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L’organizzazione più pericolosa in Italia è…

Oggi – a differenza di quanto si potrebbe pensare – l’organizzazione più pericolosa al pari quasi di  quelle criminali che operano nel nostro paese, come la mafia, la ‘ndragheta, la camorra o la sacra corona unita, ve ne una – se pur non violente come quelle sopra riportate ed operando all’interno di un contesto delineato, solitamente regionale (anche se non disdegnano operazioni al di fuori del loro territorio) e basando la loro crescita sulla l’illegalità finalizzata alla accumulazione di capitali che viceversa agisce con modalità certamente peggiori!!!

L’associazione a cui faccio riferimento è ancor più infima, perché basa la sua forza sulla ramificazione economica, finanziarie e politica del nostro Paese…

In particolare è sul contesto relazionale che determina di fatto la propria penetrazione, con acquisizioni e gestione delle posizioni di potere ed avvalendosi di un modello culturale ormai collaudato che approfitta delle debolezze umane e che determina quel risaputo consenso sociale…

Da una più attenta analisi si può individuare al suo interno tutta una serie d’individui che operano all’interno dello Stato, già… nello Stato, quasi che questo organismo statale fosse diviso in due: da una parte vi sono i politici, magistrati, forze dell’ordine, che ogni giorno contrastano l’illegalità e la corruzione di questo Paese, dall’altra vi sono i loro omologhi, sì… soggetti che operano in simbiosi con quegli apparati, ma che di fatto sono legati – per non dire sottomessi – ad alcuni rami della politica collusa, della massoneria, congregazioni, circoli, ordini, associazioni imprenditoriali, ed anche di conseguenza a affiliati di quelle associazioni criminali…  

D’altronde si sa, la natura umana di questi soggetti è così avida che punta solitamente la propria ascesa sociale su tre fattori: in primo, la competizione, il secondo, la diffidenza ed il terzo e questo per loro rappresenta è il più rilevante, la gloria!!!

Infatti, se con il primo si tenta di guadagnare sempre più denaro e attraverso il secondo che si raggiunge la desiderata sicurezza, ma è grazie al terzo che si ottiene quella voluta reputazione, che permette di detenere quel potere in grado di tenere in soggiogare gli altri!!!

D’altronde qualcuno dimentica che sin da i tempi antichi era stata messo in evidenza il contrasto che poteva esistere tra la legge degli uomini e la legge morale… ed infatti, vedasi quanto accaduto in questi ultimi trent’anni…

Si è venuta ad affermata – grazie a politiche scellerate realizzate dai vari governi nazionali, in particolare la promulgazione di leggi “ad personam” basate su scelte inique – quella cultura dove tutto è permesso, una totale disobbedienza sia alle regole civili che al rispetto delle leggi e dei doveri, una “cultura della legalità” portata ormai alla disobbedienza, e di contro, un legame sempre più coeso con quelle associazioni mafiose che hanno fatto diventare quel rapporto quasi un’eccellenza.

Fintanto che gli uomini resteranno gli sessi che da quegli apparati hanno condizionato gran parte del nostro Paese, state certi che poco o nulla cambierà, bisogna viceversa affidarsi a tutti quei nomi e cognomi che si sa essere persone per bene e soprattutto moralmente incorruttibili e di questi ve ne sono tanti… 

Certo sono poco conosciuti, perché non stanno come quelle statuine in bella vista, ma vi assicuro che il loro dovere lo compiono ogni giorno in maniera corretta ed è grazie al loro contributo, per non chiamarlo sacrificio, che il nostro Paese può ritenersi per fortuna ancora serio!!!

Non ho tempo da perdere, devo lavorare, devo lavorare… E’ una corsa contro il tempo, per arrivare alla verità prima di essere fermato".

