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Dopo l’ennesima delusione: la verità sul "Catania Calcio" che nessuno ha il coraggio di dire.

Questa sera, con il cuore gonfio di amarezza, sento il bisogno di condividere ciò che mi tormenta da tempo: il mio amore doloroso per il “Catania Calcio”.

L’ennesima delusione casalinga mi ha spinto a una riflessione amara: com’è possibile che un gioco così semplice, governato da regole chiare, possa trasformarsi per noi in una tortura senza senso? La risposta, forse, sta in un ricordo che ho voluto ripercorrere cercando sul web proprio quel video che mi ha illuminato.

Vi chiedo, cari lettori, di osservare con me questa partita [link: https://www.google.com/search?q=video+partita+juniores+della+squadra+del+Barcellona&oq=video+partita+juniores+della+squadra+del+Barcellona+&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOdIBCDExNDFqMGo3qAIPsAIB&client=ms-android-xiaomi&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8#fpstate=ive&vld=cid:886c8b14,vid:0aRVB6nnt0I,st:0]. Quello che vedrete non è un semplice filmato, ma la dimostrazione vivente di cosa significhi veramente giocare a calcio.

Il ricordo è vivido: anni fa, a Rimini, mi imbattetti in un torneo giovanile. In campo, il Rimini affrontava il Barcellona – non l’omonimo siciliano, ma quello vero, quello catalano. Bastarono pochi minuti per capire tutto. Quei ragazzi non correvano semplicemente dietro un pallone: stavano interpretando il calcio.

Era uno spettacolo ipnotico. Ogni movimento aveva uno scopo, ogni passaggio una logica. Nessun dribbling inutile, nessuna ricerca della giocata spettacolare. Solo calcio puro, essenziale. Il difensore difendeva, il centrocampista costruiva, l’attaccante finalizzava. Sembrava quasi una sinfonia, dove ogni musicista conosceva perfettamente la sua parte.

Poi guardo il nostro Catania…

Fuori casa vinciamo, sì, ma come? Chiudendoci a riccio, pregando che l’avversario sbagli, aggrappandoci a un gol fortunato per poi barricarci in difesa fino al fischio finale. In casa? Un disastro. Pareggi quando va bene, ma più spesso sconfitte che bruciano, frutto di un gioco senza anima, senza idee, senza identità.

La differenza è lampante: loro giocavano con la testa prima che con i piedi. Noi invece speriamo nel miracolo, nell’errore avversario, nel colpo di genio di qualcuno. Ma il calcio non è una lotteria. Il nostro indimenticabile Presidente Massimino lo sapeva bene: il calcio è “amalgama”, è undici uomini che diventano un solo corpo.

Guardando quei giovani catalani, vedevo il calcio nella sua forma più pura. Noi invece brancoliamo nel buio, senza bussola, senza stella polare.

Per questo, mentre ripeto il mio abituale “Forza Catania“, oggi sento il dovere di dire al Presidente Pelligra ciò che molti, per quieto vivere, tacciono: è ora di cambiare. Davvero!

Perché il calcio, quando è vero, è semplice. Ed è proprio questa semplicità la cosa più difficile da raggiungere.

Antimafia a Messina??? Sì, per discutere…

Come al solito ho letto del consueto giro di audizioni previste in scaletta, dei temi al centro del confronto con la Commissione regionale antimafia, della geografia criminale presente nell’area del messinese e di quali sono le principali indagini aperte…

Sono seguite le discussioni sulla scopertura di magistrati negli organici, di quelle poltrone di vertice ancora da nominare, della carenza di risorse poste a disposizione, sia umane che strumentali…

Certo, tutti a ricordare come la mafia messinese rappresenti un nodo cruciale alle risorse, un’associazione criminale quella peloritana, in grado di manipolare l’economia legale, basti osservare le numerose inchieste per infiltrazione degli appalti pubblici, in articolare quelle relative allo sfruttamento del territorio, dei fondi europei e nella gestione dei rifiuti… 

Eppure con una situazione così delicata, incredibilmente… sì per non voler dire “volontariamente”, la città di Messina evidenzia la totale mancanza di un procuratore capo, un procuratore generale e un presidente di Corte d’Appello, a quanto appena detto, va sommata la mancanza di un procuratore capo in uno dei Comuni più a rischio, quello di Barcellona Pozzo di Gotto… 

Eppure si parla, si discute, ci si incontra, ma alla fine non accade nulla!!!

