“Sono passati trentadue anni, ma lo ricordo come fosse ieri” a riportato Antonio Ingroia, all’epoca sostituto procuratore a Palermo.
Archivi categoria: borsellino
L’ex procuratore Pignatone indagato a Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia!!!
L’ex procuratore Pignatone ora indagato per favoreggiamento ha dichiarato: Dimostrerò la mia innocenza.
Sembra dalle accuse che l’ex magistrato abbia insabbiato le indagini del 1992 sui rapporti tra esponenti di Cosa Nostra e il gruppo guidato da Raul Gardini.
Sono indagati insieme ad egli l’ex pm Natoli (che ha fatto parte del pool di Falcone e Borsellino) e il generale della Guardia di Finanza Screpanti
Certo che questa vicende su mafia e appalti sembrano non trovare mai soluzione o quantomeno ogni qualvolta sembra esser giunti ad una soluzione, ecco che improvvisamente si torna indietro, già… come in quel gioco dell’oca!!!
La nuova accusa è di favoreggiamento alla mafia e difatti il magistrato nella giornata di ieri si è presentato al palazzo di Giustizia di Caltanissetta per essere interrogato: «Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato e mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta».
Secondo la procura sembrerebbe che l’ex procuratore possa aver avuto un ruolo – in concorso con gli altri due indagati e con l’allora procuratore Pietro Giammanco (deceduto nel 2018) – nell’insabbiamento delle indagini su mafia e appalti, su cui Paolo Borsellino iniziò a lavorare nel 1992 dopo la morte di Giovanni Falcone.
In particolare sono i presunti rapporti tra i mafiosi Buscemi e Bonura ed il gruppo guidato da Raul Gardini ad interessare oggi la procura nazionale di Caltanissetta, ma non solo si sospetta anche che gli indagati abbiano insabbiato un’indagine della procura di Palermo di cui si chiese l’archiviazione.
Certamente una situazione difficile quella che negli ultimi anni ha colpito gran parte della magistratura e soprattutto taluni suoi referenti ed in ciò, anche noi semplici cittadini troviamo alquanto difficile comprendere ciò che è reale da quanto rappresenta una finzione, già… fin dove possiamo fidarci di questo Stato e soprattutto di quegli individui posti lì a rappresentare la giustizia e quindi a fare in modo che le inchieste giudiziarie giungano ad un soluzione senza dimostrarsi ogni giorno che passa farlocche o quantomeno compromesse!!!
Sì ditemi… dove sta la verità, perché mi sembra di esser come nella foto allegata!!!
A caccia dei fiancheggiatori del boss Messina Denaro
D’altronde quando parlo di una condizione “fattibile”, per non dire certamente comoda, è perché paragono questa attuale condizione a quella a suo tempo proposta in un film del 1998 interpretato da Gene Hackman e Willy Smith, intitolato – vedasi la coincidenza – “Nemico Pubblico”!!!
Già… in quel film furono memorabili alcune scene tra cui le riprese satellitari, già… con le quali era possibile pedinare dall’alto gli spostamenti delle persone monitorate.
Parliamo di molti anni fa, ma ciò che sembrava allora fantascienza è diventato da un po’ di anni realtà, difatti tra satelliti, cimici, microfoni, controlli telefonici e verifiche incrociate di telecamere stradali (le cui memorie ricordo sono solitamente conservate in archivi backup “iCloud”), diventa elementare utilizzare quelle fonti per processare in maniera “inversa” i vari spostamenti che quel boss ha compiuto, ma soprattutto – visto i luoghi in cui si è recato – gli eventuali soggetti con cui di fatto egli si è incontrato!!!
Certo ora si tratta di voler portare a compimento quanto iniziato dopo la sua cattura e difatti sono attualmente in corso tutta una serie di perquisizioni – disposte della Dda di Palermo – che vanno da Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazzara, etc., per individuare tutta la rete dei fiancheggiatori del boss di cosa nostra, Matteo Messina Denaro.
Come in quel film si sta ora provando a ricostruire gli spostamenti di quel capomafia nei mesi precedenti all’arresto e soprattutto determinare la disponibilità degli immobili e dei covi segreti di cui soltanto lui era a conoscenza…
D’altronde dal giorno del suo arresto sono state trovate alcune chiavi e come in quel film si sta ora cercando tramite immagini satellitari, celle telefoniche, tabulati del cellulare e videocamere piazzate in diversi punti della provincia Trapanese, a determinare dove e chi abbia incontrato quel boss.
Difatti è grazie a quella sua “Alfa” – l’auto con cui il boss latitante si spostava – che gli investigatori stanno verificando gli spostamenti, scoprendo dove si recava e non solo per la gestione di quelle sue attività fraudolente.
Si stanno quindi provando le varie chiavi sequestrate, se qualcuna apra degli appartamenti, garage o dei locali tecnici insignificanti, nei vari complessi immobiliari nei quali si era recato…
Chissà se proprio oggi – data di commemorazione del Giudice Borsellino e della sua scorta – non venga improvvisamente ritrovata, già… in uno dei suoi covi, la nota Agenda Rossa, a suo tempo prelevata dagli uomini di quel suo capo, Totò Riina, per poi – immagino – esserv stata conservata in quella sua cassaforte, purtroppo mai aperta dal “Capitano Ultimo”… a causa di un ordine ricevuto dai “piani alti”!!!
Già… ritrovarla sarebbe una bella impresa ed un regalo per tutte le vittime della mafia!!!
Ovviamente va detto… sempre che si decida da parte delle nostre Istituzioni di pubblicarne il contenuto: sì… perché comprendere come questa decisione potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova peripezia!!!
Ogni giorno una serie di lestofanti si alzano e sanno che dovranno essere più astuti rispetto a quanti si occupano di prevenire e perseguire i reati; vivecersa quest’ultimi…
Ogni giorno una serie di lestofanti si alzano e sanno che dovranno essere più astuti rispetto a quanti si occupano di prevenire e/o perseguire i reati; vivecersa quest’ultimi… addetti al controllo del territorio, qualunque cosa compiano, anche il non far nulla, sapranno che qualcuno a fine mese, pagherà loro lo stipendio!!!
A fine mese – diceva Paolo Borsellino – quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato!!!
Già… ma sapiamo bene che stiamo parlando di un uomo, ancor prima che magistrato, un individuo diverso perché di tutt’altra pasta; d’altronde come paragonare egli che ha donato la sua vita per questo Paese, con qualcuno seduto in quelle poltrone istutuzionali; ma d’altronde esiste qualcuno che vorrebbe replicare a questa personale affermazione???
Ciò che non riesco a capire (o forse dovrei dire, è quanto faccio fatica a comprendere…) e come certi contesti, visibili a tutti, quantomeno ai cosiddetti addetti ai lavori, non vengano presi minimamente in considerazione.
