Facebook: il diario universale (con like e narcisismo incluso)

Ho trovato una vignetta geniale che riassume perfettamente i fanatici di Facebook: gente che passa giorni, mesi, anni a scrivere, commentare, condividere… come se la vita reale fosse solo un’anteprima di quella digitale. 
E pensare che l’idea di base non è nemmeno originale!
Da “chi sei?” a “mi riconosci?”
Prima di Facebook esistevano già servizi per ritrovare vecchi amici, ma quasi sempre a pagamento. Zuckerberg ha semplicemente preso quel concetto, l’ha reso gratuito e boom: rivoluzione sociale. È partito dai campus americani (dove il “face book” era letteralmente un album fotografico degli studenti) e ha conquistato il mondo.
Perché ha funzionato? Tre motivi (+1)
“Libro delle facce” → Finalmente un modo per farsi riconoscere senza confusione tra omonimi. Niente più “No, non sono io quello che cercavi, io non ho la barba e ho 40 anni in più”.
Diario pubblico → Non solo foto: testi, link, album, stati d’animo. Una bacheca dove ognuno può esibirsi come in un reality show permanente. “Ecco mia moglie, mio figlio, il mio cane, la mia cena, il mio pensiero profondissimo delle 3 di notte…”
Memoria collettiva → Quelle storie che nella vita reale finiscono in un cassetto, su FB diventano patrimonio condiviso. Torna utile quando vuoi stalkerare un ex compagno di scuola o dimostrare che “no, non ero brutto anche alle medie, guarda qua!”.
Facilità d’uso → Dai 10 ai 90 anni, tutti possono usarlo. Anzi, spesso i nonni lo sfruttano meglio dei nipoti (con il bonus di “Mario, ma perché mi hai messo ‘mi piace’ alla foto del mio intervento all’anca?!”).
La trappola? L’abuso!
Facebook è come il cioccolato: piace a tutti, ma se esageri ti ritrovi obeso di like e vuoto di relazioni vere. Usatelo, ma ricordatevi che la vita non è un algoritmo.
Perché alla fine, Facebook è come un reality show dove:
Gli attori non vengono pagati.
Il regista (Zuckerberg) vende i tuoi dati al miglior offerente.
E il premio per la ‘miglior recitazione’ è una standing ovation di like, da gente che nella vita reale non sopporteresti neanche al bar.”
Già… “Mark Zuckerberg è l’unico uomo al mondo che è riuscito a convincere miliardi di persone a lavorare gratis per lui. Persino lo schiavo di un faraone aveva la paga in grano.”

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