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Efficienza e inefficienza della giustizia civile…

Quando si guarda alla giustizia civile la prima cosa che viene in mente è il numero dei processi in corso e il tempo necessario perché ciascuno di essi venga definito…

Non so quanti sono, chissà… centinaia, migliaia… forse milioni di procedimenti accalcati in quegli armadi strapieni, in attesa di un “benedetto” giudizio…
Molti di questi processi sono per lo più futili e si sarebbero potuti risolvere in modo del tutto diverso, ad esempio, attraverso una semplice conciliazione tra le parti piuttosto che fare perdere del tempo fondamentale ai nostri giudici, che avrebbero così potuto dedicarsi a procedimenti ben più importanti… 
Ma è così va il nostro paese… e comunque nelle migliori condizioni più favorevoli, la durata di quei processi non dura meno di 3 anni e molto spesso alla fine questi procedimenti si chiudono con conciliazioni o abbandono della causa…
Totalmente diversa la situazione negli altri paesi europei… e meno male che in questi anni è intervenuta la figura del giudice di pace, che almeno, ha permesso di smaltire buona parte di quei procedimenti…
La disgrazia è però che la differenza tra cause smaltite e nuove, è a vantaggio di quest’ultime, e quindi determinando di fatto un aumento delle cause arretrate!!!
Fortunatamente, anche i cittadini hanno compreso che il più delle volte passare dalla giustizia… determina non solo costi esosi per le varie spese legali che si devono affrontare, perché il più delle volte, il giudizio arriva quando ormai non ve ne più necessità…
Certamente restano ancora in piedi tutti quei procedimenti per le controversie di lavoro, collettive e individuali: gli imprenditori dovrebbero comprendere come a volte sia più ragionevole fare un passo indietro, rinunciando a qualcosa, onde evitare scontri giudiziari che si sa come iniziano… ma non si sanno mai come finiscono!!!
Certo il rischio che oggi si corre è quello di voler  dissuadere da un lato i cittadini dal ricorrere sempre più alla giustizia, in particolare quando il costo della causa supera abbondantemente l’eventuale valore finanziario della lite, ma di contro, bisogna evitare di far passare un grave messaggio e cioè la consapevolezza di non potere in pratica far valere un proprio diritto… sia pure di scarso valore economico!!!
Al di là di quanto comunque si sta tentando di realizzare nel progetto di  riforma dell’ordinamento giudiziario, mi pare che comunque qualcosa in maniera celere c’è da modificare… in particolare prendendo spunto da quei modelli, francese e britannico, esemplari per rapidità e sobrietà…
Un altro problema è la frammentazione degli uffici giudiziari, bisognerebbe trovare quel giusto compromesso nella riduzione dei Tribunali, fonderli insieme… ma in questi anni abbiamo visto come -con tutti quei ministri della giustizia che si sono succeduti- tanto si è parlato, ma poco si è fatto per ottenere concreti risultati… 
Si tratta ora di ridare ai cittadini un ritorno alla certezza del diritto, essenziale sia per la collettività che per l’individuo, sapendo che ad ogni azione corrisponderanno conseguenze (positive o negative), con la certezza della “pena”!!!

E’ chiaro che c’è bisogno di regole processuali chiare e che vanno in egual modo da tutti rispettate… non ci possono essere –come il più delle volte assistiamo– a due pesi e a due misure… 

