gli altri sono stati dichiarati come decessi sulle strade per giungere in cantiere e/o in itinere…

Si tenga ulteriormente conto che in quasi 15 anni il nostro Paese ha perso oltre 21.000 lavoratori, morti sul lavoro e naturalmente a questo conteggio mancano (o diciamo che sono sfuggiti…) tutte quelle altre vittime fatte passare per incidenti domestici e/o stradali… 

Perchè a differenza di quanto solitamente è stato dichiarato da parte di tutti i governi nazionali e soprattutto da quei suoi referenti istituzionali, in questo Paese si è pensato soltanto a promuovere la sicurezza in maniera sterile, il tutto a scapito di riforme importanti per realizzare in maniera concreta e soprattutto efficace quella necessaria messa in sicurezza che, proprio i numeri delle vittime, evidenziano esser mancata!!!

Vorrei altresì ricordare come quasi il 30% di quelle vittime, non aveva alcuna assicurazione o quantomeno non era in possesso di un’assicurazione dell’Inail e quindi, se sommate questa percentuale ai numeri di cui sopra, comprenderete quanto grave sia stata questa problematica; ma d’altronde l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), diffonde esclusivamente soltanto i dati di propria pertinenza e quindi i numeri riferiti ai propri morti e d’altro canto, come dargli torto…

Il problema va ricercato alla fonte e fintanto che le imprese vedranno la sicurezza come un costo e taluni fuzionari come una opportunità di guiadagno, ecco che diventa quasi impossibile riuscire a fare sicurezza, anche perché la maggior parte di coloro incaricati (quantomeno sulla carta…) di farla rispettare, sono poi gli stessi miei colleghi che si genufleggono dinnanzi a quei loro “infidi” datori di lavoro!!!

Sicurezza nei cantieri: controlli più energici!!!

Dopo quanto accaduto in questi mesi e soprattutto dopo aver contato le vittime di quei luoghi di lavoro, ecco che i cantieri edili sono entrati nel mirino dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro i quali, stanno verificando le condizione di lavoro del personale presente di quelle fasi lavorative.

Ciò che principalmente interessa verificare è la presenza di operai a nero o privi di permesso di soggiorno, ed ancora, il rispetto della regolarità contributiva (DURC), i contratti di categoria applicati e soprattutto la messa in sicurezza…

Difatti nel controllare le società affidatarie si stanno verificando i contratti di appalto e di subappalto, molti dei quali hanno già fatto scattare parecchie denunce, ma non solo, anche la sospensione dell’attività, in particolare i controlli hanno evidenziato come alcune imprese non avessero proceduto con la  formazione e l’addestramento dei propri dipendenti, come peraltro mancavano le figure previste per quanto concerne gli addetti al pronto soccorso, antincendio ed emergenza, oltre che RSPP e Preposto.

Inoltre, è stata accertata la mancanza della documentazione prevista in ambito 81/08 e s.m.i., vedasi l’inesistenza del POS e del PIMUS ( piano di montaggio e uso smontaggio delle impalcature), mentre ad altre tipologie di imprese mancava il DVR o quantomeno lo stesso era presente ma non attinente con l’impresa essendo di fatto una copia di un’altra impresa similare e comunque, la maggior parte dei controlli, ha evidenziato come la maggior parte deu documenti non fosse aggiornata. 

Alcune imprese sono finite nei guai per la mancata sorveglianza sanitaria, in particolare gli autisti di autocarri, cui non era stata effettuato il controllo del sangue per accertare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti; sono state altresì evidenziate tutta una serie di violazioni, in particolare la mancata consegna al personale di vestiario, DPI (personali) ed anche DPC (collettivi).

Addirittura taluni cantieri ispezionati presentavano gravi rischi nella predisposizione strutturale degli impalcati e/o di strutture prefabbricate; per questi motivi le imprese sono state segnalate agli uffici tecnici e in taluni casi è stato disposto il provvedimento di sospensione dell’attività. 

Sì… possiamo dire che dopo anni di mancanti controlli (e di tante mazzette fatte opporunamente girare…), ecco che finalmente qualcosa sta iniziando a muoversi; certo siamo ancora in alto mare e d’altronde basta osservare i cantieri in giro per la città per comprendere come ciascuno di essi presenti dall’esterno problematiche più o meno gravi, alcune sicuramente rimediabili, ma certamente allo stato di fatto non conformi con quanto previsto dalle normativa vigente. 

Comunque, speriamo quantomeno che questi controlli non vengano improvvisamente sospesi e finisca tutto – per come finora accaduto –  a “tarallucci e vino”!!! 

Riciclaggio, fatture false, reati tributari, bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio: vabbè… siamo alle solite.

Già… siamo alle solite, se da un lato c’è chi quotidianamente cerca di contrastare quel mondo criminale e illegale, dall’altra parte vi è un una parte consistente del paese che s’inventa ogni forma di irregolarità pur di far denaro… 
Sembriamo nel film con Totò e Aldo Fabrizi, “Guardie e ladri”, e difatti da un ladro ci sono loro, quei ladri che costantemente derubano questo loro Paese e dall’altra parte la legalità, con Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia, tutti coordinati dalle varie procure nazionali…
Ed ecco quindi la lunga serie di nomi arrestati nell’ambito di una nuova maxi operazione in tutta Italia contro reati tributari, false fatturazioni, riciclaggio internazionale e autoriciclaggio, estorsione, bancarotta fraudolenta, e via discorrendo…
Come sempre accade in quest casi scattano le perquisizioni, i sequestri, le custodie cautelare in carcere o ai domiciliari, si analizzano le contabilità delle società coinvolte, si coprono tutti quei consulenti e funzionari infedeli, collaboratori esterni di quel meccanismo truffaldino e corruttivo, che determina solitamente un giro d’affari illecito milionario, denaro che il più delle volte ahimè non viene recuperato, perché finito ormai in una di quelle banche offshore o anche in qualche stato europeo, solitamente blindato alle verifiche da parte del nostro stato italiano, mi riferisco alle banche della Bulgaria, Serbia e Montenegro, Albania, etc…
Certo, gli investigatori fanno quanto loro possibile, ma il sistema è cosi esteso e la rete – solitamente  legata ad ambienti della criminalità organizzata – ha così tante connessioni e infiltrazioni che diventa quasi impossibile bloccare in anticipo quelle frodi fiscali, solitamente realizzate per ottenere finanziamenti pubblici o per creare nuovi reati da attività fallimentari…
Il danno più grave non è soltanto quello compiuto nei confronti del nostro allo Stato, no… quanto illegalmente realizzato comporta ahimè una concorrenza sleale e soprattutto l’alterazione del libero mercato, andando così a danneggiare tutto il tessuto economico di una regione…
Forse è tempo che lo Stato inasprisca le pene e soprattutto deve fare in modo che si sequestrino tutti i beni patrimoniali e finanziari a familiari e parenti di quei soggetti criminali, fino alla terza generazione!!!
Sì… forse facendo così, qualcuno inizierà a comprendere che prima di iniziare un’attività illegale sarà meglio rifletterci bene!!!  

CATANIA: finalmente si vede sul campo quel controllo sul territorio richiesto!!!

Non credo che il sottoscritto abbia alcun un merito su quanto sta accadendo in queste settimane nelle nostre strade, certamente l’averne parlato o quantomeno criticato il modesto operato fino a poco tempo fa settimana osservato, ha sicuramente favorito quel necessario miglioramento nei controlli stradali, organizzativi e di prevenzione…

Debbo dare atto che qualcosa finalmente si è mosso e difatti da circa due settimane ovunque vada, osservo posti di blocco!!!

