Archivi categoria: attività

Operazioni fraudolente in Sicilia: Un’analisi sulle segnalazioni sospette a Palermo e Catania.

Le operazioni fraudolente rappresentano una minaccia significativa per l’integrità del sistema finanziario. 

Nel corso dell’ultimo anno, una regione del sud Italia, ahimè la mia Sicilia, si è posizionata tra le prime nella classifica nazionale per segnalazioni di operazioni sospette, con un aumento rispetto all’anno precedente. 

In particolare, due città sono emerse come epicentri di questa attività illecite, registrando un numero elevato di segnalazioni.

Secondo i dati recenti, questa regione ha registrato un incremento nelle segnalazioni rispetto all’anno precedente. 

Le due città principali, Palermo e Catania hanno guidato la classifica provinciale, seguite da altre città. Certo… a livello nazionale, altre regioni si sono confermate ai primi posti per numero di segnalazioni, ma qui poco importa su chi supera chi… il problema restano di fatto le continue azioni disoneste. 

Difatti, un dato interessante è l’aumento delle segnalazioni da parte di istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica e professionisti legali. Anche gli operatori di cripto-attività e del settore dell’oro hanno registrato incrementi significativi. Al contrario, il settore bancario ha visto una flessione, pur rimanendo il principale canale di segnalazioni.

L’aumento delle segnalazioni in settori come le cripto-attività e l’oro potrebbe indicare quindi un cambiamento nelle strategie dei criminali, che si spostano verso asset meno tracciabili. D’altra parte, la diminuzione nel settore bancario potrebbe essere il risultato di una maggiore efficienza nei controlli interni, ma anche di una migliore capacità degli illeciti di eludere i sistemi di rilevamento.

La lotta alle operazioni fraudolente richiede un impegno costante e coordinato tra istituzioni finanziarie, autorità di regolamentazione e forze dell’ordine. L’aumento delle segnalazioni in alcuni settori evidenzia la necessità di adattare le strategie di contrasto alle nuove minacce. La vigilanza finanziaria rimane uno strumento cruciale per proteggere l’economia legale e garantire la trasparenza delle transazioni.

Ecco perché ritengo che in un contesto in cui le tecniche di frode diventano sempre più sofisticate, diventa essenziale che tutti gli attori del sistema finanziario collaborino tra di loro per identificare e quindi prevenire le operazioni sospette.

Vorrei aggiungere, ahimè con molto dispiacere,  che è proprio grazie a quanto accade in questa regione che si potranno ancor meglio comprendere le dinamiche di questo illegale fenomeno, affinchè si possano sviluppare nuove e migliori strategie efficaci di contrasto!

Mi gira tutto intorno… già, quella presente disonestà fatta d’inganni, raggiri e soprattutto mancanza di controlli!!!

Lo so… è incredibile, eppur è così!!! 

Tra l’altro al sottoscritto, osservando ciò che accade in talune circostanza, non resta ahimè che piangere, ma ormai non più lacrime da cui poter attingere!!!

D’altronde, ovunque pongo l’attenzione del mio sguardo scopro come dietro quell’immagine presunta di alta affidabilità, sì… dietro quello conclamata perfezione di professionalità e tecnica organizzativa, si nasconde quanto di più impreparato possibile legato ad un sistema certamente illegale…

Ma si sa…  quando si parla di strutture complesse, di società che danno migliaia di posti di lavoro, ecco che la maggior parte di queste vengono (nel proseguire quelle proprie attività) cautelate, d’altro canto trovano pochi ostacoli nel loro percorso, in particolare chi dovrebbe per l’appunto eseguire quei regolari controlli…

Difatti, chi dovrebbe verificare quanto accade in quei luoghi di lavoro, preferisce per ovvie ragioni chiudere un occhio, avendo chissà forse richiesto e quindi ricevuto personalmente un qualche favore, solitamente il classico posto di lavoro per un proprio familiare… 

E quindi ecco che su quella particolare “struttura” – sin dall’inizio dello svolgimento delle proprie attività – viene a calarsi una coltre  protezione, un silenzio inconsueto dove nessuno sa nulla, nessuno che parla e nessuno tra loro capace di prendersi la benché minima responsabilità, viceversa si osserva come ciascuno di loro, sia bravo a demandare al proprio collega tutte le varie responsabilità e incombenze…

Se quindi ci si sofferma ad osservare quanto accade quotidianamente, si scopre come – direttamente o anche indirettamente – questi “complessi” nel compiere le proprie attività compiano qualsivoglia irregolarità pur di risparmiare su quei previsti costi e/o oneri a cui sarebbero tra l’altro obbligati, parliamo non certo di cioccolatini, ma di decine di milioni di euro, eppure ad ascoltare quei loro pseudo “referenti” – che contano di fatto quanto il due di coppe quando la giocata a briscola è a spade – sembra di essere all’interno di una struttura la cui perfezione è assoluta!!!

Ma per favore… come riportato sopra queste avranno durata fintanto che una qualsivoglia Procura nazionale non dedicherà una parte del proprio tempo ad osservare e analizzare quanto avviene al loro l’interno, esse infatti sono  paragonabili a quegli zombi, già… sono come morti che camminano e che da un momento all’alto si sveglieranno per comprendere come tutto sia per loro profondamente cambiato…

Sì… è solo questione di tempo, lo stesso tempo necessario a chi di dovere di comprendere su quanto il sottoscritto stia riferendo…

D’altronde va detto… non è su questo che si basa il loro lavoro ed allora è quindi corretto che essi provino ad interpretare quell’eventuale messaggio subliminale – posto all’interno di questo post – per comprendere e verificare se esistono o no i presupposti di quei comportamenti illegali…

Per adesso quindi, “Rien ne va plus”

Quali e quanti reati vengono commessi durante le attività di cava???

Mi chiedevo… quali sono i reati vengono commessi in una cava operante con regolare autorizzazione???