Deve finire inoltre quella consuetudine “patologica” della tecnica al “rinvio” o il ricorrere sempre… in appello, in cassazione, anche quando vi sono ben poco valide ragioni a sostegno dell’impugnazione!!!
Cercare di trovare una soluzione a tutti i problemi della giustizia civile comprendo sia difficile, ma se anche il “World Justice Project” (un’organizzazione indipendente non profit, che ogni anno valuta l’aderenza del sistema giudiziario degli Stati alle regole del diritto) ha valutato – in base ai criteri di affidabilità (la capacità delle Leggi di garantire i diritti fondamentali), credibilità (il grado di accessibilità, efficienza ed equità del processo), integrità morale dei giudici (la competenza e l’indipendenza dei magistrati e l’adeguatezza delle risorse messe a loro disposizione)- i parametri di tutti gli Stati europei con punteggi che vanno da zero a uno e per NESSUNO di questi 4 indicatori, il nostro paese è riuscito a superare lo 0,5 (ad eccezion fatta per l’adeguatezza delle risorse…) dimostra chiaramente come qualcosa in questa non giustizia non vada…

Da Milano a Catania: in manette Giudici, Avvocati, Commercialisti, Professori universitari e Imprenditori, ecc…


L’hanno già chiamata la Tangentopoli fiscale…

In manette sono finiti giudici, avvocati, commercialisti, professori universitari e imprenditori. 
Nel mirino il commercio sotterraneo di sentenze che in materia di imposte possono spostare, con una sola firma, milioni di euro dal privato allo Stato o come spesso accade, viceversa.
La nuova Tangentopoli riguarda uno dei settori della giustizia – i contenziosi tributari – finora quasi inscalfibile a ogni inchiesta della magistratura e a ogni riforma della politica.
Strutturato su due livelli di commissioni, provinciali per il primo grado e regionali per il secondo, la giustizia tributaria è un sistema di potere fortissimo. 
Una cerchia chiusa di magistrati, in maggioranza privati, onorari, chiamati nel 2015 a decidere su oltre 581mila contenziosi, per un valore globale di 50 miliardi di euro. 
Un tesoro affidato alle decisioni di avvocati, commercialisti, consulenti, ragionieri, persino ad agronomi e professori di liceo. 
Un sistema sul quale indagò anche Antonio Di Pietro, che dopo le inchieste sulla corruzione nei partiti, delle mazzette in valigia o fatte sparire nel water, si convinse di essere stato fermato proprio quando iniziò a scavare nel mondo delle sentenze tributarie. 
E oggi un nuovo grappolo di inchieste sta ripartendo da lì: solo a Milano si indaga su ben venti cause fiscali.
Il 17 dicembre del 2015 – si legge su Repubblica – i militari della Guardia di Finanza, travestiti da avvocati, arrestano nello studio Crowe Horwarth, il giudice della commissione tributaria provinciale di Milano, Luigi Vassallo, con una busta da 5.000 euro infilata nella giacca. 
Vassallo, avvocato della Cassazione e docente universitario a Pavia, che risulta (dal marzo 2015) ancora consulente “in materia di conflitto di interessi per il governo”, ha appena incassato la prima rata di una tangente da 30mila euro per intervenire su una estero vestizione da svariati milioni contestata alla multinazionale della chimica Dow Europe Gmbh .
Ma non è un episodio isolato. Perché i pm di Milano Eugenio Fusco e Laura Pedio, un mese dopo, ottengono l’arresto di un altro giudice onorario, l’avvocato Marina Seregni. 
I due giudici sono accusati di corruzione in atti giudiziari per il caso della Dow Europe Gmbh, ma anche di aver pilotato un contenzioso da 14,5 milioni a favore della società Swe-Co, dell’imprenditore Luciano Ballarin (indagato) in cambio di 65mila euro. 
Il gip Manuela Cannavale cita esplicitamente la “spregiudicatezza con cui si muoveva Vassallo, che sapeva di poter fare affidamento su Seregni e verosimilmente anche su altri giudici tributari e funzionari dell’Agenzia delle Entrare, per pilotare ricorsi, influenzare i giudizi dei collegi, sostituirsi nella redazione delle sentenze, a fronte della corresponsione di dazioni illecite da ripartire con i complici”. 
E infatti nell’inchiesta è indagato anche un giudice togato, Francesco Pinto, ex presidente del tribunale di Imperia, ex giudice a Monza, ora presidente della sezione 18 della Commissione tributaria provinciale di Milano.
Lo schema non è diverso da quello scoperto a Catania dal procuratore Michelangelo Patané e dal pm Tiziana Laudani.
Finisce in carcere – insieme a due imprenditori, un commercialista e un cancelliere – il presidente di sezione della Commissione tributaria provinciale di Catania, il giudice Filippo Impallomeni. 
Il magistrato avrebbe usato per anni le auto della concessionaria di Giuseppe Virlinzi, fratello di uno dei più grossi immobiliaristi della città, in cambio di decisioni favorevoli, per un risparmio sulle tasse di 800mila euro. 
Per i pm, Impallomeni, da presidente, da relatore o da estensore era sempre presente nelle decisioni su Virlinzi.
Gli investigatori non pensano che si tratti di casi isolati, ma che almeno in Lombardia si possa ipotizzare un sistema. 
Qualcosa che riporta alla mente vecchie inchieste, come la celebre P3 che nasceva proprio da oscuri personaggi che si vantavano di pilotare grandi processi tributari. 
“Emerge – dice oggi un investigatore – una rete di relazioni che sopravvive a ogni forma di incompatibilità”. 
Se per legge non può svolgere l’attività di giudice chi esercita attività di consulenza tributaria per “contribuenti, società di riscossione o altri enti impositori”, è vero che il conflitto d’interessi è all’ordine del giorno. 
“Era noto che Vassallo fosse in grado di risolvere i problemi: i commercialisti e gli avvocati che venivano in studio sapevano che era in grado di sistemare i processi”, mette a verbale la sua segretaria, svelando come oltre le incompatibilità formali bisogna fare i conti con un contesto di fortissima contiguità tra professionisti. 
Con commissari che sono amici, colleghi, a volte soci dei legali delle aziende coinvolte nelle liti. Storture che portano fino al 60% le decisioni che danno ragione al privato e torto allo Stato. 
E “che azzerano – riflette un magistrato – anni di lavoro di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate”.
A Milano come a Catania, le inchieste sono destinate ad allargarsi. In altre procure, oltre a quella di Roma, sono agli inizi. 
Quella del capoluogo lombardo fa da apripista. 
Non solo perché i giudici arrestati avevano grande disponibilità di denaro (Vassallo era titolare di due cassette di sicurezza, e di contanti per 267mila, mentre Seregni di altre due cassette che ha movimentato prima dell’arresto). 
Ma soprattutto per le buste piene di altre banconote, trovate coi nomi dei “soggetti erogatori” del denaro: manager, aziende, membri di commissione, funzionari dell’Agenzia delle Entrate. 
E un elenco di venti contenziosi ora sotto indagine…