Mi riferisco a quelle attività illegali che quotidianamente avvengono o che sono in procinto di verificarsi ma che per ragioni del tutto incomprensibili, vengono occultate; forse debbo pensare perché i soggetti coinvolti in quei meccanismi irregolari sono gli stessi che evidenziano di avere interessi personali, d’altronde fanno parte di quegli stessi legami con garantiscono il condizionamento della politica e delle istituzioni, sì… mi riferisco a coloro che di fatto dovrebbero imporre quelle funzioni di controllo in tutte le attività economiche/finanziarie che vengono ahimè compiute nel nostro territorio.
In questi anni, questa definiamola “struttura”, si è dotata di una particolare valenza; è stata capace di imporre il proprio potere, non con la forze o attraverso metodi coercitivi, no… con la semplice capacità di radicarsi nel territorio, lo stesso che offre oggi notevoli risorse economiche grazie anche ai finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea, miliardi di euro denaro attraverso cui si sta influenzando la vita sociale, politica e istituzionale non soltanto a livello locale e/o regionale, ma bensì anche nazionale, sfruttando quello scambio di voti, che il consenso sociale ha determinato…
Ecco perché quel nucleo organizzativo finalizzato al controllo del territorio, è riuscito grazie a funzionari pubblici infedeli, di stringere rapporti di collusione e complicità con le alte sfere che operano in quegli enti locali, regionali, militari e istituzioni.
Sono proprio quest’ultime dinamiche relazionali che hanno permesso d’ottenere per se quelle risorse finanziarie a scapito dei cittadini, quest’ultimi d’altronde si sono accontentati per non dire sottomessi, pur di ricevere in cambio un favore per se o per i propri cari o anche una semplice regalia, preferibilmente in contante…
Potremmo paragonare questi soggetti al “capitale umano”, differentemente da quanto s’intende con questa parola e cioè l’insieme di conoscenze, competenze e abilità, perché in questo caso i soggetti in questione sono abitualmente insignificanti “raccomandati” che grazie a quei rapporti tentacolari, hanno permesso quella presente e diffusa illegalità, la stessa che da sempre persista favoriti anche da coloro che pur essendo preposti a quel contrasto, non fanno nulla, alimentando così ancor più quella rete irregolare, indispensabile per il conseguimento di fini illeciti per i loro amici…
E se qualcuno si sta meravigliando su quanto sopra riportato, mi permetto di ricordare quando dichiarato nel 1998 da un collaboratore di giustizia e cioè: “si cercava di corrompere personalità, come i poliziotti, come i carabinieri, come i magistrati, come i professionisti, per ottenere quello che ci faceva più comodo a noi. Quindi gente addentrata nell’apparato pubblico, amministratori che a noi ci facevano comodo…”.
E’ passato d’allora mezzo secolo, ma mi sembra che d’allora poco o nulla sia cambiato!!!
Conosco a fondo l’anima siciliana. Da una inflessione di voce, da una strizzatina d’occhi capisco molto più che da lunghi discorsi…
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nascono entrambi a Palermo, Falcone il 20 maggio del 1939, mentre Borsellino il 19 gennaio 1940.
Un destino che sembra accomunarli fin dalla nascita, difatti le loro case distano soltanto pochi passi da Piazza Magione, il quartiere popolare della “Kalsa”, i cui palazzi verranno sventrati prima dai bombardamenti degli Alleati e quindi dalla speculazione edilizia.
Giovanni è figlio di Arturo Falcone, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e di Luisa Bentivegna; è il terzogenito dopo le sorelle Anna e Maria. Evidenzia sin da subito di essere un ragazzo studioso, frequentando con ottimi risultati prima il Convitto Nazionale, una delle scuole più rigorose di Palermo, e poi il liceo “Umberto I”. Come tutti i ragazzi della sua età ama il mare, lo sport, pratica canottaggio a livello agonistico.
Paolo invece e figlio del farmacista Diego Borsellino e di Maria Lepanto; è il secondo di quattro figli, Adele, la più grande, il fratello minore Salvatore e l’ultimogenita Rita. Ha un carattere gioviale e scherzoso, in famiglia lo descrivono come una “piccola peste”. Anche lui ha un ottimo rendimento scolastico al Liceo classico Meli, dove si diploma nel giugno del ‘58 con 8 in tutte le materie e 9 in greco.
Piazza Magione rappresenta il luogo della loro infanzia e dell’adolescenza di quei due futuri magistrati.
Nell’oratorio della chiesa di San Francesco, Giovanni e Paolo si troveranno a giocare anche con alcuni ragazzi di quel quartiere, gli stessi che anni dopo inquisiranno come “affiliati” a Cosa Nostra.
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non mi piace per poterlo cambiare”: così scriveva Paolo Borsellino.
Ma quanto è difficile amare qualcosa che non vuole cambiare, difatti, non c’è peggio che essere incompreso da coloro stessi che amiamo, già… è il calice amaro, la croce della nostra vita. Forse è per questo motivo che quei due uomini conservano sulle loro labbra quel sorriso doloroso e triste che tanto ci meraviglia…
Due eroi, che non volevano esserlo; lo stesso Falcone quando intervistato dichiarava: “Non sono Robin Hood nè un kamikaze e tantomeno un trappista. Sono Semplicemente un servitore dello Stato in terra “infedelium”.
Già… una terra ostile, la stessa che non li ha saputi difendere e neppure onorare, quantomeno per come avrebbero meritato, viceversa abbiamo potuto vedere come quegli apprezzamenti siano stati rivolti a coloro che viceversa hanno “……..”, lasciamo perdere, già… come dice spesso mia moglie: “stendiamo un velo pietoso“!!!
Il sottoscritto, quando pensa ad entrambi, li vede lì passeggiare insieme, scherzare, già… come quando erano adolescenti, ancora insieme a ridere, d’altronde si dice che il carattere di un uomo è formato dalle persone con cui si è scelto di vivere e loro avevano deciso sin dal primo incontro, di convivere per sempre insieme…
"La cosa più importante, è da dove nasce… quantomeno da dove nasce tutto“!!!
Certamente una provocazione, ma che descrive in maniera perfetta quanto tutti sappiamo e cioè che le stragi siano state pilotate da una parte della politica e da uomini infedeli delle istituzioni, come riportava quel boss: “tutto da là parte”!!!
Certo ora con la sua morte (e non solo la sua… in questo 2023), sono svanite le possibilità di sapere cosa sia realmente accaduto in questo paese negli ultimi trent’anni, anche se ormai sia evidente a tutti quanto sia successo, anche se la maggior parte – per evitare ripercussioni personali e soprattutto per essere da tempo compromesso con quel sistema corrotto – non vuole parlarne o quantomeno non ad alta voce…
Ma d’altronde come ha riportato il boss durante quell’interrogatorio, se le aveva lui quelle perplessità, perché non dovremmo averle noi, forse egli – per come ha dichiarato: “era più intelligente?”.
