Cave, discariche e rifiuti: Un mix letale!!!

Prima di iniziare con l’argomento, desidero fare una significativa precisazione e cioè la differenza che vi è quando si opera  nel mercato privato ed in quello pubblico…
Già a differenza di quanto si possa pensare, la concorrenza tra le varie società del settore, non è basata su processi organizzativi o su fattori ambientali e logistici,  bensì sul prezzo, che fa sì che il mercato venga di fatto destabilizzato da quelle società legate alla criminalità organizzata, che fanno in modo di accaparrarsi significative quote di mercato…
Ecco il motivo per cui, quando il traffico riguarda rifiuti provenienti da privati, il prezzo dello smaltimento si riduce fino alla metà di quello di mercato, mentre, se l’attività ha come materia prima, i rifiuti solidi urbani, il prezzo di smaltimento lievita in maniera esponenziale, tanto si sa… a pagare è lo Stato!!!
Ecco, è bastata una semplice declassificazione dei rifiuti, per fare in modo di evitare lo smaltimento in discarica, e creare un vero e proprio danno all’erario!!!
potremmo chiamarli i “rifiuti scomparsi”, quelli di cui non se ne conosce il destino… e non solo attraverso modalità illegali, ma a volte attraverso procedure diciamo “legali”…
Una di queste procedure ad esempio, utilizza il cambio d’identità, ovvero il rifiuto muta le proprie caratteristiche, ovviamente solo sulla carta… attraverso il meccanismo del giro bolla; ecco quindi che un rifiuto pericoloso… diventa speciale, oppure grazie alla complicità di un laboratorio di analisi, se ne falsificano le caratteristiche… diventando prodotti di recupero!!!
Il tutto grazie a centri di stoccaggio, compostaggio o trattamento, autorizzati da procedure semplificate, l’importante è riuscire a far perdere le tracce del rifiuto prodotto e conferito a chi si è impegnato, formalmente, a smaltirlo nella legalità…
 La strada seguita per trasportare, intermediare e smaltire illecitamente i rifiuti è quella tipica della declassificazione dei rifiuti e della tecnica del “giro bolla”, da un centro di stoccaggio e trattamento ad un’altro.
Entrano in gioco, così, documentazioni di accompagnamento dei rifiuti che vengono falsificate e/o sostituite durante il trasporto.
Il “giro bolla” (o anche triangolazione), consiste nel far transitare i rifiuti solo in maniera cartacea, da uno stoccaggio ad un’altro, oppure attraverso impianti di recupero e/o di compostaggio con il fine di declassare la tipologia del rifiuto trattato e aggirare le normative previste.
Ecco quindi che, attraverso una rete articolata di faccendieri, analisti, chimici, impiegati e trasportatori, il rifiuto entra con la bolla del produttore e con un determinato codice in un centro di stoccaggio; successivamente con una nuova bolla dello stesso centro, il medesimo rifiuto, senza subire alcun trattamento ed in alcuni casi subendo solo la miscelazione con altri rifiuti, è inviato per lo smaltimento/recupero finale, ovviamente dopo aver cambiato “identità”.
Semplice vero… è dire che questa procedura è ben conosciuta da tutti, ma stranamente nessuno ne parla…
Un’altra tecniche di smaltimento (illecito) è quella di utilizzo cave dismesse o create appositamente in modo abusivo; si realizzano cioè buche di dimensioni rilevanti, dove vengono seppelliti i rifiuti, il tutto accuratamente ricoperto da uno strato di terreno vegetale, affinché si possa mascherare l’intervento compiuto e sul quale successivamente sarà possibile piantare anche alberi da frutto ( e chissà se per quest’ultimo intervento, non si riescano ad ottenere anche i fondi comunitari europei), così oltre la truffa anche la beffa…
Ed infine ecco alcuni modi, per far sparire o per meglio dire, per trasformare una parte di quei rifiuti:   – lo smaltimento di rifiuti speciali derivanti da impianti di tritovagliatura dei rifiuti urbani, finiscono in ripristini ambientali;
– lo spandimento sul terreno di pseudo-fertilizzanti… provenienti da attività di compostaggio di fanghi non sottoposti ad alcun trattamento o comunque non idonei per le elevate concentrazioni di metalli pesanti;
– l’immissione in cicli produttivi, quali cementifici e/o fornaci per la produzione di laterizi, di fanghi industriali, polveri di abbattimento fumi, ceneri e scorie derivanti dalla lavorazione di metalli;
– l’impiego di rifiuti pericolosi in ripristini ambientali, in rilevati stradali o in riempimenti di cave trasformate in vere e proprie discariche.
Da quanto sopra, possiamo evidenziare da un lato le capacita organizzative di un sistema illegale e dall’altro, l’inadeguatezza di un sistema di controllo!!!
La corruzione diffusa in questo settore e l’atteggiamento compiacente proprio di chi dovrebbe verificare quelle attività, ha permesso difatti la diffusione di tutte quelle sopra esposte pratiche illegali, assicurando così facendo, non solo l’impunità a quegli imprenditori (il più delle volte semplici “prestanome” di quelle associazioni criminali), ma creando una sistematica violazione delle norme, che ha condotto all’assoluto spregio dell’ambiente e della salute dei cittadini!!!
Grazie all’utilizzo di semplici sistemi ma certamente efficaci e attraverso l’ausilio di funzionari e/o dirigenti corrotti, che è stato possibile realizzare ingenti profitti, che hanno esclusivamente alimentato il business di quella criminalità organizzata!!!
Come sempre, in particolare nella nostra regione, siamo in presenza di un mix letale di anarchia, degrado ed illegalità, di fronte al quale purtroppo, prevalgono spesso da parte di alcuni uomini delle istituzioni e soprattutto dei cittadini, cinismo e indifferenza!!!

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