Studi legali… "illegali"

Avevo riportato alcuni giorni le percentuali, degli italiani che evadono…
Purtroppo, tra quanti dichiarano d’essere cittadini onesti… si scopre nei fatti… che ahimè… non lo sono!!!
Se si tiene conto che, proprio il sito evasori.info, ha segnalato che sono oltre un milione le denunce presentate online e soprattutto che queste, sono in costante crescita, allora capirete bene, che una cosa è voler dichiarare che sono soltanto gli altri ad essere ladri ed un’altra è invece partecipare con i propri comportamenti, a quella propria evasione!!!
Il sommerso, in termini di valore non dichiarato, riguarda principalmente quegli studi legali (o forse dovrei dire “illegali”), avvocati e notai, che evadono in percentuale rispetto alla loro categoria d’appartenenza, intorno al 35,8%… 
Da un lato ci sono le parcelle non fatturate, quasi sempre pagate cash, dall’altro l’attuazione di piani tariffari secondo una doppia modalità: la prima prevede l’emissione di una regolare fattura e migliaia di euro dichiarati, l’altra consiste nel realizzare una fattura una tantum, sempre con migliaia di euro incassati e pochissimi quelli dichiarati!!!
Basterebbe verificare alcuni di questi soggetti (con l’ormai nota formula della “sperequazione finanziaria”) e chissà cosa salterebbe fuori…   
Alla segnalazione di cui sopra,  vanno inoltre aggiunte, le modalità di collaborazione da parte di giovani laureati, promettenti avvocati che iniziano ad inserirsi presso quegli studi legali, dove cominciano a fare i loro primi passi…  
Molti di loro, giungono a quel ordine, senza avere alcun precedente in famiglia, e sono quelli che dovranno “farsi in quattro” sia per potersi elevare all’interno di quella piramide familiare generazionale… oppure, tentare di camminare con le proprie gambe… tentando con il proprio studio, di acquisire ( per non dire strappare…) quei clienti che da sempre si sono diretti verso quegli altisonanti studi legali, dove il più delle volte, c’è una targa sulla porta, da tre o più generazioni…
Ma la realtà o le vicende quotidiane vissute all’interno di quegli studi legali, è molto diversa da come si crede… 
Le condizioni di stress psicologico a cui sarebbero sottoposti i giovani avvocati all’interno di quegli studi, l’ambiente e le competizioni a cui debbono sottostare sono sconfortanti e guai a parlare di stress… questa parola non va pronunciata… è tabù!!!
E’ dimostrato che, il carico di stress sopportato da chi lavora in uno studio legale è sempre più in aumento… a causa, sia del fardello imposto dallo studio per i risultati da doversi ottenere, che per i clienti sempre più esigenti…
A raccontare quanto sopra, c’è un bellissimo romanzo di Federico Baccomo che s’intitola appunto “Studio illegale”…
Originariamente era stato pubblicato sotto forma di blog, con post inseriti dallo stesso autore quando lavorava nella sede dello studio legale Freshfield Bruckhaus Deringer, sotto lo pseudonimo di Duchesne…., successivamente nel 2009, decise di pubblicarlo raggiungendo le 35.000 copie vendute…
Ovviamente l’anonimato permetteva da un parte, di tenere al riparo l’autore da eventuali ripercussioni, dall’altro di poter svelare dall’interno quegli ambienti…
Ora che è si è fatta luce su uno di quei settori da sempre blindato e protetto da quella “forzata privacy”,,,  ecco,  ora che ha deciso di svelare la propria identità… è stato catalogato da tutti i suoi colleghi come “gola profonda”.