Stamani ad esempio c’erano ben cinque pattuglie, di cui una unità “cinofila” in Via Carrubella, dinnanzi al supermercato (prossimo all’apertura) “Eurospin” che bloccava talune auto sospette che provenivano da Catania, precisamente da Via S. Sofia, ma non solo, anche coloro che giungendo dall’uscita della tangenziale di “San G. Galermo ” si dirigevano in Via Passo Gravina ed infine, venivano altresì intercettati quanti provenienti da Gravina di Catania, provavano a giungere in località “Fasano”.

Sì… debbo fare i complimenti per l’azzeccata scelta della postazione, quella sopra descritta rappresenta qualcosa di indicato per individuare eventuali automobilisti non in regola con le normative previste, per venir bloccati; d’altronde anche volendo, chiunque provasse a sfuggire a quel blocco stradale, non ne avrebbe il tempo, in quanto è impossibile individuare quelle pattuglie, prima di averli raggiunti!!!

Analoga circostanza mi è accaduta in questi giorni; già… dinnanzi alla “LIDL” di Via Segantini – zona Barriera del bosco – era posizionata una pattuglia e qualche giorno prima, presso “zona 2000”, adiacenti i due obelischi, erano posizionata due pattuglie, ma non solo, sempre lo stesso giorno, vicino al centro commerciale Katanè, all’uscita autostradale, erano presenti altre due pattuglie!!!

Potrei continuare con tutto un elenco che quotidianamente evidenzia un controllo del territorio che – permettetemi di dire – in Sicilia non ho mai visto – e di cui per l’appunto mi era alcuni mesi fa, fortemente lamentato!!!

Difatti, nel post intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!” – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html risentivo della mancata presenza costante delle forze dell’ordine e faceva allora il paragone con un altra regione, la Toscana, nella quale per ragioni di lavoro ho vissuto negli ultimi anni; un territorio dove quella presenza dei posti di blocco era asfissiante, tanto da creare – in noi automobilisti – una forma di fastidio, considerate le file di auto che a causa di quei controlli ahimè si generavano…

E quindi, pur volendo considerare quel detto catanese che dice: “u supecchiu è comu u mancanti “, ecco… osservando la differenza posta in campo tra le due regioni, passavo da un eccesso di controlli a una carenza, quantomeno visibile; mi scusi anticipatamente, ma il mio riferimento è un giudizio da semplice cittadino, perché non discuto che sicuramente in altri contesti, luoghi e tempi, questi accertamenti delle forze dell’ordine (tutti indistintamente…) vengono effettuati, ma noi purtroppo ne veniamo a conoscenza soltanto a fatto compiuto, attraverso i Tg o leggendo di quelle operazioni condotte, nei quotidiani stampati o tramite web…

Auspico tra l’altro che questo improvviso incremento non sia dovuto a quella deplorevole immagine subita a livello nazionale nei giorni di festa della nostra Santa padrona S. Agata; mi riferisco alle violenze brutali subite da quei due giovani presso la Villa Bellini, a cui ho dedicato un post di rimprovero nei confronti di chi è incaricato alla sicurezza di questa nostra bellissima città di Catania: “Ecco cosa intendevo quando ho scritto che manca controllo sul territorio!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/02/catania-ecco-cosa-intendevo-quando-ho.html

Infine, auspico che quanto si sta verificando per le strade della nostra città in queste ore, non vada – per come solitamente accade – scemando; già… vorrei evitare di rivedere quelle abituali abitudini che – senza voler generalizzare – conosciamo bene e che conducono generalmente a quello stato cosiddetto “soporifero, lo stesso che permette a tutto il sistema illegale – sempre presente – di riprendere nuovamente quella propria forza!!! Sì… dopo quanto accaduto, ritengo non vi sia più alcun bisogno di dover assistere a ulteriori misfatti eclatanti!!!

In Sicilia, ma non solo, c’è bisogno dell’esercito nelle strade!!!

Sono stato in questi ultimi tre anni  per motivi di lavoro in Toscana e posso assicurarvi che a differenza nostra, parlo della mia regione (Sicilia), i controlli – se pur esigui – erano comunque presenti…

Come dicevo, il sottoscritto ha avuto modo in questi anni di attraversare quotidianamente quel territorio che da Poggibonsi passava per Certaldo/Castelfiorentino e che mi ha portato in molti comuni della provincia di Empoli, ma non solo, attraversavo le colline del chianti per giungere a Cecina, l’Isola D’elba, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto etc… ed una circostanza più di altre suscitava la mia attenzione e cioè la presenza costante in qualsivoglia strada delle forze dell’ordine… 

Posti di blocco ovunque, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Carabinieri e nelle citta auto della Polizia municipale…

Ora, non conosco quali modalità caratterizzano i turni di servizio, chi decide dove quelle pattuglie debbano andare o sostare e sono altresì consapevole che una delle maggiori incognite per quegli operatori sia costituita dall’imprevedibilità e quindi nel non poter stabilire a priori quale sia la migliore strategia e quali azioni quindi porre in essere per rendere più efficaci quelle normali procedure di controllo…

Ma ciò che mi chiedo, perché in tutti quei luoghi sopra riportati, parlo di una collocazione geografica ed urbanistica simile a quasi tutte le altre regioni del nostro paese – permettetemi di precisare che nel caso specifico l’impressione ricevuta in questi anni è che essa presenti una minore concentrazione di flussi di persone e quindi di veicoli, tale da non dover imporre una così massiccia presenza di forze dell’ordine – viceversa, nella mia regione, quei maggiori controlli potrebbero bilanciare una presente criticità e quindi dei fattori di rischio accertati che potrebbero determinare gravi problemi.

Già… mi ripeto, ma quanto sopra lo vedrei per l’appunto più indicato per la mia terra, dove certamente vanno adottate  procedure d’intervento mirate, atte a tener sotto controllo tutti quei fattori determinanti che possono risultare favorevoli al contrasto di quelle abituali attività legate alla criminalità organizzata… 

D’altronde la minaccia reale e soprattutto le modalità con cui essa si presenta, senza dimenticare il numero elevato di persone coinvolte, dovrebbe spingere il Viminale ad attuare un serio controllo del nostro territorio – se non si sa come fare, mi rendo sin d’ora a disposizione – che determini in modo appropriato quel livello di criticità e che attui in maniera corretta quelle modalità di accertamento… 

Sicuramente oggi qualcun potrebbe obiettare che molto dipenda dall’esiguo numero di operatori delle forze dell’ordine nella nostra regione, non so rispondere poiché non conosco i numeri reali, ma certamente comprendo e condiviso l’impegno profuso nell’intervenire ogni giorno non solo nella gestione di quei controlli stradali,  ma anche quando chiamati per eventi d’alta criticità. 

Ma se il problema reale fosse questo, ecco affermarsi l’idea di mettere in campo l’esercito, d’altronde mi chiedo, a cosa servono tutti quei militari posti a controllo di quegli uffici istituzionali o per quelle sterili parate, sì… non sarebbe meglio destinare quelle pattuglie al controllo del territorio, ad esempio per meglio verificare il traffico veicolare in entrata e in uscita dalla nostra regione, ma anche nelle città più importanti, come ad esempio Palermo, Catania e Messina, attuando ad esempio una forma di “cinturazione”, con obbligo di controlli agli accessi d’ingresso…

Ovviamente quei militari dovranno riceve una formazione professionale specifica e svolgere un addestramento particolareggiato che simuli tutti i possibili scenari operativi durante quei controlli preventivi, a persone e/o veicoli sospetti, per essere dislocati in modo da soddisfare l’esigenza di opporre un reale contrasto a quei fenomeni criminali d’alto profilo, costituendo altresì una forza di intervento rapida capace di muoversi su tutto la regione, per dare pronta risposta ad ogni situazione che richieda il rafforzamento del presidio del territorio in occasione di eventi che turbino o possano turbare l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Quindi, nel reiterare quei controlli, ritengo che queste unità operative militari, potrebbero – se posti in campo in maniera seria – costituire uno strumento formidabile cui far ricorso per garantire non solo l’ordine, ma soprattutto la sicurezza pubblica in un territorio che da sempre soffre e che dimostra  di non aver superato le gravi difficoltà, ahimè ancora oggi, fortemente presenti!!!