Siamo alle solite… dinnanzi ad un sistema criminale che controlla tutta la provincia, cosa si fa… si discute… 

“Chi ogghiu persu e che tempu persu” avrebbe detto mio padre e così, mentre loro perdono tempo a discutere, le ecomafie si impadroniscono dei milioni di euro di contributi, fondi destinati all’agricoltura…

Non parliamo più dello scioglimento dei Comuni dove è ormai evidente non solo il tentativo, ma la certezza di come alcune famiglie si siano di fatto sostituite, con propri familiari e uomini ad essi legati, alle gestione delle amministrazioni pubbliche, ah dimenticavo, nel frattempo comunque qualcuno sta discutendo… 

Ma d’altronde a cosa serve sciogliere gli organi politici quando poi i soggetti collusi infiltrati all’interno di quegli uffici restano seduti lì???

Ma le colpe non vanno ricercate soltanto in questi uffici, perché c’è anche chi, a differenza di quanto si potrebbe credere, fa in modo che tutto resti così com’è, mi riferisco a certi provvedimenti che dimostrano essere assolutamente “ambigui” e i cui giudizi dimostrano essere fortemente “arbitrari”, forse chissà per proteggere quel sistema massonico così palesemente presente all’interno di quella struttura giudiziaria…

Tranquilli, stanno tutti aspettando la terza “tranche” dei fondi del Pnrr, così potranno accaparrarsi anche quelli e a differenza di quanti scrivono oggi su eventuali pericoli a cui i magistrati sono rischio, beh… sono certo che nessuno mai invierà loro ” buste con proiettili per piegarsi ai voleri di chi intende intimidire la vita amministrativa ed economica di questo territorio“, no… tranquilli, basterà semplicemente inviare la busta con qualcos’altro e le cose vedrete si sistemeranno da sole e nel migliore modo possibile!!!

D’altronde si sa, la legalità passa prima dagli uomini e solo dopo, viene messa in pratica da essi…

Perché se manca quel fondamentale requisito, il resto serve a poco, anzi potremmo dire a nulla ed allora in questi casi cosa si fa??? 

Nulla… semplicemente si discute!!!

   

Madrid concede 25/50 euro ad ogni elettore "catalano" che voterà contro la secessione. I cittadini della Catalogna hanno risposto facendo vincere il partito indipendentista!!!

Quanta differenza… e dire che siamo stati così uniti nel corso della storia, ed ora invece siamo così distanti… per cultura e morale…

