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L’ignavia e/o la noncuranza della magistratura provocano dei danni sociali irreparabili!!!

 

Un libro, quello del maresciallo Filiberti che non piacerà a molti…

«Erano anni che Vernengo pascolava indisturbato per Rozzano. Agli occhi dei rozzanesi gli era concesso perché i carabinieri avevano paura di prendersela con un mafioso del suo calibro. In realtà, i carabinieri lo avevano già denunciato più volte, ma nessuno era stato così sventato da scrivere quello che io scrissi al Magistrato di Sorveglianza».

E questo ci porta, inevitabilmente, a un’altra considerazione ineccepibile: “l’ignavia e/o la noncuranza della magistratura provocano dei danni sociali irreparabili, perché delegittimano e rendono ridicolo chi è chiamato a salvaguardare l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Basterebbe questo passaggio a capire perchè il libro che questa settimana è in vetta alla classifica di «Il mio libro», stia destando grande interesse e solenni arrabbiature: soprattutto all’interno dell’Arma dei carabinieri!!! 

É un libro che trasuda affetto, dedizione, per gli alamari della Benemerita… ma ne racconta anche i lati meno gradevoli, la burocrazia prevalente, l’opportunismo e punta il dito contro un altro potere forte, da sempre legato all’Arma: la magistratura!!!

Il teatro di tutto: Milano e poi Rozzano, le città dove l’autore ha lavorato come sottufficiale per decenni.

Il libro si intitola “Toghe e feluche” ed è firmato da Massimiliano Filiberti, maresciallo in pensione da un anno. Nome in codice: “Chimico”

Un investigatore vecchio stampo che ha battuto le piste della malavita organizzata prima che diventasse di moda: e che racconta con devozione i suoi esordi in via Moscova, alla scuola di sottufficiali mitici come Pippo Mondello e Mario Dolcemaschio. 

Poi ci sono gli ufficiali incrociati in questi anni e di alcuni – Paolo La Forgia, Andrea Chittaro, Carlo De Donno – il “Chimico” parla con grande rispetto, mentre di altri, con nome e cognome, dice ahimè cose pesanti… 

Ma a non andargli giù, a fargli sentire il congedo come un sollievo, è quella che descrive come una mutazione genetica dell’Arma, dove trovi ufficiali ai massimi livelli che, nei fatti, non hanno mai conosciuto l’Arma. 

Tutta gente da stato maggiore che – tradotto in termini spicci – significa: carriere costruite in ufficio».

L’Arma amata e vissuta da Filiberti è quella che sa come fiutare una traccia, arruolare confidenti, tirare le fila. 

Vale quando si dà la caccia a bande di rapinatori come gli autori del grande colpo alla Verga di via Mazzini, che si rivelano professionisti seriali e pericolosi oppure quando si pedina per settimane Mario Savio, «Marittiello o’Bellillo», ras dei quartieri spagnoli di Napoli arrivato a conquistare Milano. 

Quando ancora si lavora per incastrare criminali feroci come Chicco Pagani: «Lo sa perchè Pagani dopo vent’anni di carcere è tornato a fare il boss a Rozzano? Perchè è un pazzo, capace di uccidere una persona senza battere ciglio. Ha il cervello di un criceto ma non ha alcuna paura di uccidere»!!! 

Quando ci si imbatte in personaggi da film come Vittorio Hannan, elegantissimo e poliglotta presenza fissa dei grandi traffici di droga, quando si arriva troppo tardi per sventare un delitto annunciato come la morte del nomade Riccardo Fross, ucciso nel 2006 nel campo di via Stephenson, un delitto rimasto impunito, anche se «Chimico» sa che a sparare furono i vecchi boss della Comasina: ma ammazzarono la persona sbagliata…

Della lotta al crimine il vecchio maresciallo conosce le sottigliezze e i compromessi. 

Racconta senza scandalizzarsi la trattativa sottobanco che portò alla liberazione di Alessandra Sgarella, l’ultimo ostaggio milanese dell’Anonima sequestri. 

Ha parole quasi di devozione verso gli ufficiali dell’Arma come Mario Mori che hanno pagato con processi infiniti la loro battaglia contro la mafia. Ma altri viceversa non gli vanno giù: come l’ufficiale che in piena pandemia lo costrinse in piena notte ad accertare – chissà perchè – se Beppe Marotta era ricoverato in ospedale.

E poi ci sono loro, i magistrati della Procura di Milano: quelli che «Chimico» sopporta di meno, con eccezioni che si contano sulle dita di una mano (Alberto Nobili, Gianni Griguolo, e pochi altri); sono i magistrati che non leggono neanche i rapporti, che rifiutano di arrestare, che rispediscono indietro gli appunti non graditi!!! 

E poi: «a Milano il turno esterno” tocca ai pm una volta ogni tre mesi. 

E siccome i pm lo sanno con notevole anticipo (quando gli toccherà quel cazzo di turno esterno), ci si aspetterebbe che quel giorno si liberassero da ogni impegno ed invece no, non è così ed infatti ti senti persino rispondere “mi sta disturbando perchè ora sono a cena fuori, mi richiami tra un’ora”

E tu lì, a girarti i pollici per un’ora, perchè magari il pm è a Brera a fare un apericena!!!

