Archivi categoria: aziende

Italiani… ribellatevi!!!

RIBELLATEVI!!! Ecco con quale proclama il ns. ex Presidente del Consiglio, si presenta a noi Italiani…

Ma infatti è proprio quello che stiamo facendo… e cioè, ci stiamo ribellando alla sua presenza!!!
E’ l’inizio di quanto già accaduto ad un suo caro amico, Bettino Craxi, solo che Lui a quel tempo l’ha capito ed ha preferito scappare in Tunisia, prima di dover scontare i suoi ultimi giorni dietro qualche sbarra, Lei invece è come tutti quei dittatori, che fino alla fine tentano di salvare il proprio potere, senza voler capire che ormai il tempo dei proclami è scemato…
Se spera, attraverso questi proclami fatti dalle sue televisioni private, di voler intimidire qualcuno, ecco, penso che Lei sta percorrendo l’ennesima strada errata, ormai sono in pochi quelli che vorranno ancora seguirla!!!

L’eversione con i quali ha voluto inviare i suoi messaggi, sono degni propriamente del suo costruito personaggio, che ormai, trovano appoggi soltanto in quanti l’hanno finora ( dietro le quinte e per motivi strettamente finanziari…) appoggiato…

Se in Italia le leggi fossero chiare e non si godrebbero di tutte quelle opportunità usate dagli avvocati, a cominciare dai, ricorsi in appello, dal rivolgersi alla Corte Europea, dalla somma più o meno di prescrizioni, da quel legittimo impedimento creato ad hoc, da tutte quelle giustificate motivazioni e/o assenze, che grazie a certificati medici, producono quei ritardi necessari, ampliati anche, dal numero esiguo di personale nei Tribunali sommati al numero consitente di procedimenti a cui i giudici debbono dedicarsi…
Ed è per questi sopracitati motivi, che i ns. processi hanno tempi lunghissimi, mentre si potrebbero completare diversamente in tempi celeri, in modo che, le eventuali condanne verrebbero subito disposte… 
Da noi invece tutto è fatto perché si abbiano con tempi lunghissimi, decenni e soprattutto grazie ad Avv. di primissimo ordine, anche tutta una vita!!! 
Decadenza… una parola che il Cav. non vuole neppure sentire…, ma vederlo l’altra sera, mi ha dato un profondo senso di decadenza… e debbo aggiungere, che in cuor mio, mi sono pure preoccupato per quella condizione…, si certamente come sempre combattiva, ma ormai palesemente invecchiata, riproponendosi con le solite frasi fatte ( che ormai sentiamo da un ventennio), contro la magistratura, quel continuare a scagliarsi contro la mala-politica, di cui proprio lui ne è stato il primo artefice…
Ieri sera, mia moglie mi rimproverava che negli anni passati, io fossi stato un suo grande estimatore… è vero…, già la verità non può nascondersi, ma si ricorda quali preghiere c’insegnavano da piccoli: mi pento e mi dolgo con tutto il mio cuore.. ecc…ecc…
Ecco vede, sono quelli come me che l’hanno abbandonata…
Gente che senza mai essere stati iscritta al suo partito, per anni l’hanno votata… e non le hanno mai chiesto nulla, ne a lei e neanche ai suoi cari… ominicchi di partito!!!
Questa era la gente, che sperava in un cambiamento, in qualcosa che modificasse quello stato di cose, quel marciume e quei partiti con cui si era stati costretti a convivere e proprio la sua scesa in campo, aveva dato un’aria di rinnovamento e di speranza, a quei tanti che come me, le avevano creduto…  
Lei invece oggi, ai miei occhi è la rappresentazione pura di un fallimento, quell’odiato meccanismo clientelare che grazie al potere ricevuto le ha permesso di modificare a suo servizio quelle leggi, che per ragioni personali o societarie, hanno fatto beneficiare soltanto la sua persona e le proprie aziende… e debbo anche aggiungere quanti, le sono venuti dietro…
Non c’è più nulla da perdonarle, Io, Noi, vede…, fuggiamo quotidianamente da questa consuetudine, da questo sistema malato…, ed è per questi motivi che Lei, non può essere più quella persona degna, che mi può rappresentare!!!