Infatti, a differenza nostra, i cittadini hanno votato e scelto il partito indipendentista, il quale da solo… ha ottenuto in queste ultime elezioni locali, la maggioranza assoluta con 70 seggi su 135, nel nuovo parlamento di Barcellona!!!
E’ il primo partito quello dell’unionista “Ciudadanos”, seppur passato dalla decapitazione dei propri esponenti dirigenziali, ed ora, dopo che la regione si era tranquillizzata dopo la ribellione contro Madrid, ecco che la crisi, è pronta nuovamente a riesplodere… 
A differenza di quanto è avvenuto nella nostra regione siciliana, ecco, nella regione spagnola, c’è stata una partecipazione record, con un risultato talmente inappuntabile  che nessuno può permettersi di mettere in discussione!!!
Lo stato centrale di Madrid ha perso… e con essa ha perso anche la monarchia, che ha voluto imporre con la forza, quel proprio diktat, incriminando in questi mesi i leader di quel partito indipendentista, di cui, dieci sono finiti in carcere, mentre per i quattro ministri, sono stati spiccati mandati di cattura internazionali… 
Un affluenza di ben l’82% che come dicevo prima è senza precedenti, che da ovviamente ancor più, una maggiore legittimità popolare!!!
Difatti, Puigdemont ha già chiesto che il governo destituito venga restaurato e che tutti i suoi politici finora detenuti, siano immediatamente liberati… 
Certo, pensare che in tempi brevi Madrid possa concedere alla Catalogna la piena autonomia politica e istituzionale è qualcosa d’impensato… ed è il motivo per cui a breve, potremmo vedere nuovamente esplodere questa crisi catalana, in tutta la sua violenza… 
Tra gli addetti ai lavori, c’è chi prevede la procedura prevista dall’articolo 155 della Costituzione, che sospenderebbe di fatto l’autonomia alla Catalogna, mentre altri addirittura, ipotizzato già la proclamazione di un nuovo Stato seppur in emergenza… 
Mentre da noi di contro… cosa accadrà??? 
Non dimentichiamo, che sono molti i nostri conterranei imprenditori che in questi anni, si sono trasferiti in quella regione, per aprire una nuova attività o anche, per effettuare quel loro marketing di import/export, nello specifico proprio con la nostra regione, sia per promuovere un eventuale brand italiano, che per commercializzarne uno totalmente nuovo, con marchio spagnolo… sfruttando ovviamente tutte quelle potenzialità concesse ai nuovi investitori stranieri, in particolare per usufruire dell’esiguo percentuale di pagamento d’imposte, ben inferiore a quelle praticato nel nostro paese… 
Ed infine, come non considerare la scelta umana, quel territorio così similare al nostro, nel clima, nel paesaggio, nella storia, nell’arte, ma soprattutto affine in quell’impulso umano, che fa di loro un popolo cordiale e vivace, per l’appunto, così eguale a quello di noi siciliani…
Già, così vicini… e incredibilmente così distanti!!!
La differenza??? Semplice… 25/50 euro a voto… 

Vota "Siciliano"!!!