Si perché nella presunzione arrogante di controllare gli eventi alla fine non si controlla niente: Panta rei e ruit hora, ecco le sole implacabili leggi della vita!!!

In Abruzzo per truffa e bancarotta fraudolenta si viene arrestati!!! In Sicilia viceversa…

Non ho mai compreso con quali modalità vengano in questo Paese volutati i reati. 

Sì… perché mentre in altri comuni le denunce presentate vengono indirizzate verso quei giusti parametri, nella mia terra viceversa, la Sicilia, accade il contrario e cioè, per gli stessi reati, si rimane non solo liberi, ma si continua a commetterli come nulla fosse…

Certo, non va dimenticato come da noi esistono altri poteri “forti” – vedasi mafia e massoneria –  in grado di condizionare fortemente tutti gli apparati statali, in particolare quelli giudiziari, d’altronde sarebbe banale non porre sulla bilancia i mezzi e le possibilità di cui quel “sistema” dispone, sia sotto il profilo politico e/o amministrativo che finanziario.  

Potremmo definirla una scala di comando parallela, anzi no… al di sopra della nostra democrazia,  altrimenti non si comprenderebbe la condizione di ansia e soprattutto di timore che sembra coinvolgere la maggior parte dei miei conterranei, siano essi uomini e/o donne istituzionali…

Credetemi… basta poco per dimostrare quanto sopra!!! 

Ognuno infatti di quei funzionari, esprime con le proprie rinunce, a voler operare scelte legittime, decisioni giuste che dovrebbero trovare conferma nella formulazione di giudizi equi, ma che a causa di paure che potrebbe sconvolgere le proprie carriere e quindi quell’ordine da tempo ormai raggiunto, ecco che quelle deliberazioni non vengono mai applicate, preferendo di contro prolungarle verso tempi indefiniti…

E quindi, mentre qui da noi i reati come bancarotta fraudolenta e truffa restano affrancati, in altri luoghi di questo Paese, le forze dell’ordine – nel caso specifico i Carabinieri della Compagnia Operativa dell’Aquila – procedono all’arresto, in ottemperanza al decreto di rinvio di esecuzione penale nelle forme della detenzione domiciliare…

Infatti, il soggetto noto già alle forze dell’ordine, dovrà ora scontare una pena residua di 4 anni, 3 mesi, a seguito di condanna per i reati di truffa e bancarotta fraudolenta commessi nel comune di Rieti nel lontano 2016…

E così mentre da noi si resta liberi dal continuare a compiere nuovi raggiri, frodi, imbrogli, truffe e quant’altro, in altre realtà si procede con l’arresto, trasferendo quei soggetti in regime di detenzione domiciliare…

Già… come dico sempre: due pesi e due misure!!!

L’ennesima lite per problemi condominiali finisce col fuoco!!!

Avevo scritto solo pochi giorni fa che le riunioni condominiali, si stanno trasformando in qualcosa di rischioso, in particolare quando quest’ultime, se costituite da un particolare numero di soggetti, può determinare in taluni soggetti, degli atti di violenza…

Forse sarebbe meglio che in queste circostanze ci si adoperi attraverso la presenza di una guardiania privata, almeno si evitano i rischi di gesti folli…

L’ultimo accaduto ieri pomeriggio in provincia di Napoli, dove un uomo a cosparso di un liquido infiammabile una donna con cui aveva litigato per futili motivi, dandole fuoco con un accendino, a quanto si è saputo, dopo una lite per dissidi condominiali, in fiamme è stata data anche la sua auto. 

I carabinieri intervenuti hanno arrestato per tentato omicidio, aggravato per futili motivi, un uomo, mentre la donna, madre di tre figli, ha riportato ustioni diffuse sul corpo (50%) ed è stata trasportata presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli le sue condizioni restano gravi le sue condizioni, è considerata in pericolo di vita.

Ieri sera ascoltavo la notizia sul Tg nazionale e si parlava di un lenzuolo steso al sole ad asciugare che ostruiva l’ingresso di un box…

Ora mi chiedo, secondo voi quanto appena scritto può rappresentare un valido motivo per dar fuoco ad una donna, ma anche ad un altro uomo, può un motivo così futile scatenare una rabbia così violenta da condurre un altro essere umano quasi alla morte???

Scusate, ma la ragione non dovrebbe prevalere sull’istinto???  Cosa sta succedendo??? Ogni giorno rabbrividisco ascoltando le notizie sul web!!!

Già…, sembra che la vita non valga più nulla, chiunque, sia per puro sfogo personale che per un immotivato o demenziale divertimento, può oggi prenderci la nostra vita e farne ciò che vuole, per poi – è questa è la cosa peggiore – non pagarne minimamente le conseguenze o quantomeno le pene inflitte risultano così blande che è diventata quasi una moda eliminare, stuprare, rapinare, ferire, etc… perché alla fine, ciascuno di quei soggetti, sa che non pagherà nulla, già… grazie a questa nostra tenue giustizia…

Hanno manager in tutto il mondo: ho visto come moltiplicano milioni di euro!!!

Se il suo nome potesse essere rivelato, rimarrebbe – sempre che potrà sopravvivere alle possibili vendette con cui dovrà convivere – nelle cronache degli annali…

Ma “Paolo” non è il familiare di una associazione criminale e neppure un affiliato, ed ancor meno si può definire “pentito”, no…  egli è un uomo coraggioso, un carabiniere del ROS, non di quelli che vediamo abitualmente, no…  egli ha svolto una missione pericolosissima come “infiltrato”!!!

Rappresenta infatti il primo soggetto capace furtivamente d’infiltrarsi in quell’ambiente criminale calabrese, al fine di poter sottrarre informazioni e soprattutto far arrestare quanti appartenevano di fatto a quell’associazione a delinquere!!!

Ovviamente ora che dopo due anni è riuscito a far smantellare quel clan, ora che quegli affiliati sono stati arrestati, può provare a dormire sono tranquilli… 

Già… grazie alle sue informazioni potranno essere verificate quelle indagini di tipo patrimoniali, in particolare di quel gruppo dedito al malaffare, in particolare è il denaro proveniente da quelle attività illegali ad essere verificato, comprendere quindi dove esso è stato inserito all’interno delle imprese sane, che per ragioni diverse – forse a causa di difficoltà economiche – finiscono per cedere all’aiuto delle mafie o ingenuamente si avvalgono, senza immaginarne le ripercussioni, di soggetti altamente professionali, quali geometri, avvocati, architetti, commercialisti e ingegneri e dirigenti. 

Perché sono questi ultimi ad offrire loro una collaborazione “spontanea”, ammonendo su rischi finanziari che potrebbero condurre a fallimenti societari oppure si utilizza la tattica di avvertire su notizie ricevute in maniera confidenziali (ovviamente false…) da terzi, quasi sempre soggetti posti all’interno di organi di polizia o di quelli giudiziari, rivelazioni su possibili provvedimenti in corso di realizzazione da parte delle procure nazionali…

Ecco il motivo per cui è stato fondamentale l’operato di quell’infiltrato, perché grazie a egli si è riusciti ora ad aggredire in maniera efficace il patrimonio di quella cosca!!!

Certo… comprendo bene come quanto compiuto rappresenti una goccia in mezzo al mare, ma se non si comincia mai, difficilmente si potrà distruggere quanto viene compiuto ogni giorno da tutte le mafie presenti nel territorio nazionale, grazie soprattutto all’ausilio di quei suoi “infedeli e celati” aiutanti, dai bianchi colletti inamidati!!!

Ma quale caz… di "antimafia"!!!