Imprese in Sicilia tra sequestri e confische…

Purtroppo la nostra regione è fra tutte, quella che possiede più aziende confiscate…

Inoltre di queste, l’85-95% dopo esser passate da un sequestro preventivo, giungono ad una confisca parziale o definitiva e dove si perviene alla cessazione attraverso la liquidazione o il fallimento…
È ovvio che nella gestione di queste Società qualcosa però non funziona, a cominciare dalla sua Amministrazione, che proprio sotto il controllo pubblico, riceve le più dure sconfitte….
Ci si chiede allora… ma perché la gestione finanziaria delle aziende confiscate alla mafia non funziona, da cosa dipende, quali sono le difficoltà che incontra la Società e soprattutto perché queste finiscono in liquidazione o in fallimento? 
Io comunque una idea me la sono fatta…
Innanzitutto bisogna dividere i soggetti e cioè, da una lato abbiamo lo Stato, che interviene sequestrando o confiscando e dall’altro la Proprietà, che si vede sottratta, quanto aveva realizzato in tanti anni di sacrifici…

Questa situazione, nel caso in cui la confisca non interviene per il 100% delle quote societarie, crea ovviamente un muro insormontabile, infatti se da una parte abbiamo lo Stato che cerca di intervenire colpendo con durezza attraverso procedimenti giuridici, dall’altra c’è la restante parte minoritaria, che contrattacca, difendendo quanto reputa giustamente suo…

In tutta questa baraonda, chi ci va di mezzo sono certamente i dipendenti!!!
Infatti questi, pur essendo garantiti in quanto “privilegiati”, dall’altro si ritrovano a lavorare in una completa condizione di stress psico-fisico.
Ci si trova a dover operare in condizioni atipiche dove, ogni iniziativa viene criticata e contestata, sia da una parte che dall’altra, dove le decisioni suggerite, non vengono mai confortate da scelte precise, dove soprattutto chi all’interno della società possiede responsabilità personali,  non riceve alcuna assistenza, anzi deve muoversi con cautela, entro limiti prestabiliti, per non avere Egli successivamente conseguenze personali, che ne possano intaccare la propria correttezza ed equità.

Ma ciò che grava maggiormente è che in questa fase, degli stipendi maturati, nessuno se ne preoccupa…, e dove con il tempo, a causa delle lentezze burocratiche, questi, aumentano sempre di più…
Alla fine quindi, da una lato si diventa per lo Stato “osservati speciali” in quanto esistenti all’interno dell’impresa prima dell’intervento giudiziario, dall’altro nel continuare ad operare per la cosiddetta                          ” Amministrazione Statale “, si viene visti, come collaborazionisti e traditori…

Malgrado ciò, soltanto il 2/3 per cento di queste imprese sopravvivono e migliorano, e ciò è originato dalla fondatezza che il successo di un’azienda è basato su particolari caratteristiche…

Innanzitutto dalle conoscenze personali, sia nel
privato che nel pubblico, quindi da quelle capacità tecniche ed operative messe in mostra nel corso degli anni, dalla buona reputazione dei titolari, dalla promozione fatta dai clienti, dai fornitori e dal rapporto con le Banche ed Enti pubblici, ed infine anche da quanto riportato dagli stessi lavoratori e per finire dalle capacità proprie dell’Amministratore Unico…
I requisiti di cui sopra, al momento della confisca precipitano, in quanto l’Amministratore nominato dal Tribunale, non è quasi mai qualificato per operare in quello specifico settore al quale viene affidato, inoltre egli, non ha alcun particolare interesse di procacciare lavori per l’azienda, ne di ricercare commesse, ne di disturbare amici e/o clienti, sia perché non è nelle condizioni necessarie per potersi esporre, ed in quanto ciò, non rientra nelle proprie competenze…   

Egli deve amministrare e gestire il patrimonio e l’attività come il ” Buon padre di famiglia… “, ma alla fine (  ad esclusione di qualche rara eccezione, che riesce a svolgere il proprio compito in maniera onesta, imparziale, corretta ed equa), quanto sopra si riduce esclusivamente nell’unico interesse che è rappresentato dal proprio compenso e dalla salvaguardia personale, che gli possa permettere di continuare la propria professione grazie ad ulteriori incarichi!!!

