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Si dimette il presidente di Confindustria Catania.

Dopo quanto emerso con l’inchiesta antimafia “Doppio Petto” e le dichiarazioni esposte in questi giorni da alcuni presidenti di associazioni di legalità, ad iniziarsi da quella dell’avvocato Enzo Guarnera, presidente dell’associazione “Antimafia e Legalità di Catania” che ha dichiarato: Dovrebbe dimettersi subito e, se non lo facesse, dovrebbe sfiduciarlo la sua organizzazione. Se ciò non avvenisse, la vergogna sarebbe infinita! Per lui e per gli altri associati. Le dichiarazioni di Di Martino costituiscono un pessimo esempio per tutti gli imprenditori catanesi e non solo. Se un presidente di un’associazione prestigiosa come Confindustria paga il pizzo, dal punto di vista etico va considerato un sostenitore esterno. Una vittima denuncia, a maggior ragione se è un rappresentante dell’associazione degli industriali. Invece Di Martino ai convegni dichiara che il pizzo non va pagato, ma intanto lo paga. Che si dimetta!!!

Lo stesso Avv. Guarnera ricorda (con rammarico) che nel 2019 Angelo Di Martino “è stato insignito del titolo di commendatore al merito della Repubblica. Se fosse un mio potere lo revocherei”.

Di egual avviso Nicola Grassi, presidente di Asaec (Associazione Antiestorsione di Catania Libero Grassi): Qual è la novità? Alla luce delle recenti evidenze investigative, emerge chiaramente come vi sia una vera e propria emergenza pizzo. L’estorsione ai danni di imprenditori e commercianti è ormai diventata normalità. Gravissimo: siamo tornati indietro di trenta, quarant’anni. Il pizzo viene chiesto a tappeto su tutto il territorio. Lo ripetiamo e lo ripeteremo finché sarà necessario: indispensabile una sinergica opera di sensibilizzazione da parte delle istituzioni, prefettura, forze dell’ordine e componenti sociali e associative. Senza una risposta immediata da parte dello Stato il pericolo è quello di un controllo sempre più vasto e capillare dell’economia locale da parte della mafia.

Ecco quindi che dopo una settimana di durissimi attacchi, il presidente di Confindustria Catania, Angelo Di Martino, si è dimesso: c’è voluta però una riunione d’urgenza del Consiglio di presidenza dell’associazione per valutare il contenuto delle notizie apparse sulla stampa.

 “Nel corso della riunione – si legge in una nota dell’associazione degli industriali etnei – il presidente, dopo avere espresso la propria estraneità ai fatti, così come riportati sulla stampa, riservandosi di agire per le vie legali, ha deciso, sentito il Consiglio di presidenza, di rimettere il mandato e di rassegnare quindi le proprie dimissioni, ciò al fine di preservare l’immagine dell’associazione evitando così qualsiasi ulteriore speculazione”.

A.S.A.E.C. (ma non solo… ), sulla nomina del Prefetto di Catania!!!

Ho finito di leggere l’articolo pubblicato su Meridionews:

e vorrei segnalare un’ulteriore post dell’Associazione Antiestorsione di Catania, pubblicato ieri su Fb, che riprende per l’appunto, la nomina del Prefetto di Catania: “Apprendiamo dagli organi di stampa della parentela del nominato Prefetto Claudio Sammartino con il deputato regionale Luca Sammartino.  
Certamente, prudenza, delicatezza istituzionale ed opportunità, avrebbero suggerito la scelta di una figura prefettizia che fugasse ogni dubbio – anche il più remoto – sulla terzietà che tale autorevole figura è chiamata ad assolvere.
Ma non vogliamo avere una posizione pregiudiziale, proprio per il rispetto del ruolo che tale figura istituzionale ricopre.
Piuttosto, attenderemo gli atti e le azioni concrete che il Prefetto vorrà mettere in campo.
Sottoporremo e solleciteremo la risoluzione di atavici problemi che da troppo tempo attendono di essere risolti. Predisposti al confronto, vigileremo e denunceremo eventuali abusi ed omissioni.”
AS.A.E.C. Associazione Asaec Antiestorsione Di Catania
Non ho ben compreso con quale criterio si sia giunti a questa nomina, anche se da alcuni articoli pubblicati nei quotidiani e nel web, una risposta me la sarei fatta, se pur restano presenti in me, alcune perplessità…
Casualmente, mi son venuti in soccorso alcuni estranei, che si trovavano seduti accanto al sottoscritto all’interno di un bar, mentre stavo sorseggiando il mio abituale tè delle 17.00, in attesa che mia figlia finisse la sua ora di palestra…
Erano accanto a me in quattro, sì proprio come quelli della canzone di Gino Paoli, “eravamo quattro amici al bar” e stavano discutevano – in maniera animata – sulla nomina del Prefetto appena formalizzata…
Cerco di descrivere quella loro “contorta” argomentazione…