Tutti erano difatti convinti che, a scrivere il blog fosse soltanto un avvocato che si aggirava per uno studio… mentre per altri, era soltanto un giornalista… 
Ma non era così…, lui è un avvocato, che proprio una settimana prima di aprire il blog, si era licenziato dallo studio d’affari nel quale operava…
La talpa che scriveva in diretta non esisteva… infatti i post, erano scritti in differita… tutti quei dialoghi demenziali tra colleghi, ai fine riunione con escort di lusso, un ambiente che egli conosceva bene: ci ho lavorato per anni prima di uscirne… me ne sono andato dopo mesi in cui finivo tutti i giorni all’una di notte, non reggevo più psichicamente e fisicamente. Guadagnavo bene, ma non avevo più una vita. Mi sono licenziato ed ero sperduto, dal full time alle zero ore: ho cominciato allora a scrivere…
Certamente, la crisi finanziaria globale, ha rappresentato anche per gli studi legali, un momento negativo…
Alcuni di essi infatti, hanno dovuto rimandare l’ingresso di nuovi professionisti, altri hanno dovuto ridurre il proprio organico e molti altri, si sono visti costretti a chiudere la propria attività. 
Inoltre, l’improvvisa carenza di liquidità, ha portato in concreto, ad una riduzione delle transazioni con l’ovvia diminuzione della richiesta di servizi legali…
Gli stessi clienti, a loro volta, si sono ritrovati anch’essi a causa della crisi, a dover fare i conti con i loro budget, il che si è tradotto, con una minore richiesta di consulenza per servizi legali…
Per ultimo, ma non di poca importanza, il mancato pagamento da parte di molti clienti, per le prestazioni ricevute… che per i motivi di cui sopra, non sono state liquidate…
Il tempo delle vacche grasse è finito… ed oggi molti di quegli avvocati, si ritrovano a dover affrontare il periodo delle vacche magre…
Quei cosiddetti “partner” di famosi studi associati, hanno iniziano quindi, ad entrare in crisi… a causa proprio della tipologia d’assetto di quelle strutture, le quali risultano ora vulnerabile alle contrazioni economiche e soprattutto a quei minimi di fatturato, a cui ogni socio, deve dimostrare saper adempiere, garantendo quei valori, che gli consentono di poter restare all’interno di quel gruppo…
E’ ovvio che la competizione nei periodi d’abbondanza (cioè quando vengono realizzati profitti consistenti), non rappresenta (ma ciò vale per tutti i settori) alcun problema, ma quando ci si trova a dover fronteggiare contrazioni economiche, come quelle vissute negli ultimi anni… ecco che diventa difficile continuare a sostenere strutture come queste…
Debbo aggiungere un pensiero: se questa crisi è servita a fare emergere la meritocrazia degli “uomini” e non i loro “nomi”… allora sperare che non vada via presto… diventa un’augurio!!!
Certo trattasi di provocazione… ma confermo comunque di sentimi un po’ indignato.. non tanto per quel loro volersi sentirsi un po “casta” (questo situazione dopotutto mi lascia totalmente indifferente…) ma, per quel volersi presentare noi, quali modelli di perfezione, di coerenza, per quel loro innato rispetto dichiarato per la legalità, che poi puntualmente decade, quando assisto a notizie, che documentano come i controlli della Gdf, siano riusciti a fare emergere (per alcuni di quegli studi legali) illeciti per truffe ed evasioni… 
Ecco questo è ciò che mi da… maggiormente fastidio!!! 
Diceva bene Benjamin Harris Brewster: Un avvocato inizia la carriera dando valore alla legge e la finisce… dando legge al valore.