"Buon ferragosto sicuro"!!!

Sommano ad oltre 11mila euro le sanzioni elevate nell’ambito dell’operazione «Buon ferragosto sicuro» dai carabinieri della compagnia di Giarre (Catania), che hanno controllato circa 200 persone ed un centinaio di autovetture…

E quindida Calatabiano a Riposto, fino ai comuni di Giarre e Zafferana Etnea, i militari dell’Arma hanno compiuto controlli del territorio lungo tutta la fascia costiera di competenza, in vista soprattutto dal maggior afflusso di villeggianti, sia siciliani che provenienti da altre regioni o di nazionalità straniera.

Durante quei controlli sono state denunciate tre persone; una per esser in possesso di un coltello, l’altra per falsa attestazione di identità, ed un altra ancora per aver provocato un incidente stradale sotto l’effetto di sostanze alcoliche, a cui si sono sommate le infrazioni per mancanza di assicurazione e revisione, guida contromano, guida senza casco, mancanza di cinture di sicurezza e/o patente ed utilizzo del cellulare durante la guida…

Visto quanto emerso da questo controllo festivo, sarebbe opportuno rilanciare questa iniziativa a tutti i giorni della settimana perchè sono certo che sarebbero non solo centinaia ma migliaia, il numero di sanzioni che verrebbero quotidianamente elevate per violazioni al codice della strada!!!

IRAN: Accident or murder? That is the question!!!

L’elezioni in Iran (convocate per sostituire il presidente morto Ebrahim Raisi) sono teminate con il ballottaggio tra il riformista Pezeshkian e il fondamentalista Jalili…

L’affluenza al voto ha registrato una partecipazione di appena il 40%, ma forse ora con il ballottaggio, saranno molti tra coloro che non hanno votato, in particolare la stramaggioranza delle donne, a provare a ribaltare le elezioni provando a far vincere il riformista Massud Pezeshkian a scapito del candidato appoggiato dal governo o per meglio dire dal Consiglio dei Guardiani!!!

Vedremo a giorni come andrà a finire, sempre che non verranno denunciati brogli ellettorali…

Certmanete queste nuove elezioni a causa della morte del presidente Raisi ha lasciato sul sottoscritto alcuni dubbi…

Già… incidente o omicidio? Questo è il problema!!! 

Sappiamo da quanto abbiamo ascoltato che non è stata una bomba a far precipitare l’elicottero del presidente Iraniano, !!!

Come d’altronde non è stato un missile a colpire quell’aeromobile e difatti le notizia iraniane hanno subito riportato che si è trattato di un incidente…

Ora… sono certo che l’informazione data sia vera, d’altronde non sono stati trovati segni d’esplosivo nei rottami recuperati e quindi possiamo dire per certo che nessun attentato dinamitardo o missile è stato fatto esplodere su quel mezzo… 

Ma viceversa, se dietro quella sciagura vi fosse dell’altro, abbiamo potuto leggere come nessuno di quei periti è stato posto nelle condizioni di suffragare un eventuale intervento militare mirato.

Vi starete chiedendo dove voglio arrivare….

Semplice…

Mettiamo il caso che ci fosse stato un modo per far precipitare quell’elicottero senza l’uso di armamenti attualmente a conoscienza della maggior parte delle forze armate, ovviamente chiunque analizzasse quel veicolo non troverebbe nulla per suffragare l’eventuale ipotesi d’intervento esterno e difatti anche le comunicazioni tra il pilota e la base, non hanno evidenziato un problema tecnico…

E qundi siamo tutti concorsi che quell’elicottero è caduto improvvisamente, già… senza comunicare a terra eventuali anomalie, disfunzioni, guasti, etc…

Cosa fare quindi se non certificare che si è trattato di una vera e propria disgrazia!!!

Ma come dice il detto: “a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina”!!!

Ed allora provo ad instillare in ciascuno di voi un dubbio che mi assilla…

Mettiamo il caso che esiste un arma capace a distanza di colpire un qualsiasi mezzo meccanico, in particolare un veicolo aereo; questo sistema innovativo, sconosciuto a tutti, è capace di mandare in tilt l’intero impianto elettrico e di conseguenza bloccare le parti meccaniche, come motori, pale, etc…

A quel punto quindi, se il mezzo è in volo, si blocca totalmente, già… su se stesso, d’altronde non funziona più nulla e quindi non può far altro che precipitare…

“Mayday, mayday” tuonerà certamente il radiofonista ed allora un segnale internazionale di aiuto viene lanciato dal velivolo, sì perché nel frattempo che proverà a salvare quanti a bordo, cercherà prima di precipitare d’avvisare la base, indicando quantomeno la posizione e quindi l’eventuale punto d’impatto…

Sì… una richiesta immediata di aiuto che però non troverà alcun ascoltatore, perché come ho riportato sopra, tutto l’impianto elettrico è fuori uso e quindi quel messaggio non verrà dal sistema trasmesso…

E difatti, le stesse squadre di ricerca iraniane hanno perso ore per comprendere dove il veicolo fosse caduto, a dimostrazione che nessun messaggio di avaria era “stranamente” stato inviato dal pilota…

E come avrebbe potuto fare quell’oraganizzazione militare (diciamo avversa…) ad abbattere quel veicolo aereo???