Sicuramente la prima cosa che mi salta in mente è l’allargamento abusivo… uno sconfinamento che potrebbe anche aver interessato aree con vincoli ambientali e paesaggistici…
D’altronde nel compiere questa analisi, si potrebbe  ritenere che quanti fossero predisposti a quei controlli – sia chi avrebbe dovuto fare eseguire la perimetrazione, ma soprattutto chi avrebbe dovuto verificarla –  siano di fatto mancati… 
Già, in base a quest’ultima ipotesi, si potrebbe aggiungere che – a causa di quei funzionari “distratti” – altri reati siano stati perpetrati, ad esempio vedasi… l’abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e deturpamento del territorio…
D’altronde ai fini della corretta gestione del territorio e della prevenzione di fenomeni di dissesto idrogeologico, il progetto di coltivazione avrebbe dovuto prevedere interventi fondamentali che per come si è visto, in questi anni non sono stati compiuti…

Mi riferisco ad esempio,  alla sistemazione finale dei luoghi di quelle aree estrattive, che a  tutte le opere connesse, quali viabilità, discariche di servizio, ecc… oppure l’aver compromesso la stabilità dei versanti senza ricorrere ad opere di contenimento e cosa dire della mancata impermeabilizzazione superficiale del suolo, tale da consentire la ritenzione temporanea delle acque attraverso adeguate reti di regimazione e di drenaggio… mai viste!!!
Non parliamo poi del recupero dell’assetto vegetativo mediante l’introduzione di specie autoctone e di arbusti nelle previsioni dei “Piani di assestamento”, per riportare nuovamente allo stato naturale quelle ex cave…

Da quanto sopra si comprende come dietro a quel semplice sfruttamento di cava vi sia un corposo lavoro per quegli addetti ai controlli, sia durante i processi di coltivazioni che successivamente nelle fasi di dismissione…   

Viene da chiedersi quindi: ma chi sono e a chi fanno riferimento i funzionari addetti a quel settore  cave??? 
Certamente al primo posto mi viene in mente l’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, quindi ritengo che il Distretto Minerario possa rappresentare un fondamentale punto di riferimento ed infine, ma non per importanza, metterei nella lista gli Uffici Tecnici… 
D’altro canto è emerso come in alcune attività giudiziarie, certi consulenti tecnici abbiano partecipato in maniera diretta, vedasi ad esempio talune inchieste che hanno visto coinvolti i responsabili dei procedimenti della sezione urbanistica oppure quei dirigenti del servizio per le valutazione d’impatto ambientale, i quali avrebbero permesso il rilascio di autorizzazioni (illegittime), trasformando in questo modo, ampie porzioni di territorio tutelate dai vincoli ambientali e paesaggistici, affinché finissero con il risultare libere e quindi utilizzabili…

Riprendendo quindi l’analisi dei reati commessi durante le procedure di coltivazione (va precisato che in questa valutazione rientrano esclusivamente tutte quelle società estrattive in regola con i permessi, d’altronde quelle abusive si sa… operano in totale assenza di qualsivoglia autorizzazioni, violando quindi tutte le norme previste nella conduzione delle attività…) mi chiedo, quanti tra loro stanno operando in maniera lecita attraverso le necessarie certificazione ambientali oppure procedendo nei lavori con quanto previsto dall’art. 15 del D.Lgs.vo 81/08 integrato dall’art. 5 del D.Lgs.vo 624/94 relative alla sicurezza nelle attività estrattive???
Già…quanti tra loro???
Ed infine, cosa dire di tutte quelle procedure da adottarsi durante l’esecuzione dei lavori di coltivazione… mi riferisco ad esempio all’accantonamento del terreno vegetale, alla gestione dei materiali di scarto, alla regimazione delle acque meteoriche,  alle cautele atte ad evitare la dispersione di polveri (come ad esempio l’ umidificazione dei piazzali e dei fronti o l’uso d’impianti di lavaggio delle ruote degli automezzi), come peraltro analoghi accorgimenti dovrebbero essere adottati al fine di limitare le emissioni acustiche, d’altronde il traffico di mezzi pesanti, indotto dall’attività estrattiva, dovrebbe essere gestito in modo tale da arrecare il minor disturbo possibile alla viabilità pubblica e soprattutto ai centri abitati adiacenti, concordando con l’Amministrazione Comunale i percorsi e gli orari di transito opportuni…

Da quanto sopra si comprende quanto lavoro c’è da fare … in abbondanza e per tutti!!!
Sia per quanti operano all’interno di quelle cave, sia per coloro che dovrebbero verificare i necessari documenti prima del rilascio delle autorizzazioni, sia per coloro che dovranno successivamente effettuare le dovute verifiche…
Ecco perché, se ciascuno di loro opera in maniera corretta, questo settore potrà continuare a rappresentare per la nostra isola una manna dal profondo della terra, altrimenti… saremo ancora qui a leggere (come da tempo avviene con puntuale regolarità) di nuove inchieste giudiziarie e purtroppo l’elenco dei reati, diventerà ahimè… ogni giorno più lungo!!! 

La criminalità a Malta si propone come sponsor finanziario…

Non solo mafia, ma anche camorra e ‘ndrangheta hanno trasferito su quell’isola parte dei loro profitti…

Malta d’altra parte, rappresenta la sede perfetta per far transitare parte di quei loro investimenti mondiali, che grazie alla globalizzazione, hanno potuto indirizzare i loro interessi verso quei paesi del nord e sud america ed anche nei paesi dell’est asiatico, fino a giungere in Australia…
Quel loro potere sta difatti nell’aver preso il controllo di quel territorio e averlo iniziato a sfruttare grazie alla crescita all’interno di quella comunità, potendo così inserire i propri uomini in quelle posizioni amministrative che contano…
Osservando, si ha come l’impressione che non stia accadendo nulla, d’altro canto quei loro affari avvengono in maniera silenziosa e quindi quella loro presenza viene considerata da molti come fosse un bene, un sano investimento per quelle cittadine che hanno bisogno di crescere, ma nella realtà quanto sta da loro accadendo, può paragonarsi ad un cancro, è come un cancro… si alimenta, progredisce e distrugge tutto, anche la vita stessa di quelle comunità…
Certo a rischio non è la sicurezza dei cittadini, peraltro essi non puntano più al crimine, bensì mirano all’economia del paese, al suo potere economico… 
Ecco i motivi per cui creano in quei paesi come Malta, tutta una serie di società che beneficiano di insignificanti controlli e che possono così permettersi d’aprire conti correnti bancari e investire ovunque…
Fanno transitare i proventi derivanti da quei commerci di droga, contraffazione di valute e merci, traffico dei rifiuti tossici, denaro proveniente da tutte quelle attività illecite, per grazie a quelle banche messe a disposizione, possono riciclare quel denaro sporco in attività legali, in particolari commerciali e immobiliari…
Sì… qualcosa in quello Stato sembra stia cambiando, le più recenti operazione hanno visto più di un centinaio d’individui legati a quelle organizzazioni criminali posti sotto arresto…
Un mio caro amico della Valletta, inserito all’interno di una struttura istituzionale (investigativa a modello “DIA”), osteggiando quanto in questi mesi avevo scritto nel mio blog sulla sua terra (pur suo malgrado confermava quanto dal sottoscritto riportato), mi ha però preannunciato che nei prossimi mesi vi sarà un aumento esponenziale di quei controlli (inseriti ora in un programma definito da una sigla che mi scuso ma in questo momento non ricordo, ma che tradotta stava per “operazione anti-mafia internazionale”), in tutte quelle attività in cui sanno cesere inseriti soggetti mafiosi infiltrati…
Mi ha aggiunto, è finito il tempo in cui “chiunque portava soldi qui da noi poteva essere considerato come una risorsa ed era di conseguenza protetto e quindi impunibile!!!
Noi – caro Nicola – sappiamo da sempre la provenienza di quei mezzi finanziari, sicuramente sconfinati (e di cui purtroppo debbo ammettere, noi maltesi avevamo fortemente bisogno…) come d’altronde, conosciamo bene quegli imprenditori legati a quel vostro “mondo mafioso”… e se pur essi pensano che noi siamo dei “fessi” (in quanto riteniamo loro dei “business man” che operano in investimenti o effettuano operazioni da broker internazionali…), beh… dimenticano la cosa più importante e cioè… che siamo noi a comandare e anche a decidere per loro!!!
Ha aggiunto: “sappi che quei soggetti, restano qui fintanto che siamo noi a volerlo, altrimenti li cacciamo – per come d’altro canto abbiamo già fatto – sequestrando loro quel denaro posto nostre banche: pensa un po’, di alcuni di loro… stiamo ancora aspettando che ci fanno causa “!!!   
“Noi sappiamo bene chi sono, li conosciamo ad uno ad uno, e sappiamo perfettamente che in questi ultimi anni stanno provocando gravi danni alla nostra economia, sia locale che nazionale, in quanto stanno inquinando il nostro mercato attraverso quei loro canali finanziari e creditizi; ma soprattutto, la loro presenza, sta incentivando nella comunità quei processi di concorrenza sleale, creando nuovi mercati alternativi che promuovono di fatto attività illegali o a nero, come ad esempio la vendita di merce contraffatta e l’aumento d’evasione fiscale”.
Una bella chiacchierata quella fatta su “Facebook” dalla quale ho compreso di come a breve ci saranno da quell’isola grosse novità… cosa aggiungere: “è bello saperle in anticipo”!!!

