Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso…
E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr, la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…
Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro abbia rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta determinando nelle varie “famiglie” una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia a cui fa riferimento, senza più mettersi di traverso o intralciare il business delle altre famiglie presenti nelle altre aree…
In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra le parti, ma tutti comandano in egual maniera all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa di collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…
Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzati per pagare i costi della manovalanza e delle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province a cui fanno parte le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare le “dure” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni più “soft”, già… con l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi negli appalti …
Non si tratta quindi epr come accadeva un tempo di imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza per quelle note Società monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo, sono realizzate a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata mafiosa nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti, ed allora ecco che si sono bypassati quei controlli del territorio con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’so indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione indiretta di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili a effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, hanno preferito rinuciare a quei lavori…
D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri numerosi appalti pubblici negli Enti Locali, sì… attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’l’infiltrazione, come ad esempio cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi d’infedeli funzionari pubblici e di tecnici: ove nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…
Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso e le attività più significative e redditizie restano di fatto in mano alla criminalità ache se poi quest’ultime sono formalmente intestate o per meglio dire vengono gestite dalle solite “teste di legno” soggetti che agli occhi delle Prefetture risultano “puliti”; ma parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra” al fine d’infettare non solo il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a propri investimenti derivati dal riciclaggio di denaro…
Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor si sequestri, cambiano celermente riferimenti e a volte proprietà, affinchè quei programmati interventi, si dimostrano alla fine del tutto inutili!!!..
Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati…