Cosa avevo scritto alcuni giorni fa… 

Ecco le foto esposte presso le pareti di quella scuole con le immagini delle nostre vittime della mafia, giudici, uomini delle istituzioni, militari, ma anche semplici cittadini coraggiosi e poi, sempre in quella scuola ( ma potrei dire anche in tantissime altre, vedasi quanto accaduto a certi insegnanti di Campobello di Mazara…) ci sono loro, quei soggetti che vengono tra l’altro insigniti dal nostro Presidente della Repubblica, per la loro opera di “legalità”!!!

Minch…, mi viene da dire, ma prima di dare plausi e insignire onorificenze non sarebbe il caso di valutare quei particolari soggetti così fortemente dediti alla legalità, riconoscendone con i fatti, il reale contributo dato sul campo nel contrasto di quelle attività promosse da quella associazione criminale???

L’avevano chiamata la “preside antimafia” ed ora che i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo sono andati a notificarle l’ordinanza e rimasta quasi sorpresa… 

Questa preside insieme al suo vicepreside e ad una dipendente di una rivendita di prodotti informatici, sono ora accusati di peculato e corruzione, tutti ai domiciliari per una indagine che ha svelato l’ennesimo sistema criminale messo in atto in questo fragile e corrotto paese…

Ora certo sono tutti a meravigliarsi su quanto accaduto, direi quasi sorpresi, come se nessuno sapesse che queste situazioni sono all’ordine del giorno, d’altronde basti vedere quanto accaduto poche ore fa a Latina, con l’arresto di un magistrato che si occupava di beni sequestrati ( di cui parlerò domani…) e che dimostra ancora una volta, come anche nei Tribunali lo schifo è fortemente presente e chi ha il coraggio di denunciare – ecco caro Presidente Mattarella forse sono questi i soggetti che le dovrebbe premiare, ma lasciamo perdere, tanto è fiato perso – si ritrova coinvolto in un sistema che gli si ritorce contro, già… un muro di gomma fatto di connivenze e affiliazioni massoniche!!!

Come riportavo sopra le prove ci sono è le denunce altrettanto, ma nonostante quanto fatto da quei cittadini coraggiosi, ci si ritrova sempre a dover combattere contro un sistema posto a protezione degli amici degli amici, già proprio come quelli di cosa nostra, ma questi hanno le toghe, posti lì a fare in modo che alla fine ci si scoraggi e ci si arrenda, questo ovviamente è quanto essi sperano… poveri illusi: non sanno con chi hanno a che fare!!!

Già… come dicevo è veramente incredibile quanto avviene, ma d’altronde non vi è modo di contrastare questo sistema corruttivo e clientelare, poiché la maggior parte di quei magistrati, con quelle loro arbitrarie azioni, con quegli ambigui provvedimenti, con quei sospetti stralci e quant’altro posto in campo, evidenziano palesemente di essere fortemente compromessi!!!

E difatti ritengo dalla mia personale esperienza, che è soltanto attraverso azioni di forza come quelle mediatiche, che si riesce – il più delle volte – a far primeggiare la verità, sempre che si riesca a coinvolgere quei direttori di quotidiani o testate web, disposti a metterci la propria faccia e a seguire quelle valide argomentazioni, altrimenti ahimè si finisce come il giornalista Massimo Giletti, zittito e limitato dalla propria redazione, pur di insabbiare tutte le verità scomode di cui era venuto a conoscenza e che qualcuno ha imposto che non venissero portate alla luce!!!

E la chiamano “antimafia”: si del caz…!!!

Sono Mario Caniglia: testimone di giustizia!!!

Mi chiamo Mario Caniglia, sono nato a Scordia (CT) il 20/05/1947 dove ancora oggi vivo. 

Mi sono laureato a 11 anni con la quinta elementare, da quel giorno la mia penna stilografica è stata la mia zappa; zappo la terra da oltre 58 anni e sono diventato imprenditore per necessità.   

Nel 1998 una sera dopo una lunghissima giornata di lavoro, mentre io e la mia famiglia stavamo cenando squilla il telefono, una voce contraffatta dice queste testuali parole “Brutto cornuto o paghi 500 milioni di lire o se no ammazziamo te e la tua famiglia“; naturalmente non potevo e non dovevo pagare, chiamo subito i Carabinieri dicendo cosa mi stava accadendo e loro arrivano subito come un fulmine; mentre io stavo raccontandogli quella telefonata squilla il telefono, chi era? La mafia, dicevano “Cornuto hai chiamato i Carabinieri? Ora ti facciamo saltare in aria”. 

E qui devo dire Grazie ad un Maresciallo che sa il fatto suo che mi suggerisce di trattare e così io feci. 

Nei giorni seguenti arrivarono sempre più spesso altre telefonate minacciose; in quel periodo mio figlio il più piccolo facevo il soldato di leva e lo faceva a Catania, dicevano che se io non pagavo quel mezzo miliardo di lire prendevano mio figlio, lo ammazzavano, gli staccavano la testa dal busto e me l’avrebbero fatta trovare dietro la porta. 

A quel punto il mio compito era quello di proteggere la mia famiglia e mi offro volontario dicendo al magistrato “appiccicatemi addosso una micro spia che io vado alla ricerca dei miei estortori”, così fecero, mi hanno appiccicato una micro spia addosso e io sono andato alla ricerca dei miei estortori, andando in giro scopro che a Scordia il pizzo lo pagano tutti!!!

Arrivo davanti ai miei estortori e inizia una lunga trattativa, mi chiedono di pagare una tassa di 20 milioni di lire anno; facendomi forte di quella micro spia e sapendo che dall’altra parte c’era lo Stato che ascoltava, io dico che non pago e gli lancio una contro offerta per poterli incastrare di 5 milioni di lire, loro mi rispondono che l’offerta è troppo povera e che non possono accettarla; da quel momento c’è stato un lungo silenzio e poi hanno accettato la mia offerta; ho preso di tasca mia 2 milioni e mezzo di lire , assieme ai Carabinieri li abbiamo fotocopiati e messi dentro una busta “tutta l’Italia ha visto la consegna di quella busta” dicendo che gli altri 2 milioni e mezzo di lire glieli avrei portato al più presto possibile cosa che io non ho fatto mai. 

Ma loro, i mafiosi, presto si fanno sentire, mi spaccano oltre 500 quintali di angurie facendo un taglio netto a forma di croce su ognuna di esse, un messaggio forte e chiaro che significa “vedi cosa succede a chi non mantiene i patti”; in un casolare adibito a deposito di attrezzi agricoli me lo scassano e rubano tutto ciò che c’era, sparano persino sulla porta di quel deposito, un altro segnale che io devo morire.  

Nel gennaio del 1999 si presentano a casa mia degli alti funzionari del Servizio Centrale di Protezione dicendo che io e la mia famiglia dovevamo fare le valigie ed andarcene da Scordia perché a giorni dovevano arrestare i miei estortori: “Io dissi che non ero io ad andarmene ma gli altri, dissi che se qui in Sicilia tutte le persone oneste che denunciano devono andarsene qui restano solo i mafiosi ed io questa soddisfazione a questi mafiosi non gliela do; dissi pure che se lo Stato a me mi vuole proteggere, nella mia Scordia mi deve proteggere”. 

Il 2 febbraio 1999 vengono arrestati i miei estortori , da quel giorno la mia vita è cambiata e forse per sempre perché vivo sotto scorta ; provate voi ad immaginare il contadino il contadino con la scorta, sono stato il primo Testimone di Giustizia in Italia a rimanere nei luoghi d’origine, nonostante ciò sono contento perché sono un uomo libero, sto lavorando come prima e meglio di prima. 