La massoneria in Sicilia… a Catania???

Se sperate di conoscere i nomi dei politici o di quegli imprenditori che sono attualmente affiliati a quelle logge massoniche, beh… potete stare freschi!!! 
Nessuno di loro vi dirà mai di far parte di quel sistema celato, anzi viceversa, chi fa sfoggio di appartenervi, significa che non sa neppure di cosa stia parlando e quel suo atteggiamento spavaldo dimostra come serva esclusivamente a quell’individuo, per dare sfoggio ad amicizie e conoscenze che neppure conosce… 
Quanto compiuto difatti da quest’ultimi, serve esclusivamente come si dice a Catania “pi’ spacchiarisi“, cioè per darsi un atteggiamento degno d’ammirazione, ma nello stesso tempo quel significato possiede anche un spiegazione “negativa”, rappresentata da quel modo di fare… “u spacchiusu“, cioè l’essere spaccone o arrogante.
Per cui, è impossibile sapere quanti e quali uomini istituzionali, politici, assessori, dirigenti, ecc… prima di diventare importanti e conquistarsi una poltrona, siano dovuti transitare da quelle logge, per poi mettersi a disposizione di quei superiori, che poi sono gli stessi che governano quella struttura piramidale e le sue gerarchie…
Ecco perché prendendo in esame una parte di questa regione, ad esempio il territorio etneo, si comprende come, anche soltanto a pelle che… (la possibilità di sbagliarmi è alquanto remota) sono molti gli ambienti che mostrano essere sotto le mani di questa massoneria/mafiosa, la stessa che  influenza, determina e condiziona tutti gli apparati di questa nostra città… 
Si… ora saranno in molti a “urlare” che quanto sto scrivendo non rappresenta la realtà dei fatti!!! 
Già… ma d’altronde loro sono i figli di quei genitori che negli anni passati, gridavano che la mafia non esisteva e poi, dopo quarant’anni, abbiamo scoperto cos’era accaduto…
Ripeto… la Massoneria comanda a Catania e le società che orbitano dietro quelle logge, sono le uniche – in un periodo che manifesta essere ancora fortemente in crisi – che evidenziano una crescita esponenziale non indifferente, sono le stesse che “incredibilmente” si aggiudicano gli appalti pubblici, sono società capaci di diversificano i loro utili investendoli in altre realtà, come quelli del settore immobiliare, commerciale, della grande distribuzione, dei trasporti, ecc…  lasciando tutti gli altri… con le mani vuote!!!
E quindi mentre la concorrenza muore… incontrando in quel loro percorso tutta una serie d’impedimenti, limitazioni, ostruzioni, sia bancari che a causa di quei responsabili “corrotti” di enti pubblici, loro… grazie a quella affiliazione, vanno dritti come un treno senza mai fermarsi… arricchendo sempre più le loro tasche e lasciando le briciole a quei loro lacchè…
D’altronde questa è una terra che non ha scampo… perché la maggior parte dei suoi conterranei (tra cui anche coloro che risultano essere legati alla criminalità organizzata), si è messa a disposizione di queste organizzazioni, offrendo ad essi qualsivoglia servizio!!!
Quindi… altro che adepti, uomini liberi e fratellanza a base morale… 
Qui di comportamenti virtuosi non vi è nulla… anzi tutto il contrario, perché ciò a cui si punta è esclusivamente il potere e il denaro, due fattori che nulla possiedono con quei principi e quella ideologia umanitaria…
Altro che “livella”, altro che principi egualitari, qui la bolla è tutta da un lato e favorisce soltanto chi ne fa parte!!!

Nuove intercettazioni…??? Inchieste sicure!!!