No… la verità è che la storia e soprattutto noi italiani, non siamo pronti ad accettare quanto accaduto e si è preferito andare avanti, il più delle volte per salvaguardare i propri interessi…
Ma noi tutti sappiamo bene come dietro a certe cose, nessuno sia mai arrivato, perché come detto da quel boss, al sottoscritto sembra fortemente riduttivo credere che dietro l’assassinio del giudice Falcone vi sia soltanto la sentenza del Maxi processo e difatti, se poi alla maggior parte dei miei connazionali sia bastato, già se ciò è servito a renderli “contenti”… ben venga, sono fatti vostri, ma la base di partenza non è questa… parlo di grandi cambiamenti“.
Già quei grandi cambiamenti dal sottoscritto descritti in questi lunghi anni, da cui sappiamo seguì un’inchiesta nota come “Trattativa Stato-mafia” – che ha sollevato inquietanti interrogativi e dei quali però ancora oggi, non abbiamo ricevuto una chiara risposta!!!
Certamente è stata redatta un’ampia documentazione, dalla quale si evidenziava il coinvolgimento della mafia in quelle stragi criminali, ma che ciò appariva come una situabile di un disegno ancor più ampio, laddove interessi macroscopici illeciti, sistemazioni di profitti, gestioni d’intese con altre componenti delinquenziali e affaristiche, sia nazionali che internazionali, emergevano in tutta la loro evidenza!!!
Sono elementi da far sospettare come l’intero progetto eversivo non fosse di esclusiva gestione dei vertici di cosa nostra, bensì che allo stesso potessero aver contribuito altri esponenti di un più vasto potere criminale.
In particolare l’omicidio del giudice Borsellino dimostrava una chiara anomalia nel tradizionale comportamento mafioso, aduso a calibrare le proprie azioni delittuose sì da raggiungere il massimo risultato con il minimo danno; al delitto, infatti, era stata data una cadenza temporale tale da accelerare – anziché infrenare – l’azione reattiva delle istituzioni, con un conseguente e lapalissiano danno per l’intera organizzazione criminale!!!
Non serve uno speciale intuito per comprendere come qualcuno abbia manipolato affinché si giungesse a riscrivere la storia di questo nostro paese, ed è quindi ragionevole ipotizzare come sin dall’inizio della stagione dei
grandi delitti e delle stragi, si fosse verificata una convergenza di interessi tra cosa nostra, altre
organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, mondo degli
affari, dell’imprenditoria e della politica!!!
Cosa aggiungere, forse il fatto positivo che quantomeno molti di quegli uomini “immorali” siano deceduti ed ora finalmente non siano più tra noi…
Perdonate il senso poco caritatevole delle mie parole, ma ciò è dovuto alla poca considerazione che ho di tutti quei soggetti infetti – appartenenti sia alle mafie che (ahimè) alle istituzioni – e che hanno con la loro abietta partecipazione contaminato gran parte del nostro Paese; ed ora quindi, la loro scomparsa, non può che rendermi appagato, anzi auspico – già… questa è l’unica circostanza in cui desiderato da gnostico poter sperare in un intervento divino – che quegli individui debbano finalmente rispondere delle loro azioni “indegne” a qualcuno più in alto!!!
Non resta che sperare e come diceva S. Agostino “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle!!!
Avverto il disgusto dei giudici Falcone e Borsellino, nel vedere da lassù certi atteggiamenti compiuti da quei loro colleghi…
Certo, a sentire certe notizie vien da pensare…
Ora, che i magistrati debbano anch’essi avere un momento per trascorrere le proprie vacanze è cosa naturale e indiscussa, in particolare dopo essere stati sottoposti per un anno intero, ai forti carichi di lavoro che come ben sappiamo, sono sempre più in aumento presso le sedi dei nostri Tribunali…
Qualcuno, certamente più interessato a non farsi i caz… propri, potrebbe anche chiedersi dove qualcuno di essi passi le proprie vacanze, come se conoscerne i possibili luoghi, possa determinare in essi un qualche fascino…
Però, se da quella curiosa indagine emerge che un giornalista, precisamente del quotidiano “Il Giornale”, scopre come alcuni di essi abbiano trascorso la propria villeggiatura in uno e più esclusivi resort praticamente gratis o per essere più precisi al modico prezzo di 7 euro al giorno, qualche riflessione morale su quel comportamento viene spontaneo farla…
E sì… perché se il problema fosse dipeso dalla esigua disponibilità economica che viene concessa – per quel suo incarico – al magistrato, se si evidenziasse che quel compenso sia di per se irrisorio, allora certamente un eventuale benefit, costituito ad esempio da una villeggiatura gratis, non comporterebbe alcun problema…
Ma visto che le cose non stanno così e considerata per l’appunto la loro posizione sociale, certamente per sua natura complessa e soprattutto sopra le parti, ecco questa loro condizione, avrebbe dovuto consigliare a non accettare alcuna forma di regalia, in particolare questa ora emersa che evidenzia in se, qualcosa d’imbarazzante…
Il quotidiano tra l’altro ci fa sapere che non esiste solo Pianosa a disposizione dei magistrati, ma anche Is Arenas in Sardegna, Merano, Corvara, Selva di val Gardena e altre mete turistiche importanti… e questa volta, non sono – come solitamente avviene – i nostri politici a godere di quei privilegiati posti da sogno, tra l’altro permettetemi di ricordare, inaccessibili a chiunque, ma per l’appunto, alcuni magistrati!!!
Ecco perché ho pensato per un momento a quei nostri giudici illustri, vittime della mafia, a cosa starebbero pensando da lassù osservando ahimè quanto accade quaggiù…
Naturalmente nessuno di noi sta urlando a chissà quale scandalo o come accade in questo nostro paese fare in modo che si sia inizio ad una inchiesta giudiziaria; ripeto… nessuno pensa che farsi una vacanza gratis sia un reato, ma certamente la figura di magistrato che possa accettare una tale situazione fa venire a noi semplici cittadini dei dubbi, ad esempio uno di questi è quello che un domani il favore ricevuto, possa venir contraccambiato…
Non sarà così, ma sorge spontanea una domanda: perché porsi sotto quelle imbarazzanti condizioni???
Sì… nulla a che trattasi di una condizione ricattatoria, ma il fatto stesso che la notizia sia uscita nei giornali e nel web, fa quantomeno comprendere che l’azione in se, non possa considerarsi onorevole (certamente non è qualcosa di cui andar fieri) e credo che sia merito di quella toga, se oggi quei loro nomi non siano stati pubblicati, anche perché osservando quanto accade nei social, non vorrei esser al loro posto e finire in quel pubblico ludibrio!!!