Quando io denunciai lavoravano con me 15 operai, oggi ne lavorano oltre 70; per questo devo dire grazie allo Stato ma soprattutto al Messia dell’antiracket Tano Grasso; è qui doveroso dire qualcosa di questo grande uomo, nel 1999 quando vennero arrestati i miei estortori la mia storia ebbe un risalto mediatico molto alto e ne parlarono tutti i quotidiano nazionali e la tv. Io questo grande uomo non lo conoscevo, ma ne avevo sentito parlare tanto; Lui mi venne subito a trovare ha portarmi solidarietà; io in quei giorni ero molto turbato perché casa mia era sorvegliata dai Carabinieri, mio figlio per questioni di sicurezza veniva congedato e posto sotto scorta, un ragazzo di soli vent’anni, anche mia moglie e pure le mie due figlie femmine e loro mariti. 

In quei giorni non mi rendevo conto dei cosa avevo fatto e mi sentivo prigioniero sia io che tutta la mia famiglia; avevo deciso di togliermi la vita, perché togliendomi io di mezzo avrei liberato la mia famiglia. 

Questo Grande uomo, Tano Grasso, Messia dell’antiracket, capì subito che in me c’era qualcosa che non andava e mi disse una cosa molto semplice ed elementare come me ”non avere paura perché da questo momento non sei più solo e se c’è d’andare a morire ci andremo insieme“. 

Ebbene io non sono stato lasciato solo neanche per un istante.   

Il giorno che sono andato a testimoniare contro i miei estortori, sono in l’aula del Tribunale molto grande, quel giorno quell’aula era piena e spaccata in due, da una parte c’erano i miei estortori in gabbia, accanto a loro i loro parenti, gli amici, gli amici degli amici, i mafiosi che con sguardi violenti e penetranti ti ammazzavano; dall’altra parte c’ero io e non ero solo, accanto a me c’era tutto il Consiglio Comunale di Scordia, l’Associazione Antiracket di Scordia, che si costituirono parte civile, c’erano tutte le Associazione Antiracket della Sicilia e oltre lo Stretto, ma quel giorno accanto a me c’era soprattutto lo Stato, rappresentato da Tano Grasso, Commissario Antiracket Ordinario e Straordinario di Governo.   

Concludo dicendo a tutti Voi che leggete questa mia storia, che Tano Grasso è un uomo straordinario, lo conosco da oltre 18 anni e se un giorno io dovessi affidare la mia famiglia a qualcuno, io la affiderei a lui perché è l’uomo più onesto di questo mondo.

Mario Caniglia, testimone di giustizia.

Un arresto "scontato"…

L’arresto di ieri del boss Matteo Messina Denaro era qualcosa che potremmod definire “prevedibile”, quasi fosse qualcosa di annunciato…

Il sottoscriutto ad esempio aveva realizzato proprio alcuni giorni fa un post (che seguiva tra l’altro quanto riportato da altre testate giornalistiche che avevano in questi giorni riportato della possibilità di un arresto eccellente in tempi brevi) ed è soltanto per ragioni tecniche che i miei post, scritti dopo l’11 di questo mese, non sono stati pubblicati, anche se a conferma di quanto sopra, posso portare – a testimonianza delle mie anticipazioni – alcuni miei amici che proprio in queste ore mi hanno telefonato manifestandomi la loro sospresa per questo arresto e dichiarandomi di credere che il sottoscritto abbia poteri di chiaroveggenza, che naturalmente non possiede… 

Difatti, riprendendo quanto riportato nel programma di Giletti, anche lì erano state fatte delle rivelazioni shock: “E se ci fosse una trattativa per un arresto clamoroso?” – vedasi link: https://www.la7.it/intanto/video/matteo-messina-denaro-le-rivelazioni-shock-e-se-ci-fosse-una-trattativa-per-un-arresto-clamoroso-16-01-2023-468118.

Penso che si sia giunti a una nuova trattativa che interessa in particolare l’abolizione dell’ergastolo ostativo; anche il Sig. Baiardo aveva dichiarato ciò nell’intervista con Giletti:  “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari, presumiamo, che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”.

Si tratta peraltro di quanto allora richiesto a mezzo “papello” nella trattativa Stato-mafia che ha condotto alle stragi e di cui ancora nessuno dice di sapere nulla…

D’altronde come non ricordare quanto accaduto in quella residenza del boss di Totò Riina (ora trasformata in caserma), della mancata perquisizione dopo la sua cattura, di tutti quei documenti compromettenti spariti dalla sua cassaforte, quali nomi e cognomi chissà forse anche istituzioni erano legati a filo doppio con la mafia, già… quelle mafie silenti e le loro complicità…

Ora, come non ricordare l’agenda rossa del giudice Borsellino, anch’essa sparita nel nulla, sono troppe le risposte che ancora attendiamo e che non hanno avuto risposta e chissà se mai ne avranno.

Sì… vi è una certa soddisfazione nel sapere che lo Stato (finalmente) ha fatto sentire il proprio peso… ma dover attendere 30 anni, prima di vedere arrestato un latitante mi sembra qualcosa non certo di cui andare fieri, anzi viceversa fa comprendere come ancora oggi vi siano forti poteri che condizionano l’operato degli organi di polizia e della magistratura!!!

L’arresto di ieri va visto sotto una prospettiva più ampia che tiene conto di un cambiamento in corso nella cupola di cosa nostra, di nuove forze emergenti e in particolare mi riferisco a quelle manageriali, ai fondi del PNRR che stanno arrivando nel mezzogiorno in particolare nella Sicilia e che non possono permettere ingerenze di pseudi capo mafia o suoi affiliati, gli stessi che potrebbero a mettere a rischio la sospensione di quegli stessi fondi…

Sono troppe le circostanze che non conosciamo, sì… per adesso apprezziamo quanto compiuto dai Ros perché va detto, questo arresto rappresenta una punto fondamentale importante per il nostro Paese, una pagina buia che viene finalmente chiusa!!!

L’auspicio è quello di vedere l’inchiesta esplodere in tutta la sua gravità, per giungere finalmente a quei nomi sommersi che hanno fatto sì che la storia di questo Paese prendesse la direzione che ben conosciamo: bugie, collusioni e accordi politici con chi, proprio come Messina Denaro, si sarebbe dovuto combattere!!! 

Mi dispiace dover aggiungere a quanti pensano che da oggi (per il nostro Paese) cambierà qualcosa: sì… non avete capito nulla!!! 

una terra "bruciata"…

Una nuova operazione antimafia a Randazzo ha portato a smantellare il clan che controllava quel territorio…

L’hanno chiamata “Terra Bruciata” d’altronde è ciò che di fatto era accaduto fino ad oggi ed ora si riparte da qui…

Ho letto su una testata web la dichiarazione del capitano Luca D’Ambrosio, comandante della compagnia carabinieri di Randazzo: “Adesso possiamo dire che in questo paese è ritornata la legalità, per questo invitiamo a denunciare fenomeni come quelli delle estorsioni e ogni episodio”

Comandante, non vi sono abbastanza parole per ringraziare l’Arma per il contrasto che ogni giorno mette in campo attraverso i suoi uomini e le sue donne, ma l’esperienza mi porta a non esser concorde con quella frase in quanto la ritengo molto ottimistica, in quanto si auspica che attraverso quegli arresti i cittadini possano modificare il proprio essere e rilanciare una nuova fiducia per affrontare a viso aperto gli uomini di quella criminalità organizzata, che sappiamo già come a breve questi verranno rimpiazzati da nuovi, soggetti quest’ultimi sin qui appositamente preparati affinché si vengano a ricreare quelle condizioni repressive fin qui adottate, affinché nessuno possa pensare di reagire o alzare la testa…    

Pensare che ora finalmente in quel paese sia ritornata la legalità è un auspicio a cui molti di noi vorremmo credere, ma pensare che da domani, saranno in molti a farne la fila per farne parte, ecco credo che su quest’ultimo punto ci sia molto da lavorare…