Se potessi anticipare i nomi di coloro che secondo il sottoscritto a breve finiranno sotto il mirino della nostre Procure siciliane, credo che avrei un’alta probabilità d’azzeccare quei nominativi…
Certo, vi starete chiedendo in base a quale principio affermo questa mia convinzione e posso assicurarvi che non vi è alcuna capacità soprannaturale…
Già… la verità è che queste mie considerazioni, poggiano semplicemente su alcuni fattori, tra i quali quelli di leggere quotidianamente e di osservare i nomi riportati, gli stessi che vengono poi riportati nei giorni seguenti da amici, conoscenti ma anche e soprattutto estranei, pronti come sempre a raccontare di tutto…
Sì… non potete immaginarvi quante informazioni vengono riportati da molti soggetti a noi estranei… 
Al sottoscritto ad esempio capita a volte di fare alcuni nomi, ed altri presenti a quella discussione, iniziano (non so dirvi per quale motivo, forse per risultare al sottoscritto più simpatici) a raccontarmi quanto il sottoscritto non sapeva…
Ecco descritta una delle tante modalità con cui si viene a sapere tutta una serie d’informazioni che – nemmeno se ci fossimo rivolti a rinomate società investigative – avremmo potuto conoscere… 
Perché ciascuno di noi è convinto di vivere in maniera “clandestina“, si pensiamo sempre che ciò che facciamo non sia osservato da nessuno, ed invece non è così… c’è sempre qualcuno che ci guarda, che ci ascolta… e non mi riferisco alle forze dell’ordine, sì… poste all’interno di chissà quale furgone camuffato, pronti ad ascoltare le nostre dichiarazioni, grazie a microspie piazzate al bar o in qualche  ristorante o attraverso quei loro sofisticati microfoni unidirezionali…
No… qui sono gli altri ad intercettarvi, sono per l’appunto gli estranei… pronti ad ascoltare ogni vostra parola, ciascun vostro racconto, per poi andarlo a riferire ad amici e conoscenti vari…
Ma va aggiunto che anche molti di noi (o dei nostri amici/familiari…) non facciamo caso a ciò che pubblicano nei social… ed ecco quindi che basta collegarsi attraverso contraffatti nickname ed il gioco è fatto!!!
Facebook, Twitter, Istagram, Tumblr, Google, Telegram, ed altri ancora… sono tutti metodi utilizzati per scoprire dove siete, dove eravate, chi avete frequentato per un periodo, quali interessi avete avuto e quali state ancora vivendo, se siete in loco o partiti all’estero… ed ancora, con chi siete andati…
Ed ancora, se qualche informazione dovesse mancare, semplice… basta passare al soggetto da voi involontariamente “taggato” ed entrando in quel suo profilo, chissà…sarà possibile determinare le informazioni mancanti!!!
Da quanto sopra si comprende quanto facile sia ricevere informazioni e poterle analizzare e fare come si dice: 2+2.
Ovviamente quanto sopra non ha nulla a che fare con microspie digitali, oggetti spy, dvr nascosti, sms o messaggi “whatsapp”, a cui seguono intercettazioni telefoniche, ore ed ore di chiacchiere inutili d’ascoltare,che sfiniscono anche i più esperti addetti delle forze dell’ordine…
Se pensate che ogni anno lo Stato spende circa 500 milioni di euro per intercettazioni – un dato ovviamente non ufficiale – ma che si può desumere incrociando i bilanci dello Stato con quello degli operatori telefonici, si comprende qual’è il numero degli intercettati… 
D’altronde da questa analisi si desume che non sono solo i telefoni fissi ad essere spiati, ma bensì i telefonini… sembra infatti che ci siano addirittura quasi due milioni d’individui sottoposti a “controlli“, numeri certamente smisurati se paragonati con l’Europa intera…
Come sempre la torta è interessante anche perché a spartirsi quelle fette, non sono soltanto gli operatori telefonici, ma anche molte agenzie private (specializzate nel settore), che operano su appalto delle procure e che forniscono ai pubblici ministeri un servizio completo: dall’esperto che entra nell’appartamento o nell’auto per piazzare la “cimice”, oppure al semplice noleggio delle microspie o dei registratori digitale per incidere quelle opportune conversazioni, ed infine la messa a disposizione di tecnici per ascoltare e trascrivere quelle registrazioni… 
Siamo quindi tutti spiati, chi più chi meno… 
Ma la circostanza forse più interessante è quella di poter utilizzare indirettamente questa inusuale e propria condizione, sì… per far emergere a chi di dovere, alcune informazioni esclusive… 
Perché così facendo – ad esempio parlando al telefono con qualche conoscente – si diventa (senza avere mai una conferma ufficiale) veri e propri “informatori”!!!
E sì… perché quelle notizie “casualmente” riportate al telefono, diventano – appena verificate – veri e propri “scoop” per quelle autorità, da cui seguiranno, vere e proprie indagini… forse possibilmente già in corso!!!
Ecco… forse potrà essere questa la vera ragione che mi spinge a pensare quanto all’inizio riportavo e cioè che leggendo in prosieguo di quelle nuove inchieste (o dei nomi riportati), è come se il sottoscritto sia passato da un’esperienza di “Déjà vu”, la sensazione ricevuta è come una premonizione, avendo già vissuto o quantomeno anticipato, quella successiva attività giudiziaria…  

Centri commerciali: "Quanti sono i dipendenti regolari e quanti viceversa gli irregolari"???