Ah… finalmente ora che avete iniziato ad intuire cosa potrebbe essere accaduto… mi permetto di dare una risposta!!!

Si è trattato di un raggio laser, non so dirvi se inviato da terra o da una nave militare posta al largo delle coste iraniane oppure da uno di quei droni dotati di grande autonomia in grado di compiere missioni di sorveglianza ad alta quota ed in questo caso capace di mirare e far bloccare tutti i sistemi di un veicolo attravero raggi laser modificati per l’occasione…

Penso che si tratti di una arma miliate ancora in fase sperimentale, già come taluni cannoni laser che proprio in questi giorni abbiamo letto esser messi alla prova, mi riferisco al  nuovo e potentissimo laser portatile anti drone in possesso dell’esercito australiano.

Avrebbe un raggio d’azione piuttosto ampio e una precisione davvero elevata e si ha la totale certezza di riuscire a centrare l’obiettivo e quindi di accecare tsenza troppe difficoltà, capace di bloccare qualsovoglia strumento in movimento e con la garanzia di colpire il bersaglio prescelto praticamente in modo assicurato e difatti il suo raggio può essere utilizzato non solo per lanciare segnali di avvertimento, ma anche per accecare tuttti i sensori elettrici, danneggiando completamente la funzionalità dei veicoli nemici in movimento. 

Quindi, mettendo – per ipotesi – che si sia trattato di un attentato, resta da chiarirne il movente e soprattutto chi poteva avere interessi – non solo all’estero, ma anche nel proprio Paese.- che egli, in quanto Presidente, venisse a mancare…

Comandante dei carabinieri arrestato per corruzione!!!

Stasera un amico mi ha inviato questo link, allegando la frase: “Ormai nulla più mi meraviglia…”!!!

Ho iniziato quindi a leggere la notizia che fa riferimento all’arresto di un comandante della compagnia dei carabinieri con l’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico…

Debbo dire che sono anni che non mi meraviglia più niente, d’altronde ho semrpe pensato nel corso degli anni che talune circostanze, per potersi concretizzare, avessero bisogno di qualcuno dall’interno, mi riferisco ad esempio alle prolungate latitanze di noti boss mafiosi, ma anche a certi capi della criminalità organizzata del centro e nord del Paese, che hanno potuto godere, grazie a quelle collusioni, di libertà in quelle loro azioni criminali… 

Insieme al militare sono finiti ai domicilairi anche un’imprenditore e il titolare di un’agenzia investigativa, anch’essi accusati di corruzione, difatti, secondo l’accusa, il Comandante si sarebbe messo a disposizione di taluni imprenditori amici, sia italiani che cinesi, accedendo per almeno un centinaio di volte – secondo l’inchiesta – abusivamente al sistema banca dati delle forze dell’ordine per fornire informazioni, in cambio di diverse utilità…

Cosa dire, ciascuno di noi conosce bene il lavoro svolto dalle forze dell’ordine e sappiamo bene quanto importante sia l’operato svolto da quest’ultimi, rimasti ormai l’ultimo baluardo a salvaguarda della nostra democrazia, ma soprattutto di quanto ancora rimasto della dignità dello Stato…

Per cui, lungi dal sottoscritto fare “di tutta un erba un fascio“, certamente però notizie come quella sopra riportata rappresentano una vergogna per le nostre forze dell’ordine e credo sia giunto il tempo di fermare queste incresciose corruzioni, anche perché si sa… casi come questi non rappresentano certamente qualcosa d’isolato, ma viceversa, quando vengono evidenziati (comprenderete come il più delle volte notizie come queste si cerca di tenerle celate…) dimostrano essere assai frequenti, d’altronde basta semplicemente contare tutti gli agenti infedeli che sono stati in quest’ultimo decennio indagati, rinviati a giudizio o condannati per reati vari!!!

Ma d’altronde… i comportamenti umani sono connaturati all’uomo e questa sua natura travalica anche l’eventuale impiego di una divisa!!!

 

La cultura passa dalla legalità e non bisogna possedere una toga e/o una divisa per darne prova!!!

Avrei dovuto scrivere stasera sul “Comune di Ropolano Terme“, ma ho promesso ad uno degli addetti con cui ho parlato telefonicamente che avrei atteso un loro risposta prima di raccontare quanto di spiacevole era accaduto…

Quindi nel non affrontare appositamente la vicenda, prendo in esame una questione fondamentale, quella che fa comprendere come questo nostro Paese – ricordo uno Stato che evidenza quotidianamente un livello altissimo di corruzione ed una totale mancanza di cultura della legalità – manchi di quella necessaria formazione per sviluppare dei cittadini consapevoli, difatti la maggior parte dei miei connazionali è talmente abituato a vedere lo Stato quasi una parte a se stante, già… come un qualcosa di estraneo a cui essi non appartengono e ciò diventa ancor più evidente quando la maggior parte di essi si trova a dover rispettare gli obblighi previsti…  

Ho sempre creduto che il tema sulla legalità appartenga a noi cittadini sin dalla nascita ed è fondamentale ai genitori far comprendere ai loro bambini questa cultura per poi crescendo promuoverla e non mi riferisco a quella scolastica, sì… d’imparare quindi bene la nostra lingua, la storia, la geografia, etc, no…  ciò che voglio intendere e che la legalità è importante perché insegna a rispettare gli altri attraverso le regole ed il rispetto delle leggi.