Leggere frasi come: “Abbiamo bisogno che altri imprenditori abbiano il coraggio e l’intelligenza di comprendere che stare dalla parte dello Stato è vincente. La denuncia è un fatto straordinario e importante. Non per niente in questi ultimi mesi nel territorio di Belpasso, Paternò e Catania abbiamo dieci imprenditori che hanno deciso di collaborare. Vorremmo che anche a Randazzo ci fosse questa svolta“, fanno comprendere come ancora tanto debba essere fatto, considerato che su un territorio che vede iscritte centinaia di migliaia d’imprese, leggere di dieci imprenditori che si ribellano è certamente un passo, ma ancora molto distante del giungere all’arrivo…     

Certo sapere che è iniziata la fase ispettiva ordinata dalla prefettura al comune di Randazzo e che potrebbe rappresentare  l’atto propedeutico ad un eventuale scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose nelle istituzioni, non è certamente qualcosa di cui andare orgogliosi… 

In questa terra, il rischio più grande è quello di illudersi che qualcosa possa cambiare, dimenticando che per migliorare vi sia bisogno innanzitutto di un cambiamento radicale, i una vera e propria rivoluzione culturale, sociale, economica ma soprattutto politica, perché proprio osservando le preferenze di quei miei conterranei, che comprendo quanto ancora ci sia da fare…  

La Nasa ha comunicato che dalla stazione spaziale europea fosse visibile in Sicilia una cava abusiva…

La ISS è una stazione spaziale in orbita terrestre bassa (Altezza orbitale: 408 km – Velocità in orbita: 7,66 km/s -Velocità massima: 28.000 km/h) dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali…

Ed allora proprio alcuni mesi fa, la stazione spaziale europea passando al di sopra della nostra regione, precisamente nella Sicilia Orientale, ha riscontrato in mezzo ad un’area vegetale una sorta di irregolarità, con una evidente rimozione di vegetazione e alberi, ma soprattutto con l’asportazione rilevante di terreno e la creazione di terrazzamenti con rampe di accesso…

Gli scienziati dell’ISS a questo punto hanno deciso di verificare ulteriormente quanto fosse accaduto o se qualche processo naturale avesse mutato quel territorio e se quanto ora quanto costatato, fosse già così negli anni passati… 

Dall’analisi dettagliata delle passate osservazioni è stato possibile rilevare come la riduzione della superficie vegetativa fosse andata negli anni aumentando e le immagini messi ora a confronto, presentavano evidenti pericoli ambientali, quest’ultimi legati anche a possibili rischi di frane,  ecco perché fosse necessario immediatamente segnalare quanto osservato a terra…

Ed è ciò che è successo, tanto che appena saputa l’informazione da parte della Nasa, si è proceduto a effettuare un’attività ispettiva in quell’area… 

Naturalmente scherzo, ma le violazioni ambientali portate ora alla luce erano così evidenti che resto basito nel non riuscire a comprendere come una circostanza così lampante, non fosse stata in questi anni vista da nessuno, in particolare proprio da quanti sono incaricati a quei controlli…  

Già, ci si meraviglia sempre, eppure tutti ormai sappiamo bene come dietro quelle disattenzioni si celino possibilmente meccanismi perversi, funzionari compiacenti, assunzioni, promozioni, etc…  e nel frattempo il danno prodotto non è esclusivamente ambientale, bensì… anche e soprattutto quello erariale, un giro di denaro che non viene dichiarato e che determina evasione, che elude di fatto il mancato pagamento degli oneri previsti nelle casse pubbliche, ma non solo, essendo quel materiale inerte scavato, venduto e/o utilizzato per la miscelazione della produzione di conglomerati vari, crea una concorrenza sleale con l’alterazione di un mercato libero… 

Ora come sempre accade in questi casi, l’area di cava abusiva è stata sottoposta a sequestro preventivo unitamente ai mezzi d’opera presenti, ma come avevo scritto in un mio ultimo post sull’argomento: per la prossima confisca… iniziate a contare i giorni!!!

Ed ora quindi, nella speranza di non dover attendere un nuovo passaggio sulla nostra isola da parte della Stazione spaziale, auspico che qualcuno all’interno di quegli Enti preposti (escluse ovviamente le forze dell’ordine e il gruppo NOE che per fortuna – almeno loro – svolgono quel loro compito perfettamente…), contribuisca finalmente a realizzare in maniera seria quanto di propria competenza, d’altronde posso già anticipare che a breve vi saranno nuovi controlli e questa volta potrebbero riguardare anche Voi!!!

 

Corruzione e tangenti a Messina: vedasi che novità!!!

Avevo ascoltato in tv la notizia ed ero rimasto profondamente basito, considerati i nomi delle persone coivolte nell’nchiesta…

Già… perché tra le persone arrestate stamani dai carabinieri, con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio, vi è il comandante della polizia metropolitana di Messina, Antonio Triolo.

Ai domiciliari sono finiti anche i suoi colleghi di Letojanni, il comandante dei vigili Alessandro Molteni e l’ispettore Santo Triglia, la figlia di Molteni, Elisa, la moglie di Triglia, Gaetana Cardile, l’imprenditore Antonino Navarria, amministratore della “Sos strade srl” e Andrea Lo Conti, titolare della “La car”, ditta satellite della “Sos strade”. 

La gip Maria Militello, ha disposto anche il sequestro del complesso aziendale della “Sos strade”.

L’inchiesta è nata dopo le rivelazioni di una fonte confidenziale ai carabinieri sul monopolio nelle attività di ripristino strade dopo gli incidenti, grazie alla complicità della polizia metropolitana. 

Il comandante Triolo per favorire la ditta di Navarria, dice l’accusa, avrebbe ricevuto una macchinetta del caffè, un telefonino e mobili per l’ufficio e la promessa dell’assunzione della figlia. 

La figlia del comandante e la moglie dell’ispettore di Letojanni sono finite ai domiciliari perché socie della “Elta service.”, che si occupava del recupero dei crediti assicurativi per conto della “Sos strade”. Andrea Lo Conti, titolare della “La car”, ditta satellite della “Sos strade”, perchè gli sarebbe stato assegnato illegittimamente il servizio di rimozione auto.

Per meglio comprendere nello specifico quanto accaduto vi rimando all’articolo : https://www.ilsicilia.it/corruzione-e-tangenti-a-vigili-e-polizia-metropolitana-sette-arresti-nel-messinese/

Comunque vedrete nel 2021 per Messina questa non sarà l’ultima inchiesta!!!

Sì… sono sicuro che prima dell’anno altri nomi “eclatanti ed impensabili” emergeranno da quel mondo sommerso, clientelare e corrotto ben protetto, grazie ad un sistema parallelo, metodico e massonico che permette ai suoi affiliati di proseguire in quelle proprie carriere istituzionali e nel contempo di favorire i cosiddetti “amici degli amici”…

Ma tranquilli è solo questione di ore!!!   

Si… ok… l’ennesima cava abusiva!!! Scusate, ma chi avrebbe dovuto controllare, dov’era???