Vecchi Politici… prendete esempio da Ratzinger: dimettetevi!!!

In questo desolante panorama politico, quasi fossimo dei risparmiatori decisi ad acquistare dei titoli in Borsa, ecco che ci vengono riproposte, quasi fossero in costante rialzo, le ” azioni ” di quei politicanti, che finora hanno soltanto dimostrato, quanto fossero attenti ai propri interessi personali, dimenticando però quelli della comunità. 
Una classe politica assai datata, che continua a bloccare le ispirazioni di quei giovani che vorrebbero assumersi l’onere e l’onore, di poter essere protagonisti nel futuro del nostro Paese. 
Vecchi politicanti, incapaci di altruismo e di una qualunque sensibilità sociale, indirizzati soltanto a quelle logiche di denaro, dove la fanno da padroni le tangenti ed i finanziamenti ai partiti, associazioni, fondazioni, dei soliti, amici degli amici…, meschini faccendieri di basso profilo muniti di auto blu, che in cambio di favori, ottengono vacanze lussuose, disponibilità di yacht e aerei, migliaia di euro per sovvenzionare le loro campagne elettorali…
Pur di ottenere i loro scopi, ricorrono ad ogni mezzo illecito, per l’unico fine condiviso da tutti, quella maledetta poltrona, che li ha resi responsabili e criminali, del decadimento della cosa pubblica…
Un dramma, se si pensa che molti di questi, sono oggi indagati in processi, ed utilizzano la propria candidatura alle prossime elezioni, soltanto per garantirsi personalmente utilizzando quella vergognosa immunità parlamentare…, senza dimenticare, tutti quegli stratagemmi che vengono adoperati per difendere la loro instabile posizione e dove avvocati azzeccagarbugli, provano con acrobatici tentativi, a difenderli non soltanto con la loro loquacità, ma soprattutto grazie ai soliti appoggi…, incantano e corrompono, sperando di poter fare assolvere i propri assistiti…
Eppure tutti questi vecchi…, riuniti all’interno di un arco temporale trentennale, che va da destra a sinistra, ha bloccato quell’unico investimento concreto, basato su giovani generazioni meritevoli, che avrebbero potuto rappresentare la nostra nuova classe dirigente
Ma noi siamo in Italia e coloro che ci governano hanno ben pensato di trasmettere, quasi fosse un principio ereditario, il proprio posto.., non per niente se li andiamo ad analizzare, questi cosiddetti giovani in politica, non sono altro che figli, fratelli, nipoti, cugini, dei nostri ex compassati politici, classici raccomandati di quel sistema creato ad hoc, per riciclare incapaci e soprattutto voti…
Quindi ben venga l’abdicazione di Ratzinger, sperando che ciò possa essere preso ad esempio, da quanti finora, coetanei dello stesso Papa, non desiderano neanche parlarne, di eventuali dimissioni!!!
Ma ormai queste sono nell’aria, se ne sente già l’odore.. già, saranno i nostri voti a mandarvi a casa, non tutti purtroppo si sa…, qualcuno resisterà, ma state certi che dove il nostro voto non arriva, ci penserà chissà forse, prima la Magistratura e poi certamente… madre natura!!!