Uno di loro diceva: “Cerchiamoci di fare un ragionamento; sì… basta semplicemente analizzare quanto emerso nel breve periodo e vedrete che troveremo dei fatti importanti”!!!
L’altro interrompendolo… ha immediatamente dichiarato: “Hai perfettamente ragione… difatti… Lombardo viene ripescato dalla Cassazione per ritornare ad essere imputato per voto di scambio; Ciancio viene messo alla gogna dal procuratore Nazionale Zuccaro che poi è lo stesso che tuona sull’operato dei suoi predecessori ad esclusione di Salvi…..
Ed il terzo.: “Sì… parlava ovviamente di D’Agata….”!!!
Riprende nuovamente il secondo:  “Viene riaperta l’ inchiesta sui voti di scambio prima su Riccardo Pellegrino, segue quindi l’arresto di Pippo Nicotra d’Acicatena – è stato Sindaco e secondo la Procura (quindi…Zuccaro) ha convivenze con personaggi mafiosi….
Prende la parola il quarto che fino a quel momento era rimasto in silenzio: “Certo questo Zuccaro sta rompendo gli equilibri del sistema… e se fosse li per lì, per riaprire l’inchiesta su Luca Sammartino??? Sul voto di scambio?
Ah… riprende il primo: “Ecco perché all’improvviso è giunta la notizia del nuovo Prefetto,  zio di Luca… 
Ed il secondo che sembra tra i quattro il più informato: “Sammartino zio di Luca ha esercitato ad Acicatena e Mascalucia…. a ciò va aggiunta l’inchiesta sulla Massoneria con Labisi & Co.; poi c’è il Presidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava, che fa pubblicare una legge all’ARS con la quale obbliga i politici isolani a dichiarare se si è affiliati ad una associazione massone e poi c’e quell’intervista a Cappellani… sì quella che parla del Cantarella (fino a poco tempo fa… Sindaco di Mascalucia,,,), ‘uomo di Salvini’ in Sicilia!!! Ed ancora, il ministro Salvini che sceglie come Prefetto per Catania, un signore che si ritrova alcuni familiari sottoposti a indagini giudiziarie…
Interviene il terzo: “Scusate… ma così il procuratore Zuccaro per le sue prossime azioni giudiziarie avrà bisogno del Prefetto che metta gli uomini delle forze dell’ordine giusti per tali operazioni….
Interviene il primo: “Scusate… ma non e’ che si vuole fare in modo di bloccare le operazioni in atto della Procura e spedire il più lontano possibile Zuccaro ad esempio ad Udine?
Certo, quanto discusso da quei signori ha aperto nel sottoscritto nuovi e imprevedibili scenari…
Ma come scrivevo ieri nel mio post, su ogni azione che accade in questa terra, sembra che si muova la mano di un direttore d’orchestra: Sì… un uomo che in maniera celata dirige quella composizione e fa sì che ciascun pezzo di quel puzzle, alla fine… vada al proprio posto!!!
Ed allora per approfondire quanto sopra, sono andato alla ricerca di notizie e guardate un po’ cosa ho trovato su Sudpress, LaSiciliaWeb, La Sicilia, Laspiapress:
http://www.sudpress.it/claudio-sammartino-e-il-nuovo-prefetto-di-catania/#5Lp4XpCjjuOtJGdR.41
http://laspiapress.com/mascalucia-cantarella-vice-sindaco-leghista-quota-pd/
http://www.lasiciliaweb.it/2018/10/15/sammartino-nuovo-prefetto-a-catania/
https://www.lasicilia.it/news/sicilian-comedi/190432/io-sono-qui.html#.W8epOUJtnw0.whatsapp
Che dire… altro che perplessità!!!
Ora dopo aver letto quanto sopra, sono ancora più confuso di prima!!!

ASAEC: "Risposta della lettera pubblicata sul quotidiano La Sicilia".


Ho avuto il piacere di leggere quanto riportato sulla pagina social di “Facebook” da parte dell’Associazione Antiestorsione di Catania “Libero Grassi” (ASAEC), a risposta della lettera pubblicata sul quotidiano La Sicilia edizione di Catania del 22 giugno 2018 a firma del Sig. Massimo Villardita, ed ecco perché ho ritenuto non solo doveroso ma fondamentale, condividerne con tutti voi, quel loro messaggio…

” Se tutto quanto denunciato dal signor Villardita corrisponde al vero, si impongono certamente interventi decisi da parte delle autorità preposte con responsabilità per le omissioni, ove effettivamente esistenti.
Certamente – e non potrebbe essere altrimenti – dirompente e forte la provocazione lanciata dall’imprenditore secondo la quale a fronte dell’inerzia degli organi competenti a tutelare l’ordine pubblico – spesso dovuta a leggi controverse –  si possa pensare di ricorrere ad altre forme di tutela attingendo alla malavita organizzata in “funzione sociale” di protezione. 
Ma siamo proprio sicuri che i nuovi padroni di Catania siano i punkabbestia, i suonatori ambulanti, gli zingari, i giovani ubriachi e non una certa rete silente di estorsioni e corruzione perpetrate ai danni di imprenditori, commercianti ed artigiani? 