Per far sì che l’impresa continui ad operare, questa deve essere “economicamente sana”, perché nella circostanza inversa, in cui presenta già gravi problemi finanziari e con un Amministratore nominato dal Tribunale, che giustamente non ha alcun interesse ( e sarebbe illegittimo chiederglielo…) di garantire personalmente…, ecco che se a questo si aggiunge il mancato sostegno creditizio delle Banche, l’epilogo è quello di voler accompagnare per mano un malato al cimitero…
Di sicuro, per lo Stato ciò rappresenta una sconfitta, ed ancor più grave è che si continua ad alimentare l’opinione che  ( io l’ha ricordo ai tempi dei cosiddetti Cavalieri…), con la mafia si lavora e con lo Stato no!!!

Influisce sulle sorti dell’azienda anche la sua tipologia, certamente quelle che svolgono la propria attività attraverso contratti con terzi, sia per Enti pubblici che per privati, ecco che per queste diventa più difficile mantenerne il prosieguo, in quanto ad iniziare dei clienti, venendo a conoscenza della confisca ( invece di  sentirsi garantiti dalla Stato), si allontanano e preferiscono interrompere qualsivoglia rapporto…

Certo è un vero peccato che una azienda confiscata, non riesca ad avere continuità ed a produrre ricchezza, sostenendo così anche i lavoratori, che avrebbero visto garantito il proprio posto di lavoro…

Lo Stato comunque deve fare una scelta risoluta e cioè quella di decidere se le società potenzialmente  rilevanti, debbono continuare ad operare, garantendo così la continuazione aziendale ed il personale loro facente parte, oppure debbono chiudere!!!.
A queste società, perché possano superare le difficoltà di accesso al credito, debbono avere in maniera celere la possibilità di usufruire ad un fondo di garanzia, tale da permetterne l’utilizzo immediato,  garantito prima dalla Stato e successivamente dal patrimonio posto a confisca…
Bisogna blindare l’Amministratore nominato, sulla possibilità di utilizzo di questi crediti, che dovranno essere destinati soltanto per portare avanti le commesse ancora in essere, per il pagamento dei salari, per migliorare e mantenere la presenza sul mercato, continuando a beneficiare delle capacità professionali dei dipendenti ancora presenti. 

Certamente per fare ciò, l’Amministratore ( nominato dal Tribunale ) deve poter gestire la società con scelte e decisioni celeri e con procedure operative immediate, senza lungaggini, rinvii e inconcludenti perdite di tempo, dovute in parte anche alle continue richieste, fatte al giudice delegato, che nella funzione del proprio incarico e soprattutto per la consistente mole di lavoro, non sempre è disponibile, alle esigenze specifiche richieste…
Indugiare nel voler attendere decisioni esterne da parte del Tribunale, salvaguardarsi cautelando la propria posizione da qualsivoglia azione, non procedere in maniera diretta alle richiesta dei crediti, preoccuparsi e non attivarsi operando principalmente la scelta di non sbagliare, non fa altro che favorire e accelerare una procedura di fallimento, che era quanto dal principio si voleva evitare…

La fine di un’impresa…

Lo Stato da un po’ di anni, ha deciso di confiscare le imprese ed in molti casi queste vengono affidate agli stessi lavoratori…, che costituiti in imprese sociali e/o in cooperative, tentano di recuperare attraverso il proprio lavoro, quella stessa società, dove per anni ne sono stati dipendenti…

La fruizione però dei beni confiscati, si scontra con la realtà, cioè con il mancato appoggio da parte di quegli Istituti bancari che, sia a causa della crisi internazionale, che non ricevendo quelle garanzie necessarie, ricevute in precedenza dagli ex datori di lavoro, non autorizzano alcun finanziamento ai nuovi soci…
La cosiddetta legge regionale n. 15/2008 rappresenta soltanto un’utopia, uno di quei meccanismi del tutto Italiani, che servono soltanto per sciacquarsi la bocca e che non troverà mai realtà nei fatti…, uno dei tanti provvedimenti pubblicizzati, che servono a farci conoscere il sorriso a 32 denti del politico o magistrato di turno… 