Questo pomeriggio mi sono recato in un centro commerciale etneo, uno dei pochi che a vedersi, sembra non soffrire la crisi economica in corso…
Sì… posso dire che tutte le volte che mi reco in quel luogo, lo trovo colmo di gente… certo oggi era un giorno prefestivo e quindi, rispetto ad altri giorni ordinari, si ha una maggiore affluenza, ma comunque, a confronto di altri altrettanto rinomati, qui l’affluenza è sempre alta… 
Ciò che più mi ha colpito questa sera, è vedere tanti adolescenti – poco più che maggiorenni – posti li a servire i loro clienti, prodigandosi in ogni modo, affinché si giunga possibilmente a quell’acquisto… 
Certo, nel guardare i prezzi (in questo periodo ci sono ancora i saldi) e pensando ai costi di gestione, che ogni attività commerciale deve corrispondere, viene da chiedersi, quanti di quei loro prodotti debbono essere venduti, per poter restare in attivo e di conseguenza produrre utili…
Ogni tanto penso che sia un mistero quello della gestione amministrativa di queste società… poiché non comprendo, quali meccanismi attuino, affinché a fine mese: costi – ricavi (produca ) = utili!!!
Considerato che alla voce “costi”,  l’affitto è la voce certamente più gravosa, a cui vanno sommati i relativi costi di esercizio (forniture e quant’altro…) ed inoltre, bisogna integrare quella voce, certamente non irrisoria chiamata “dipendenti”…
Ecco, da quanto sopra per differenza, ciò che rimane, dovrebbe costituire la fetta “utile”, destinata all’imprenditore…
Ma se 5-5 fa zero, ecco che affinché quella differenza risulti uno, bisogna arrischiarsi in qualcosa di diverso…
Bisogna quindi intervenire in uno di quei due termini di quella sottrazione… 
Per cui, ho s’interviene nel minuendo (e cioè nella quantità dei prodotti da vendere, un numero che può essere tranquillamente falsato…), oppure si deve intervenire nella voce costi fissi e cioè in quella voce sottraendo (dove però l’unico valore nel quale si può apportare una qualche modifica di rilievo e costituita proprio dalla voce “manodopera)!!!
Ecco il perché (osservando quelle commesse così giovani), ho avuto come la sensazione che qualcosa, il quella tipologia di lavoro, non fosse propriamente regolare… 
Non posso certamente affermare che la mia intuizione sia corretta, ma osservando quanto ultimamente accade e conoscendo discretamente bene, la poca professionalità di molti imprenditori di quel settore merceologico, qualche dubbio mi resta e chissà se a breve, il sottoscritto semplicemente anticipando le prossime azioni delle nostre forze dell’ordine…
Sì… non mi meraviglierei che a breve, nuovi controlli, portassero a scoprire come all’interno dei negozi di centri commerciali (e non solo in quelli, ma anche in tutti quei box posti “abusivamente” al centro delle gallerie…), vi fosse la presenza di lavoratori irregolari…
D’altronde potrei aggiungere che, non ci sarebbe neppure bisogno di recarsi fisicamente in quelle strutture…
Già basterebbe analizzare presso gli uffici preposti le banche dati del ministero del lavoro e delle politiche sociali e confrontare quei numeri, con il numero di dipendenti presenti in quei centri commerciali (certamente superiori… ). 
Difatti, molti di quei giovani, sono di fatto impiegati lì… da diversi mesi, quali addetti alle vendite o altro, senza che però sia stata loro formalizzata la comunicazione obbligatoria d’inizio lavoro, che come si sa, deve essere realizzata anche a mezzo Pec, anticipatamente l’inizio del lavoro… e non integro a quanto sopra, tutte quelle formalità da espletarsi anticipatamente, quali ad esempio visite mediche obbligatorie o quanto previsto dalla normativa vigente in tema di sicurezza del lavoro…
Se poi si tiene conto che la maggior parte di quei compensi, sono di fatto sottostimati rispetto alle ore di lavoro realmente compiute, ecco che si comprende i motivi per cui quella indennità viene il più delle volte pagata in contanti, a fronte di un riscontro documentale certamente controfirmato dal dipendente (d’altro canto non potrebbe fare diversamente, ma soprattutto il conteggio risulta stranamente più consistente di quanto realmente ricevuto…), senza dimenticare la mancata garanzia prevista, sotto il profilo assistenziale e contributiva. 
Ho letto da qualche parte nel web che in taluni casi l’imprenditore – per evitare di restare coinvolto in situazioni giudiziarie spiacevoli – fa formalizzare dai propri consulenti la busta paga in maniera corretta, ma poi pretende da ciascun (suo) dipendente, la restituzione di una parte delle somme ricevute a mezzo bonifico bancario, solitamente 2-300 euro; con questa adottata modalità, l’imprenditore protegge se stesso da eventuali vertenze sindacali o da procedimenti legali, denunciati altresì presso l’ispettorato territoriale del lavoro… che potrebbe dar il via, a provvedimento di sospensione dell’attività!!!
Come dice la frase: “La necessità, aguzza l’ingegno“!!!
Certo a seguito di quelle denunce, il lavoratore potrà essere finalmente regolarizzato, ricevendo così oltre che il proprio salario, anche il versamento dei relativi contributi, ma tutti noi sappiamo che non sarà così, perché alla prima occasione quel dipendente – se pur professionalmente valido e chissà forse anche il migliore tra quei suoi addetti alle vendite – verrà licenziato!!!
Perché non è possibile far passare il messaggio, all’interno di quell’azienda, che la legalità possa vincere sulle decisioni imprenditoriali e chi pensa – anche solo per un istante – di voler imitare quel loro collega, farà la stessa fine!!!
Ecco perché nessuno parla… e tutti (in attesa speranzosi che qualcuno un dì possa scoprire quegli abusi perpetrati), forse anche a causa di necessità reali, continuano a subire in silenzio!!!