Difatti, se tutti imparassimo il valore della legalità, il mondo diventerebbe non solo più civile, ma la società stessa sarebbe più giusta ed equa e difatti, senza corruzione e malaffare, anche la criminalità organizzata scomparirebbe!!!

Ecco perché non mi meraviglio più quando accadono situazioni come quella di cui parlerò forse domani, già… perché ormai anche quei suoi dipendenti statali – mi riferisco a quelli solitamente preposti a inviare sanzioni o quant’altro a livello fiscale – sono talmente convinti di rivolgersi ad uno dei tanti loro connazionali che di “cultura della legalità” non sa neppure l’esistenza, che pensano senza alcun indugio, che si possa fare di tutta un’erba un fascio!!!

Ed allora, permettetemi di dire: cari amici, prima di poter soltanto pensare a cambiarsi i vestiti con il sottoscritto, come dice quel proverbio di “acqua sotto il ponte ne deve passare”!!!

Vorrei tra l’altro aggiungere – riprendendo il tema toccato dal magistrato Giuseppe Ayala nell’inserto di fine anno del quotidiano “La Sicilia” intitolato “Uno nessuno centomila” e quindi riproposto nello specifico dal generale dell’Arma (già a capo di Ros e Dia) Giuseppe Governale e cioè che la cultura è legalità e conta come una divisa o una toga – che ci sono cittadini che non hanno alcuna toga e ancor meno una divisa, ma operano da sempre in maniera palese, tra l’altro senza alcun tornaconto personale, già… neppure quello di percepire uno stipendio dai contribuenti, eppure sono sempre lì a fare il proprio dovere e non solo, fanno anche ciò che altri – solitamente collusi e/o ricattabili per non aggiungere “omertosi” – non fanno!!!

D’altronde come dico spesso, è facile parlare di legalità quando si è protetti da una divisa o da una toga, certamente più difficile esporsi personalmente, sapendo di non aver nessuno dietro a proteggerti, il più delle volte neppure lo Stato!!!

E difatti… vorrei contarli tutte quegli esposti presentati personalmente dai soggetti di cui sopra, sì… sarei curioso di sapere in quanti processi ciascuno di essi è coinvolto a titolo personale, vorrei conoscerlo questo dato, ma forse è meglio lasciar perdere!!!

Comunque, ciò che volevo dire è che quando un cittadino è corretto e rispetta quella cultura di legalità, sa bene di doverla mettere in pratica sempre e non occasionalmente!!! 

Faccio alcuni esempi; si osservi a quando si tratta di pagare le imposte fiscali o quando vi sono presso alcuni enti di riscossione cartelle a debito a nostro nome, oppure quando giungono a casa avvisi di accertamento come multe stradali (parlo ovviamente di quelle corrette e non certo di quelle erroneamente inviate da taluni Comuni esclusivamente per far cassa… senza verificare se quella stessa sanzione sia stata già ottemperata nel pagamento e non come avviene abitualmente accreditando ulteriori sanzioni per ritardi, senza accertarsi che la stessa è stata pagata entro i termini previsti nei cinque giorni…) e quant’altro…

D’altronde, come dicevo sopra, in questo Paese si è così convinti che si è tutti eguali e si pensa agli altri con la propria testa, quasi fossimo tutti eguali, d’altronde è quella loro natura a parlare e a chiedersi: può esser mai che qualcuno sia migliore di noi??? Perché a differenza nostra, egli… possieda quella cultura della legalità in maniera così intrinseca???

Difatti è proprio questa ragione che tanto fastidio dà alla maggior parte dei miei connazionali e rappresenta la stessa motivazione che in questi anni ha fatto comprendere al sottoscritto che, per la sola motivazione d’aver provato a far la cosa giusta, si è stati odiati!!! 

Carabiniere: chissà se forse l’esiguo stipendio non lo abbia istigato a compiere quelle rapine!!!

Si era specializzato nelle rapine nel capoluogo emiliano…

A prima vista sembrava una di quelle abituali rapine compiute da un qualsivoglia malvivente della zona, poi la sorpresa quando si è compreso che il rapinatore fosse un sottufficiale dell’arma dei carabinieri in servizio presso la Banca d’Italia.

Mi chiedo – se proprio doveva rapinare – forse era meglio farlo in quella banca che accontentarsi di qualche spicciolo, tanto il reato è eguale!!!

Comunque il carabiniere “rapinatore” durante il colpo si è fatto consegnare poche centinaia di euro e seppur le telecamere della farmacia non avevano permesso di identificare l’uomo, grazie alla ricostruzione di quei suoi spostamenti, effettuati in precedenza e nei giorni successivi, si è giunti a comprendere come egli si fosse – immediatamente dopo la rapina – cambiato d’abito in un locale vicino…

Difatti, il gestore del locale lo ha poi identificato, dichiarando ai suoi colleghi come l’uomo entrato fosse un carabiniere in servizio presso il vicino ufficio della Banca d’Italia.