Una cava estesa all’incirca 80.000 mq di sabbia marina in località Acate (RG), è stata sottoposta a sequestro dal Comando dei Carabinieri per la Tutela Ambientale, conosciuto ormai da tutti come  “NOE”…
La circostanza più assurda – quantomeno per quanto concerne il sottoscritto – non è raffigurata dal leggere la serie di reati commessi da quella società e di conseguenza dal suo amministratore…
No… quanto compiuto d’altro canto, rientra in quelle abituali metodologie praticate dalla maggior parte delle società presenti nel nostro paese, difatti, ciò che maggiormente mi da fastidio è qualcos’altro… che se avrete la bontà di leggere, andrò a breve a spiegare!!! 
Peraltro… a conferma di quanto sopra, vi è la conferma che risultiamo essere in graduatoria ai primi posti nel mondo, per evasione e corruzione!!!
Qui da noi infatti, vi è una certa predisposizione a commettere quegli illeciti, ciascuno – dal più piccolo al più grande – prova a celare quei propri profitti, operando il più delle volte in maniera abusiva…
La situazione più assurda, non è dovuta tanto a quella loro scaltrezza… no infatti, non dipende da una particolare dote personale o da chissà quale furbizia speciale che altri soggetti viceversa non possiedono…
No… nulla di tutto ciò, la loro… potremmo dire “fortuna” è casuale o meglio è legata al nostro territorio, dipende dall’incompetenza altrui o per essere più precisi, dal non svolgere con estrema professionalità il proprio incarico, basti vedere quei mancati accertamenti, quelle verifiche non compiute, cosa dire… per strafottenza o forse per timore, ed anche, per una propria diretta partecipazione, sì…  a quel malaffare!!!
Ecco… questo è ciò che più di tutto mi da fastidio!!!in alcun modo 
Scoprire sempre che nessuno di quei funzionari controlla quanto è di propria pertinenza… perché d’altronde di questo si tratta… 
Qui non si discute di un camioncino di sabbia “rubato”… ma di una cava estesa 80mila metri quadrati e non può essere che nessuno abbia notato nulla!!!  
Per cui… sapere che il titolare di quell’azienda sia stato denunciato, credetemi sulla parola… non mi da alcuna soddisfazione, anzi tutt’altro… anche perché vorrei comprendere nello specifico i motivi che l’hanno spinto a compiere quelle azioni illegali, seppur premetto, che ciascuna di esse non può essere in alcun modo giustificata… 
Ma ciò che il sottoscritto vorrebbe vedere indagati, sono quei responsabili seduti all’interno degli Enti pubblici, quanti tra dipendenti, funzionari e soprattutto dirigenti, che sapevano e non hanno fatto nulla; la dimostrazione peraltro è data da essi stessi… nel non aver mai riscontrato in tutti questi anni, alcuna violazioni in quelle cave…
Ora – grazie al “NOE” – si è scoperto di come mancasse la denuncia d’inizio lavori, la nomina del direttore dei lavori (tra l’altro prevista per legge), la verifica dell’idoneità dei mezzi d’opera utilizzati per lo scavo ed il trasporto di quella “sabbia marina”, che mi auguro (ma questo rappresenta un altro aspetto inquietante, e non centra nulla con l’attuale inchiesta) non sia stata utilizzata per la produzione di conglomerato cementizio…  
Sì… vorrei sapere oggi da coloro che operano all’interno di quel Distretto minerario, com’è sia stato possibile che questa società esercitava la propria attività estrattiva, se pur sprovvista di regolare autorizzazione in quanto scaduta da circa quattro anni,, senza che nessuno di loro abbia fatto le necessarie verifiche???
Un consiglio… forse è il caso che il dirigente di quell’ufficio faccia riprendere dai suoi sottoposti tutte le autorizzazioni fin qui rilasciate dall’Ente, ed inizia – una per una – verificando quelle correttamente prorogate e viceversa quelle da tempo scadute, recandosi inoltre sul posto, per controllare se i lavori di coltivazione sono stati realmente sospesi oppure no!!!
Perché credetemi, mi sono stancato di descrivere questo settore… sono anni che ne parlo, sin da quando nessuno per timore ne evidenziava i problemi ed il sottoscritto di contro, ne anticipava in questo blog i rischi ambientali e finanziari, ma soprattutto, evidenziavo quei possibili collegamenti tra gli imprenditori e taluni colletti bianchi, che si prodigavano a non compiere i necessari controlli… 
Già… mi auguro quantomeno che ora non si debba più leggere d’ulteriori inchieste giudiziarie compiute a seguito dei controlli del Gruppo militare del “NOE”, perché altrimenti tutto… sì proprio tutto, inizierebbe a diventare (per quegli addetti ai controlli in qualità di “pubblici ufficiali”) fortemente imbarazzante!!! 
Attenzione, attenzione quindi…
Ed è il motivo che mi spinge a voler concludere questo post con un proverbio: A buon intenditore poche parole… 

Non certo una bella pagina per la nostra Polizia di Stato!!!

Le mele marce sono ovunque… ed anche nelle forze dell’ordine purtroppo vi sono soggetti che si lasciano tentare da una vita più lussuosa…
Ecco perché tra  tra gli arrestati della scorsa notte per estorsione, vi è anche un poliziotto!!!
Sono stati i Carabinieri del reparto operativo del Comando Provinciale di Catania ad aver eseguito le sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip su richiesta della  Procura Distrettuale della Repubblica etnea, tra le quali spicca quella nei confronti dell’Ispettore A.M.G., in servizio presso l’Ufficio della Questura di Catania. 
Gli arrestati sono tutti chiamati a rispondere del reato di estorsione aggravata in concorso commessa con l’utilizzo di  metodi coercitivo di lesioni personali.

Le indagini (della DDA di Catania) sono iniziate dopo che due privati hanno denunciato la società di noleggio auto, gestita dal poliziotto indagato ma formalmente intestata al padre… 
Al termine del periodo di noleggio, l’uomo pretendeva un pagamento superiore rispetto a quelle originariamente pattuito e dinanzi al loro diniego, sembra che si sia proceduto con atti di minaccia e violenza fisica, culminati anche con lesioni personali. 
Tra le minacce si ipotizzava quella di fare arrestare (ingiustamente) le vittime, per aver ritrovato (sulle auto forse date a noleggio) della droga…

Dalle successive investigazioni, ci si è accorti delle particolari frequentazione dell’Ispettore di Polizia con taluni personaggi legati ad ambienti “mafiosi”…
L’ispettore ora è inoltre accusato d’aver aver agito con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione esercitata sul sistema informatico della Polizia di Stato e su quello telematico relativo all’ordine e la sicurezza pubblica.
Certo “non si può fare di tutta un’erba un fascio“, ma a leggere notizie come questa sopra riportata, la Polizia di Stato non fa…  una bella figura!!! 

Cave??? C’è ancora molto da scavare!!!

Questa mattina ho acquistato l’inedito del magazine “S” ed ho scoperto come al suo interno vi sia un post interessante realizzato da Antonio Giordano intitolato: “Il tesoro nero dell’Etna“!

Sono particolarmente sorpreso che questo mensile abbia voluto toccare un argomento considerato da molti “off-limits”, in particolare nella nostra regione…

Ricordo infatti come alcuni anni fa, esplorando su “google” la parola cave, estrazione, frantumazione, conglomerati, inerti, ecc… venivano evidenziate una serie di informazioni generiche a modello “wikipedia”…

Si trattavano difatti quegli argomenti come un semplice dizionario enciclopedico, spiegando ciascuna parola attraverso descrizioni tecnico/scientifiche, facendo riferimento a specifiche di natura chimico-fisica, ai possibili legami, alla metodologia operativa, d’estrazione, logistica, produttiva, senza però evidenziare o quantomeno approfondire quel mondo “lavico e/o calcareo” in particolare nell’analizzare quel mancato rispetto delle normative previste che poi si ripercuotono nell’ambiente, nel sociale, nell’ottemperanza dei contratti di lavoro, mancate procedure che si sono scoperte essere illegali!!!

Tutto è stato incredibilmente “celato“, come se quel business milionario non esistesse, in particolare mancavano talune notizie perfettamente occultate dai media siciliani, come se di quella realtà non si dovesse parlare… o meglio, come se quel settore non esistesse, anche perché distante, galattico, già… un microcosmo legato a un mondo “alieno“!!!

E difatti riporta bene il giornalista Giordano quando scrive che sono in molti a definire quel mondo la “Luna“: “perché all’improvviso vegetazione e case scompaiono per lasciare il posto a roccia vulcanica… sembra di essere su un altro pianeta”…

Già soprattutto quando si prova ad esaminare in “profondità” quel “pianeta”, sì… azzardando a scoprire cosa si nasconde sotto lo strato di quella polvere nera!!!