I controlli nelle attività estrattive…

Il mese scorso ho pubblicato un post intitolato l’attività estrattiva in Sicilia ed il ruolo fondamentale del Direttore tecnico dei lavori: http://nicola-costanzo.blogspot.it/2017/12/lattivita-estrattiva-in-sicilia-ed-il.html e con mia sorpresa, questo post è salito per visualizzazioni, tra quelli più letti nel mio blog…
Ed allora visto l’alto interesse per l’argomento, mi permetto di entrare nuovamente nel merito di quella particolare attività, analizzando questa volta, i controlli previsti dalla legge…
Come molti sanno, l’attività estrattiva rappresenta un tema dai contenuti tecnici oggettivi, ma comunque condizionati da leggi e regolamenti di settore, vigenti nei vari e specifici territori. 
Ciò che oggi m’interessa evidenziare, è l’aspetto della vigilanza mineraria… 
Non volendo entrare nello specifico delle leggi, desidero valutare quali sanzioni sono previste nei casi d’infrazione e cosa si può fare soprattutto per evitarle…
Innanzitutto vi sono quelle di carattere amministrativo, certamente gravose per chi eserciti un’attività estrattiva senza autorizzazione e perciò del tutto svolta in modo abusiva…
Tali irregolarità sono classificate in due gruppi: il primo riguarda i casi di mancato rispetto dei contenuti dell’autorizzazione a riguardo del tipo e/o della quantità dei materiali di cava di cui è consentita la coltivazione, ovvero il mancato rispetto dell’estensione e della profondità massima prevista dal medesimo atto, con riferimento a specifici punti fissi di misurazione; mentre il secondo gruppo riguarda tutti gli altri casi d’inosservanza dei contenuti prescrittivi dell’autorizzazione convenzionata…
Quindi da quanto sopra, possiamo comprendere come la normativa parli chiaro e forse potremmo anche entrare nei meriti di quelle previste sanzioni, dei loro esigui importi e se esse da sole, rappresentano un energico deterrente al non compiere quei reati, ma qui come si sa… si entra nel campo legislativo, che lascio volentieri a chi di competenza…  
D’altronde, ciò che mi interessa sviluppare in questa analisi e se le funzioni di vigilanza vengono svolte correttamente da quell’Ente di controllo, in particolare quando, proprio nel nostro territorio, vi sono condizioni che limitano in maniera decisa quelle stesse ispezioni, a causa di Esercenti che di fatto, non consentono neppure l’accesso a quei funzionari per i previsti controlli, oppure quest’ultimi evitano di fornire dati, notizie o chiarimenti richiesti da quegli stessi ispettori…
Già, in questa analisi non va dimenticato di come, quegli addetti alla vigilanza, non appartengono alle forze dell’ordine, ma sono semplici dipendenti, che provano con impegno a svolgere il proprio compito con professionalità e non possono certamente esporsi personalmente, ad eventuali circostanze a volte violente…
Già, perché non bisogna mai dimenticare, che dietro quell’attività estrattiva, si muovono notevoli somme di denaro ed una parte di esse, è proprio derivata dalla mancata presentazione di quelle reali misurazioni dei volumi dei materiali estratti, che rappresentano per altro i corretti valori propedeutici al pagamento delle imposte previste, riportate nel cosiddetto tariffario… 
Difatti, la gestione dell’attività estrattiva, deve tenere conto di una serie di regole che vanno dalla materializzazione dei perimetri di scavo, dalla cartellonistica, dalle profondità massime di scavo, dall’obbligo di regimazione delle acque di corrivazione superficiali, dalla garanzia fidejussoria per gli obblighi convenzionali, dalla gestione delle eventuali varianti agli atti progettuali, ecc…, ma soprattutto, deve tenere conto delle misurazioni che  stabiliscono di fatto i lineamenti generali della metodologia del controllo volumetrico, ma anche “geometrico” nel senso delle conformità fra le geometrie di progetto e quelle realizzate in cava…
Tuttavia si sa, sia per l’inevitabile genericità delle indicazioni fornite in fase progettuale, sia per il fatto che si tratta di dati generici previsti in un documento-tipo per l’attuazione dell’attività, ecco che ci si trova di fatto, senza una vera e propria forma d’obbligatorietà dinnanzi alla quali, emergono comportamenti difformi, sia sul piano dell’esercizio dell’attività, che sui pagamenti previsti per quella concessione…
Come si può vedere da quanto sopra, il controllo delle attività estrattive è di per se un argomento complesso, che coinvolge diversi campi d’intervento e di conoscenza, che vanno dalla geologia, alla topografia, l’ingegneria geotecnica e naturalistica, alle scienze agronomiche, naturalistiche e forestali. 
E’ inoltre quest’ultimo è anche un settore d’intervento in cui molto deve essere fatto e ripetuto, per individuare in ogni diversa circostanza, le migliori soluzioni… poiché in questo campo, non si può pensare d’improvvisare, ed è bene che tutti coloro che sono addetti alla concessione di quella attività d’esercizio estrattiva, abbiano perfetta conoscenza del sito nel quale dovrà realizzarsi la cava, della verifica del progetto presentato, di chi dovrà svolgere quell’attività e dei controlli che dovranno essere svolti in maniera precisa e puntuale, fin dalle primissime fasi di pianificazione, passando successivamente a tutte quelle valutazione necessarie, quali impatti ambientali, istruttoria degli atti progettuali, stesura della convenzione e dell’autorizzazione, per poi completarsi nel corso dei lunghi anni in cui si svilupperà l’attività estrattiva ed il contestuale previsto riassetto del sito, una volta esaurita l’attività estrattiva…
Ecco perché il tema della vigilanza e del controllo sulle attività estrattive, seppur tiene conto di alcuni essenziali elementi legislativi, deve essere principalmente garantito da tutti coloro che sono oggi incaricati dal verificare e attuare quelle previste norme, poggiando le loro valutazioni, non su arbitrarie considerazioni personali, ma bensì, su elementi progettuali chiari,  redatti con in mente l’attuazione sul campo del progetto, accompagnata dove prevista, da una ricercata metodologia di controllo codificata, semplice da attuarsi e condivisa anche dai tecnici dell’Esercente, basata quindi sulle migliori tecnologie disponibili oggi quali: G.P.S., Laserscan in acquisizione, modelli matematici digitali in restituzione e calcolo, adeguate ed aggiornate strumentazioni per il controllo ambientale, ecc…
Ecco quindi la ragione fondamentale che deve indurre quegli addetti ai controlli, ad essere frequentemente più presenti in cava, al fine di poter capire per tempo, le situazioni che vanno via via formandosi e per poter svolgere quel compito di prevenzione a possibili danni ambientali che, pur non essendo esplicitamente previsto dalla legislazione vigente, diventa nel contempo, una funzione qualificante anche per l’Ente pubblico. 
Bisogna quindi, che tali operatori addetti ai controlli, siano in grado di guadagnarsi la fiducia, nei termini di un franco rispetto tecnico e professionale, dei responsabili della sicurezza e dei lavori (e talvolta anche dei sorveglianti e delle maestranze) per poter discutere apertamente dei problemi che possono emergere in corso d’opera e trovare così, nuove soluzioni che consentano all’Esercente -per quanto possibile- di non interrompere la coltivazione, realizzando contestualmente eventuali operazioni di messa in sicurezza, di riassetto e di monitoraggio. 
Il controllore non deve essere visto come l’ispettore “spietato“che passa ogni tanto e a cui interessa esclusivamente prescrivere sanzioni di “circostanza”,  perché queste azioni, hanno di per se una scarsa efficacia, anzi di contro, generano un vero e proprio desiderio di rivalsa…
va ricordato comunque che quei funzionari, possono certamente far poco (in ciò non vi è alcun dubbio…), non potendo essi –per ragioni contingenti previste dall’Ente– mettere in campo una vera e propria sorveglianza continua in loco,  meccanismo che come abbiamo visto negli anni, ha realizzato un solo sconfitto: L’AMBIENTE!!!

L’Associazione Nazionale Antimafia "Alfredo Agosta", invita a denunciare i furti d’agrumi…

Da sempre l’agricoltura è utilizzata dalla signoria territoriale mafiosa, per realizzare illeciti guadagni, il più delle volte a scapito delle risorse pubbliche, ma ultimamente anche nei confronti dei privati, proprietari dei terreni coltivati ad agrumi, che ormai subiscono periodicamente furti e quant’altro…

Per anni, l’imposizione da parte di quell’ambiente criminale, si era limitato al controllo dell’acqua, risorsa preziosa in quanto essenziale per la coltivazione di quelle coltivazioni, in particolare proprio degli agrumi che possiedono un grande valore in quanto vengono esportati nei mercati, nazionale e internazionali, ed era il motivo che spingeva per l’appunto quell’associazione mafiosa a esercitare, attraverso i propri affiliati, un forte condizionamento sui consorzi d’irrigazione.
Negli anni qualcosa è cambiato ed ora a finire sotto bersaglio sono i produttori di quegli agrumi,  che si ritrovano ad essere abbattuti da quei continui furti, con danni provocati non solo alle strutture di pertinenza o alle recinzioni esterne, che ogni qualvolta vengono divelte, ma di scoprire successivamente di come quei ladri, nel compiere i furti, abbiano distrutto quelle piante, che subiscono in maniera grave, una vera e proprio recisione a causa degli strappi subiti…
Inoltre, a causa di quanto sopra, quegli stessi produttori si ritrovano a dover subire ulteriori danni…
Il primo causato dei ripristini necessari che obbligano ad un esborso considerevole di denaro e successivamente, nel doversi ritrovare a competere quella propria produzione con quella da poco trafugata, venduta ovviamente nei mercati o al dettaglio a prezzi inferiori, provocando di conseguenza, una perdita economica, che produce di fatto la condizione, di ritrovarsi con i propri magazzini pieni, poiché la produzione resta invenduta…
Tutto ciò garantisce a quell’associazione mafiosa, uno sviluppo di mercato parallelo e illegale, che frutta centinaia di migliaia di euro e che trova sin da subito, una serie di commercianti abusivi o di ambulanti senza autorizzazione, pronti a rendersi disponibili a finalizzare quelle attività illegali… 
Ecco perché l’Associazione Alfredo Agosta, invita tutti i produttori e i commercianti di categoria a denunciare i furti subiti, in particolare il messaggio è rivolto alle aziende agricole poste nella provincia etnea…
Peraltro, solo così… si può pensare di cambiare questo fenomeno illecito, che alimenta con questo suo ulteriore business, quel mondo già ampio di malaffare…
E’ tempo quindi di denunciare e l’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, invita i produttori di categoria a contattarli direttamente, per poter denunciare gli eventuali furti subiti; potete inviare una mail a: info@associazionealfredoagosta.it
D’altronde qual è il primo dovere di un cittadino? 
La risposta è semplice: essere se stesso!!!