Ora il sottufficiale rischia la radiazione dell’arma e quindi, dopo essere stato condotto in carcere e confessato il furto, ha accampato quale giustificazione quella di esser ahimè pieno di debiti…

Ovviamente sono tutti lì pronti a tirare la pietra, ma – mi dispiace dirlo – non so quanti realmente (anche tra i suoi colleghi… ) possono realmente fare ciò e sì… perché facile condannare chi si è macchiato di questa grave colpa, ma a volte ci si dimentica come il più delle volte, durante il proprio operato, si scende a compromessi o ancor peggio si è fatto un uso distorto di quella divisa…

D’altronde perché meravigliarsi, vicende come quella ora riportata è già capitata tante e tante di quelle volte, il sottoscritto ad esempio in questi lunghi anni ha scritto pagine e pagine, vedasi ad esempio questa del 2018: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/05/double-face-uomini-dal-doppio-volto.html

Certo, ora come sempre avviene in questi casi, l’Arma si è dissociata, condannando il comportamento del maresciallo che è stato immediatamente sospeso!!!

Ora, senza voler giustificare quell’insano comportamento d’una cosa comunque resto convinto e cioè che, quella tipologia di professione, dovrebbe essere maggiormente gratificata, in particolare i suoi livelli più bassi: sarebbe infatti opportuno ridurre un parte di quel denaro concesso a chi sta in alto, dietro a quelle loro scrivanie (senza dimostrare di averne merito) e concedere certamente qualcosa in più, a chi viceversa rischia ogni giorno la propria vita, già… operando sul campo!!!

una terra "bruciata"…

Una nuova operazione antimafia a Randazzo ha portato a smantellare il clan che controllava quel territorio…

L’hanno chiamata “Terra Bruciata” d’altronde è ciò che di fatto era accaduto fino ad oggi ed ora si riparte da qui…

Ho letto su una testata web la dichiarazione del capitano Luca D’Ambrosio, comandante della compagnia carabinieri di Randazzo: “Adesso possiamo dire che in questo paese è ritornata la legalità, per questo invitiamo a denunciare fenomeni come quelli delle estorsioni e ogni episodio”

Comandante, non vi sono abbastanza parole per ringraziare l’Arma per il contrasto che ogni giorno mette in campo attraverso i suoi uomini e le sue donne, ma l’esperienza mi porta a non esser concorde con quella frase in quanto la ritengo molto ottimistica, in quanto si auspica che attraverso quegli arresti i cittadini possano modificare il proprio essere e rilanciare una nuova fiducia per affrontare a viso aperto gli uomini di quella criminalità organizzata, che sappiamo già come a breve questi verranno rimpiazzati da nuovi, soggetti quest’ultimi sin qui appositamente preparati affinché si vengano a ricreare quelle condizioni repressive fin qui adottate, affinché nessuno possa pensare di reagire o alzare la testa…    

Pensare che ora finalmente in quel paese sia ritornata la legalità è un auspicio a cui molti di noi vorremmo credere, ma pensare che da domani, saranno in molti a farne la fila per farne parte, ecco credo che su quest’ultimo punto ci sia molto da lavorare…

Leggere frasi come: “Abbiamo bisogno che altri imprenditori abbiano il coraggio e l’intelligenza di comprendere che stare dalla parte dello Stato è vincente. La denuncia è un fatto straordinario e importante. Non per niente in questi ultimi mesi nel territorio di Belpasso, Paternò e Catania abbiamo dieci imprenditori che hanno deciso di collaborare. Vorremmo che anche a Randazzo ci fosse questa svolta“, fanno comprendere come ancora tanto debba essere fatto, considerato che su un territorio che vede iscritte centinaia di migliaia d’imprese, leggere di dieci imprenditori che si ribellano è certamente un passo, ma ancora molto distante del giungere all’arrivo…     

Certo sapere che è iniziata la fase ispettiva ordinata dalla prefettura al comune di Randazzo e che potrebbe rappresentare  l’atto propedeutico ad un eventuale scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose nelle istituzioni, non è certamente qualcosa di cui andare orgogliosi… 

In questa terra, il rischio più grande è quello di illudersi che qualcosa possa cambiare, dimenticando che per migliorare vi sia bisogno innanzitutto di un cambiamento radicale, i una vera e propria rivoluzione culturale, sociale, economica ma soprattutto politica, perché proprio osservando le preferenze di quei miei conterranei, che comprendo quanto ancora ci sia da fare…  

Per non dimenticare: Alfredo Agosta.

Il 18 Marzo del 1982 veniva barbaramente ucciso il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Alfredo Agosta e nella giornata di ieri per ricordarlo, è stata realizzata una messa presso la Chiesa di S. Chiara di Catania, nel 37esimo anniversario della sua scomparsa.