Difatti… osservando dall’esterno quel sistema produttivo (sempreché si ha la fortuna d’individuarlo quel sito – agli occhi di molti addetti ancora “oscuro” – sì… infatti, volendo restare all’interno di in quel mondo cosmico, potremmo paragonare esso…  ad un “buco nero”, difficile da identificare…), si ha come l’impressione che vi sia un qualcosa di “sommerso” che non viene appositamente portato alla lucegià proprio come quella terra vegetale presente, ma sottostante e al buio…

Leggendo peraltro l’articolo si resta basiti e si comprendono i motivi per cui in molti preferiscono non toccare l’argomento per non subire ripercussioni, a differenza di altri che stranamente utilizzano “enigmatiche” giustificazioni a circostanze e situazioni, che definire “gravissime” sarebbe ancora qualcosa di riduttivo, eppure attraverso quei concetti elusivi, si riesce ancora una volta – in modo velato – a proteggere quel sistema ed ogni suo comportamento illegale…

La verità è che a tutti va bene così… e quando dico tutti, non mi riferisco ai soli imprenditori “prenditori”, ma anche a tutti coloro che con questa roccia magmatica (e non solo…) sopravvivono bene… anzi di più, magnificamente bene!!!

Qualcosa sta cambiando è vero, ma quanto si è andato in quest’ultimo anno intaccando attraverso le forze dell’ordine – in particolare dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (N.O.E.) – rappresenta ahimè ancora lo strato superficiale…

Già, perché potremmo paragonare quella cava ad un frutto, ed oggi le inchieste effettuate e i relativi sequestri, hanno dimostrato come si è intaccato solo lo strato esterno della “buccia”…

Infatti, la parte più interessante di quel frutto è rappresentato dalla parte nascosta, è quella più interna la porzione “succosa” o per meglio dire quella più redditizia, perché garantisce in maniera illecita, sicuri vantaggi  economici e finanziari…

Resta ancora molto da scoprire dietro quel mondo delle cave… ed è il motivo per cui ancora oggi, vi è molto da scavare… ma come vado solitamente ripetendo, se non s’inizia ad affrontare il problema, non si potrà mai giungere ad una sua definitiva soluzione…

E quindi… l’importante è aver iniziato!!!

Le inchieste sui presidenti di "Confindustria", sembra che non finiscano mai!!!

Non so che dire… 
Abbiamo visto tutti quanto accaduto ai presidenti di questa associazione nella nostra regione (Sicilia), ed ora anche il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, è stato indagato per finanziamento illecito ai partiti,  per averlo elargito -secondo l’inchiesta -ad una candidata di Forza Italia (Lara Comi), 31 mila euro per le elezioni Europee… 
Secondo i pm che indagano nell’inchiesta della Dda sulle tangenti a Milano e Varese, il presidente Bonometti avrebbe effettuato il pagamento attraverso un meccanismo: la cifra sarebbe stata riconosciuta in cambio di un testo di poche pagine, che poi è risultata scaricabile su un sito di tesi di laurea online. 
Una fattura da 31 mila euro emessa nel gennaio 2019 dalla “Omr holding” alla società “Premium Consulting Srl”, tra i cui soci figura proprio Lara Comi e secondo gli inquirenti, si tratti di una forma di finanziamento illecito. 
Tra l’altro con la stessa accusa sono stati iscritti nel registro degli indagati altri imprenditori… che avrebbero utilizzato eguale metodologia di cui sopra e cioè acquistando una consulenza di poche pagine – tra l’altro sembrano essere “copiate” – a fronte di un compenso di 40 mila euro!!!
In particolare ciò che ha insospettito le forze dell’ordine, è che il fatturato di una di quelle azienda era all’incirca 200 mila euro… e quindi la somma versata per la consulenza rappresentava il 20%  di quel loro fatturato… 
L’altra circostanza assurda è che si è voluta pagare una consulenza basata su una tesi di laurea intitolata “Metodi statistici per il web marketing”; denaro che si sarebbe potuto tranquillamente risparmiare, essendo la tesi presente online e firmata dal laureando, Antonio Apuzza.
Cosa dire… l’industriale bresciano vicino agli ambienti di Forza Italia, è stato sentito come persona informata sui fatti e successivamente gli è stata contestata l’accusa di finanziamento illecito e nello stesso tempo le forze di polizia, Gdf  e Carabinieri, hanno ascoltato ulteriori testimoni e indagato legali, direttori generali, assessori, dirigenti e responsabile di uffici tecnici…
Un sistema di corruzione talmente esteso che va dalla Lombardia al Piemonte!!!
E dire che Confindustria nasce principalmente per “partecipare al processo di sviluppo della società italiana, contribuendo all’affermazione di un sistema imprenditoriale innovativo, internazionalizzato, sostenibile, capace di promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del Paese”
Osservando quanto finora accaduto, si ha come l’impressione che qualche capitolo del loro “Statuto” non sia stato ben compreso da quei suoi dirigenti nazionali… 
Ci auguriamo di non dover assistere in futuro ad ulteriori inchieste giudiziarie, perché una cosa è indubbia: Confindustria non sta facendo bella figura!!!

Sequestri??? Tranquilli siamo solo all’inizio!!!

Ora la strada è stata intrapresa e non si può tornare indietro…

Quindi, possiamo certamente aspettarci a breve tutta una serie di ulteriori confische e sequestri di società e chissà se f,orse… non solo di quelle!!!
E finito il tempo per quei “prestanome” intestatari di società, di cui abbiamo letto attraverso l’intercettazioni o le inchieste giudiziarie d’esser di proprietà di boss di “cosa nostra” che poi, di volta in volta e con il passar degli anni, a seconda degli arresti o dei provvedimenti giudiziari intervenuti, hanno dovuto cambiar nome, prendendo quasi sempre spunto da quello dei nuovi detentori, ma lasciando (nei fatti) inalterato il nome reale di quella proprietà…

D’altronde come dimenticare ad esempio l’impresa edile di proprietà dei capi mafia Riina e Provenzano… già, la famosa “RIPRO S.r.l.”, denominata così dai rispettivi nomi dei boss di cosa nostra, oppure quell’altra società della sorella della moglie del boss che avrebbe costituito in Costarica denominata ( con il suo cognome…) “Armonia Parvin Sa”…

Come vedete vi è molta fantasia in quei nomi e difatti a breve mi aspetto di leggere nelle prossime inchieste della nostre Procure, i nomi di alcune società – non solo italiane ma anche estere – di cui io stesso potrei anticiparne i nomi…
Sono costituite appositamente per fare da “arieti” a quei sistemi di controllo anti-corruzione fin qui portati avanti dallo Stato che servono per bloccare quelle società che dimostrano aver legami con la criminalità organizzata…
Ecco quindi che allora – grazie anche ai consigli ricevuti da quei loro consulenti fiscali, veri e propri professionisti di economia e finanza, maghi specializzati nel provare a fottere tutte quelle procedure di controllo – si prova a disarcionare i blocchi e i controlli previsti, per riuscire a compiere tutte quelle loro attività illegali…

Per cui, da un lato troviamo uno Stato che prova – attraverso le proprie forze dell’ordine – a contrastare quei sistemi illeciti e corruttivi, vedasi per ultimo il sequestro al link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2019/04/sic-comiso-cava-abusiva-area-archeologica-ae0e42ef-036b-4a80-a6c8-f7850547326f.html mentre dall’altro vi sono tutta una serie di soggetti che quotidianamente si dedicano ad attuare procedure irregolari, affinché quei loro business possano superino enormemente i limiti solitamente previsti per gli utili d’impresa, in particolare guadagnando sempre più attraverso quelle note procedure abusive di evasione e riciclaggio, non certo consentite dalla legge, ma soprattutto non conformi con quanto previsto da quella cosiddetta “morale”!!!
Ma d’altronde di quale etica stiamo parlando…