Difatti, a dimostrazione proprio di quanto appena detto, mi permetto di concludere con una frase riportata su una nota testata web che riprende per l’appunto l’inchiesta de “Il Giornale”: “Ma d’altronde è così da un pezzo. Nel Csm-gate rivelato da Sallusti e Palamara c’erano magistrati che raccomandavano fratelli agli esami da magistrato e chiedevano biglietti a scrocco allo stadio, ovviamente in tribuna autorità mica in curva. Ora possono sciare e fare il bagno quasi gratis mentre noi paghiamo 50 euro al giorno d’ombrellone. A me va bene, a chi ha additato altri come privilegiati per anni non dovrebbe. Ma la coerenza non è uguale per tutti, un po’ come la legge amministrata dai magistrati”.
Strage Borsellino, sembra ieri, ma sono passati 31 anni eppure nulla d’allora è cambiato!!!
Andrea Piazza (fratello di Emanuele Piazza, poliziotto e agente segreto italiano, assassinato nel 1990 ad opera di Cosa nostra):
Un servizio coinvolgente che, non si limita a narrare le tragedie delle tante persone cadute sotto i colpi della mafia, ma altresì a trasmettere lo stato di ansia di coloro che per mestiere decidono di tutelare la sicurezza altrui a costo della propria vita.
Romj Crocitti:
Ascoltare e vedere questo filmato suscita – ha chi possiede una anima sensibile – una grande emozione…
Ma poi penso a quanta ipocrisia quella strage conduce, a quanta gente durante quelle commemorazioni si riempie la bocca parlando di “legalità” che poi non mette mai in pratica….
Oggi tutti pubblicano foto, ricordi di questi eroi, dimenticano però che le commemorazioni sono sterili se poi non si mettono in pratica le azioni!!!
Caro Andrea Piazza tu conosci la situazione in cui mi trovo, adesso sempre più difficile , ma diffido chiunque fin da oggi a commemorarmi…
Perché ora avevo bisogno adesso dell’aiuto dello Stato e non di una giustizia che sembra un puzzle da comporre…
Ed è per questi motivi che non tutti possono sentire le giuste vibrazioni e si comportano come i coccodrilli che mangiano i loro figli per poi piangere….
Essere vigliacchi equivale ad essere farabutti ed io ho deciso di non essere entrambi.
“Bisogna imparare il gusto della legalità e il rispetto della legge” diceva Paolo Borsellino …..si vince solo applicando nel quotidiano questo concetto dico io.
Concluso con un mio post intitolato “Falcone e Borsellino non possono essere celebrati da chi convive con i collusi!!!”: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/05/falcone-e-borsellino-non-possono-essere.html
Vabbè… passi pure il "Funerale di Stato, ma per favore, il lutto Nazionale: neppure per Falcone e Borsellino è stato proclamato!!!
Ma d’altronde cosa dire, viviamo nel periodo dei social, delle fake news, del protagonismo, delle c… e come sappiamo nel nostro paese di c… se ne fanno tante, mi dispiace viceversa per quanti certamente avrebbero meritato quel lutto nazionale, mi riferisco a chi – con la propria vita – ha donato se stesso per questa patria!!!
Ma ahimè, per loro non è stato proclamato alcun lutto nazionale, loro veri eroi, magistrati, uomini delle Istituzioni, militari, ma anche semplici cittadini comuni, per loro, che tanto hanno fatto per la democrazia di questo Paese… nulla, si qualche foto appesa in qualche qualche ufficio, ma poi per il resto NULLA!!!
Che schifo… oggi non mi sento Italiano, mi vergogno di esserlo, vorrei scomparire, andare via… già il più lontano possibile, da questa terra che mostra in maniera indegna tutte le proprie debolezze e ipocrisie!!!
Non parlo per l’uomo che non c’è più, di quel quel politico, che tra l’altro, ha potuto beneficiare del sostegno elettorale del sottoscritto in un periodo nel quale ero profondamente ignorante e non avevo compreso quanto stesse accadendo, illudendomi come molti che quel “Salvatore della Patria” potesse risolvere i problemi del mio Paese, no… non è questo che mi ha deluso.
Credevo o per meglio dire speravo che egli portasse quelle sue doti imprenditoriali anche all’interno della politica, ma purtroppo così non è stato, anzi tutt’altro, un vero sfacelo, sotto tutti i punti di vista e non sto qui ad elencarli, perché sono parecchi!!!
Ovviamente in molti gli saranno grati per averlo conosciuto, per aver dato loro un’opportunità di lavoro nelle sue aziende, nella politica, nel calcio, ed anche in maniera personale, ma per il resto dei cittadini che hanno saputo fare a meno di lui, delle sue imprese, dei suoi soldi, ecco per tutti gli altri cittadini di questo Paese che come il sottoscritto hanno fatto a meno anche d’incontrarlo in una qualche convegno elettorale, beh… posso assicurare, ora che non c’è più, che nulla è cambiato, ma tutto continuerà come sempre e le nostre vite procederanno in maniera del tutto indifferente a questa dipartita…
Non sono un fervente credente, ma vorrei esprimere nei suo confronti un sentito desiderio, con la speranza che da lassù, qualcuno possa finalmente realizzarlo: auspico che tutte le insistenti accuse realizzate da questa nostra giustizia terrena – di cui egli si è sempre dichiarato innocente – possano finalmente trovare in quel luogo (in cui le anime dei trapassati espiano i propri peccati prima di essere accolte nella gloria del Paradiso) l’imparziale verdetto, unico e finale, di quell’equa giustizia divina, da sempre posta al di sopra degli uomini!!!
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina…
Volevano morto il giudice Borsellino, no… non la mafia, cosa nostra, i corleonesi di Totò Riina, questo è quanto ci hanno propinato in questi lunghi 30 anni per giustificare quanto accaduto…
No… altri hanno voluto la morte di Falcone e del suo caro collega, purtroppo anche di tutti quegli uomini e donne di cui Emanuela, prima donna assegnata ad una scorta…
Due stragi che hanno avuto un elemento in comune, la politica e parecchi suoi uomini istituzionali, gli stessi che andavano dal “sistema” protetti, gli stessi che hanno mostrato tra l’altro essere poco inclini a far passare una legge d’urgenza che doveva modificare quel cosiddetto “41 bis”, a cui abbiamo visto sono seguiti tutta una serie di depistaggi giudiziari a dir poco vergognosi, di cui ancora molti devono essere portati alla luce…
Già… parliamo degli stessi soggetti che hanno fatto sparire l’agenda rossa – ho sempre sperato che il giudice Borsellino avesse fatto di quelle pagine delle copie e che queste siano rimaste in mano ai propri familiari (chissà se un giorno usciranno fuori…) – dove sicuramente c’erano i nomi di chi aveva protetto quei boss criminali, ma non solo, anche gli uomini potenti dei nostri ex governi nazionali, forze dell’ordine, militari, servizi segreti, magistrati, imprenditori, politici, finanzieri, preti, tutti legati da quel sistema massonico clientelare che ha fatto sì da stravolgere l’indirizzo e le decisioni interne e ad anche internazionali del nostro paese,
Uno Stato contro lo Stato ed a pagarne le conseguenze quei pochi coraggiosi che si sono immolati contro quel sistema, quello Stato che li ha abbandonati al loro destino senza alcuna pietà, invece di proteggerli!!!