Meredith… una vita spezzata!!!

C’era una volta una ragazza, Meredith Susanna Cara Kercher, aveva 22 anni quando studentessa presso l’Università di Leeds aveva aderito al programma Erasmus, e così era giunta finalmente in Italia…

Sono tanti i ragazzi che attraverso questo progetto denominato Erasmus, hanno la possibilità di studiare o di effettuare un tirocinio in un paese all’interno della Comunità Europea…
Il progetto è così denominato in onore del famoso dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam, che nel corso della propria vita, viaggiò in tutta l’Europa per comprenderne le differenti culture…
Meredith, divideva il proprio appartamento a Perugia insieme ad altre ragazze, due italiane ed un’americana, e tra la notte del 1-2 Novembre 2007, viene assassinata precisamente tra le 22:00 e la mezzanotte del giorno dopo…

La mattina seguente un’anziana signora, vicina dell’abitazione in cui è stato ritrovato il cadavere, chiamò la polizia, in quanto aveva ritrovato due cellulari all’interno della sua proprietà…

Le informazioni portarono verso la casa di Meredith Kercher; al loro arrivo però i poliziotti trovarono fuori della casa, Amanda Knox, ( coinquilina di Meredith ) ed il suo fidanzato Raffaele Sollecito. I due giovani dichiararono di aver chiamato e quindi di essere in attesa dell’arrivo dei carabinieri perché, avendo trovato il vetro di una finestra rotto e la porta di casa aperta, sospettavano di un furto.
Le affermazioni però non trovarono riscontro con le indagini, in quanto collocano l’arrivo della Polizia alle ore 12:35 e la telefonata di Sollecito ai Carabinieri soltanto tra le 12:51 e le 12:54.

Vengono arrestati Raffaele Sollecito, Amanda Knox, e Rudy Hermann Guede, il quale si dichiara sin da subito colpevole e ottiene dal giudice per l’udienza preliminare la concessione del rito abbreviato…

Nel caso era stato anche coinvolto anche il Sig. Patrick Lumumba, proprietario di un locale dove lavorava Amanda Knox, che secondo la testimonianza di quest’ultima si sarebbe trovato nel luogo del delitto la sera dell’omicidio…, accuse quest’ultime successivamente rivelate infondate: i rapporti tra i due non erano buoni, infatti Amanda era stata licenziata per comportamento un po’ troppo disinvolto con la clientela…, Patrick Lumumba viene quindi rilasciato e prosciolto da ogni accusa…