Infatti una cosa è la teoria…un’altra la pratica…, ed intanto le imprese non sopravvivendo e non riuscendo ad investire chiudono e vanno in liquidazione…, che poi è quasi sempre quello che i giudici preferiscono  soprattutto quelli della sezione fallimentare…, ( chissà, se forse non rappresenti proprio quel senso di vita interiore… ).

C’è sempre la convinzione che le imprese poste sotto sequestro e/o a confisca, rappresentino in capacità e  produttività una realtà si… ma di 2 livello, come se i meriti fossero stati soltanto caratterizzati da quegli  elementi negativi, avuti attraverso privilegi, raccomandazioni, intimidazioni ed azioni illegali…, ma si vuole polarizzare l’attenzione soltanto su quegli elementi negativi ( sempre da dimostrare ) dimenticando tutti coloro che in maniera operosa, attraverso proprie capacità individuali e di gruppo e con grandi sacrifici anche personali, riescono a portare a conclusione e con merito quelle iniziative pubbliche e private, la gestione tecnica ed economica operativa della società, senza farsi condizionare dal contesto critico a cui la società è stata sottoposta…
Ci si dimentica inoltre, che in situazioni analoghe, lo Stato dopo aver disposto l’impresa ad amministrazione controllata, a seguito di procedimento d’opposizione in appello e/o cassazione, ha dovuto restituire le quote societarie agli ex proprietari, dove nel contempo le imprese concorrenti, tentavano in vari modi di estraniare l’impresa posta a sequestro, per voler riuscire a toglierle quegli appalti già aggiudicati ( per milioni di euro… che in questo periodo di totale crisi fanno gola a tutti… ), ma soprattutto utilizzando quelle conoscenze e quelle manovre politico-giuridico ed economico, per lo più sotterranee, per distruggere definitivamente l’impresa concorrente, assorbendone così parte del patrimonio e/o attrezzature a costi fallimentari…      
Non bisogna sorvolare, su uno degli aspetti che appositamente viene mascherato è cioè quello di voler fondere insieme, le imprese cosiddette associate da quelle ricattate… cioè le imprese costituite ad hoc create ovviamente per il riciclaggio dei profitti ricavati dai traffici illeciti, da quelle che invece sottoposte a ricatti e/o minacce e/o a situazioni particolari che nel tempo avevano portano a coinvolgimenti purtroppo personali, dovendosi piegare per non incorrere a gravi rischi…, ed in Sicilia a differenza di quanto ci vogliono far credere…, sono la maggioranza di queste a subire intimidazioni, trovandosi così costrette a pagare ed a  favorirne l’assunzione di amici e parenti…
Ricordo che tanti anni fa, mentre mi trovavo a Verbania, stavo seguendo un programma televisivo, che parlava della lotta alla criminalità nella nostra Regione ed in particolare le interviste erano state svolte proprio nella Città di Catania, in un mercato adiacente Piazza Stesicoro, quando ad una domanda del giornalista, la risposta dell’ambulante mi colpiva poiché dichiarava: ” cà macari cu vinni u puddisinu a pavare…”  ( qui, anche chi vende del basilico deve pagare…); da allora poco è cambiato ed io credo che l’omertà la faccia ancora da padrone!!!  
Comunque è veramente esiguo il numero dei casi in cui è stata possibile la continuazione o la ripresa dell’attività produttiva, in quanto entrando in questo vortice, le opportunità lavorative calano, mentre viene privilegiata quale unica possibile soluzione la liquidazione…
Auspicare in un intervento deciso nel quale lo Stato salvaguardi principalmente i posti di lavoro, la ritengo ormai un’utopia, mentre vedo sempre più un interesse mirato atto a recuperare soltanto quei crediti disponibili e come unico pensiero la svendita del patrimonio finanziario e logistico…