Siamo proprio sicuri che il pagamento del pizzo renda liberi e protetti dai nuovi padroni che infestano le strade del centro di Catania? 

Siamo proprio sicuri che cadere nella tenaglia dall’estorsione non comporti, prima o poi, avere nuovi padroni che prosciugheranno le risorse fino al punto di renderti schiavo così da cedere l’attività? 
Quello lanciato dal Villardita è un grido di aiuto, di allarme, rispetto ad una situazione insostenibile sopportata troppo a lungo dai piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani che si scontrano giornalmente con la piccola criminalità. 

Ed accanto al dolore urlato e la provocazione lanciata, crediamo si celi anche una voglia di riscatto e di speranza che fa appiglio alle migliori risorse civili, organi giudiziari e forze dell’ordine – cui va tutta la nostra riconoscenza per alto valore professionale ed investigativo – affinché tutti insieme si trovi un scatto di orgoglio per una ferma e decisa inversione di rotta.

Ma è in questa voglia di riscatto è necessario non cedere nella vecchia e becera logica dela mafia protegge, la mafia fornisce posti di lavoroperché è lì che si annida la connivenza con certa mentalità mafiosa anni ’80.

Lo sconforto dell’esercente sale quando, paragonando Catania a Milano, dove prima lavorava, tutto questo non accadeva, pur pagando le stesse tasse e rispettando le stesse leggi.

Qual’è la differenza? 
Catania ha la febbre alta!
Carenti sono le garanzie in merito alla protezione e al decoro nei confronti dei commercianti e degli imprenditori.
Il “sistema città” funziona solo se accanto a coloro che hanno il compito di tutelare la popolazione, ognuno fa il proprio dovere anche se questo comporta sacrifici.
Pertanto, se da un lato è indispensabile promuovere meccanismi volti a garantire l’ordine e la sicurezza dei cittadini e dei turisti, dall’altro è necessario svolgere un’imponente opera di educazione civica.
In questo difficile contesto, l’associazione Asaec Antiestorsione Di Catania, oltre far appello alle istituzioni e tutti gli organi competenti affinché la provocazione del signor Villardita venga colta come sprone a far meglio e con più solerzia ed efficacia, sarà impegnata in prima fila in un’opera instancabile di sensibilizzazione alla denuncia rispetto all’ormai insostenibile livello di indolenza ed inciviltà che colpisce ampie fette della popolazione”.
Cosa aggiungere, quanto sopra evidenzia come l’azione violenta della criminalità organizzata nei confronti di quelle attività commerciali, sia stata ora sostituita da una forma inconsueta di protezionismo, nei confronti di tutti quei soggetti (punkabbestia, suonatori ambulanti, zingari e giovani ubriachi) che con la loro presenza disturbano ed ostacolano in maniera certamente fastidiosa, gli affari già difficili, di quei bastonati commercianti…

D’altronde non va dimenticato che oltre a quanto sopra, quei commercianti, mi riferisco a quelli incorruttibili, devono fare i conti, per di più, con una concorrenza sleale, creata appositamente da quella stessa associazione criminale che ha deciso da alcuni anni, d’investire parte di quel loro capitale illecito, nel business d’impresa…

Per cui, mentre i locali storici chiudono, altri nuovi aprono improvvisamente e fanno a quanto sembra, grossi affari… d’altronde basti difatti vedere come le denunce da parte dei commercianti, artigiani e imprenditori, non siano aumentate, ma anzi fortemente diminuite…
Quei pochi che coraggiosamente hanno deciso di resistere, hanno fatto una scelta e cioè, continuare ad operare con questo sistema e con tutti i suoi problemi, senza mai denunciare quanto di fatto avviene…
Grande solidarietà quindi al Sig. Massimo Villardita, che a differenza di molti suoi colleghi, ha deciso di denunciare pubblicamente quanto avviene in questa nostra città…
Speriamo che quelle sue parole non finiscano – come molte volte accade – in quell’abituale dimenticatoio, dove vengono solitamente poste tutte quelle parole, che danno evidentemente molto fastidio a questa città!!!