Sì… ci raccontano che in questi 30 anni tante cose sono cambiate, ma se conservate ogni pagina d’inchiesta pubblicata sui quotidiani delle nostre regioni, scoprirete come nulla sia cambiato, anzi il potere di quelle associazioni criminali – pur il numero considerevole di arresti compiuto – non ha minimamente limitato la sfera di ingerenza e la conservazione di quel potere sociale, che viene ancora alimentato grazie a tutta una serie d’imprenditori collusi e rapaci…
Già… c’è chi è morto invano per la patria e chi oggi viceversa continua a godere di quelle stragi compiute!!!
Ma quand’è che si deciderà di mettere la parola fine a questa vergognoso teatrino???
19 Luglio 1992 – Morire per che cosa, a già… per la patria!!!
Come non ricordare in ogni momento della nostra giornata questa fatidica giornata del 19 luglio del 1992!!!
Ho già scritto parecchi post su quella su quella strage e su quanti sono stati barbaramente uccisi da cosa-nostra (e non solo): dal giudice Paolo Borsellino agli agenti di scorta Claudio Traina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Eddie Walter Cosina.
Certo, rivedendo quanto accaduto, prima con il collega Falcone e poi con tutte le vicende giudiziarie che ne sono seguite, fino alla scarcerazione dell’esecutore di quegli attentati, entrato nel programma di protezione, viene spontaneo chiedersi, se quella lotta valesse la pena compierla…
Certo, se parlate con il sottoscritto vi dirà che non vi è vita vissuta se essa non prevede anche la morte….
Ma si sa, chi vive la propria vita da idealista e crede fermamente che attraverso le azioni e le parole si possa giungere a modificare quel particolare stato soporifero vissuto dalla maggior parte dei propri concittadini, non ha alcuna paura della morte, perché sempre pronto a morire per i propri ideali…
D’altronde, non si dice che “un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda…”??? Ed allora mi viene da credere che forse è grazie a questo pensiero che molti familiari vittime della mafia, sono riuscite (forse) nel corso di questi lunghi anni a sopravvivere…
Io ricordo bene i danni provocati da quell’esplosione, in quegli anni frequentavo Palermo per … , ed un giorno passando dinnanzi a quella strada di Via D’Amelio rimasi scioccato nel vedere quelle immagini, quei palazzi sventrati, sembrava di essere in un luogo di guerra…
Ciò che comunque con il passar del tempo mi ha poi fatto riflettere, è essere ritornato dopo tanti anni in quei luoghi e aver visto come tutto fosse ritornato com’era, quasi a voler far scomparire quanto fosse accaduto, era come se quella strage andasse di fatto dimenticata, già… come se si fosse deciso arbitrariamente di non lasciare alcun segno su quel tragico momento!!!
Dicono che si muoia due volte. Una volta quando si smette di respirare e una seconda volta, un po’ più tardi, quando qualcuno ricorda il tuo nome… ed io ormai rivedo in ciascuna di quelle commemorazioni quanto sopra e ciò mi fa rabbia, perché invece di soffermarsi a ricordare, lo Stato e i suoi referenti istituzionali, invece di portare ghirlande e corone di fiori, avrebbe dovuto dare le giuste risposte a ciascun familiare e a ognuno di noi, dimostrando di aver condannato i reali colpevoli e non soltanto i loro pseudo esecutori, scoprendo chi si è impossessato di quell’agenda rossa del giudice Paolo e per quali motivi, e facendo luce su lavoro di una vita che è stato stroncato da qualcuno che sapeva troppo e forse chissà il suo nome era proprio riportato in grassetto su quell’agenda!!!
Giovanni Falcone l’aveva capito, tanto da scriverlo: Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Già…
19 Luglio, Via D’Amelio: Il momento più buio della Repubblica!!!
Sì è vero, sono passati ventisei anni… ma non è cambiato nulla o meglio qualcosa è cambiato, ma le domande su quanto accaduto, restano ancora lì…. senza risposte!!!Così facendo si garantirono sia gli interessi economici/finanziari del suo leader, che quelli mafiosi dei loro amici politici regionali/nazionali, che di lì a poco, si sarebbero trasformati in scambio di voti e intervento abrogativi, a favore dei boss, come ad esempio il 41bis!!!
L’ennesima inchiesta su magistrati e poliziotti!!!
Ma d’altronde se le premesse sono quelle riportate anche dal sottoscritto in questi giorni, con tutta una serie d’inchieste che vanno dal “CSM” ad alcune Procure nazionali, dai Tribunali a quegli uffici istituzionali, dai magistrati a gli uomini delle forze dell’ordine dimostratisi corrotti, proseguendo ancora con Enti istituzionali e personalità note di associazioni di categorie o di legalità, già con tutto questo lerciume che ogni giorno ci viene evidenziato, dove si pensa di poter andare???Catania: Il pericolo di fuga di notizie??? C’è sempre stato!!!
Una cattura che – come avviene solitamente con il passar degli anni – si è dimostrata alquanto criptica, certamente diversa da come ci è stata raccontata…
E difatti… riprendendo quella vicenda, è emersa ora una nuova verità e cioè quella che a far arrestare il boss fu il “capodecina” del quartiere “Ognina”, Marcello D’Agata, per evitare che Santapaola fosse ucciso dai “corleonesi”, che in quel preciso momento erano in urto con il capo mafia catanese, a causa della sua avversione alle stragi volute e compiute dal capo di “cosanostra” Totò Riina… Tu che vieni qui a contemplare ricorda che: non tutti i siciliani siamo mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani!!!
Si sa… la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma ahimè fallace!!!
Certo, per non dimenticare vengono compiute ogni anno centinaia di celebrazioni, incontri, cortei, iniziative, anniversari che con il passar degli anni sono andate sempre più diminuendo, sia in numero, che in presenze…
Quando poi gli anni sono diventati decenni ecco che – ad esclusione di familiari/amici e qualche trafiletto sui quotidiani – l’ingratitudine di questo Paese, è diventata una costante!!!
Gli anniversari di quelle celebrazioni cosiddette della “memoria”, si sono quindi trasformate in semplici occasioni gioviali, già… per i ragazzi, viste come un occasione per “caliarsela” dalle scuole, mentre per gli adulti – in particolare a quanti legati al mondo istituzionale – servono per mettersi in mostra…
Ecco quindi che a seconda delle occasioni, si assiste al collocamento di quelle targhe commemorative in ricordo delle vittime, come se attraverso quelle lapidi, si potessero rinnovare le coscienze dei siciliani, per una storia che nei fatti si vorrebbe dimenticare…
Sì… perché la verità in fondo è questa, peraltro quel frammento di storia non interessa a nessuno, neppure per ricordare a tutti noi, che c’è ancora tanto da fare!!!