Purtroppo in questi giorni sono stato fuori sede e mi dispiace non poter essere stato lì, perché penso sempre che queste occasioni sono fondamentali per rinnovare quel senso di ringraziamento verso chi con il proprio sacrificio e nell’esercizio del proprio dovere, ha segnato una tappa fondamentale nel cammino di questa democrazia…
I nomi e le storie di tutti quegli uomini e donne, costituiscono delle irrinunciabili testimonianze di impegno civile e deontologico e devono essere sempre tenute vive nella memoria collettiva di ciascuno di noi, non solo durante gli anniversari, ma sempre, in ogni momento delle nostre giornata!!!
Solo in questo modo, accomunando ogni nostra azione a quelle compiute da essi, possiamo rendere più luminosa la nostra esistenza, senza dover attendere – come solitamente avviene – quelle “Giornate della memoria”.
Ciascuno di loro, in un periodo storico violento per la nostra terra, ha saputo profondere il massimo impegno personale, senza ricercare per se la vocazione da eroe, ma compiendo il proprio dovere senza mai accontentarsi…
Hanno fatto della loro professione una missione, animati da una carica ideale ed etica, non si sono limitati, ma sono andati oltre…
Hanno valutato quanto gli altri non vedevano o non volevano vedere e sono riusciti – in un periodo di grande omertà – a comprendere quel mondo criminale celato e quei legami con la politica e i suoi uomini… riuscendo a collegare fatti a nomi, il tutto in nome di una passione civile e sociale

Ciò che oggi non si sta riuscendo a trasmettere ai nostri ragazzi… interessati maggiormente a prendere come esempio sui social (ad esempio Istagram) quei modelli “influencer” del tutto banali e insignificanti!!!
Alfredo Agosta, era un investigatore scrupoloso e venne assassinato nel centro della nostra città, mentre prendeva un caffè in via Firenze con un suo confidente…
Sono onorato di poter ricordare in questo mio “semplice”  un grande uomo e mi sento particolarmente vicino ai suoi familiari e ai rappresentanti dell’associazione nazionale antimafia ad egli intestata…

Sono pienamente d’accordo con quanto riporta il figlio Giuseppe: “Celebrare la ricorrenza, un impegno che va oltre l’ambito personale… mio padre mi ha insegnato a stare in questa terra con lealtà e io l’ho insegnato ai miei figli”.
Ed è il motivo che spinge ogni giorno il sottoscritto a prodigarsi per far sì che possa dare sempre il massimo, contrastando in ogni circostanza anche la più semplice forma di corruzione e malaffare; principi che sento interiormente grazie proprio agli insegnamenti di uomini come Alfredo Agosta, gli stessi che nel mio piccolo provo a trasmettere quotidianamente non solo ai miei familiari, ma a chiunque ed in ogni circostanza…
Grazie Agosta… 

Sono ben 66… i milioni di risarcimento richiesti all’arma dei carabinieri!!! Mi chiedo… ma dove li trovano???

La vicenda è quella di Giuseppe Gulotta, un muratore di Certaldo, rimasto vittima di uno degli errori giudiziari più gravi della nostra storia repubblicana…

Fu arrestato nel gennaio del 1976 per l’omicidio di due giovani carabinieri della caserma di Alcamo Marina (Trapani), Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, trucidati il 26 gennaio 1976 ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani…
Aveva appena 18 anni e fu condannato all’ergastolo!!!
Venne definitivamente assolto dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nel 2016, e gli venne riconosciuto un risarcimento di sei milioni e mezzo di euro, con una provvisionale, cioè un anticipo, di 500 mila euro…

Uno scherzo del destino se si pensa che l’uomo, oggi 60’enne, aveva fatto domanda per entrare nelle forze dell’ordine, precisamente nella Guardia di Finanza… ed invece quel fatidico 13 febbraio venne prelevato dai carabinieri e portato in caserma…

Il tutto nacque a seguito di un blocco stradale, dove l’autista dell’auto venne trovato in possesso di un’arma, le cui caratteristiche erano assimilabili alla pistola che aveva ucciso i poliziotti…
Condotto in caserma – ascoltavo stamani in radio – fu interrogato con metodi “nazisti” e cioè, dopo averlo denudato, fu picchiato brutalmente e siccome non confessava, gli venne inserito un imbuto per affogarlo con olio e quant’altro finché esausto si dichiarò colpevole ed accuso altri 3 soggetti, tra cui il Gullotta…
Dopo un poco ritratto tutto ma non fu creduto anzi, qualche tempo dopo morì in circostanze misteriose… mentre anche per gli altri presunti complici si è chiuso il processo di revisione con l’assoluzione di Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, i quali a differenza del Gullotta erano fuggiti in Brasile prima della sentenza definitiva e sono rimasti lì per 22 anni, ed infine è stato celebrato il processo di revisione anche nei confronti del defunto Giovanni Mandalà (l’autista), morto in carcere nel 1998…

Il Gullotta invece durante l’interrogatorio, fu legato mani e piedi ad una sedia, picchiato, minacciato di morte con una pistola che gli graffiava le guance e poi… botte, insulti per dieci ore consecutive finché sporco di sangue, lacrime, e quant’altro… si rassegnò a confessare quello che gli urlavano i carabinieri di dire, pur di porre fine a quell’incubo!!!
Finalmente dopo 22 d’inferno, giunge l’assoluzione… e il diritto al risarcimento nel 2016!!!
“Certo i soldi sono importanti ma è molto più importante “essere stato riconosciuto innocente – precisa Giuseppe, che ora vive in Toscana – perché io ho sempre creduto che la verità alla fine sarebbe saltata fuori”!!!