Sono tra le ultime parole pronunciate da Paolo Borsellino il 13 luglio 1992…
Sei giorni dopo, venne barbaramente ucciso insieme alla sua scorta in via D’Amelio!!!
Il giudice sapeva, già sapeva perfettamente che ormai era soltanto una questione di giorni. 
D’altronde la segnalazione era arrivata e soprattutto era precisa: qualcuno aveva deciso di chiudere subito questo “conto” in sospeso…
Certo, una parte di quei servizi deviati, ha fatto pervenire una notizia confidenziale ai Ros, che  evidenziava i nuovi probabili obiettivi della mafia, tra cui proprio Paolo Borsellino…
Quanto vero ci fosse su quel rapporto o sulla volontà della mafia di uccidere il magistrato è ancora tutto da dimostrare, peraltro stiamo conoscendo in questi giorni, tutta una serie di depistaggi compiuti affinché non si potesse mai giungere alla verità su quella strage…

Sì… hanno provato ( quantomeno questo è quanto ci hanno raccontato…) a ricostruire quegli ultimi giorni, ma soprattutto si è cercato di comprendere a quali indagini il giudice Borsellino era interessato, in particolare dopo alcune dichiarazioni confidenziali, rivelate ad egli, da alcuni pentiti, in particolare Gaspare Mutolo e Nino Giuffrè, che in quei giorni avevano cominciato a rivelare le collusioni tra criminalità organizzata, magistratura, forze dell’ordine e servizi segreti!!!
Difatti, sembra che dopo aver ricevuto quelle dichiarazioni, egli abbia compreso come la sua vita era ormai appesa ad un filo… tanto che proprio il giorno prima della strage, il procuratore si recò a pregare nella chiesetta di Santa Luisa de Marillac (dove tra l’altro, verranno celebrati i suoi funerali)…

Paolo si alzava quasi sempre alle cinque… diceva che lo faceva “per fregare il mondo con due ore di anticipo” ed anche la mattina in cui verrà ucciso insieme alla sua scorta fece lo stesso… 
Quella mattina decise di scrivere una lettera alla preside di un liceo di Padova, presso il quale avrebbe
dovuto recarsi per un incontro al quale non si era poi recato per una serie di disguidi e per i suoi impegni che non gli davano tregua…

La lettera rimase incompiuta… dava risposte ad alcune domande dei ragazzi del liceo e ci permette di comprendere in maniera chiara, (come solo lui era in grado di fare), ciò che rappresenta la mafia nella società civile; un preciso insegnamento che tutti dovrebbero, sin dalle scuole elementari conoscere… 

Quando lo “stato deviato” decise di uccidere il giudice Borsellino, lo fece per raggiungere i suoi scopi, tra cui certamente quello di piegare l’organizzazione mafiosa ai suoi ordini, ma soprattutto di porre fine a quelle indagini compromettenti, che colpivano un intero Paese, dai partiti alle istituzioni, dai politici collusi, agli imprenditori legati a cosa nostra…
E’ passato più di un quarto di secolo e credo che ormai abbiamo la certezza che la fine di questo magistrato, non la si conosce affatto!!!
Già, perché ancora oggi non sappiamo chi l’ha ucciso e perché lo voleva morto, ma soprattutto chi l’ha tradito e l’ha lasciato solo!!!
Paolo Borsellino non si è sacrificato… ma è stato sacrificato, proprio da coloro che percepivano come un pericolo l’opera del Magistrato…
Soggetto (riportati sicuramente in quell’agenda rossa…), che hanno beneficiato della sua morte, e che finalmente, attraverso quella sua dipartita, hanno potuto proseguire indisturbati verso le loro finalità, nel quadro di una convergenza di interessi tra “Centri di potere”, “Apparati dello Stato” e “Cosa nostra”!!!
Una circostanza quest’ultima percepita dallo stesso giudice che rivolgendosi il giorno prima della strage alla moglie Agnese, raccontò che: “Non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo… ma sarebbero stati i suoi colleghi ed altri a permettere che ciò potesse accadere”!!!