Sì perché finora si è solo parlato… certo vi sono state le inchieste, gli arresti, i penitenziari… ma gli uomini e le donne di quel sistema mafioso/criminale sono ancora lì ad operare, perché ciascuno di quei soggetti non più presenti, ha soltanto passato lo scettro ai propri figli e/o familiari… e difatti tutto, si proprio tutto… ha continuato a procedere come nulla fosse accaduto!!!
Viceversa, i familiari di quelle vittime non sono andati più avanti, continuano a vivere le loro vita in antonimìa, in una sorta di contrapposizione sofferta nel non saper decidere se andare avanti o fermarsi, se ricercare giustizia o rinunciarvi definitivamente, ma poi di quale verità parliamo, di quella che si sa essere stata collusa e depistata???
Ed allora… a chi affidare quel proprio disagio: alla comunità, alla politica, alla magistratura, a chi…???
Li hanno definiti “famigliari delle vittime”, ed hanno inciso nei propri volti la sofferenza dell’anima, di un dolore imposto non dal fato… ma dall’abbandono di uno Stato che avrebbe dovuto difendere e proteggere quei loro cari… i quali sono stati costretti da quel corrotto sistema, ad un ruolo certamente troppo gravoso e di cui forse (rivedendo quanto accaduto e la sofferenza provocata da quel brutale crimine…) avrebbero fatto volentieri a meno.
D’altronde sono gli stessi familiari che vengono ancora una volta inchiodati dai gesti vandalici di alcuni scellerati, individui che continuano ad offendere la dignità di un popolo con le loro azioni, ad esempio danneggiando la targa alla base dell’albero di ulivo che si trova in via d’Amelio, a Palermo, a ricordo dell’attentato compiuto il 19 luglio 1992 in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina…
La verità è che c’è ancora molto da fare per quei familiari delle vittime, perché il tempo degli insulti e dei sospetti non è ancora finito e perché in questo loro Paese sono costretti -ancora una volta – a doversi scusare per quella loro ingombrante presenza, per il peso che senza volere impongono alla memoria collettiva!!!
Sì… bisogna fortemente lottare contro questo sistema che ci vuole collusi, non solo per “non dimenticare” quelle vittime ed i loro familiari, ma soprattutto per ricordare a noi siciliani chi siamo, dove vogliamo andare, ma soprattutto con i nostri comportamenti cosa vogliamo essere: perché non tutti i siciliani siamo mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani!!!
Governatore Musumeci: Presto!!!
Nel quotidiano “La Sicilia” di stamani è stato riportato un sondaggio sull’operato del Presidente Musumeci ad un anno dell’insediamento del suo esecutivo…
Quanto sopra (a differenza di ciò che si potrebbe credere…) mi dispiace tantissimo, perché ritengo ancora oggi il nostro governatore Musumeci una persona perbene e soprattutto dalle grandi qualità morali, ma che purtroppo – per circostanze che oggi non comprendo – non riesce ad allontanare da se, tutti quei soggetti “marci” che nel corso di tanti anni con la politica ci hanno marciato e soprattutto “mangiato”, gli stessi individui che abbiamo potuto vedere proprio alcuni giorni fa in un film documentario realizzato dal giornalista delle ” Iene”, Ismaele La Verdera, di cui a breve spero di poter pubblicare un video per contestare quel suo “finto” comportamento da “paladino” della legalità, poiché è eguale a molti di quelli compiuti da taluni soggetti, ora indagati da parte della Procura Etnea…
Ma si sa, non sono certo io il primo a dirlo: ai nostri politici piace giocare con i soldi pubblici!!!
D’altronde volete mettere quanto sia bello sapere che a fine mese quel loro portafoglio si andrà a gonfiare senza che loro abbiano fatto nulla per meritarselo…
Diceva bene il Giudice Borsellino: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”!!!

Ma tanto lo sappiamo, quel giudice e morto per nulla, perché alla fine nulla è cambiato, una terra ingrata che si ricorda di quelle sue vittime solo durante le commemorazioni, poi durante gli altri 364 giorni, quei sepolcri restano spogli, senza alcun fiore, se non quello portato dai loro stretti familiari.
Oltre ai quali andrebbero sommati quelli per vitto e cartoleria… sì uno spreco esagerato di migliaia di matite/penne…
D’altro canto quei “poveri” deputati, dovranno pure mangiare, bere e nel frattempo scrivere… si nelle riviste d’enigmistica, tanto ci sono i cittadini che pagano per tutti…
Ecco perché caro Governatore, dovrebbe chiedersi come mai la nostra Regione è in bancarotta, un motivo ci sarà stato…???
Non è certamente colpa sua, ma fintanto che non apporterà alcun cambiamento a quella classe dirigente, ma soprattutto non limiterà quegli sprechi fuori controllo, mi permetta di chiederle: come può pensare di migliorare questa nostra terrà e risalire questa attuale graduatoria che la vede purtroppo in totale caduta libera???
Anche i mafiosi chiedono un risarcimento di 50 milioni di euro allo Stato.
Dando seguito su quanto riportato alcuni mesi fa http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/07/salvatore-borsellino-non-bisogna.html sul depistaggio compiuto nelle indagini della strage di Via D’Amelio che ha condotto all’assassinio del Giudice Borsellino e della sua scorta e che vede ora coinvolti tre poliziotti accusati da parte della Procura di concorso in calunnia, ecco… da quanto sopra, all’udienza preliminare il gup del Tribunale di Caltanissetta, ha ammesso come parte civile i familiari del magistrato assassinato.
La circostanza comunque che più di tutte sembra incredibile, è che proprio quei “mafiosi” hanno citato in giudizio (nella qualità di responsabile civile) anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno!!!
Rita Borsellino: "A te che sei qui a fare memoria, ricorda che sei parte di questa storia e devi continuarla…".
“Tu stai troppo male perché non riesci a perdonare”. Perché è vero, perché se tu riesci a entrare in questa ottica particolarissima del perdono di cui adesso vorrei chiarire insieme a voi i termini, se non si riesce ad entrare in questa ottica, in questo meccanismo del perdono, si sta male, si deve stare proprio male, secondo me non si trova pace neanche per un momento. Ho visto persone dichiarare proprio di volere vendetta, di odiare coloro che gli avevano fatto del male e li ho visti sempre stare male, male, male, soffrire in una maniera tormentosa davvero. Io ringrazio Dio perché non ho mai provato questo. Perché non ho mai provato odio e ho quasi paura di potere chissà, qualche volta, scivolare in questa tentazione. Non l’ho mai provato, ma non è merito mio. Credo che sia un dono di Dio perché mi ha aiutato ad accettare questa situazione con serenità, non con rassegnazione. Attenzione, perché questo è assolutamente diverso. Non mi sono mai rassegnata alla morte di mio fratello, fin dal primo momento, quando mi sono resa conto perfettamente che questa morte che veniva sbandierata quasi come una morte inevitabile, non lo era affatto. E’ che nessuno aveva fatto niente per evitarla – il che è diverso, profondamente diverso…”!!!