Ovviamente “nessuna cifra può risarcire gli anni che mi hanno rubato, la vita che mi hanno tolto”, precisa l’ex ergastolano. Anche se “quei soldi sono tanti per me e non posso far finta di nulla”. A chi mi chiede cosa significhino rivolgo però la domanda che ora rivolgo a lei: “Avrebbe fatto 22 anni di carcere in cambio di quei soldi? Avrebbe tollerato di essere accusato ingiustamente di un crimine orrendo?”.
I legali nel frattempo hanno preparato una nuova richiesta di risarcimento pari a 66.247.839,20 euro, in cui vengono conteggiati tutti i danni non patrimoniali, morale ed esistenziale!!!
Nell’atto, viene citata l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale, oltre alla presidenza del Consiglio: “È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale. Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto depositato: il primo riguarda la responsabilità dello Stato per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Il secondo profilo è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale (la caserma dei carabinieri) da personale appartenente all’Arma che ha generato un gravissimo errore giudiziario”. Il legale ha ricordato che “è stata la stessa Cassazione a dire di rivolgerci all’Arma per il risarcimento del danno subìto per le torture, perché il giudice è stato indotto nell’errore dalla falsa confessione estorta”!!!

Sembra incredibile quanto accaduto allora… ma  pensandoci, questa storia assomiglia di molto a quella accorsa alcuni anni fa, precisamente nel 2009, al  geometra Stefano Cucchi… la cui inchiesta bis come sappiamo si è conclusa con la richiesta da parte della procura di Roma del rinvio a giudizio di cinque carabinieri coinvolti, tre dei quali devono ora rispondere di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia…
Non proprio una bella pagina per l’Arma che proprio a causa di questi suoi uomini è stata posta in profondo imbarazzo dinnanzi all’opinione pubblica, anche se la maggior parte di noi, conosce benissimo l’alta professionalità e l’esemplare disponibilità della maggior parte dei suoi subalterni militari, che come sappiamo, sono la maggioranza …

Chi non controlla o insabbia… nel nostro Paese fa pure carriera!!!

Non comprendo tutto questo clamore per la vicenda “Cuc­chi”…
Era evidente a tutti, anche ai non addetti ai lavori, che qualcosa all’interno di quella caserma fosse successo…
Certo, scoprire soltanto ora che i carabinieri che non controllarono o che insabbiarono quanto accaduto, fossero stati tutti promossi,  lascia senza parole…
Ma si sa… questo è  il Paese che premia gli omertosi, che garantisce a chi sta zitto e non esce da quel proprio ruolo (da pecora) la possibilità di far carriera… 
È la “ca­te­na di co­man­do” a imporre ciò, è nessuno, si proprio nessuno… ha il coraggio di ribellarsi (d’altronde non farebbero i militari se non fossero essi stessi, predisposti alla sottomissione e ad eseguire gli ordini dei propri superiori)!!!
D’altronde pensare con la propria testa non è permesso, ancor meno boicottare i comandi ricevuti… anche quando questi possano ritenersi errati o non in linea con quei principi morali che proprio l’appartenenza all’arma dovrebbe garantire…
Ed invece, ecco manifestarsi i silenzi, le incongruenze, le relazioni fatte opportunamente sparire, i documenti alterati, il tutto per non fare emergere l’unica verità…
Perché di questo che si tratta… proteggere il sistema a tutti i costi!!! 
Sì la casta prima di tutto, con le gerarchie e la salvaguardia dei colleghi e ancor più dei diretti superiori… 
Perché se non si vuole scivolare nel dimenticatoio… bisogna stare zitti, se si vuole fare carriera… bisogna stare zitti, se non si vogliono avere ripercussioni personali o professionali… bisogna stare zitti!!!
Se si saprà stare zitti… si andrà avanti in tutto, altrimenti si verrà schiacciati da questo sistema fortemente ricattabile…

Non più "Ultimo"… ma "Primo" tra i primi!!!

In modo assolutamente segreto, nei giorni d’Agosto ( quando cioè la maggior parte dei cittadini si gode il periodo feriale ed è poco attenta dal seguire le notizie…), ecco, avvalendosi di queste particolari circostanze, il Comando generale dei carabinieri, trasmette all’ex Capitano “Ultimo”  oggi Colonnello Sergio De Caprio, una comunicazione, nella quale lo informa di ridimensionarlo dalla guida operativa dei suoi duecento uomini del Noe…