Il mio caro amico Filippo Termini da Palermo, mi ha inviato una nota indirizzata a “Siciliani liberi” da parte di un funzionario del governo catalano, Jaume Forés i Llasat, psicólogo social, nonché esponente di ERC “Esquerra Republicana Catalana“, nella quale rappresenta il punto di vista dei catalani, nelle circostanze che l’hanno visti coinvolti alcuni giorni fa… 
Il testo della lettera è in castigliano e seppure con qualche svarione ortografico (dettato dalla premura) e qualche inevitabile contaminazione con il catalano è stata tradotta in italiano dagli amici di “Siciliani Liberi“.
Mi permetto di riproporla nel mio blog, perché da essa si comprende la grande emozione e soprattutto la voglia d’essere aiutati e soprattutto ascoltati in un momento così drammatico…
Ecco la nota:
I fatti che viviamo oggi, 1 ottobre 2017, hanno la loro origine nell’occupazione da parte delle truppe borboniche castigliane nel 1714. 
In questa data la Catalogna perse il proprio Stato (costituzione, Parlamento, moneta, esercito, entrate, etc.). 
Da allora la Catalogna ha proclamato la propria indipendenza negli anni 1872, 1931 e 1934. 
Si è anche tentato di riformare in senso federale lo Stato spagnolo..
Nell’anno 2010 la Corte Costituzionale, dietro proposta del Partito Popolare, ha dichiarato incostituzionale parti centrali dello Statuto di Autonomia del 2006 che già si considerano modeste da parte del popolo catalano. 
Questo fatto fu il detonatore da cui ebbe inizio il processo d’indipendenza per la Catalogna. 
Dal 2010 ad ora, le mobilitazioni del popolo catalano hanno superato regolarmente il milione e mezzo di persone, cifra mai vista in Europa per reclamare le aspirazioni della Catalogna.
Parallelamente il governo Spagnolo e la Corte Costituzionale, hanno tentato di annullare le leggi del Parlamento catalano che favorivano la protezione delle persone a rischio di povertà, per evitare i tagli di luce, acqua, gas, alle persone indigenti, per evitare gli sfratti, operando lper l’uguaglianza di tutti gli uomini e donne, per proteggere la salute e l’ambiente, per favorire la ricerca scientifica, etc… 
Quanto sopra è ciò che tenta di bloccare il governo Spagnolo.
Il Governo e il Parlamento della Catalogna, sorti dalle elezioni del 27 settembre del 2015, dispongono di un’amplissima maggioranza parlamentare così come più di 800 Comuni dei 949 Comuni della Catalogna. 
Ha onorato quella sua promessa elettorale, approvando la legge del referendum, della transizione giuridica e della creazione della nuova repubblica.
Questa campagna per il referendum è differente da quanto fatto rispettivamente dal Canada o dalla Gran Bretagna.
La campagna del Referendum per l’autodeterminazione della Catalogna, ha vissuto attacchi ai diritti fondamentali da parte del Governo spagnolo. 
Ciò si può sintetizzare con l’intenzione di proibire il diritto al voto, del diritto di riunione, del diritto di informazione, diritto di pubblicazione, diritto a internet, etc…
Un momento chiave è stato quando la Guardia Civile, giorno 20 Settembre c.a. irruppe in differenti Ministeri del Governo della Catalogna, arrestando 16 alte cariche e richiedendo tutto il materiale del Governo della Catalogna. 
A partire da questo momento la reazione della popolazione della Catalogna è stata impressionante. 
Dai pompieri alla comunità universitaria, dai datori di lavoro ai sindacati, dagli organi professionali, hanno spiegato che non si sta soltanto facendo un referendum per l’indipendenza della Catalogna e la giustizia sociale, ma che in gioco vi sono fondamentali diritti di democrazia.
Il blocco trasversale ideologico, di classe, religione, formazione, etc… evidenzia la chiara manifestazione della “Rivoluzione dei sorrisi”.
Il primo giorno difatti, è stato un giorno storico e sublime… 
Nonostante le minacce e aggressioni da parte della polizia spagnola e la guardia civile, la gente è andata a votare in forma massiccia ai collegi elettorali. 
La popolazione della Catalogna ha dimostrato un grande coraggio, una solidarietà e una integrità ammirevole, ci hanno colpito e abbiamo subito, volevano mettere terrore e abbiamo subito, volevano impedire il referendum con forza e abbiamo votato, per il coraggio della gente, delle istituzioni che ci rappresentano, tutti insieme abbiamo fatto sì che l’impossibile fosse possibile…
Nel sua affannosa repressione, lo Stato spagnolo è entrato in 90 sedi elettorali tra le 2300 esistenti, sequestrando le urne e aggredendo più di 800 persone, secondo quanto riportato dalle informazioni dei centri di soccorso.
Nella mia figura di rappresentante dell’Amministrazione e di visitatore ufficiale internazionale accreditato dal Governo (Francesco Marsala), abbiamo potuto dare testimonianza delle lunghe code per votare nel collegio elettorale, in molte occasioni sotto la pioggia, allo scoperto, espulsi dagli agenti in borghese della polizia spagnola, preoccupati per le possibili cariche della polizia in cui si tenevamo la rappresentanza dei seggi e nello stesso tempo, guardavamo con emozione le persone che tentavano di votare per l’indipendenza della loro Nazione, con la massima allegria ed una grande unione per riconquistare la libertà.
Questa è una Nazione che lotta per la costruzione di una nuova Repubblica, per la giustizia sociale e per la democrazia e che diffida di una “democrazia” che persegue e incarcera chi esercita il diritto di voto…
Speriamo che la comunità internazionale rispetti i risultati del referendum e sanzioni come giusto che sia, lo Stato spagnolo per la sua violazione dei diritti fondamentali e per l’aggressione indiscriminata della propria popolazione.
Speriamo che presto possiamo celebrare il riconoscimento internazionale della nuova Repubblica di Catalogna.
Jaume Forés i Llasat


Articulo dirigido a “Siciliani Liberi”