Salvatore Borsellino: "Non bisogna indagare solo i poliziotti, ma anche i magistrati. Ho fiducia nel governo"
Ma evidentemente su quella vicenda, i contorni erano più quelli oscuri che quelli chiari: Troppe incertezze, troppi i ritardi, troppi gli errori e nessuna assoluta ricerca della verità… anzi, la verità ci è stata di fatto… negata!!!
Lo Stato deve dimostrare di essere “Stato” e non solo in quei giorni di doveroso tributo per il sacrificio di quei magistrati…
Dice bene il fratello del magistrato: “Non bisogna indagare solo sui poliziotti coinvolti, ma anche sui magistrati. Ho fiducia nel governo”!!!
Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Con 16.000 dipendenti alla Regione Sicilia, soltanto in 11 si occupano di sbloccare i fondi disponibili!!!
D’altronde loro sono “blindati”, un posto c’è l’hanno e non devono dimostrare a nessuno quella loro adeguata professionalità o quantomeno se il loro quotidiano rendimento compensi quanto mensilmente percepito…Cara Sicilia…
Già alcune imprese siciliane, tra quelle industrializzate, sono probabilmente uniche nel mondo, considerato che ricevono dalla società di servizi di pubblica utilità, la semplice fornitura di acqua soltanto un giorno su tre… Riporta correttamente il titolare dell’azienda: “Quali altre imprese di bibite nel mondo, devono sostenere tutti questi costi così elevati?”…
Ma molte altre aziende hanno perso la pazienza a combattere con tutti le istituzioni locali, enti che alimentano quotidianamente barriere burocratiche, con l’aggravante soprattutto, che essi stessi, si dimostrano tra i peggiori clienti, in quanto solitamente non rispettano le scadenze dei propro pagamenti… lasciando così indebitate molte società – in particolare quelle private- che si ritrovano a non poter pagare gli stipendi ai loro dipendenti e a dover chiudere, seppur l’interessante credito avanzato e da incassare da parte di quegli Enti Regionali e/o Comunali… L’appunto dimenticato di Falcone: “Cinà in buoni rapporti con Berlusconi. Berlusconi dà 20 milioni a Grado e anche a Vittorio Mangano“
Difatti, proprio recentemente, lo stesso, insieme al “Cavaliere”, sono stati nuovamente iscritti dalla procura di Firenze, quali indagati per le stragi di mafia del 1993, come possibili mandanti occulti, per gli attentati di Firenze, Roma e Milano…
Analoga situazione vi è per Gaetano Grado, affiliato a “cosa-nostra” e presente negli anni 70′ frequentemente nella regione lombarda, dove era altrettanto presente il noto “stalliere” Vittorio Mangano, fattore della villa del cavaliere ad Arcore… In Sicilia…??? No… nemmeno uno su mille ce la fa!!!
Cancella la memoria e così quel rinnovamento culturale e morale tanto decantato è completamente fallito!!!
Si sono circondati di un gran numero di persone importanti, di amici e conoscenti ricercati tra gli uomini che contano, da quelli di governo a quelli istituzionali, dai politici ai burocrati, dal clero ai dirigenti, dagli imprenditori agli editori, tutti uomini influenti, necessari per raggiungere quel proprio scopo…
Borsellino e la verità negata…
Alcuni giorni fa il sottoscritto si trovava a parlare con alcuni alunni di una scuola media e a chiesto loro… chi fosse Borsellino.Catania: costretto a scappare perché lo Stato non è in grado di proteggerlo!!!
Sì… passa il tempo e mi accorgo ogni giorno di più, di quanto siano lontani da quegli insegnamenti (dati da quei nostri eroici… caduti nel compiere il proprio dovere…) i nostri attuali uomini (e donne), istituzionali… Intravvedere un lumino in fondo al tunnel… non basta più!!!
Come Biondino sapesse cosa faceva Emanuele e soprattutto che avesse il compito, super riservato, in accordo con i servizi segreti, di cercare i latitanti la dice lunga sullo spessore di tale personaggio.Cacopardo: “Per combattere l’illegalità non sono necessari gli eroi, ma gente perbene che fa il proprio dovere”
Da operatore del diritto e da uomo di cultura quali sono le sfaccettature diverse con le quali giudica il disinteresse degli intellettuali sui temi della legalità e sul malcostume?
Riecheggia antichi pregiudizi legati all’esperienza del socialismo reale posto in essere nei regimi sovietici. Lo stesso Gramsci –che pure aveva un’idea teleologica del lavoro intellettuale- non è mai arrivato a subordinare il proprio giudizio alla funzionalità etico-sociale della scrittura letteraria, storica, musicale, figurativa.
Tanto è vero che negli anni ’80 si afferma il realismo trascendentale della Nuova Avanguardia (Chia, De Maria, Clemente e altri) a scapito del realismo più o meno socialista di cui è stato espressione italiana Renato Guttuso.
Si afferma Leonardo Sciascia a scapito di tutti gli untorelli legati a una visione strettamente politica della narrazione.
Legalità e malcostume sono concetti, rispettivamente, politico-sociale e morale, che esulano dalle esigenze e dai presupposti della narrazione e non sono idonei a esprimere un giudizio artistico sull’opera dell’intellettuale.
Anzi è vero il contrario: nell’immenso numero di libri che si pubblicano in Italia, il “mood” è proprio quello di indicare al lettore tutti gli strappi veri, presunti e immaginari che si producono nei confronti della legalità e del malcostume dichiarati.
Già, perché praticarli concretamente (i valori della legalità) è affare ben diverso da quello di proclamarli, facendo della proclamazione l’elemento caratterizzante di una poetica narrativa.
Tornando a Sciascia, i suoi libri raccontano una realtà, quella che lui conosceva e percepiva, lasciando il giudizio ai lettori, mai anticipandolo in più o meno retorici proclami».
A distanza di oltre 20 anni da Tangentopoli, è realmente cambiato qualcosa sul fronte della corruzione nella Pubblica amministrazione?
Il problema della corruzione non può essere risolto con la legge penale, con magistrati severi, con indagini a tappeto.
Poiché il reato di corruzione è reato tipico dei pubblici funzionari e dei pubblici amministratori, lo strumento per prevenirlo e impedirlo è costituito dal diritto amministrativo.
Cioè da norme che azzerino o quasi la discrezionalità di funzionari e pubblici amministratori costringendoli alla trasparenza e a procedure non truccabili.
Il resto è saponata come dicevano i barbieri di un tempo.
E occorre anche informarsi: non una delle fonti continuamente citate sulle dimensioni della corruzione italiana ha basi scientifiche.
Il medesimo osservatorio internazionale viene redatto sulla base del numero di articoli di giornale che si occupano di corruzione.
L’unica fonte che ha solide basi tecnico-scientifiche, l’osservatorio europeo ci pone, dal punto di vista della corruzione, nella media europea».