In primo grado, Amanda, Raffaele e Rudy, sono rispettivamente condannati a 26, 25 e 16 anni di reclusione. Rudi Guede che ha optato per il rito abbreviato viene definitivamente condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale con sentenza della Corte di Cassazione, in data 16 dicembre 2010.
Gli altri due, ricorrono in appello e proprio ieri è stata emessa la sentenza definitiva!!!
Ora secondo la ricostruzione Knox e Sollecito, la sera dell’omicidio, hanno dato appuntamento a Rudy  Guede, conoscente della Knox, il quale decide di unirsi a loro per la serata; i tre si recano nella casa della studentessa, dove è presente la sua coinquilina Meredith Kercher.

Knox e Sollecito cominciano quindi a scambiarsi effusioni intime, Guede probabilmente eccitato dalle effusioni tra Sollecito e la Knox, entra nella camera della Kercher per tentare un approccio, ma di fronte al suo rifiuto avrebbe tentato di violentarla…

A quel punto, secondo la procura, la Knox e Sollecito si sarebbero uniti a Guede nell’azione criminosa, in quella che avrebbero trovato una “situazione eccitante”, tentando così di immobilizzarla con la minaccia di un coltello. Le perizie sulle ferite inferte evidenzia che l’arma debba essere stata un coltello da cucina, successivamente ritrovato e sul quale sono state trovate le tracce genetiche della Knox e quelle della Kercher.

La situazione degenerata per la resistenza della Kercher, ha portato la Knox ha colpire con il coltello al collo  la vittima, ferendola mortalmente, anche se il decesso si avrà dopo una lunga agonia.
Quindi, presi dal panico e per evitare che qualcuno chiamasse, le sottraggono i cellulari, poi ritrovati in una scarpata distante poche centinaia di metri…

I tre quindi si dividono, Guede in una Discoteca, la Knox a casa di Sollecito.
La mattina seguente i due ritornano nell’appartamento e tentano di cancellare le tracce del delitto ed infine  per inscenare un finto furto, rompono una finestra dell’abitazione per depistare le indagini…

Ieri, giorno 3 ottobre 2011, il secondo grado di giudizio condanna Amanda a 3 anni ed il pagamento di circa 22.000 euro, per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (nel frattempo già scontati), ma scagiona entrambi gli imputati dalle accuse di omicidio e di violenza per non aver commesso il fatto e ne dispone la scarcerazione immediata…
Ovviamente come da immaginarsi, la Knox ha provveduto a lasciare subito il nostro paese e forse chissà non sarà la sola…; non è la prima volta infatti, che le indagini, a seguito di nuovi indizi/prove possano riprendere e quindi e sempre meglio farsi trovarsi in quei paesi, dove una eventuale richiesta di estradizione, possa sicuramente non essere accettata…

Qualcuno doveva pagare e non sta a me dire chi, certamente qualcuno colpevole, ed oggi purtroppo la nostra procura, con il lavoro d’indagine svolto dai periti tecnici, ( aggiungerei svolto male, viste le lacune su cui poi gli avvocati hanno potuto contare per la difesa dei propri assistiti… ), non ci danno risposte, se non l’ammissione di un teste, che forse oggi ( anche perché extracomunitario ed ovviamente difeso da avvocati non certo di famosi come gli altri due ),  paga da solo ( le indagini hanno sempre detto che c’erano nella stanza più persone…) l’omicidio!!!
Io mi auguro, che comunque i colpevoli prima o poi vengano trovati, come ritengo corretto che coloro che ingiustamente sono stati finora incriminati, possano riprendersi nuovamente la propria vita…
Ma sono altrettanto certo che chiunque abbia potuto commettere questo atroce delitto, non sconterà i giorni della propria vita in maniera tranquilla… e chissà forse un giorno inseguito da quel continuo rimorso, possa finalmente decidere di recuperare, dichiarando quanto accaduto quel giorno, ed iniziando ad espiare la propria pena!!!