Il segreto per stare bene…??? "Lido America"!!!

Si dice che “il piacere è un modo di sentirsi, mentre la gioia è un modo di vivere…”.
Beh… se si vuole usufruire d’entrambi bisogna fare la scelta giusta, per esempio… andare d’estate al Lido America!!!
Come ben sapete non è mia consuetudine fare propaganda (o pubblicità…) ma occasionalmente, quanto cioè in prima persona mi ritrovo coinvolto in qualcosa che trovo interessante, gradevole o professionale… non lesino mai il mio tempo, per portala in evidenza…
Credo di aver avuto circa 24 anni, quando sono stato invitato presso un lido della playa da mio cugino Daniele e dall’allora sua fidanzata Loredana – oggi felicemente sposati da vent’anni, con tre bellissimi figli: Alessandro, Fabrizio e l’ultima arrivata… la piccola Alice) e quella fu la mia unica (e ultima volta) poi… sempre in giro!!!

Quindi, pochi giorni fa, dopo quasi 25 anni, mi sono recato nuovamente in un Lido della nostra Playa… per l’appunto il “Lido America” (è uno di quelli posti alla fine della strada…) e sono rimasto lì, fino a sera…

Gli stabilimenti della “Playa” mi ricordano un po… quei modelli tanto in voga a Riccione, Iesolo, Viareggio, con quelle spiagge dorate e certamente con quel loro modo diverso di fare trascorrere il periodo estivo…

Sì… passeggiare per esempio sul bagnasciuga, buttarsi in acqua… sapendo che questa non è immediatamente profonda… fintanto che non ci si allontana, oppure stare sdraiati sulla sabbia sotto il sole cocente per abbronzarsi o rimanere (come me) sotto l’ombrellone, disteso in quei lettini, lasciandosi accarezzare dalla brezza marina nel più totale relax, al limite, leggendo un libro…

La cosa che maggiormente mi ha sorpreso di questo “lido” è la cordialità dei propri collaboratori e di quanti operano all’interno dello stabilimento…
Questa espressa manifestazione di gentilezza, ho scoperto poco dopo… essere proprio l’essenza stessa dei suoi titolari, che ho avuto personalmente il piacere di conoscere, in modo del tutto fortuito…
L’organizzazione e la sicurezza è perfetta: si può chiedere a chiunque di loro… che in pochi minuti, risolvono ogni nostra richiesta…
Ed ancora, il lido è suddiviso in varie zone: c’è chi si dedica alle lezioni di zumba e chi preferisce farsi accompagnare dai maestri dei balli di gruppo o quelli di latino-americano…
Poi c’è chi è amante dello sport e chi si dedica al proprio corpo… facendo “fitnes” con gli attrezzi di palestra o chi fa sport in spiaggia con lezioni di soft gym o aquagym…
C’è poi chi preferisce l’agonismo e si dedica ai tornei sportivi tra partite a tamburelli o beach volley… biliardino o ping pong, mentre quelli un po’ meno agonisti, ma non meno caparbi, sono lì in quella pista a “scontrare” quelle loro bocce…
Quindi tra arredi giardino, statue, giardini fioriti e bellissime palme, ecco che in quella splendida atmosfera c’è chi si dedica anche a giocare a carte…
Niente è lasciato al caso, in particolare quelli del “miniclub”: tutti i bambini sono seguiti da bravissime animatrici di “Angels of Smile” che ogni giorno si dedicano al divertimento dei piccoli ospiti… con un ricchissimo calendario delle attività che spaziano da lavoretti con materiale riciclato, a workshop con il fimo, pitture, caccia al tesoro, balli in maschera, trucca-bimbo, tatuaggi lavabili e teatro in cui vengono coinvolte anche le mamme.
L’attenzione comunque per i piccoli ospiti passa anche attraverso la presenza di appositi servizi (nursery con fasciatoio, cucinotto con scalda-pappe, frigorifero e microonde) ed anche un ampio parco giochi…

Poi c’è anche chi come me, con… “leggere tendenze alla vita comoda“, preferisce dialogare seduto con qualche amico (ritrovato dopo tanti anni…) con in mano un calice di vino bianco “freddo” e qualche specialità di pesce fresco, preparato dall’ottimo chef di “Menza”.

La bellezza del tramonto… mi ricorda che la mia giornata sta terminando ma non quella del “Lido America”; la struttura infatti si sta pian piano trasformando in un ultimo palcoscenico sotto le stelle, con feste a tema, balli, musica e spettacoli…
Io comunque… prima d’andar via, concludo quella mia bellissima giornata, sorseggiando un ottima “Piña Colada”… preparata dal loro bravissimo barman!!!
Un tempo… quando la vita era davvero dura, si soffriva perché si viveva male; di contro oggi, ci si può permettere di vivere bene, divertendosi e usufruendo di tutte le comodità possibili… si tratta esclusivamente di scegliere: LIDO AMERICA!!!

Predetto… accaduto: disastro ambientale in Liguria!!!

Il giorno del referendum sulle trivelle si è preferito andare a passeggiare… e mentre le urne stavano per chiudere, una parte dell’oleodotto Iplom sversava i propri olii lungo i torrenti per sfociare a mare…

Avevo predetto il danno ambientale… anticipandone i rischi: per la fauna, le coste, la salute dei cittadini e senza dimenticare tutti i risvolti occupazionali anche nel settore del turismo che a causa di quanto sopra, potrebbero condurre i turisti a dirigersi verso altri e più puliti lidi…
Ora forse saranno in molti a pentirsi della scelta fatta al referendum… adesso che il disastro ha colpito proprio una di quelle regione che non presentavano “trivelle”, si può comprende meglio la motivazione di tutti quei sostenitori del si delle altre regioni, che ahimè chiedevano una mano per evitare un futuro possibile disastro ambientale !!!
Come sempre si voleva fare passare quanto accaduto nel più completo silenzio… perché ormai da noi l’importante è censurare quanto avviene, in particolare per non far emergere quelle responsabilità politiche e amministrative, ancor prima che societarie…
Ma è logico credere che con un business miliardario qual’è quello del petrolio… sono in molti ad avere avuto in questi anni la bocca cucita o quantomeno si sarà sorvolato su tutti quei controlli certamente previsti!!!
Non per nulla lo chiamano “oro nero” e nel salire e scendere per quelle condotte… sicuramente un po di quell’oro sarà rimasto in qualche tasca sotto forma di tangenti e bustarelle…

Sarei curioso di sapere ora chi pagherà… non mi riferisco ai dirigenti della società (quello è una ovvietà…), ma m’interessava conoscere i nomi dei responsabili che avrebbero dovuto effettuare quella adeguata prevenzione ambientale e di messa in sicurezza, segnalando quando opportuno, ciò che non andava… ecco mi chiedo, dov’erano questi e dove sono adesso???