E sono la famiglia e la scuola a doversi fare carico di portare il tema della legalità tra i valori basilari della società italiana.
La questione fondamentale è far comprendere come tra legalità e illegalità non sia possibile alcun compromesso, mentre nella vita quotidiana degli italiani (e dei siciliani) il compromesso è diffuso, è endemico.
Qualsiasi transazione sui due termini dell’antinomia è diseducativa e costituisce quell’esempio vizioso, intorno al quale attecchiscono e si sviluppano i semi della corruzione morale del Paese.
Forse un grande choc, più grande di Tangentopoli può creare le condizioni perché questo elementare e fondamentale assunto, presupposto di una civile convivenza, divenga di comune condivisione.
Nemmeno magistrati e giudici hanno il compito di educare.
Magistrati e giudici hanno un solo compito che è di altissimo valore sociale: applicare la legge secondo scienza e coscienza.
Il Paese non ha bisogno di eroi: ha bisogno di persone che quotidianamente compiano il loro dovere, quello stabilito, appunto, dalla legge.
Carlo Alberto Dalla Chiesa che mi è stato vicino in periodi rischiosi della mia attività, sosteneva che la migliore risposta da dare a chi intendeva sovvertire l’ordine costituzionale era di continuare a operare in modo serio e continuativo nell’ambito dei propri doveri d’ufficio.
Con questo sistema furono sconfitte le Brigate rosse e simili organizzazioni.
Rimane tanto lavoro da fare: nei confronti della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra, della sacra corona unita, della criminalità internazionale insediatasi nel nostro Paese.
Condivido però l’opinione di Lupo-Fiandaca: la mafia non ha vinto né vincerà.
Non l’ho inserita né la inserirò, perché la considero (la damnatio in cui sono specializzati gli specialisti di parole, non di fatti), una manovra evasiva: se è della politica la colpa di tutto, noi siamo innocenti, forse eroi.
Ma la politica non è categoria isolabile dalla società.
La cattiva coscienza sociale produce una cattiva politica e viceversa, in una continua interazione, della quale il dominus è, comunque, il comune sentire.
Non è questa la strada.
Giovanni Falcone è l’unico magistrato ad avere condotto in porto un processo, il maxi, nei confronti di 460 imputati di mafia. Il suo metodo, sempre rigorosamente induttivo, mai deduttivo, è stato premiato. Altri procedimenti così efficaci e così risolutori non si sono visti.
Per questo motivo e perché –combattuto da tanti che oggi si dichiarano suoi amici- era il più autorevole candidato a diventare Procuratore nazionale antimafia, il crimine l’ha ucciso a Cinisi. Non per altro.
E per lo stesso motivo è stato assassinato Paolo Borsellino, l’unico che avrebbe potuto raccogliere il suo testimone.
Il metodo, infatti, usato da entrambi a Palermo, a livello nazionale avrebbe prodotto il cambio di marcia di cui ancora oggi abbiamo necessità.
E questo la mafia non poteva subirlo. Il resto, come ho scritto, prima, è saponata».
Ma cosa ha detto Salvo Riina???
Ho notato inoltre che quando comincia l’intervista, ricordando quei momenti vissuti dichiara “Mai chiesto niente!!! Era un tacito accordo familiare!!!
Ecco quindi il terzo punto focale dell’intervista… si parla di “valori morali“: mio padre era visto come un uomo tutto d’un pezzo, il rispetto per la famiglia, per le tradizioni, forte… alla fine aggiunge la nostra… una famiglia come tutte le altre… ribadisce molto modesta…
Cos’è che bisogna comprendere… che chi non ha rispetto deve avere paura e viceversa???
Improvvisamente il colpo di scena… il video… già quel video drammatico sulla strage di Capaci… si vede dallo sguardo la difficoltà emotiva e ci si prepara mentalmente a rispondere alla domanda del giornalista…
Si giunge all’arresto del padre… Riina Jr guarda le immagini e per un momento nel rivedere il padre scatta istintivamente un qualcosa… lo si vede per un istante… controlla nervosamente la bocca… quasi non riesce a controllarsi ed è soltanto la voce di Vespa a distoglierlo, a richiamarlo all’attenzione… ed allora, ritrova (se pur con gli occhi lucidi) nuovamente la calma, lo sguardo però si lascia andare… e così prima di rispondere… torna nuovamente (per un attimo fuggente…) verso il padre (quasi a volerne ricevere il conforto), un sostegno a quella domanda posta (e difatti, guardando nuovamente il padre prima di rispondere) sullo “Stato” e su quella frase espressa da Paolo Frajese “ha vinto lo Stato“… dice (pensandoci su…) “rispetto lo Stato, a volte non condivido determinate leggi o determinate sentenze… ma lo rispetto sempre… anche se non condivido l’arresto di mio padre…Cosa aggiungere su questa intervista o sul quel libro che certamente non acquisterò ( solo perché non mi sembra il caso di dover spendere del denaro per questo libro sapendo che c’è ne sono altri in circolazione ben più considerevoli… ma -se dovesse capitarmi tra le mani- lo leggerò certamente… come faccio di solito con tutti i libri… e chissà forse ne parlerò pure in un mio prossimo post!!!
Vorrei concludere non con un mio “libero pensiero” ma con una sua frase: non si accusano le persone solo per un tornaconto, perché ci sarà sempre un giorno in cui dovrai pentirti davanti a Dio!!!
Lui uno squilibrato… Lei una cretina!!!
Con questi due aggettivi la Dott.ssa Saguto “intercettata” al telefono, discuteva con una amica, dei figli del Giudice Borsellino (quello sì che aveva titolo d’essere chiamato magistrato… a differenza di lei… che ha dimostrato – con i fatti finora emersi – essere… la vergogna ed il disonore per quell’ordine…), apostrofando Manfredi e Lucia… in modo inconcepibile!!!Antimafia di facciata!!!

A volte quando scrivo di certi argomenti…, qualcuno mi suggerisce di evitare di scriverli, perché il più delle volte… sono troppo rigido nelle mie posizioni e soprattutto che, nel voler parlare di certi presunti paladini o di determinate associazioni, finirò alla fine di ritrovarmele… tutte contro!!!
Manfredi Borsellino, figlio del Giudice ucciso, prende le distanze come la sorella Lucia – da poco dimessa da Assessore regionale alla sanità – dichiarando che il 19 Luglio, per la commemorazione del proprio genitore, Lei, insieme al fratello e alla sorella… non ci saranno!!! Oggi è proprio grazie al loro padre se scrivo contro la mafia…, perché come sapeva dire: Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale, la gente mi moriva attorno…








.jpg)


.jpg)
.jpg)
.jpg)


.jpg)




































