Sono uomini addestrati a perseguire reati ambientali, ma soprattutto individui capaci di scovare quelle attività di malaffare e di corruzione, preparati nel saper riconoscere quei reati legati alla circolazione di denaro per il pagamento di tangenti, concussioni, traffico, ecc…
La lettera è a firma del generale Tullio Del Sette, il più alto in carica dell’Arma e stabilisce che il colonnello De Caprio non svolgerà più funzioni di polizia giudiziaria, pur mantenendo il grado di vicecomandante del Noe…
E’ ovvio che di fatto, gli vengono tolti “casualmente ” quei necessari compiti operativi!!! 
Lo definiscono “avvicendamento” ma serve solo a smembrare il reparto, suddividere in più livelli… ciò che fino ad oggi era unico per rientrare in quel complicato meccanismo fatto di gerarchie e competenze, che amplifica ancor più quei “limiti” delle mancate o celeri  comunicazioni…
Abbiamo appena visto come quanto sopra, ha rappresentato in questi giorni, il punto debole del nostro sistema informatico e comunicativo tra le istituzioni, permettendo infatti ad una qualunque organizzazione, di bloccare per un funerale una parte della città, attraverso cortei da interpretazioni cinematografiche (erano presenti circa 600 auto), banda musicale,  utilizzo di elicottero  e quant’altro, come se la capitale fosse propriamente “cosa loro”… ed il prefetto di Roma Gabrielli, a propria difesa dichiara: le informazioni c’erano ma non hanno raggiunto i vertici!!!
Ma vi rendete conto… se invece di gettare da li sopra “petali di rosa”, qualche “pazzo” affiliato a qualche “pseudo” gruppo terrorista, decidesse di gettare un paio di bombe nelle nostre bellissime piazze, causerebbe non solo un danno alle nostre meravigliose opere d’arti monumentali, ma certamente provocherebbe un numero di morti enormi tra i cittadini ed i turisti presenti… e tutto ciò perché… qualcuno attende le informazioni!!!
Per cui se da un lato c’è chi opera in maniera professionale – mettendo a rischio anche la propria incolumità – l’aver arrestato Toto Riina non è cosa da poco – di contro c’è invece chi fa finta di non sapere nulla… che attende…, che non prende alcuna iniziativa… mi auguro che nel realizzare tale omissione, non nasconda quell’evidente atteggiamento meglio conosciuto come “codardia”…
Ed allora il Colonnello va via… non prima di trasmettere una lettera di commiato ai suoi reparti, ringraziando quanti hanno collaborato con lui e definendo “servi sciocchi” coloro che oggi, abusano “delle attribuzioni conferite” per poter prevaricare e calpestare il lavoro di quelle persone che di contro dovrebbero sostenere…
Da sempre l’ex ” Capitano Ultimo ” ha dimostrato di non essere in sintonia con le decisioni prese dalla gerarchia dell’Arma… ma è proprio grazie a quello spirito indipendente e intraprendente …, a quell’essere fuori dalle regole della disciplina e dell’obbedienza, al sapersi assumere in prima persona quelle iniziative necessarie ad assolvere e risolvere le problematiche che nel corso delle indagini, vengono a manifestarsi…, che gli hanno permesso di raggiungere quegli obbiettivi strategici, ai quali molti – per un ventennio – hanno preferito non partecipare… evitando così possibili ripercussioni non solo personali ma soprattutto familiari… 
Non dimentichiamo, quale fine hanno fatto uomini “giusti” come i Giudici Falcone e Borsellino e tutti quelli che li hanno preceduti… uccisi da quegli stessi uomini che hanno riservato in questi anni al capitano Ultimo… la propria condanna a morte!!!
Si era già provato a colpirlo con quell’indagine sulla mancata perquisizione del covo del boss, dal quale, fu assolto insieme con l’allora comandante Generale Mori… seguì poi quella vergognosa azione di togliergli la scorta, poi riassegnata a seguito della rivolta dei suoi uomini, che valorosamente (almeno loro…) per proteggerlo, avevano preferito raddoppiarsi i turni di lavoro….
Ed ecco quindi che dalle sue indagini in questi anni verranno scoperte la maggior parte delle inchieste importanti 
Dai milioni di euro del “cerchio magico” della Lega Nord di Bossi & Co. alle tangenti di Finmeccanica, ed ancora “Roma Capitale” con l’arresto di Bisignani e di tutti quei politici e uomini della finanza, ed ancora quei controlli sulla Banca del Vaticano per reati sul riciclaggio o sul tesoro nascosto di Massimo Ciancimino, fino alle ultime recenti su Roberto Maroni, Presidente di Regione Lombardia, accusato di abuso d’ufficio… 
Cosa dire delle inchieste sulla Cpl Concordia, una potente “Coop rossa” che incassava appalti e distribuiva mazzette in consulenze… e dalle ahimè… sono state intercettate le telefonate tra Renzi e il generale della Gdf Adinolfi, nella quali l’allora leader del Pd svelava l’intenzione di spodestare Enrico Letta… 
C’è poi anche poi una ulteriore intercettazione nel quale durante un pranzo, discutevano, il generale Adinolfi, Nardella ( allora vicesindaco di Firenze), Casasco (presidente dei medici sportivi) e Vincenzo Fortunato (il superburocrate già capo di gabinetto del ministero dell’economia) e dove si faceva riferimento a dei possibili ricatti attorno al presidente Napolitano per problematiche legate al figlio Giulio…
Da quanto sopra… è evidente che il suo reparto ha certamente lavorato è bene…, ed è forse per questa reale motivazione che viene allontanato!!!
Come sempre, si adottano le solite strategie, per allontanare soggetti fastidiosi “indottrinabili” e certamente incorruttibili… ed in un paese come il nostro, dove il potere è corruzione e dove le raccomandazioni premiano gli incompetenti a danno della meritocrazia è logico per non dire evidente… che un Sig.re ( in tutti i sensi ) come il Colonnello De Caprio non può trovare posto…
Colonello De Caprio… sarà pure stato denominato per operatività “Ultimo”… ma per il sottoscritto (e non solo…) resterà sempre per questo paese “primo tra i primi”!!!