Le barche dei pescatori in questi giorni si son dovute ritirare… di pesce non ne parliamo… mentre i primi uccelli iniziano a cadere a terra, con le ali impregnate di bitume… proprio in quelle spiagge che adesso iniziano ad imbrattarsi di nero…
Dopotutto, come avevo espresso nel mio precedente post: il “gregge” ha scelto il “greggio”… 
Ora però… a pochi giorni di distanza… s’inizia a parlare di “disastro ambientale”, perché dai controlli effettuati sembrano essere fuoriusciti circa 700 tonnellate di greggio!!! 
Quindi, all’apertura della stagione estiva balneare, ci si ritrova con un problema che potrebbe distruggere completamente l’economia di una regione.
Il gregge sta fluttuando nel mare e le correnti marine lo stanno trasportando in lungo e largo su buona parte della costa ligure… con l’aggravante che a breve, l’arrivo di temporali potrebbe aggravare la situazione, trasportando per parecchi chilometri…quelle sostanze oleose.
Certo a danno compiuto..(ma è così che funzionano le cose nel nostro paese…). si avviano le inchieste delle procure, si dispone il sequestro della raffineria… e i dipendenti (circa 250)… a cui a breve si aggiungeranno tutti quelli dell’indotto… (sono sempre purtroppo quest’ultimi a dover pagare per tutti) sono stati posti in CIG (almeno quelli più protetti dai sindacati della raffineria), mentre i restanti… appartenenti a società minori… verranno pian piano certamente licenziati!!!
Su quanto sopra, mi sono limitato a evidenziare esclusivamente i danni immediati… mentre di quelli futuri e cioè dai rischi da esposizione da inquinanti, staremo a vedere cosa accadrà agli anziani (già affetti da patologie croniche) ed ai bambini…
Si, purtroppo è scientificamente dimostrato che nell’infanzia i processi di assorbimento e di metabolismo risultano accelerati ed il sistema immunitario, l’apparato polmonare e quello cardiocircolatorio, risultano essere più vulnerabile ai fattori inquinanti… rispetto agli adulti!!! 
La salute viene prima di tutto e forse è meglio che il premier Renzi (e quanti -come pecore- si sono al suo suggerimento allineati…) riveda quel teatrino propagandistico prodotto in quei giorni di referendum, dando atto che è tempo di mettere mano ad una legge che protegga noi cittadini da questi disastri, tornando indietro sui propri passi e ammettendo che –i suggerimenti dati per l’astensionismo– erano stati di certo (come gli olii che a breve cadranno nelle teste di molti cittadini liguri) precipitosi!!! 

La dimensione economica realizzata con il falso in bilancio…

L’Evasione rappresenta il primo problema che il nostro stato possiede!
Già, la correttezza e la chiarezza nel tenere i conti in ordine, la realizzazione di una contabilità e di un bilancio che rappresenti il vero budget d’esercizio è uno dei problemi a cui quotidianamente i nostri ispettori sono costretti ad analizzare in particolare nella ricerca di quei dati falsi o inattendibili…
Ci troviamo sempre davanti a situazioni nelle quali l’aspetto economico e patrimoniale viene ritoccato, per poter nascondere quanto illecitamente si è messo da parte…
Nel far ciò, purtroppo ci si affida proprio a coloro che sono demandati al loro realizzo e mi riferisco a quei professionisti che rappresentano il supporto necessario perché ciò possa essere realizzato…
Tralasciando i requisiti legislativi, sappiamo che il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società, risultato economico dell’esercizio…
Per cui chiarezza, verità e correttezza, rappresentano i principali requisiti nella sua compilazione…
Possiamo quindi ben capire che non è di fondamentale importanza la compilazione numerica dei valori o l’assoluta precisione nel corso delle registrazioni, infatti è constatato che le attività bilanciano passività e che i costi bilanciano i ricavi, la differenza tra le voci ovviamente identifica l’utile o perdita di esercizio, ma ciò che è di fondamentale importanza è in che modo venga rappresentata, in maniera veritiera, la situazione economico-patrimoniale della società.
Per cui il concetto numerico espressione di una determinata misura, deve rappresentare una valutazione non soltanto numerica, ma che non permetta possibili errori in considerazioni e che in tale giudizio, questa, venga misurata con il giusto strumento o unità di misura, in modo tale che l’attivo ed il passivo si bilanciano, nel senso che, l’attivo esprime come è stato impiegato il capitale sociale… 
Per cui in definitiva è la chiarezza, il requisito di qualità che sopra qualunque altro da senso a verità e correttezza, per cui se da un lato è necessario tenere i conti in ordine, dall’altro tutte le voci che costituiscono costi, ricavi, attività e passività, dovranno essere sempre espresse in maniera chiara e veritiera…
Non per niente è sul mancato rispetto di questo concetto che vengono ad esistere le cosiddette poste di bilancio false, che hanno l’effetto di alterare i valori attraverso operazioni inesistenti, perché si possa giungere ad un risultato diverso da quello veritiero…
Purtroppo queste operazioni ” false” non si scoprono analizzando il bilancio, ma controllando ogni singola operazione, ma purtroppo se queste vengono mascherate in maniera “perfetta” ecco che, diventa difficile giungere alla corretta verità, ed è proprio per questo che le nostre forze dell’ordine demandate al controllo, hanno da sempre difficoltà a scovarle…
Inoltre visto il numero consistente di società che da sempre evade e rapportato all’esiguo numero di ispettori e controllori messi in campo da parte dello Stato, ecco che il gioco è fatto… la possibilità di essere colpiti è inferiore all’1%…
Se poi si considera che, tra i nostri politici si è tentato di giustificare la possibilità di evadere dando la colpa di tale atteggiamento all’esoso carico fiscale del nostro paese ed ancora sommando a ciò, come il falso in bilancio è stato in questi anni trattato, attraverso tante modifiche legislative, da permettere anche a coloro che sono stati condannati, di non subire alcuna pena severa, ma di godere di sconti e riduzioni, pagando sì amministrativamente quanto sanzionato, ma di restare impuniti, continuando per poter compiere nuovamente, attraverso altre società o prestanomi, quanto finora svolto.